Rassegna "Essere donne": proiezione del film "La sposa nel vento"

Per la rassegna "Essere donne" lunedì 20 novembre alle ore 18 sarà proiettato il film

"La sposa nel vento" (Italia, 2022) di Giovanni Coda.

Il regista sarà presente in sala.
Ingresso libero e gratuito.

"La storia produttiva dell’ultimo film di Giovanni Coda, La sposa nel vento, è stata lunga e complicata, esemplare delle difficoltà di un autore cinematografico ad affrontare sullo schermo temi complessi, poco attraenti persino nel cinema indipendente. Dunque, è certamente un risultato positivo accogliere l’uscita in sala della terza parte del progetto (dopo Rosa nudo del 2013 e Bullied to death del 2015) sulla violenza di genere, pensato e realizzato da Giovanni Coda nell’arco di un decennio. Semmai i tre film – e gli altri lavori coevi da Xavier (2017) a Mark’s diary (2018) a Histoire d’un larme (2021) – mostrano l’evoluzione, la riflessione estetica del regista, sempre desideroso di sperimentare e di non abbandonare la sua modalità espressiva, ma anche attento a un rapporto comunicativo più ampio e meno criptico con gli spettatori. In questo senso, La sposa nel vento si fa più audace: le performance metaforiche, messe in scena con la consueta tensione poetica, sono al servizio di episodi, che il pubblico può subito riconoscere (come la tragedia di Antonia Mesina), mentre si affiancano drammatiche interviste a donne che hanno subito la violenza fisica e psicologica, ma hanno anche avuto il coraggio di denunciare e di ricomporsi una vita, pur tra incredibili difficoltà. L’arte e la realtà si incrociano senza scontrarsi, il dolore transita dagli attori, dai danzatori, dai performer alle donne del nostro tempo con la stessa intensità e con lo stesso messaggio. Medesimo effetto nelle scenografie; così, passiamo dalle rovine urbanistiche, dai muri sbrecciati alla stanza di Antonia ad Orgosolo o allo sfondo scuro per le interviste-racconti senza confusioni, seppure il montaggio sia caratterizzato da stacchi, forse, un po’ troppo rigidi e non da una morbidezza di raccordo che avrebbe aiutato meglio la complessità estetica. [...]"


Elisabetta Randaccio, in Teorema