È un fenomeno che trova origini lontane, nel primo giorno delle scuole primarie (ex elementari).
È un giorno difficile per tutti gli scolari obbligati a un rapido e inatteso cambio del modo di vivere perché lasciati a scuola dai genitori, più inteneriti che preoccupati delle emozioni dei loro figli.
Entrati a scuola, si trovano in un mondo sconosciuto.
Persone estranee gli dettano le regole su quello che devono o che non possono fare.
La maggior parte di loro recupera in poche settimane perché si abituano. Una piccola parte non si libera più dalla paura di quel primo giorno, per loro la scuola si tramuta in una minaccia.
È circa il 5% sul totale degli iscritti a scuola la prima volta.
Il rischio di abbandono è innato in questi bambini.
Sono sanissimi ma per loro natura “insicuri”. Messi di fronte agli obblighi dello studio, non sanno valutare le loro vere capacità e non si ritengono all’altezza del compito, perciò provano un forte senso di disagio di cui non capiscono le ragioni. Di loro si dice che hanno poca “autostima”.
Se non si interviene subito, quando terminerà l’obbligo scolastico sarà inevitabile che abbandonino gli studi nel primo biennio delle scuole superiori, vale a dire tra i 15 e i 16 anni.
Questo problema sociale è gravissimo.
Perché le conseguenze dell'abbandono scolastico si trascinano per tutta la vita di una persona e riducono le sue possibilità di un’attiva partecipazione alla vita sociale, culturale ed economica del Paese.
L’abbandono degli studi crea un forte svantaggio personale che è destinato ad acuirsi nel corso della vita perché senza un valido titolo di studio si rimarrà sempre esposti al rischio di disoccupazione. Anche chi troverà lavoro, avrà sempre retribuzioni inferiori e impieghi precari. Ciò gli limiterà il reddito, il benessere e la salute, sua e dei figli.
Entrati a scuola, si trovano in un mondo sconosciuto.
Persone estranee gli dettano le regole su quello che devono o che non possono fare.
La maggior parte di loro recupera in poche settimane perché si abituano. Una piccola parte non si libera più dalla paura di quel primo giorno, per loro la scuola si tramuta in una minaccia.
È circa il 5% sul totale degli iscritti a scuola la prima volta.
Il rischio di abbandono è innato in questi bambini.
Sono sanissimi ma per loro natura “insicuri”. Messi di fronte agli obblighi dello studio, non sanno valutare le loro vere capacità e non si ritengono all’altezza del compito, perciò provano un forte senso di disagio di cui non capiscono le ragioni. Di loro si dice che hanno poca “autostima”.
Se non si interviene subito, quando terminerà l’obbligo scolastico sarà inevitabile che abbandonino gli studi nel primo biennio delle scuole superiori, vale a dire tra i 15 e i 16 anni.
Questo problema sociale è gravissimo.
Perché le conseguenze dell'abbandono scolastico si trascinano per tutta la vita di una persona e riducono le sue possibilità di un’attiva partecipazione alla vita sociale, culturale ed economica del Paese.
L’abbandono degli studi crea un forte svantaggio personale che è destinato ad acuirsi nel corso della vita perché senza un valido titolo di studio si rimarrà sempre esposti al rischio di disoccupazione. Anche chi troverà lavoro, avrà sempre retribuzioni inferiori e impieghi precari. Ciò gli limiterà il reddito, il benessere e la salute, sua e dei figli.
Il Programma Mentore è attivo nella nostra sede di Milano e a Trento; condotto in collaborazione con la Fondazione Trentina per il Volontariato Sociale che nella Provincia autonoma si pone al servizio del volontariato tramite il sostegno a progetti che impiegano molti volontari. È patrocinata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto.