Cinema all'aperto: Peccato che sia una canaglia

Terzo appuntamento con la rassegna estiva T'amo... da morire! al Parco di Monte Claro.

Giovedì 4 luglio proiettiamo il film Peccato che sia una canaglia di Alessandro Blasetti (Italia, 1954, 95'), a partire dalle ore 21, al primo buio, nello spiazzo antistante la cappella di S. Maria Chiara.

L'ingresso è libero e gratuito.

Regia: Alessandro Blasetti
Attori: Marcello Mastroianni, Sophia Loren, Vittorio De Sica
Soggetto: Alberto Moravia - (racconto)
Sceneggiatura: Suso Cecchi d'Amico, Sandro Continenza, Ennio Flaiano
Fotografia: Aldo Giordani
Musiche: Alessandro Cicognini
Montaggio: Mario Serandrei
Durata: 95'
Colore: B/N
Specifiche tecniche: TECNOSTAMPA, 35 MM (1:1.66)
Tratto da: racconto "Il fanatico" di Alberto Moravia contenuto nella raccolta "Racconti romani" (1954)
Produzione: GIANNI HECTH LUCARI PER DOCUMENTO FILM
Distribuzione: DOCUMENTO FILM (1955) - CD VIDEOSUONO

Trama: Paolo, giovanotto serio e volenteroso, appartiene ad una cooperativa di tassisti, che gli ha affidato una bella macchina nuova. Un giorno la macchina viene affittata da due giovani che si fanno portare al mare, insieme ad una loro bellissima amica, Lina. La comitiva fa il bagno e Lina riesce a convincere Paolo a bagnarsi anche lui, ma, appena sta per entrare in acqua, Paolo viene avvertito dalla sirena antifurto che la sua macchina è in pericolo. Il ragazzo tenta inutilmente di acciuffare i due ladri e poi costringe Lina a salire con lui in macchina, ma giunti a Roma lei riesce a sfuggirgli. Dopo qualche giorno Paolo incontra di nuovo Lina coi due complici. I due uomini riescono a sfuggirgli ancora una volta, ma Paolo costringe a salire in macchina la ragazza che gli racconta un sacco di bugie per impietosirlo. Siccome ha accennato alla propria famiglia, Paolo decide di parlare col padre di lei, il signor Stroppiani, che secondo Lina sarebbe una candida figura d'artista, mentre in realtà è un fior d'imbroglione, specializzato nei furti di valigie. Nel frattempo Paolo s'è innamorato perdutamente di Lina e si fidanza con lei, ma quando scopre che un bellissimo portasigarette che lei gli regalato in realtà è stato rubato al suo capo garage, Paolo, furente, la pianta e tronca ogni rapporto con gli Stroppiani. Per poterlo risarcire dei danni che Lina coi suoi complici gli ha cagionato, padre e figlia tentano un furto nel filobus che lo stesso Paolo riesce a sventare. Denunciati, gli Stroppiani riescono, con fenomenale abilità, a farsi assolvere e a chiarire anche le cose con Paolo.

Critica: "La paradossale vicenda è raccontata con spigliata vivacità dal Blasetti, sempre padrone del mestiere e preziosa guida degli attori. Ottima l'interpretazione. Il racconto presenta però - nel soggetto, nella scenografia, nella regia - zone di cedimento, con idee, trovate, soluzioni di scarsa originalità. Fotografia luminosa ed espressiva." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 37, 1955)

[fonte: cinematografo.it]