Per il secondo anno consecutivo, l’Archivio Storico della Società Umanitaria ha ricevuto un contributo del Ministero della Cultura-Direzione Generale degli Archivi per la digitalizzazione della corrispondenza di una figura esemplare dell’antifascismo, nonché padre nobile della Repubblica, l’uomo a cui si deve il rilancio della nostra istituzione dopo le devastazioni della seconda guerra mondiale: RICCARDO BAUER.
Grazie anche al sostegno di Fondazione Aem, ai primi di luglio abbiamo potuto affidare a Icas94 il compito di completare la digitalizzazione di tutte le lettere di Bauer, che coprono un arco temporale dai primissimi anni del Novecento fino alla sua scomparsa, avvenuta a Milano il 15 ottobre 1982 (la prima parte della corrispondenza, insieme all’inventario di tutto il restante materiale del Fondo Bauer, è già online sul portale di Lombardia Archivi).
Questa corrispondenza è decisamente significativa, perché – oltre a seguire il percorso umano e professionale di Bauer – permette di seguire le vicende del nostro Paese, dalla Grande guerra all’avvento del fascismo, dall’opposizione antifascista alla Liberazione, dalla nascita della Repubblica al boom economico, agli anni di piombo. Quantitativamente molto vasta (sono oltre 10.000 i “pezzi”, tra lettere, cartoline e telegrammi), questo apparato documentale riguarda sia i rapporti epistolari con la famiglia – pressoché i suoi unici destinatari sia durante il periodo della Grande guerra, sia durante i lunghi anni di prigionia e confino –, sia con i maggiori intellettuali ed esponenti politici del ‘900: da Ferruccio Parri a Ugo La Malfa, da Norberto Bobbio (che nel 1979 tenne la prolusione del Premio “Educatore civile”, consegnato a Bauer dal Comune di Milano) a Carlo Ludovico Ragghianti, da Antonio Greppi a Ernesto Rossi, da Pietro Nenni a Sandro Pertini, da Ivan Matteo Lombardo (dove la corrispondenza verte sul futuro della Triennale, a cui Bauer collaborò stilando il programma del Centro Studi) a Fernanda Wittgens, da Gaetano Salvemini a Mario Borsa (sotto la sua direzione, nel secondo dopoguerra, Bauer cominciò a collaborare al Corriere della Sera) da Carlo Cassola a Piero Gobetti, a Carlo e Nello Rosselli e ai loro famigliari (come la madre Amelia).
Entro pochi mesi, quindi, gli studiosi di tutto il mondo potranno accedere a tutte le lettere (che ammontano ad oltre 30.000 immagini) che permettono di restituire il profilo di un personaggio straordinario: un uomo che ha dedicato tutta la sua vita agli ideali di libertà, democrazia e giustizia sociale.
Grazie anche al sostegno di Fondazione Aem, ai primi di luglio abbiamo potuto affidare a Icas94 il compito di completare la digitalizzazione di tutte le lettere di Bauer, che coprono un arco temporale dai primissimi anni del Novecento fino alla sua scomparsa, avvenuta a Milano il 15 ottobre 1982 (la prima parte della corrispondenza, insieme all’inventario di tutto il restante materiale del Fondo Bauer, è già online sul portale di Lombardia Archivi).
Questa corrispondenza è decisamente significativa, perché – oltre a seguire il percorso umano e professionale di Bauer – permette di seguire le vicende del nostro Paese, dalla Grande guerra all’avvento del fascismo, dall’opposizione antifascista alla Liberazione, dalla nascita della Repubblica al boom economico, agli anni di piombo. Quantitativamente molto vasta (sono oltre 10.000 i “pezzi”, tra lettere, cartoline e telegrammi), questo apparato documentale riguarda sia i rapporti epistolari con la famiglia – pressoché i suoi unici destinatari sia durante il periodo della Grande guerra, sia durante i lunghi anni di prigionia e confino –, sia con i maggiori intellettuali ed esponenti politici del ‘900: da Ferruccio Parri a Ugo La Malfa, da Norberto Bobbio (che nel 1979 tenne la prolusione del Premio “Educatore civile”, consegnato a Bauer dal Comune di Milano) a Carlo Ludovico Ragghianti, da Antonio Greppi a Ernesto Rossi, da Pietro Nenni a Sandro Pertini, da Ivan Matteo Lombardo (dove la corrispondenza verte sul futuro della Triennale, a cui Bauer collaborò stilando il programma del Centro Studi) a Fernanda Wittgens, da Gaetano Salvemini a Mario Borsa (sotto la sua direzione, nel secondo dopoguerra, Bauer cominciò a collaborare al Corriere della Sera) da Carlo Cassola a Piero Gobetti, a Carlo e Nello Rosselli e ai loro famigliari (come la madre Amelia).
Entro pochi mesi, quindi, gli studiosi di tutto il mondo potranno accedere a tutte le lettere (che ammontano ad oltre 30.000 immagini) che permettono di restituire il profilo di un personaggio straordinario: un uomo che ha dedicato tutta la sua vita agli ideali di libertà, democrazia e giustizia sociale.