XXXIV Stagione | 2018/2019

XXXIV STAGIONE DE “I CONCERTI DELL’UMANITARIA” 2018/2019 | Aimez-vous Brahms?

Molti grandi compositori, ignorati in vita, solevano dire, citando Mahler per tutti, “Il mio tempo ancora ha da venire”. Non fu così per Brahms. Come disse uno dei suoi biografi, “L’apice della sua fama fu durante la sua vita”. La grandezza della sua musica fu accettata praticamente da subito, non appena iniziò a comporre. Un grande come Schumann lo definì come il nuovo messia musicale quando Johannes aveva appena vent’anni. La frase “Le tre B” (Bach, Beethoven e Brahms) fu coniata dopo l’esecuzione della Prima Sinfonia quando lui non era ancora quarantenne e la fama continuò a lungo. 

In forte contrasto con la chiara percezione che il pubblico aveva della sua musica sta la sua personalità. La profondità psicologica dell’uomo Brahms rimane un mistero, esattamente come per i suoi amici, colleghi, estimatori ed il suo amato pubblico. Le descrizioni del carattere di Brahms erano contraddittorie. Veniva definito come burbero, generoso, discreto, antipatico, timido, tirchio, rozzo, serioso e immaturo. Poteva essere fantasticamente leale ed estraneo al tempo stesso per i suoi amici, molti dei quali erano i più grandi esecutori, compositori e critici musicali del tempo.
Fu un uomo ribelle alle convenzioni e molto ironico, riservato e meschino. Al contempo poteva essere gentile, prodigo di consigli ed aiuto come estremamente generoso verso familiari, amici e persino altri musicisti. Strinse poche e selezionate amicizie purché non limitassero la sua libertà.
Ciononostante fu amato e ammirato da molte persone, tra cui Robert Schumann con sua moglie Clara e Joseph Joachim, il grande virtuoso del violino di allora. Non si sposò mai né mai ebbe figli. Ebbe una adorazione per Clara che durò per tutta la vita, numerose infatuazioni giovanili seguite da mancate promesse di matrimonio, ed ebbe abituale frequentazione con prostitute. Fu sempre molto riservato circa la sua vita privata ed i suoi sentimenti. Non scrisse quasi nulla su se stesso e quello che scrisse distrusse poi.

È nella sua arte che questa personalità conflittuale trova un bilanciamento perfetto. La sua musica trova le sue radici in quella della grande tradizione viennese di Beethoven e Schubert, in Schumann così come nella musica popolare dell’est Europa e tzigana segnatamente. Abilmente riesce a coniugare la sua vena emozionale romantica con la forma classica creando così una linea protettiva che contenesse l’emotività delle sue composizioni con una forma ed una struttura articolata.
Brahms dichiaratamente aborrì l’onda di ultra romanticismo contenuta nelle opere di autori suoi coevi e ricche di spudorata teatralità e virtuosismo. Preferì tornare alle radici della tradizione musicale di Bach, Händel e Palestrina. Revisionò tante volte i suoi lavori con una disciplina che sconfinava nell’ossessione e, seppur spesso ignorasse i consigli, era molto critico nei confronti di se stesso, distruggendo tutto quanto componesse che non gli garbava.

Questa personalità così interessante e intrigante diventa tema della nostra Stagione di Concerti che inizierà il 14 ottobre e si delineerà, come sempre, attraverso collaborazioni prestigiose quali il Concorso Internazionale “Luigi Nono” di Venaria Reale, Il Concorso Strumentistico Nazionale “Città di Giussano”, i concorsi internazionali di canto lirico “Vittorio Terranova” di Kobe/Tokio, il “Ferruccio Tagliavini” di Deutschlandsberg e l’”Eva Marton” di Budapest nonché il Conservatorio “G. Verdi” di Milano e le giovani promesse del concertismo internazionale messesi in evidenza durante il Concorso Internazionale del 2017.