Non può piovere per sempre

* vi consigliamo di abbinare la lettura all’ascolto della playlist

Locandina1 The CrowNon sapremo mai se The crow – Il corvo, il film diretto da Alex Proyas nel 1994 con Brandon Lee, sarebbe diventato lo straordinario successo che è stato anche senza la tragedia che ha visto morire sul set il giovane protagonista. Di sicuro la morte accidentale di Brandon Lee ha contribuito a costruire intorno al film un’aura di “leggenda nera”, che si intonava perfettamente con i toni dark della storia. In più, Brandon era il figlio di Bruce Lee, il più grande interprete di kung fu movies di sempre, anche lui morto in circostanze misteriose. Da questa macabra coincidenza è nata la leggenda della “maledizione della famiglia Lee”, che, negli anni, ha generato le più assurde teorie sulla morte dei due attori. Il programma italiano Voyager, condotto da Roberto Giacobbo, “specializzato” in misteri e complotti vari e assortiti, racconta a suo modo la “maledizione”. 

Ma andiamo per ordine.

The crow, anche a rivederlo oggi, è senz’altro un film riuscito, che merita a suo modo l’abusata etichetta di “film culto”. Tratto da un fumetto underground, scritto da James O’Barr e pubblicato tra in 1988 e il 1989, la pellicola ne interpreta perfettamente le atmosfere cupe e dark, con uno stile visivo originale, capace di anticipare diverse tendenze che caratterizzeranno l’iconografia di molto cinema successivo, a cominciare dagli abiti neri di Matrix e dal trucco sul viso del Joker di Christopher Nolan interpretato da Heath Leager. Inoltre, The Crow anticipa senz’altro la tendenza hollywoodiana ad adattare personaggi dei fumetti, in particolare dell’universo superuoministico, vivissima ancora oggi.

Contribuisce senz’altro alla riuscita del film l’iconica colonna sonora, che vede partecipare artisti e band riferibili ai generi dark, punk e metal, nelle loro versioni più “gotiche” come The Cure, Nine Inch Nails, Rage Against The Machine, Rollins Band e altri. Del resto, il primo albo del fumetto si apre con una dedica a Ian Curtis, il leader dei Joy Division, morto suicida a soli 22 anni.

Burn di The Cure – Videoclip

Dead Souls dei Nine Inch Nails – Videoclip

Il pubblico italiano apprezzò molto il doppiaggio, in particolare l’interpretazione dolente che diede Luca Ward nel prestare la voce a Brandon Lee. Il doppiatore romano racconta che ancora oggi, a distanza di molti anni, viene fermato dai fan che gli chiedono di recitare una delle battute del film che più è rimasta nel mito: «Non può piovere per sempre».

The crow di Alex Proyas [1994]
«Non può piovere per sempre»

La trama è nota: Eric Draven, un musicista rock, viene ucciso insieme alla sua fidanzata da un gruppo di balordi, ma un anno dopo resuscita, fermamente intenzionato a compiere una spietata vendetta. Già da questo breve pitch si intuisce quanto possa aver colpito l’immaginario del pubblico l’intreccio di misteriose e tragiche coincidenze tra la finzione e la realtà.

La tragedia avviene il 31 marzo 1993, il cinquantaduesimo giorno di riprese. Ne mancano solo sei alla fine della lavorazione. Si deve girare la scena, che nel film sarà un flashback, in cui Eric Draven viene ucciso da Funboy, interpretato da Michael Massee, con un colpo di pistola. Alla fine della ripresa, però, Brandon Lee non si rialza: è stato ucciso con un colpo di pistola. Quello che doveva succedere solo nella finzione cinematografica è successo davvero. Si è trattato di un tragico quanto banale incidente. La pistola di scena era stata maneggiata il giorno prima da un armiere, che aveva sparato alcuni colpi per provarla. Una pallottola non era esplosa del tutto, un pezzetto era rimasto incastrato nella canna. L’attrezzista che, il giorno dopo, carica la pistola a salve per girare la scena, non se ne accorge. Così, quando Michel Massee spara il suo colpo, il rimasuglio della pallottola rimasto in canna, spinto dalla carica a salve, diventa un proiettile vero, che colpisce Brandon Lee e lo uccide. Solo una tragica fatalità, tanto che né Michael Massee né l’attrezzista sono stati mai incriminati. Massee, da parte sua, si è portato dietro il rimorso per quanto successo per tutta la vita (è morto nel 2016).

Una ricostruzione dell’incidente a cura dello youtuber Aldo Jones

Ma se è chiaro che si è trattato solo di un incidente, da cosa nasce la leggenda nera di The Crow? Sostanzialmente da due fattori. In primo luogo, dal fatto che la produzione decide comunque di portare a termine il film e di distribuirlo. Grazie agli effetti speciali, e ad alcune controfigure, le poche scene che mancano vengono realizzate. Brandon Lee viene in qualche modo “resuscitato”, e può recitare ancora, anche se è morto. Esattamente come il suo personaggio. Il secondo fattore che ha alimentato leggende e complottismi vari, è che Brandon Lee è il figlio di Bruce Lee.

Bruce Lee muore il 20 luglio del 1973 a Hong Kong. Ha 32 anni ed è già una leggenda, grazie a cinque film e una serie televisiva. Atleta straordinario, maestro di arti marziali, Bruce Lee ha letteralmente inventato, in Occidente, il Kung Fu Movie. Nel 1999 la rivista «Time» l’ha inserito tra le personalità più influenti del ventesimo secolo. Il giorno della sua morte, Bruce Lee sta preparando Game of Death, un film che uscirà postumo, anni dopo (in Italia con il titolo L’ultimo combattimento di Chen). È, come sempre, in un’ottima forma fisica, anche se un paio di mesi prima aveva rischiato la vita per un edema cerebrale. Era stato salvato grazie alla somministrazione di un farmaco che riduce il gonfiore al cervello.

Game of Death di Robert Clouse [1978]
Trailer

Quel 20 luglio Bruce Lee si trova a casa della sua amante, Betty Ting Pei. Si sente male, accusa un forte mal di testa, prende un analgesico e si sdraia per riposare. Non si sveglierà più. Causa della morte: un secondo edema cerebrale, correlato all’assunzione dell’analgesico, secondo il coroner. Ma non tutti ci credono.

L’enorme fama dell’attore e i misteri sulla sua morte hanno alimentato, come sempre in questi casi, le più disparate teorie, che hanno avuto nuova fortuna dopo la tragica morte di Brandon e la coincidenza che ha visto padre e figlio morire entrambi durante la lavorazione di un film.

Eccesso di allenamento? Assunzione di sostanze? Reazione allergica all’analgesico? Può darsi, il rapporto autoptico non lo chiarisce. Ma le teorie non finiscono qui, e tirano in ballo la Triade di Hong Kong e perfino un colpo mortale a effetto ritardato ricevuto da un altro esperto di arti marziali in un combattimento. Nemmeno fossimo in un anime giapponese come Ken il guerriero o nel finale di Kill Bill di Quentin Tarantino.

Che si creda alle versioni ufficiali, o a quelle complottiste e fantasiose che si trovano in rete o raccontate da Roberto Giacobbo in un servizio del suo discutibile programma *, quello che è certo è che Bruce Lee è morto nel pieno della sua carriera, e suo figlio Brandon addirittura all’inizio, durante le riprese del suo primo film importante, in cui ha dimostrato di essere un attore di grande talento, e non solo il figlio di Bruce.

Maledizioni e leggende nere a parte, restano i film. Le storie del Corvo, sono continuate, con sequel e serie. Ma l’originale, come sempre, non si batte: The Crow di Alex Proyas è un film originale e innovativo, interpretato da un attore che avrebbe avuto una luminosa carriera, morto purtroppo troppo giovane, per una tragica fatalità, sul set di una “produzione pericolosa”.

* La morte di Bruce e Brandon Lee secondo Voyager