La scena svelata: Cinecittà eterna
Descrizione
"La scena svelata. L'arte della scenografia cinematografica" prosegue con un incontro dedicato a Cinecittà.
(Italia-Francia/1974) di Federico Fellini (127')
Sceneggiatura: Federico Fellini, Tonino Guerra. Fotografia: Giuseppe Rotunno. Montaggio: Ruggero Mastroianni. Musica: Nino Rota. Scenografia e costumi: Danilo Donati. Interpreti: Bruno Zanin (Titta), Pupella Maggio (Miranda), Armando Brancia (Aurelio), Stefano Proietti (Oliva), Giuseppe Ianigro (nonno di Titta), Nandino Orfei (il “Pataca”), Ciccio Ingrassia (Teo), Carla Mora (Gina), Magali Noël (Gradisca), Luigi Rossi (l’avvocato), Maria Antonietta Beluzzi (tabaccaia), Josiane Tanzilli (Volpina). Produzione: Franco Cristaldi per F.C./P.E.C.F.
Restauro realizzato da Cineteca di Bologna con il sostegno di yoox.com e il contributo del Comune di Rimini. In collaborazione con Cristaldifilm e Warner Bros.
Trama: Esattamente vent’anni dopo avere raccontato la storia di una fuga dalla provincia in I vitelloni, l’autore ritorna in quel piccolo mondo, ricostruendo gli ambienti della sua adolescenza a Cinecittà e a Ostia. La famiglia che vediamo rievocata nel film è quella dell’amico d’infanzia Titta Benzi e intorno a lui pullula un’umanità descritta con tinte sanguigne e linee grottesche (soprattutto i rappresentanti delle istituzioni, il clero e i gerarchi fascisti), con tenera sensualità (Gradisca) e un’ironia al tempo stesso affettuosa e graffiante. La vitalità delle figure che popolano il film (compresa l’emarginata ninfomane Volpina) cela una sotterranea, profonda malinconia. Il piccolo borgo romagnolo degli anni Trenta riassume una delle più penetranti immagini dell’Italia secondo Fellini: un piccolo mondo immaturo e conformista, succube di un regime becero e mistificatore, o tristemente impotente di fronte alle sue violenze.
Rimini (e il Rex) ricostruiti a Cinecittà
Rispetto a Roma, con Amarcord eravamo più lontani con la memoria, e la memoria abbellisce anche le cose più brutte. E un viaggio nel passato, visto con occhio critico, e il fascismo è visto con un occhio ironico. In un'intervista a Enzo Biagi, parlando del fascismo Fellini disse: “Se non siamo cresciuti tutti cretini è un miracolo”. La parte predominante di Rimini, le due piazze, il corso, la chiesa e il passaggio notturno del Rex, della Mille Miglia, il raccordo anulare fino al blocco di auto davanti al Colosseo, nonché la stazione da dove arriva il gerarca fascista per festeggiare il 21 aprile, sono state ricostruite a Cinecittà. La sagoma del Rex fu costruita come un puzzle, migliaia di pezzi realizzati in un teatro di posa e poi incollati sul fondale della piscina di Cinecittà. Le uniche cose vere del Rex erano il fumo dei fumaioli, direzionato da ventilatori, le lampadine dei pavesi e degli oblò e un getto d'acqua che io osai mettere davanti alla prua per dare l'impressione del movimento della nave. Quando Federico l'ha vista, mi ha chiesto preoccupato: “Non sembrerà vera?”. Gli risposi: “No, stai tranquillo, darà solo l'emozione del movimento”. La cinepresa che inquadrava il passaggio del Rex era posizionata su una grande piattaforma con sopra sistemate le sezioni di alcune barche sulle quali erano seduti i personaggi del film per assistere e festeggiare il passaggio della fantastica nave. Per dare l'impressione del movimento, la piattaforma carrellava nella direzione opposta a quella del Rex con tutto il suo carico, cinepresa e sezioni di barche con dentro alcuni personaggi. Lo stesso artificio lo abbiamo usato in misura più vasta nella partenza della nave nel film E la nave va. L'imbarco per la serata del passaggio del Rex l'abbiamo girato a Fiumicino, stavamo girando un tramonto e gli ho detto: “Federico, abbiamo il sole dalla parte sbagliata! A Rimini non tramonta in mare”. “Sto qui per quello!”, mi ha risposto. (Giuseppe Rotunno)