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America, nei favolosi anni Venti. È l’ultimo decennio del cinema muto, prima che la rivoluzione del sonoro cambi per sempre il volto e i linguaggi della settima arte. L’industria di Hollywood è già una macchina potente, e il sogno del cinema arde tra i giovani e le giovani alla ricerca di una grande occasione.

Martha Mansfield

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foto di Alfred Cheney Johnston di pubblico dominio

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Nato come adattamento cinematografico del romanzo per ragazzi The wonderful wizard of Oz - Il meraviglioso mago di Oz di L. Frank Baum, The wizard of Oz - Il Mago di Oz non è solo un film: è una fabbrica di icone.

Locandina Il mago di Oz

Dalle scarpette rosse rubino di Dorothy al sentiero di mattoni gialli, dalla Città di Smeraldo fino alla canzone Over the Rainbow, la cultura pop ha attinto al film per decenni.

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«Credo che Gioventù bruciata rimarrà per sempre un capolavoro, è l’unica tragedia greca del cinema americano».
William Faulkner, Gioventù bruciata. Profezie e maledizione di un film cult: il tragico destino di James Dean, Sal Mineo e Natalie Wood, in Hollywood criminale (a cura di Diego Giuliani e Sabrina Ramacci), Newton Compton Editori, Roma, 2007 p. 124

CRASH di David Cronenberg (1996) - l’incidente mortale di James Dean

All’alba del 30 settembre del 1955, James Dean, il nuovo divo bello e maledetto del cinema americano, il ragazzo dell’Indiana diventato un mito dopo soli tre film, è nell’officina della Hollywood Competition Motors. Deve ritirare la sua nuova Porsche 550 Spyder argento per partecipare alla gara automobilistica di Salinas. I motori sono sempre stati una grande passione. Nel marzo del 1955 è secondo a Palm Springs, a maggio terzo a Bakersfield e quarto a Santa Monica. Il meccanico e pilota tedesco Rolf Wütherich, da poco in America, sta facendo la messa a punto con la stessa precisione di un chirurgo in sala operatoria, come racconterà suo figlio Bernd

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Nel 1956 esce nelle sale The Conqueror – Il Conquistatore, secondo lungometraggio dell’attore, cantante, regista e produttore statunitense Dick Powell che, in maniera del tutto improbabile, tenta di raccontare le avventure di un Genghiz Khan sui generis.

Locandina The Conqueror 1956

Girata in CinemaScope e Technicolor, la pellicola è prodotta da una delle principali majors cinematografiche dell’epoca, la RKO Pictures, allora diretta dall’uomo più ricco e potente degli Stati Uniti d’America: Howard Hughes. Nonostante le ottime premesse, il dispendioso investimento – circa 6.000.000 di dollari – e la massiccia pubblicità che porta The Conqueror a essere l’undicesimo film più visto della stagione – con un incasso di 9.000.000 di dollari – il kolossal si rivela un vero e proprio disastro.

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Dopo il grande successo di Per un pugno di dollari (1964) e Per qualche dollaro in più (1965), Sergio Leone decide di concludere la cosiddetta trilogia del dollaro con un film che sollevi ancora di più l’asticella delle ambizioni del suo cinema.

Locandina1. Il buono il brutto il cattivo

Aumenta i protagonisti, da due a tre, e fa irrompere nella vicenda la Storia con la Esse maiuscola, ambientando la narrazione in piena Guerra di Secessione. Il confronto con la guerra è uno dei temi centrali del film, tanto che Leone stessa ha spesso dichiarato che l'idea della storia gli fu suggerita dal discorso finale del Monsieur Verdoux di Charlie Chaplin (1947): di fronte ai massacri voluti dai potenti del mondo, che cosa sono i delitti artigianali di un singolo?

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«Sfortunatamente, poiché 1) io ho fatto il film e 2) non credo né a Dio né al Diavolo (il che aggrava il mio caso), sono doppiamente incapace di avere paura del mio film, che mi annoia molto. Se ho preso la decisione di fare il film è perché adoravo il libro». Roman Polanski

da Stefano Rulli, Flavio De Bernardinis, Roman Polanski, Il Castoro, Milano, 1995, p.12

Rosemary’s baby è il primo film americano di Roman Polanski.

Locandina2 Rosemarys baby

Quando esce, nel giugno del 1968, c’è la Guerra in Vietnam. Martin Luther King e Bob Kennedy sono stati assassinati poco tempo prima. Il mondo sta cambiando irreversibilmente pelle e l’America, come spesso è accaduto nel corso della storia, comincia a farlo per prima. La contestazione giovanile corre da una parte all’altra del pianeta, rovesciando le regole dei padri e immaginando un mondo migliore. 

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«L’esorcista sembra davvero essere nato da un angolo misterioso della nostra coscienza, da dove continua a rispuntare inquieto, fatto della stessa sostanza con la quale sono costruiti i nostri incubi».
Nico Parente, con la collaborazione di Gordiano Lupi, Roberto Giacomelli, L’esorcista quarant’anni dopo, Edizioni Il Foglio, Piombino 2014

Quando The Exorcist – L’Esorcista, il film destinato a diventare un cult assoluto e una pietra miliare del genere horror, arriva nelle sale americane, il 26 dicembre 1973, è già stato preceduto da minacce di censura, da orde di polemiche e, soprattutto, da una campagna promozionale mirata a cavalcare l’onda del sensazionalismo.

Locandina The Exorcist

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«Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, e nello spazio e nel tempo d'un sogno è raccolta la nostra breve vita». W. Shakespeare, La tempesta, atto IV, scena I

Locandina Fitzcarraldo

«Ho 38 anni, ho visto tutto. Il lavoro mi ha dato tutto e si è preso tutto. Non posso più essere fuorviato da chi, da cosa?». Così scrive Werner Herzog ne La conquista dell’inutile, il libro pubblicato nel 2004 che racconta la realizzazione del suo film capolavoro Fitzcarraldo, Palma d’Oro al Festival di Cannes girato tra il giugno del 1979 e il novembre del 1981 nella foresta amazzonica. 

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È il 23 luglio 1982 quando all’Indiana Dunes National Park, a 65 km a nord di Los Angeles, in California, durante le riprese di Twilight Zone: The Movie - Ai confini della realtà, perdono la vita l’attore e regista statunitense Vic Morrow e le due piccole comparse Myca Dihn Lee e Renee Shin-Yi Chen. 

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Steven Spielberg ha deciso di riportare sul grande schermo una delle serie televisive più rivoluzionarie dei primi anni Sessanta: The Twilight Zone, ideata dallo sceneggiatore Rod Serling e scritta in collaborazione con i suoi “gremlins”, come amava chiamare i membri dell’eccellente team di scrittori da lui reclutati: Charles Beaumont, Richard Matheson, George Clayton Johnson e Jerry Sohl. 

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Non sapremo mai se The crow – Il corvo, il film diretto da Alex Proyas nel 1994 con Brandon Lee, sarebbe diventato lo straordinario successo che è stato anche senza la tragedia che ha visto morire sul set il giovane protagonista. Di sicuro la morte accidentale di Brandon Lee ha contribuito a costruire intorno al film un’aura di “leggenda nera”, che si intonava perfettamente con i toni dark della storia.

Locandina1 The Crow

In più, Brandon era il figlio di Bruce Lee, il più grande interprete di kung fu movies di sempre, anche lui morto in circostanze misteriose. Da questa macabra coincidenza è nata la leggenda della “maledizione della famiglia Lee”, che, negli anni, ha generato le più assurde teorie sulla morte dei due attori. Il programma italiano Voyager, condotto da Roberto Giacobbo, “specializzato” in misteri e complotti vari e assortiti, racconta a suo modo la “maledizione”. 

Ma andiamo per ordine.

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Può un ruolo rendere la vita impossibile all’attore che lo interpreta, fino ad ucciderlo? Secondo qualcuno sì. Esisterebbero personaggi che porterebbero con sé una “maledizione”, di cui gli attori che li interpretano, prima o poi, farebbero le spese, talvolta rimettendoci la vita stessa. In particolare, ci sono due personaggi che hanno generato, nei decenni, vere e proprie leggende nere sulle disgrazie che colpirebbero gli attori che li interpretano sul grande o sul piccolo schermo. Curiosamente, sono entrambi nati per i fumetti, ed entrambi per lo stesso editore, la DC Comics. Si tratta di Superman e del Joker.

George Reeves Superman coloreHeath Ledger Joker

Proviamo a capire, e per farlo dobbiamo, per forza, iniziare da due cadaveri: i cadaveri di due attori.

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Il 23 aprile 2004 esce nelle sale il secondo volume di Kill Bill, quarto lungometraggio da regista di Quentin Tarantino. Originariamente pensato come un’opera unica, alcuni mesi prima della sua distribuzione, su suggerimento del produttore Harvey Weinstein, Kill Bill viene diviso in due volumi, rispettivamente di 100 e 136 minuti. Due film autonomi, ognuno con il proprio mood, ma che al contempo non possono esistere senza completarsi e rimandare uno all’altro. Infatti, se il Volume 1 pone una serie di domande, il Volume 2 ci fornisce le risposte.

Locandina Kill Bill 2

Protagonista è The Bride [La Sposa], interpretata da Uma Thurman, che è anche una killer, soprannominata Black Mamba, in procinto di cambiare vita. Per questo motivo viene fatta fuori da Bill [David Corradine], suo ex boss e amante, e dagli altri membri della Deadly Viper Assassination Squad: Elle Driver [Darly Hannah], Vernita Green [Vivica A. Fox], O-Ren Ishii [Lucy Liu] e Budd [Michael Madsen]. In realtà, però, la Sposa non muore, finisce solo in coma e, dopo quattro mesi, si risveglia pronta a vendicarsi. 

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