Una rassegna che vuole essere un’introduzione a tematiche che la sociologia economica, quella dell’ambiente e del territorio affrontano da anni e che il cinema ha spesso saputo approfondire con la sua enorme e multiforme capacità di indagine.
Martedì 3 marzo alle ore 19 sarà proiettato il film “Biutiful Cauntri” (Italia 2007) di Esmeralda Calabria e Andrea D'Ambrosio. La rassegna proseguirà giovedì 5 marzo nei locali dell’Università.
Ingresso libero e gratuito.

Allevatori che vedono morire le proprie pecore per la diossina, un educatore ambientale che lotta contro i crimini ambientali, contadini che coltivano le terre inquinate dalle vicine discariche: sono alcune delle storie che testimoniano e denunciano il massacro della Campania, una delle regioni con il maggior numero di discariche abusive: 1200. Sullo sfondo, una camorra imprenditrice, che al posto della pistola usa camion e pale meccaniche. Un magistrato parla di mafia dai colletti bianchi, imprenditoria deviata e istituzioni colluse, svelando meccanismi e dinamiche di un’attività camorristica che nel lungo periodo mieterà più vittime di qualsiasi altro fenomeno criminale. Sono i tristi scenari di Acerra, Qualiano, Giugliano, Villaricca, comuni a 25 km da Napoli: Biutiful cauntri. Ironicamente scritto come si legge, è il documentario diretto da Esmeralda Calabria e Andrea D’Ambrosio, autori anche di soggetto e sceneggiatura con Giuseppe Ruggiero, in anteprima al Torino Film Festival e ora in sala.
A fine proiezione la luce conserva un interrogativo: com’è possibile che nel 2007 in Italia si possa (soprav)vivere così? Dietro, davanti e intorno ai rifiuti, una mole di problemi, che riguardano politica, economia, criminalità, salute pubblica, che interessano non solo la Campania, ma l’intero (Bel) Paese, come la cronaca odierna attualizza – e stigmatizza.
Prodotto da Lionello Cerri per Lumière & Co., il documentario di Calabria, provetta montatrice (La stanza del figlio, Il Caimano, Romanzo criminale), e D’Ambrosio, cortista salernitano, approfondisce il tema delle ecomafie in Campania, di cui i telegiornali si occupano solo in occasione dell’emergenza rifiuti a Napoli, con informazioni frammentarie, indifferenti alla questione complessiva, che abbraccia in primis la provincia. Devastazione decisa a tavolino da camorra, istituzioni e imprenditoria del Nord, fenomeno antico, ma entrato nell’immaginario collettivo solo di recente con Gomorra di Roberto Saviano, indagato nel documentario attraverso i protagonisti in prima persona, individuati e intervistati, per oltre 130 ore di girato in DVcam condensati in 73 minuti di film. Una visione eco-sostenibile, con un interrogativo – per ora… – senza soluzione: Biutiful cauntri tornerà a essere il Bel Paese?
Federico Pontiggia
[cinematografo.it]