Ettore Fabietti, la biblioteca come organismo vivente Giovanni Di Domenico |
Il movimento delle biblioteche popolari fu tra le iniziative alle quali la Società Umanitaria diede maggiore impulso, sin dalla Relazione-progetto per l’istituzione di un Consorzio per le Biblioteche Popolari, curata da Augusto Osimo e Fausto Pagliari e uscita a Milano nel 1903. E se la mente politica del movimento fu sicuramente Filippo Turati, la sua fisionomia biblioteconomica e organizzativa e la sua crescita furono merito indiscutibile di Ettore Fabietti.
Nato a Trifoglieto, una località del Comune di Cetona (Siena), il 20 dicembre 1876, Fabietti si trasferì intorno ai vent’anni a Firenze e poi, dal 1901, a Milano. Qui entrò subito in contatto con gli ambienti socialisti e strinse una duratura amicizia con Filippo Turati. Fu il leader riformista a coinvolgerlo nelle ferventi opere della Società Umanitaria. Terreno d’elezione del suo impegno divennero le biblioteche popolari: Fabietti se ne occupò a lungo, attraversando la stagione giolittiana, la guerra, il difficile dopoguerra, fino all’avvento e al consolidamento del fascismo. Egli operò dapprima come catalogatore; di seguito, coordinò due organismi che aveva contribuito a fondare: il Consorzio milanese per le biblioteche popolari, attivo dal 1903, e la Federazione italiana delle biblioteche popolari, istituita nel 1908.
Accompagnò, peraltro, il lavoro sul campo con una copiosa produzione di opuscoli e articoli, a carattere ora informativo e promozionale ora di riflessione critica, scrivendo soprattutto per il «Bollettino delle biblioteche popolari», «La coltura popolare», «La Parola e il Libro», riviste nelle quali svolse anche incarichi di direzione o di coordinamento redazionale. Diede alle stampe, inoltre, alcune guide bibliografiche e un fortunato Manuale per le biblioteche popolari (con edizioni nel 1908, 1909 e 1933, quest’ultima con il titolo La biblioteca popolare moderna).
Alla causa delle biblioteche per il popolo e alla diffusione sociale della lettura Fabietti dedicò infinite energie e una grande passione, sorretta da capacità organizzative non comuni, da molte idee innovative, da competenze che andò via via affinando e orientando verso approdi avanzati, anche sull’esempio delle migliori realizzazioni americane ed europee nel settore delle public libraries. La sua opera si ispirò sempre ai valori e agli indirizzi della cultura e dell’educazione popolare presidiati dall’Umanitaria; al tempo stesso, egli coltivò una visione tutt’altro che scontata nella realtà italiana dei primi decenni del Novecento: la biblioteca come organizzazione di servizi, la biblioteconomia come aggiornata competenza professionale. Seppe, così, condurre sia il Consorzio sia la Federazione (la seconda fino al 1926, allorché ne fu estromesso dal regime), pur tra carenze di risorse e limiti politico-culturali, a risultati straordinari per numero di biblioteche aderenti, lettori iscritti, prestiti erogati, specialmente nel periodo giolittiano. Fu anche in prima fila, accanto a Turati, nella battaglia per assicurare allo sviluppo delle biblioteche popolari e scolastiche un’efficace cornice normativa e adeguati finanziamenti.
Dalla metà degli anni Dieci in poi elaborò un graduale e faticoso passaggio dal concetto di biblioteca popolare, progettata per l’elevazione delle classi subalterne, a quello, più largo, di “biblioteca per tutti”, elaborazione che portò a compimento ne La biblioteca popolare moderna, ultimo suo contributo rilevante in quell’ambito.
Ettore Fabietti si spense a Solbiate (Como) il 19 marzo 1962. Aveva scritto: "Organismo vivente, la biblioteca è senza tregua in via di trasformazione: perde ed acquista, elimina e si alimenta".
Ettore Fabietti, the library as a living organism Giovanni Di Domenico |
The Società Umanitaria launched the movement of people’s libraries as one of its key initiatives with Augusto Osimo and Fausto Pagliari’s Report about the creation of a Consortium of People’s Libraries published in Milan in 1903. While Filippo Turati was certainly the movement’s political guide, Ettore Fabietti was the man who organized its structure in terms of library science and promoted its development.
Born in Trifoglieto near Siena on December 20, 1876, Fabietti relocated to Milan in 1901. Here, he immediately made contact with the Socialist milieus and started an enduring friendship with Filippo Turati. The reformist leader would eventually involve him in the Società Umanitaria’s intense activity. Fabietti particularly directed his efforts towards the program for people’s libraries. He was long involved in their development and integrated his fieldwork with an intense production of brochures and articles either for information and promotion or for critical exploration. He started as a cataloguer but later became the coordinator of the two institutions he had contributed to create – the Milan Consortium for people’s libraries, active since 1903, and the Italian Federation of people’s libraries, established in 1908.
Fabietti devoted endless energies and passion to the development of people’s libraries and the social propagation of reading. His passion was supported by uncommon organizational skills, a focus on innovation and a range of other interests he increasingly developed in order to pursue advanced goals and models such as the best American and European public libraries. Constantly inspired by the values and guidelines of culture and popular education embodied by the Umanitaria, his work led both the Consortium and the Federation to achieve extraordinary results in terms of number of libraries, readers and loans particularly during Giolitti’s government.