Bernardino Mazza

Bernardino Mazza e il sostegno ai viandanti della disperazione
Claudio A. Colombo
 Italiano
“Si nacque poveri: un Ufficio umile più che modesto, un capitale disponibile irrisorio, ma ci sorreggevano una profonda fede, una volontà ferrea temprata, una speranza calda”. A redigere la Relazione morale del 1920 dell’Ufficio del Lavoro e dell’Emigrazione - Sezione Valtellinese dell’Umanitaria è Bernardino Mazza, in apparenza un semplice “uomo di montagna”, in realtà un vero educatore che per tutta la vita, dentro e fuori Tirano, si prodigò e si impegnò per la causa dei più umili, abbandonando il paternalismo della carità per una assistenza sociale immediata.
I primi rapporti con la Società Umanitaria risalgono all’inizio del ‘900: lui (ormai trentenne) è tra i fondatori della Cattedra Ambulante di Agricoltura della Valtellina (sussidiata dal 1902 anche dall’Umanitaria, rappresentata nel Consiglio Direttivo nientemeno che da Luigi Credaro, futuro ministro della Pubblica Istruzione) ed è rappresentante del Ministero per questioni zootecniche. Contemporaneamente l’Umanitaria sta predisponendo un programma diversificato contro la disoccupazione, a sostegno degli emigranti, in soccorso dei lavoratori della terra, in un’ottica di vero umanitarismo riformista.
I tre ambiti di intervento dell'Ente milanese – assistenza, istruzione, lavoro – si intersecano alla perfezione con la concezione di vita e di lavoro di Dino Mazza, che conosceva da vicino le miserie e i drammi familiari della sua terra e ne avrebbe parlato – con uno stile semplice, alla portata di tutti – in struggenti racconti di vita (uno fra tutti, “Il diario di Salvatori Giardi”) diffusi sotto lo pseudonimo di dottor Kalamus. In questo modo, con schiettezza e determinazione, avrebbe improntato la sua carriera a fianco dei più deboli, sulla strada del solidarismo, per dare a tutti le stesse chanches, in un percorso di crescita civile e di eguaglianza sociale, da conquistare attraverso la dignità dell’istruzione e del lavoro, secondo il binomio di “illuminare ed educare”.
Nel 1911 l'Umanitaria lo chiama a guidare il neonato Ufficio dell’Emigrazione di Tirano (l'incarico dura fino al 1922), capisaldo di un intervento che si sostanzia in una azione endemica nei settori dell’istruzione, della previdenza e dell’assistenza. L'Ufficio diviene presto un centro attivissimo di attività a sostegno dei viandanti della disperazione, fornendo ogni tipo di sostegno e di informazione, sia pratica (contratti di lavoro, pratiche di viaggio, infortunistica, lotta agli sfruttatori, che si approfittavano della buona fede dei migranti), sia morale: come la necessità di iscriversi nelle organizzazioni del paese di immigrazione (“iscriviti subito alla Lega del tuo mestiere e avrai protezione e solidarietà”), l’invito alla temperanza (“non disonorare il nome del popolo italiano ubriacandoti, adoperando il coltello, facendo il krumiro”), la cura della persona (“acqua e sapone sono due elementi essenziali di salute e civiltà”).
Un metodo di studio, analisi e azione basato sulla concretezze delle idee e la modernità della visione d’insieme.


Bernardino Mazza and the assistance to the pilgrims of despair
Claudio A. Colombo
english
Bernardino Mazza started his work with the Società Umanitaria in the early twentieth century. He had co-founded the Itinerant Chair of Agriculture of the Valtellina Region and was a representative of the Ministry for issues pertaining to livestock farming. At the time, the Umanitaria was developing an articulated program to fight unemployment and support migrants and rural workers based on a view of real reformist humanitarianism. Dino Mazza shared the Milan-based institution’s commitment to assistance, education, and work – its three main areas of intervention – that resulted from a deep awareness of his country’s dramatic issues. His entire life he would work to guarantee that all citizens enjoyed equal opportunities as dictated by the motto “enlighten and educate”.
In 1911, the Umanitaria invited him to run the newly formed Migration Office based in Tirano (a position he would hold until 1922) as the spearhead of a program designed to address local issues of education, welfare and assistance. The Office soon became a very busy center of activity for the support of the pilgrims of despair. It offered a range of practical services and information (job contracts, travel documents, assistance for labor-related accidents and against exploitation) as well as advice in terms of behavior and morals. For example, it encouraged migrants to contact local trade organizations once they reached their destination (“become a member of your trade organization to obtain protection and solidarity”), to observe a decorous behavior (“do not dishonor the name of the Italian people by drinking too much or by scabbing”), and to take care of personal hygiene (“water and soap are two tenets of health and civilization”).
The Office exemplified an approach to study, analysis and action that resulted from concrete ideas and a comprehensively modern view.