Luigi Della Torre: scuola, lavoro, emancipazione Claudio A. Colombo |
Riccardo Bauer, che lo conobbe quando era in organico al Museo Sociale, lo ha ricordato così: “Con generosa ed illuminata opera amministrativa e politica, assicurò dell’Istituzione le sorti più felici e ne procurò la trionfale affermazione anche in tempi difficili”. Lui è Luigi Della Torre, laurea in Scienze Economiche e cultore di studi sociali, politico socialista ed amministratore (molti gli anni passati nella Banca Zaccaria Pisa), uno di quelli che la storia della Società Umanitaria l’ha scritta di persona, grazie ai vari incarichi assunti: dal dicembre 1901 è consigliere eletto dall’Assemblea dei soci, nel 1902 assume la carica di vicepresidente e nel 1913 (lo stesso anno in cui è nominato Senatore del Regno, ed è chiamato alla vicepresidenza dell’Istituto Nazionale di Credito per la Cooperazione) ne diventa presidente, rimanendone alla guida fino al 1924, quando le camicie nere cominciano a prendere possesso di questa benemerita istituzione dell’Umanitaria.
Ma Della Torre non è solo uno di quelli che guidano l’azione programmatica dell’Umanitaria. È l’unico che ne sintetizza le “anime” più significative: quella del pensiero libero muratorio e quella del riformismo socialista, che nelle stanze dell’Umanitaria fanno coesistere il binomio mazziniano di “pensiero e azione” con un modo nuovo di operare, fondato su uno studio scientifico dei fatti ed un altrettanto lucido disegno di intervento, di trasformazione della realtà sociale, mirato ad un miglioramento del livello di vita dei meno fortunati. Con lui l'Umanitaria diventa un vero organismo di elevazione professionale e civile: da una parte emancipazione, istruzione, riscatto sociale, dall’altra abbandono di ogni concetto di beneficenza ed assistenzialismo a favore di un intervento educativo che tenda ad eguagliare i punti di partenza di tutti e tenda a valorizzare le capacità individuali.
Della Torre ha avuto la capacità, e l’audacia, di stringere intorno all’Umanitaria un gruppo di personalità di altissimo livello, trasformandola presto in uno dei capisaldi del riformismo del nostro Paese, un modello di sperimentazione sociale, anticipatore di molte soluzioni moderne: da Filippo Turati a Maria Montessori, da Giovanni Valar e Angelo Cabrini (per il settore dell’emigrazione) a Giovanni Montemartini e Alessandro Schiavi (per le inchieste dell’Ufficio del lavoro), da Ettore Fabietti (per le Biblioteche popolari) ad Alessandrina Ravizza (guida della Casa di Lavoro), da Giovanni Beltrami, Alessandro Mazzucotelli e Edoardo Saronni (per le scuole d’arte applicata all’industria) a Massimo Samoggia e Luigi Minguzzi (per l’Ufficio Agrario), da Rinaldo Rigola e Fausto Pagliari (per la Scuola pratica di legislazione sociale) a Carlo Gatti e Sabatino Lopez (animatori del Teatro del Popolo).
“Noi dobbiamo intensificare e insistere su pochi punti e non su troppe cose”, scriverà in un opuscolo del 1913, ma soprattutto – ammonirà – bisogna “valersi di tutte le forze vive, senza diventarne schiave; seguire tutte le correnti, senza mai lasciarsi da esse travolgere”.
Luigi Della Torre: Education, Work, Emancipation Claudio A. Colombo |
This is how Luigi Della Torre is remembered by Riccardo Bauer: “With generous and enlightened administrative and political work, he guided the institution in the best possible way, enabling it to triumph even in difficult times”. Luigi Della Torre was an economics graduate and a social scientist, a politician and an administrator (in this capacity he spent many years working for the Banca Zaccaria Pisa), a leading socialist, but above all one of the people who marked the history of the Società Umanitaria through personal experience, thanks to the various positions he occupied: in December 1901 he was elected to the Board of the Società Umanitaria by the General Assembly of members, in 1902 he became Vice-president and in 1913 (the year he was appointed Senator of the Kingdom of Italy) he became President, remaining in office until 1924 when the Fascists took over the institution. But Della Torre was not only responsible for the planning of the initiatives of the Società Umanitaria; he was the only one who amalgamated its most important driving forces: the thinking of free masonry and socialist reformism which, within the spaces of the Società Umanitaria, allowed the coexistence of Mazzini’s idea of “thought and action” and a new way of operating, based on the scientific study of facts and a clear plan of intervention, of transformation of social reality, aimed to improve the standard of living of the less fortunate.
During the long period in which he was “a presence” in the Società Umanitaria, Della Torre came across as a mediator, while sharing the petitions and battles of his colleagues, in the various fields of intervention which distinguish the mission of this venerable institution: on the one hand emancipation, education, social liberation, on the other, the abandonment of the concept of charity and aid. He advocated an educational approach where all start as equals and individual abilities are properly valued. Thus, he transformed the Società Umanitaria into one of the cornerstones of reformism in our country, a model in social experimentation, the forerunner of many modern choices.
“We must focus and insist on a few points, not too many things”, he wrote in a booklet published in 1913, when the activity of the Società Umanitaria had almost reached its peak. But above all, he warned, it is necessary to lay claim to our own independence, in other words “make use of all living forces, without becoming their slaves; follow all currents, without being overwhelmed”.