Incontro dedicato a Dante Ferretti. Proiezione di Gangs of New York
Descrizione
Lunedì 13 maggio 2024 prende il via l'evento dedicato alla scenografia cinematorgrafica organizzato dal CSC Cagliari della Società Umanitaria - Cineteca Sarda grazie ai contributi della RAS - Regione Autonoma della Sardegna e della Fondazione Sardegna Film Commission, la collaborazione di Sardegna Ricerche e Sa Manifattura, il partenariato di A.S.C. Associazione Italiana Scenografi - Costumisti - Arredatori, e grazie alla disponibilità di Cinecittà, EDI Effetti Digitali Italiani e Imaginari Factory.
Inaugurazione
• ore 19: incontro, dedicato allo scenografo Dante Ferretti, con David Miliozzi, biografo di Ferretti e autore, con lui, del libro "Immaginare prima. Le mie due nascite, il cinema, gli Oscar"(Jimenez, 2022) e il regista e critico cinematografico Sergio Naitza
• ore 20: proiezione di "Gangs of New York" di Martin Scorsese (USA, 2002, 167’ - scenografie di Dante Ferretti, Francesca Lo Schiavo e Stefano Maria Ortolani)
L'ingresso è libero e gratuito.
Dante Ferretti
Scenografo italiano (n. Macerata 1943). Sostenitore di una estetica del ‘meraviglioso’, si è mosso attraverso le diverse epoche con una libertà che ha sfiorato talvolta la trasgressione storica, rivoluzionando il panorama della scenografia cinematografica dapprima in patria, al fianco di registi come P.P. Pasolini e F. Fellini, e poi fuori dai confini nazionali. Intuizioni geniali come il labirinto verticale in Il nome della rosa (1986) di J.-J. Annaud, la forza visionaria espressa nel kolossal fantasy Le avventure del barone di Munchausen (1989) di T. Gilliam, la capacità di trasfigurare città e quartieri nelle ricostruzioni realizzate per i film di M. Scorsese hanno fatto di lui uno dei più brillanti scenografi del cinema mondiale. Premio Oscar, con la moglie Francesca Lo Schiavo, nel 2005 per The aviator di Scorsese e nel 2008 per Sweeney Todd di T. Burton, tra le sue scenografie successive vanno ricordate quelle dei film diretti da M. Scorsese Shutter Island (2010) e Hugo (2011; Hugo Cabret, 2012), pellicola per la quale nel 2012 si è aggiudicato insieme a Lo Schiavo il terzo Oscar della carriera; Seventh son (2014) di S. Bodrov; Cinderella (2015) di K. Branagh. Nel 2013, in concomitanza con il settantesimo anniversario della sua nascita, il MoMA di New York gli ha dedicato la personale Dante Ferretti. Design and construction for cinema. [Treccani]
David Miliozzi
Scrittore, sceneggiatore e critico d’arte, ha pubblicato quattro romanzi (Senza parabrezza, A un passo dal nulla, Segni premonitori e E tutto iniziò a tremare) e diversi racconti in varie antologie. Ideatore e curatore di numerosi progetti editoriali, rassegne culturali e mostre d’arte, David Miliozzi è anche il fondatore del movimento artistico dell’Iperespressionismo.
Dante Ferretti – Immaginare prima. Le mie due nascite, il cinema, gli Oscar. Essere scenografi significa riuscire a “immaginare prima” il mondo che lo spettatore vedrà sullo schermo e poi realizzarlo. Se esiste qualcuno in grado di portare questa capacità all’eccellenza è Dante Ferretti, un talento attestato da ben tre premi Oscar (per i film The Aviator, Sweeney Todd e Hugo Cabret). Come narra lui stesso in questa autobiografia, scaturita da lunghe conversazioni con lo scrittore David Miliozzi, Dante Ferretti è nato “due volte” a Macerata: la prima il 26 febbraio 1943, la seconda quando la casa di famiglia fu demolita da un bombardamento e lui miracolosamente estratto vivo dalle macerie. Immaginare prima è un viaggio dalla provincia italiana degli anni Quaranta alla Hollywood di oggi, una carrellata dietro le quinte di film che hanno fatto la storia del cinema. Nel “Primo Tempo” di una vita che sembra un film, Ferretti svela come la sua terra e quella doppia nascita abbiano influenzato le sue scenografie più celebri (basta osservare la torre dell’orologio di Macerata e le scenografie di Hugo Cabret per capirlo), si lancia nei ricordi dei “suoi” registi – Pier Paolo Pasolini, Federico Fellini, Martin Scorsese – e dei compagni e divi conosciuti dietro e davanti alla macchina da presa. Nel “Secondo Tempo” e nei “Titoli di Coda” la voce passa a David Miliozzi, che ne ripercorre la carriera professionale e il percorso umano inseguendo il Maestro a caccia di ricordi, aneddoti, immagini. Il frutto di questa ricerca è il ritratto di un uomo umile, tenace e geniale riuscito a diventare il simbolo di quel “saper fare” italiano che ha reso celebre il nostro paese nel mondo, ottenendo una popolarità che si può mantenere solo a patto di restare onesti con sé stessi e vicini alle proprie origini. [Jimenez]