Ho visto Martha bruciare

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America, nei favolosi anni Venti. È l’ultimo decennio del cinema muto, prima che la rivoluzione del sonoro cambi per sempre il volto e i linguaggi della settima arte. L’industria di Hollywood è già una macchina potente, e il sogno del cinema arde tra i giovani e le giovani alla ricerca di una grande occasione.

Martha Mansfield

Tra loro c’è anche Martha Mansfield, che nel 1923 viene scelta per interpretare il ruolo della protagonista nel film della Fox Film Corporation, The Warrens of Virginia, legando inconsapevolmente il suo nome a quella che si rivelerà una delle più grandi tragedie mai accadute su un set.

Nata Martha Ehlrich, già all’età di 14 anni manifesta la sua voglia di calcare le scene: non le importa dove, se a teatro, se nella rivista, se al cinema, Martha vuole solo recitare ed è sua madre, immigrata in Ohio dall’Irlanda del Nord, che la cresce da sola tra mille difficoltà, a procurarle i primi ingaggi. Martha è bella. Bellissima. Ha capelli d’oro rosso e grandi occhi grigi, su un corpo morbido e sinuoso. Incarna perfettamente i canoni estetici dell’epoca e in breve tempo diventa la modella prediletta del fotografo di moda Alfred Cheney Johnson e dell’illustratore Harrison Fisher. Due collaborazioni importanti, che le aprono le porte di Broadway, in cui inizialmente viene scelta solo per piccoli ruoli, per lo più decorativi, ma Martha non è solo bella. È dotata di un’intelligenza vivida, unisce rigore e passione a un talento in erba. 

foto di Alfred Cheney Johnston di pubblico dominio

Nel 1917 finalmente il cinema la scopre e firma un contratto con gli Essanay Studios per tre corti in cui reciterà al fianco del già famosissimo Max Linder. Nel 1918 arriva il primo lungometraggio e Martha cambia il suo cognome prima in Early (“precoce”, in onore del suo talento) e poi in Mansfield, in onore della prima città americana in cui si era trasferita sua madre. In quello stesso anno sposa il banchiere Kasper G. Shmidt, ma si rifiuta di trasferirsi con lui a Chicago. Ha solo il cinema in testa e dal 1919 comincia a dedicarcisi a tempo pieno.

Martha Mansfield2

La sua carriera decolla nel 1920, quando viene scelta per interpretare Millicent Carew al fianco dell’attore John Barrymore, nell’adattamento cinematografico di Dr Jeckyll e Mr Hyde, che si rivela un grandissimo successo di pubblico e critica. Vola Martha. Da quel momento comincia a collezionare film e piccoli ma significativi successi. È l’attrice più fotografata di tutte e “la ragazza più bella di New York”, come la stampa ama definirla. Nel 1923 firma un contratto con la Fox Film Corporation, che all’epoca è già una piccola potenza dell’industria cinematografica. È l’inizio della fine, ma Martha ancora non lo sa. Finalmente vede davanti a sé la svolta, il film The Warrens of Virginia, firmato dal regista trentatreenne Elmer Clifton, in cui e per la prima volta veste i panni della protagonista, Agatha Warren.

Martha Mansfield
Foto di Bain News Service, publisher di pubblico dominio

Dopo vari guasti alle macchine, disguidi e difficoltà nella scelta del regista, i set vengono allestiti a S. Antonio in Texas. Nell’ottobre del 1923 tutto è pronto per girare ma, presagio oscuro, la mattina del 13 ottobre una violenta tempesta si abbatte sul Texas, causando ingenti danni e distruggendo interamente i set. La lavorazione slitta di settimane, tutti sono impazienti di cominciare a girare. I primi giorni scorrono senza particolari intoppi. C’è grande entusiasmo nell’aria, e ognuno è convinto di girare il film della vita. È uscito il sole, e il regista Elmer Clifton lo aspetta da tempo. Ha fretta di girare. È la mattina del 29 novembre. Un giorno del Ringraziamento che nessuno scorderà mai più.

Martha esce dall’Hotel di buon’ora per avviarsi sul set allestito a Brackenridge Park, già tutta abbigliata nel suo imponente abito di scena da tipica ragazza del Sud del 1860 tutto balze e crinoline, con una grande spilla che le appunta il colletto fin sotto il mento. È raggiante nel suo abito bianco e nei suoi 24 anni che si affacciano alla vita, e quel giorno è particolarmente felice. Le riprese sono quasi finite e lei lo sente, lei lo sa che sta facendo un ottimo lavoro. Gira di seguito tutte le sue scene quella mattina, senza sbagliare un colpo e, in attesa che venga allestito l’ultimo set, va a riposarsi all’interno della Limousine a disposizione del cast, parcheggiata poco lontano.

All’improvviso le sue grida orribili interrompono i lavori sul set e i testimoni la vedono con orrore lanciarsi fuori dalla macchina, avvolta dalle fiamme dalla testa ai piedi. È già una colonna di fuoco, quando i presenti si precipitano ad aiutarla. L’autista della Limousine è il primo ad accorrere in suo soccorso, ustionandosi gravemente le mani cercando di strapparle di dosso l’enorme vestito che pare già incollato alla sua carne, mentre l’attore protagonista del film Wilfred Lytell le avvolge il capo con il suo cappotto, salvandole il viso dalle ustioni. Una volta domate le fiamme, Martha non grida più ma è cosciente. Ci tiene a rassicurare tutti: non prova molto dolore ma ha tanta paura di rimanere sfigurata e chiede in continuazione a chi è con lei «Sei sicuro che il mio viso non sia danneggiato? Le mie guance e il mio collo resteranno segnati per sempre?». Viene trasportata all’ospedale di S. Antonio. Tutti tirano un sospiro di sollievo. Il suo viso è illeso e le ferite non sembrano gravi.

Martha mansfield necrologio The Times Shreveport Louisiana 01 Dec 1923 Sat Page 1Poco dopo l’accaduto Clifton si trova già a dover rassicurare i giornalisti, accorsi a frotte avvertiti da chissà chi. Martha tornerà presto e lui finirà il film appena si sarà rimessa. Intanto si sparge la voce che Martha sia morta nell’incendio, ma c’è chi dice che già in serata sia tornata in albergo per passare la convalescenza. La realtà è che, dopo una notte di alternanza tra incoscienza e delirio, la mattina del 30 novembre Martha muore all’ospedale di S. Antonio. Alle 11.42 il dottor John A. Watts firma il decesso, sopraggiunto per una tossiemia generale in seguito alle ustioni a tutte le estremità. È la fine prematura di una stella.

Necrologio pubblicato in The Times Shreveport, Louisiana il 1 dicembre 1923

Ma cosa è successo davvero a Martha Mansfield? Cos’ha causato l’incendio? Era davvero da sola in macchina?

Da questo momento in poi, la storia comincia a confondersi e a moltiplicarsi tante volte quanti sono gli sguardi dei testimoni, le reticenze della produzione, le speculazioni dei giornali, le curiosità dei morbosi e le falsità dei mitomani. I testimoni oculari giurano che Martha fosse da sola in macchina, ma in moltissimi articoli dell’epoca, quelli di primissima mano, viene riportato che l’autista della Limousine e Lytell fossero in auto con lei e per questo siano stati i primi a soccorrerla. Allora perché mentire? Per paura di quale colpa? L’ipotesi più accreditata è che il vestito di Martha sia andato a fuoco a causa di una sigaretta, o del fiammifero utilizzato per accenderla, lanciati inavvertitamente da qualcuno attraverso il finestrino aperto dell’auto. Inavvertitamente o dolosamente? Anche questo si chiede la polizia durante le indagini. Ma chi poteva avere dei motivi per odiare a tal punto una giovane attrice ancora semi sconosciuta? La pista viene presto abbandonata, così come quella del suicidio. 

Timidamente ma non troppo, i testimoni azzardano che possa essere stata Martha stessa ad accendersi una sigaretta in macchina per rilassarsi in attesa di girare il gran finale, ma è sua madre a smentire con forza questa ipotesi: a Martha il fumo non piaceva e anzi, la metteva estremamente a disagio, fumava solo se lo richiedevano le sue parti o occasionalmente a qualche festa, e solo in compagnia. Non può essere stata lei.

Dopo l’annuncio del decesso, per paura di fastidiose fughe di notizie che possano comprometterne l’immagine pubblica e l’investimento fatto, la Fox prende in mano la gestione delle informazioni e diffida chiunque, dal regista al cast alla troupe, di parlare della tragedia. Si può parlare soltanto del film. Che si finirà perché Martha aveva già girato la maggior parte delle sue scene. Le cose però non vanno proprio così: il film non regge e Clifton alla fine decide di ingaggiare un’altra attrice e di ridimensionare la parte di Martha, rimuovendo l’ultima possibilità di regalare il suo nome alla storia del cinema. Poco male in realtà perché all’uscita, nel 1924, il film colleziona critiche asprissime e si rivela un colossale flop, dappertutto tranne che a S. Antonio, dove l’interesse morboso per la tragedia fa letteralmente esplodere il botteghino.

Ciò che è accaduto a Martha Mansfield non è però la causa del fallimento della pellicola, che da tutti viene considerata trascurabile, «una storia sulla guerra civile americana come ce ne sono tante», dalla «trama debole», «senza forza e profondità», come riportano alcune delle recensioni dell’epoca. Impossibile verificare però, perché The Warrens of Virginia è sparito da tutti gli archivi senza lasciare alcuna traccia. E se il destino della protagonista è stato atroce, non si può dire che agli altri membri del cast sia andata bene: tutti speravano in una svolta decisiva nella carriera e invece, per quasi tutti, questo sarà il primo e l’ultimo film. Persino Clifton viene licenziato al termine del suo contratto, e finirà a girare film di serie B nel quasi completo anonimato.

La maledizione di The Warrens of Virginia comincia però già nel 1907, con la sua prima messa in scena come opera teatrale, firmata dal drammaturgo William C. de Mille e prodotta da David Belasco. La bravissima protagonista scelta per il ruolo di Agatha, Charlotte Walker, verrà sommersa dalle critiche sulla sua moralità (aveva osato divorziare da un uomo violento e intraprendere una nuova relazione), tanto da far chiudere anticipatamente lo spettacolo. Belasco in seguito propone allo scrittore George Cary Eggleston di scrivere un romanzo basato sull’opera. Lo scrittore accetta, decretando la sua fine: la storia trattata indispettisce la critica del Sud, tanto aspra che Eggleston deciderà di estromettere il titolo dall’elenco ufficiale delle sue opere. Nel 1909 Belasco riprova a mettere su lo spettacolo a Chicago con Evelyn Vaughan come protagonista: questa volta la pièce si rivela un grande successo, tanto che nel 1914 la Lasky Film decide che The Warrens of Virginia è pronto per approdare al cinema. Il film esce nel 1915 e per interpretarlo viene scelta Blanche Sweet, che arrivò ad odiare la sua interpretazione nel film. Durante le riprese sul set un grave incidente coinvolge lei e la sceneggiatrice Jeanie MacPherson, compromettendo la sua affezione al progetto e l’intero andamento del film.

Ciò che è accaduto a Martha Mansfield, la quarta Agatha Warren, è stato l’apice di una storia maledetta, costellata di insuccessi, malelingue e incidenti di ogni genere. Al suo funerale a New York, il 4 dicembre del 1923, partecipano celebrità del mondo del cinema e ben 5000 persone in processione a porgerle l’ultimo saluto. Ma neanche con la morte la maledizione si ferma, sotto forma di un’ultima piccola beffa: sulla tomba di Martha, una semplice lapide col suo nome nel Woodland Cemetery di N.Y., incisa nella pietra per sempre, è riportata la sua data di nascita... sbagliata.

MarthamansfieldMartha Mansfield Foto di pubblico dominio