I Supereroi uccidono?
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Può un ruolo rendere la vita impossibile all’attore che lo interpreta, fino ad ucciderlo? Secondo qualcuno sì. Esisterebbero personaggi che porterebbero con sé una “maledizione”, di cui gli attori che li interpretano, prima o poi, farebbero le spese, talvolta rimettendoci la vita stessa. In particolare, ci sono due personaggi che hanno generato, nei decenni, vere e proprie leggende nere sulle disgrazie che colpirebbero gli attori che li interpretano sul grande o sul piccolo schermo. Curiosamente, sono entrambi nati per i fumetti, ed entrambi per lo stesso editore, la DC Comics. Si tratta di Superman e del Joker.
Proviamo a capire, e per farlo dobbiamo, per forza, iniziare da due cadaveri: i cadaveri di due attori.
Il primo è George Reeves, e viene trovato morto nella stanza al numero 1579 di Benedict Cannon Drive, a Los Angeles, il 16 Giugno 1959. Nella tempia ha un foro da proiettile e accanto al corpo c’è una pistola. Il secondo è Heath Ledger, e viene trovato senza vita nel suo loft a Brome Street, a Soho, nel cuore di Manhattan, il 22 gennaio del 2008. George Reeves era noto quasi esclusivamente per aver interpretato Superman in 104 episodi (divisi in sei stagioni), in un popolarissimo telefilm andato in onda sulla ABC. Heath Ledger era un attore di grande talento che, nonostante la giovane età, aveva alle spalle molte interpretazioni notevoli, ma nel 2007 aveva interpretato il Joker nel film The dark knight - Il cavaliere oscuro, per la regia di Christopher Nolan. Il film uscì postumo, così come postumo fu il premio Oscar per il miglior attore non protagonista che gli venne assegnato dall’Academy.
Gli anni Cinquanta sono gli anni in cui il mondo del cinema comincia a soffrire l’avvento della televisione, ma gli studios guardano ancora al nuovo mezzo con diffidenza e sospetto. E lo stesso fanno gli attori. Per questo George Reeves è inizialmente restio ad accettare il ruolo del protagonista di The adventures of Superman. Per un attore recitare in un telefilm è considerata una retrocessione. Peggio ancora se indossando una stupida calzamaglia. Però Reeves è anni che ci prova, ma non sfonda mai. Ha trascorso la sua carriera inseguendo miraggi. George Cukor lo vuole in Via col vento, ma quando cambia il regista, del ruolo di Reeves restano solo poche inquadrature. Solo tra il 1940 e il 1943 George recita in 36 film, nessuno dei quali lascia il segno. Frustrazioni e particine continuano ad accumularsi negli anni. Così si convince a dire un primo sì a Superman, prima per un film che viene trasmesso in televisione, Superman and the strange people, poi per il telefilm. È un successo inaspettato e incredibile, un fenomeno planetario tradotto in tre lingue e trasmesso in ventuno paesi. The advetures of Superman cambia letteralmente la storia della televisione.
Adventures of Superman [1952]
Opening and Closing Theme
Il prezzo di questa fama senza precedenti, per Reeves, è la totale identificazione col personaggio. Per quanto George sia grande e grosso, Superman lo schiaccia. Sogna di vivere come un attore normale, scegliere film diversi, spaziare tra i ruoli, crescere come professionista, ma non può. Da un lato i tempi di lavorazione strettissimi gli impedirebbero comunque di lavorare ad altro, dall’altro l’identificazione col personaggio dell’uomo d’acciaio è tale che nessuno lo scritturerebbe. Sono tante le testimonianze che raccontano Reeves molto depresso per la piega che aveva preso la sua carriera. Poco prima di morire, aveva deciso di recitare in una settima stagione della serie, ma aveva dichiarato che sarebbe stata l’ultima.
Heath Ledger è australiano, di Perth. Fin da ragazzo sembra essere uno di quelli a cui riesce tutto: è bravo a scuola, ottimo negli sport, soprattutto nell’hockey, e ha un talento incredibile per la recitazione, che è la sua vera passione. Per inseguire il suo sogno lascia la scuola a 16 anni. Ne ha solo 20 quando ottiene la sua prima parte da protagonista in un film hollywoodiano, la commedia romantica 10 things I hate about you – 10 cose che odio di te. Fin da subito dimostra di avere le idee chiare, e sceglie le parti con accuratezza, per evitare di essere identificato nel ruolo del belloccio da commedia romantica. Nel 2000 ottiene la parte del figlio del personaggio di Mel Gibson nel colossal The patriot – Il patriota. Nel 2001 è protagonista di un altro film ad alto budget, A knight’s tale – Il destino di un cavaliere. Segue qualche passaggio a vuoto, ma nel 2005 arriva la svolta. È alla mostra del cinema di Venezia con tre film, uno dei quali è Brokeback Mountain – I segreti di Brokeback Mountain di Ang Lee, che vincerà il Leone d’Oro.
Brokeback Mountain di Ang Lee [2005]
Official trailer
La sua interpretazione del cowboy omofobo che si innamora di un uomo (interpretato da un altro attore in rampa di lancio, e suo amico: Jake Gyllenhall) stupisce il mondo. Piovono i premi, tra cui la nomination all’Oscar. Ancora adesso Heath Ledger è tra i dieci più giovani attori ad essere stato candidato al premio per miglior attore protagonista. Ha solo 26 anni. Forse non è ancora conosciutissimo dal grande pubblico, ma è senza dubbio the next big thing del cinema hollywodiano. Continua a scegliere film d’autore, e lascia il segno per il ruolo di una delle incarnazioni di Bob Dylan nel bellissimo I’m not there – Io non sono qui di Todd Haynes. Nel frattempo ha una intensa relazione sentimentale con Michelle Williams, conosciuta sul set del film di Ang Lee. Poi arriva il ruolo del Joker. Il regista Christopher Nolan lo vuole a tutti i costi, lo ritiene il miglior attore della sua generazione. È il primo ruolo di villain della sua carriera. E che villain…
Gli attori di scuola statunitense, e non solo loro, spesso seguono un metodo, quello che si insegna all’Actor’s Studio, che prevede la totale immedesimazione dell’attore nel personaggio. È il metodo che ha reso attori giganteschi Marlon Brando e Robert De Niro, per citarne solo due. L’obiettivo di questo lavoro maniacale e minuzioso è quello di arrivare a “essere” il personaggio, non soltanto a calarsi nei suoi panni. Anche Heath Ledger lavora così. Per prepararsi al ruolo di Joker Heath si chiude, da solo, per sei settimane in un albergo, leggendo solo romanzi dell’orrore e guardando solo film horror. Non deve fingere di essere lo psicopatico e feroce criminale di Gotham City, lo deve diventare. Tiene un diario di quei giorni, ma non è scritto con la voce di Heath, è scritto con la voce del Joker. Il risultato di questa minuziosa preparazione è un’interpretazione memorabile. Il Joker di Heath Ledger ruba la scena anche al protagonista Christian Bale. È un criminale senza coscienza, un sociopatico puro, che riesce perfino ad essere affascinante, nella sua più totale amoralità.
The dark knight – Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan [2008]
Official trailer
Ma questa immedesimazione profonda nei panni di un pazzo criminale ha un prezzo emotivo importante. Jack Nicholson, che aveva interpretato il Joker nel film di Tim Burton del 1989, aveva avvisato, profeticamente, il giovane collega: «quel personaggio può divorarti la vita». Il periodo della preparazione e delle riprese del Cavaliere Oscuro, per Heath Ledger, non è un periodo semplice dal punto di vista personale. Ha divorziato da Michelle Williams, ha cominciato a dare segni di depressione e ad assumere psicofarmaci. E il ruolo del Joker ha peggiorato la situazione, non riesce a dormire, non riesce a liberarsi dei suoi demoni e di quelli di quel personaggio che ha convissuto con lui per mesi. E allora si impasticca sempre di più.
George Reeves avrebbe dovuto sposarsi tre giorni dopo il rinvenimento del suo cadavere. Proprio per questa ragione, nel piano inferiore della sua casa si stava svolgendo una festicciola improvvisata in suo nome. Sono presenti la promessa sposa Leonore Lemmon e altre tre persone. Hanno evidentemente alzato troppo il gomito, e gli agenti Johnson e Korby, intervenuti sul posto, faticano a raccoglierne le deposizioni, che però coincidono. Erano tutti in salotto a sorseggiare drink, quando verso mezzanotte George scende dalla sua camera infuriato perché il loro trambusto l’ha svegliato. Gli animi si placano in fretta e Reeves si intrattiene con gli ospiti fino all’1.20 circa, per poi tornare nella sua stanza. Dopo pochissimo, lo sparo e la scoperta del corpo. Per come la vedono i poliziotti, la scena del crimine lascia pochi dubbi e la notte stessa il caso viene archiviato come “possibile suicidio”.
In quel gennaio 2008 Heath Ledger è impegnato nelle riprese del film di Terry Gilliam Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo, ma quel martedì 22 ha un giorno libero. Il primo appuntamento ce l’ha alle 15 con Diane Lee Wolozin, una massaggiatrice. Diana arriva puntuale, prova a suonare, ma Heath non apre. In quel momento arriva anche la domestica che si occupa della casa e trova Diane sulla porta. La domestica ha le chiavi, apre e le due donne entrano in casa. Ledger è steso sul letto, nudo, ed è morto. La polizia e i paramedici arrivano alle 15.33, alle 15.36, dopo qualche inutile tentativo di rianimazione, l’attore viene dichiarato morto.
A ben vedere, il suicidio di George Reeves qualche dubbio lo lascia. Perché togliersi la vita pochi giorni prima di sposarsi, senza neanche aggiornare il testamento, fermo a sette anni prima? Inoltre, le indagini sono frettolose e lasciano molte domande senza risposta. Al corpo non è stata fatta l’autopsia interna, per esempio. Ma la leggerezza più importante è un’altra: la pistola con cui Reeves si sarebbe ucciso non presenta impronte digitali. L’unico modo certo di stabilire che a sparare era stato lui sarebbe stato verificare la presenza di polvere da sparo sulla mano che avrebbe impugnato l’arma. In più, un’analisi di tracce all’interno della ferita avrebbe potuto stabilire se il colpo fosse stato esploso a bruciapelo, come accade nei casi di suicidio, o a distanza. Nulla di tutto ciò è stato fatto. Il capo della polizia di Los Angeles è William Parker, lo stesso che ha indagato su altri casi parecchio controversi, come quello della Dalia Nera e la morte di Marilyn Monroe. I dubbi sulla morte di George Reeves sono tornati di attualità nel 2006, quando sono stati raccontati da un bel film, che si intitola Hollywoodland, con Ben Affleck e Adrien Brody.
Hollywoodland di Allen Coulter [2006]
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Il coroner di New York esegue l’autopsia poche ore dopo il decesso di Heath Ledger e il 6 febbraio redige il referto: «Mr Heath Ledger died as the result of acute intoxication». Heath Ledger è morto per una acuta intossicazione dovuta all’assunzione di sonniferi e ansiolitici: oxicodone, idrocodone, diazepam, temazepam, alzarolam e doxylamide. Qualcuno pensa ci sia qualcosa che stona nel comportamento di Diane, la massaggiatrice, perché appena scopre il corpo non chiama subito il 911, ma una sua amica attrice, e lo fa dal telefono di Heath, per tre volte. Ma forse era solo spaventata, infatti non è stata nemmeno indagata.
Tanto la morte di George Reeves quanto quella di Heath Ledger hanno alimentato la leggenda nera delle maledizioni di Superman e del Joker. George Reeves si è ucciso perché schiacciato dal peso del suo personaggio così come Heath Ledger ha cominciato ad abusare di psicofarmaci fino a morirne perché non riusciva a scacciare dalla sua testa il Joker. Le due leggende nere avrebbero altre vittime. La maledizione di Superman comincia con un attore che si chiamava Kirk Alyn, che ha interpretato l’uomo d’acciaio in due serial a basso costo negli anni Quaranta. In seguitò non riesce più a trovare lavoro, e sostiene che i direttori di casting lo scartassero perché troppo identificato con Superman. Poi c’è Christopher Reeve, il più famoso interprete cinematografico del supereroe, protagonista di quattro film tra il 1978 e il 1987. Nel 1995 l’attore è vittima di una caduta da cavallo che lo rende paralizzato dal collo in giù. La maledizione prevedrebbe la regola “niente costume o presenze sullo schermo”, e per questo avrebbe risparmiato gli attori della serie TV Smallville, che non indossano il costume, e chi ha interpretato il supereroe solo alla radio o nei cartoni animati. La maledizione del Joker è stata alimentata da diversi incidenti occorsi durante la lavorazione di The dark knight - Il cavaliere oscuro. In ordine sparso: un addetto agli effetti speciali è morto durante una ripresa, una controfigura si è ferita gravemente, un camion fuori controllo ha distrutto una parte del set. Ancora: nel periodo in cui lavoravano al film Morgan Freeman ha avuto un incidente stradale e Christian Bale è stato prima arrestato poi rilasciato a Londra con l’accusa di percosse nei confronti della madre e della sorella. Non è finita qui: Joaquin Phoenix, che ha interpretato il Joker nel film di Todd Haynes del 2019, poco dopo la fine delle riprese ha avuto uno spaventoso incidente automobilistico da cui è uscito miracolosamente illeso. Infine, c’è un’altra inquietante coincidenza. Nel 2012, alla prima del film The dark knight reves - Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (il terzo capitolo della saga diretta da Christopher Nolan), in un cinema nella cittadina di Aurora, in Colorado, un ventiquattrenne di nome James Holmes compie una strage uccidendo dodici persone e ferendone molte altre. Mentre sparava gridava «I’m Joker», e dopo la strage ha dichiarato alla polizia di essere lo psicopatico antagonista di Batman e di essersi tinto i capelli di arancione per assomigliargli. È stato condannato a dodici ergastoli.
Che cosa possiamo concludere? Esistono davvero le maledizioni di Superman e di Joker? Ovviamente no. Esiste invece un processo mentale che si chiama apofenia, una tendenza della mente umana a rilevare connessioni significative tra fenomeni che non hanno nessuna relazione tra loro. È il meccanismo mentale che fa sì che ci siano molte persone che credono ai complotti, ai fenomeni paranormali e alle pseudoscienze. Non ci sarebbe bisogno di specificarlo ma lo facciamo lo stesso: molti attori che hanno interpretato Superman (Dean Cain, Brandon Routh, Henry Cavill, per dirne solo alcuni), sono vivi e vegeti. Così come sono sfuggiti alla cosiddetta maledizione del Joker Cesar Romero, interprete dell’antagonista di Batman nella serie televisiva degli anni Sessanta, che è morto serenamente di morte naturale a 87 anni e Curtis Armstrong (Joker in una serie di spot televisivi) che è vivo e vegeto. Sono vivi e in salute, ovviamente, anche Jack Nicholson, Jared Leto e Joaquin Phoenix. Nessuna maledizione dunque. Solo due attori morti troppo giovani, e che avrebbero potuto dare ancora molto al cinema.