Carlo Gatti, una vita per la musica Claudio A. Colombo |
Chi l’ha conosciuto di persona, come il giornalista Joseph Wechsberg (che gli dedicò un lungo articolo apparso sul "New Yorker" del 22 ottobre 1955), lo ricordava come “un piccolo signore dall’aria tranquilla, con una bella faccia, la fronte alta ed il naso aquilino; quando parlava di Verdi, si lasciava prendere dall’entusiasmo, sottolineando i punti salienti col sollevare la mano destra in veloce mulinello e punteggiando ogni farse con “Eh!” e “Hah!”, che pareva una pistolettata”.
Ma la fama di cui gode Carlo Gatti è affidata anche alla sua intensa e appassionata attività di insegnante (al Regio Conservatorio di Milano, dal 1898 al 1949), di compositore (musiche sinfoniche e vocali), di critico della musica (tra le riviste cui collaborò anche "L’illustrazione italiana" e "La lettura"), di Sovrintendente del Teatro della Scala (1942-1944) e di storico: prima con la monumentale monografia dedicata a Verdi del 1931, diffusa in tutto il mondo, e infine con l’opera “Il Teatro alla Scala nella storia e nell’arte”, completata pochi anni prima della morte (nel 1965). Ma per l’Umanitaria vale il ritratto fatto da Bauer: “Musicologo insigne, esaltò con opera indefessa l’alta virtù educativa della musica”.
I primi contatti con l’Umanitaria risalgono al luglio del 1920, quando Augusto Osimo gli scrive in questi termini: “mi è giunta la sua gradita offerta di collaborazione. Se il programma che mi propongo potrà essere realizzato, avrò certamente bisogno dell’aiuto di uomini che alla competenza uniscono l’attività e il disinteresse”.
Di lì a poco (1922), Gatti diventa il Direttore della Sezione Musicale del Teatro del Popolo, incarico che tiene ininterrottamente fino al 1956 (grazie ad una programmazione inattaccabile dal punto di vista artistico), consolidando il rapporto con il Teatro alla Scala (mantenuto anche dopo il secondo dopoguerra). Riguardo la nascita della Sezione musicale, egli ne scrisse in questi termini: “Bisogna mettere in circolazione tutto il nostro cospicuo patrimonio di musica istrumentale e vocale da concerto. Si costituisca alacremente la nuova vita musicale del nostro popolo”. Dal 1922 al 1945 la sua direzione fu inarrestabile: Gatti organizzò 443 concerti (da camera, orchestrali, corali, di complessi strumentali, solisti), coinvolgendo il gotha dei concertisti di tutta Europa: da Stravinsky a Rubinstein, da Honegger a Poulenc, da Bartók a Prokofiev, a Benedetti Michelangeli.
Con la Liberazione, Gatti trovava in Riccardo Bauer un suo sincero estimatore, ed il loro rapporto fu sempre di stima reciproca. Nel 1961, nel 50esimo anniversario del Teatro del Popolo, gli venne assegnata la medaglia d’oro di benemerenza, a riconoscimento di una vita dedicata alla musica.
Carlo Gatti, a life for music Claudio A. Colombo |
Carlo Gatti’s fame results from his intense and passionate activity in a number of fields. He was a teacher at the Royal Conservatory in Milan from 1898 to 1949; a composer of symphonic and vocal music; a music columnist for several magazines including "L’illustrazione italiana" and "La lettura", as well as the Superintendent for the Teatro della Scala (1942-1944). As an historian, he wrote a monumental and world-renowned monograph about Verdi (1931), as well as “Il Teatro alla Scala nella storia e nell’arte”, the work he completed a few years before his death (in 1965).
In 1922, Carlo Gatti was appointed as Director of the Music Section of the People’s Theatre, a position he maintained even under the Fascist regime thanks to an artistically irreproachable programming, thereby strengthening the partnership with the Teatro alla Scala (that continued even after World War II). The creation of the Music Section had to serve a precise purpose, “We must put our entire remarkable heritage of instrumental and vocal concert music to good use. We should work tirelessly to create the new musical life of our people”. From 1922 to 1945 he organized 443 concerts (including chamber music, orchestra, choral music, instrumental groups and solo musicians) with performances by the very best concert artists from all over Europe – from Stravinsky to Rubinstein, from Honegger to Poulenc, from Bartók to Prokofiev, and Benedetti Michelangeli.
With the Liberation, Gatti had a sincere admirer in Riccardo Bauer and their relationship was always one of mutual respect. In 1961, on the Fiftieth Anniversary of the People’s Theatre, he was awarded the gold medal of merit in recognition of his lifetime commitment to music.