Il sodalizio con Maria Montessori Paola Trabalzini |
La collaborazione tra l’Umanitaria e la grande pedagogista Maria Montessori () inizia nel 1908 con l’apertura, a Milano, della prima Casa dei Bambini, all'interno del quartiere operaio di via Solari (appena costruito dall’ente milanese) e con la produzione del materiale Montessori presso la “Casa del lavoro per disoccupati”, diretta da Alessandrina Ravizza, più volte citata da Montessori nella prima edizione del 1909 di Il Metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile nelle Case dei Bambini, con la quale condivide anche l’impegno per l’emancipazione femminile.
In una lettera dell’ottobre 1908, il Direttore e il Presidente dell’Umanitaria, Augusto Osimo e Giovan Battista Alessi, a nome del Consiglio esprimono alla Montessori gratitudine, amicizia e riconoscenza per aver reso la loro istituzione partecipe dell’esperimento della Casa dei Bambini ed auspicano future forme di collaborazione. La risposta della pedagogista non si fa attendere ed è altrettanto calorosa a testimoniare la stima e la fiducia reciproci, l’intensità di una collaborazione che non verrà mai meno: “non Loro devono ringraziarmi – scrive Montessori – ma io devo essere grata profondamente a tutti Coloro che onorano l’opera alla quale mi dedico, facendola assumere dalla Società Umanitaria, che saprà perfezionarla e farla rapidamente progredire verso quella diffusione che potrà renderla capace di veramente elevare il popolo”.
La cooperazione prosegue negli anni con l’organizzazione di corsi per la formazione delle insegnanti, di conferenze e con la pubblicazione nelle pagine di “La Coltura Popolare”, dal 1911 al 1933, di articoli sia di Montessori, sia di altri autori su aspetti del metodo, ma anche di resoconti sulla diffusione internazionale della pedagogia e delle scuole montessoriane.
Sempre all’Umanitaria la pedagogista si rivolge, quando pensa di realizzare in Italia negli anni Venti la scuola dell’adolescente secondo il suo metodo, quale proseguo dell’esperienza della Case dei Bambini e della scuola elementare. In una lettera del 1920 ad Osimo, infatti, scrive che si tratta di elaborare in modo “sperimentalmente e non teorico” una nuova forma di scuola “secondaria e popolare” e in essa di realizzare “l’educazione dell’operaio”.
Montessori propone una scuola secondaria per tutti e unitaria, ossia senza distinzione tra indirizzo teorico-intellettuale e pratico-professionale. Una scuola secondaria che valorizza il lavoro, nella sua doppia dimensione interiore e sociale, in un clima di libertà. Una scuola, infine, dove l’apprendimento scaturisce da situazioni concrete che l’adolescente sperimenta direttamente, impara progressivamente a gestire collaborando con i coetanei. Ed è rilevante che nel nascere del nuovo progetto è all’Umanitaria che Montessori guarda per realizzarlo in una comune visione dell’importanza sociale del lavoro.
Pace e scuola per l’adolescente, temi fondamentali del lavoro educativo e della riflessione della pedagogista negli anni Trenta, sono, dunque, anticipati nel campo fertile della collaborazione con l’Umanitaria.
The Long-lasting Collaboration with Maria Montessori Paola Trabalzini |
The cooperation with Maria Montessori began in 1908 with the opening of the first Casa dei Bambini in Via Solari in Milan and the production of Montessori materials at the Casa di Lavoro per disoccupati (Labour Office for the unemployed), run by Alessandrina Ravizza, who shared Montessori’s commitment to women’s emancipation.
Already in October, 1908, the Secretary of the Società Umanitaria, Augusto Osimo, and the President, Giovan Battista Alessi, had conveyed their gratitude, friendship and recognition to Maria Montessori for including the Società Umanitaria in the Casa dei Bambini experiment, expressing the hope for further collaboration. Without delay, as an indication of their continuing collaboration, Maria Montessori responded equally warmly with the words, “it is not you who should thank me, but I who should be deeply grateful to all those who have honoured the work to which I am devoted by entrusting it to the Società Umanitaria, which will be able to perfect, spread and develop it as a means of raising the people” .
This collaboration continued with the organisation of training courses for teachers, lectures and the publication in “La Coltura popolare” of articles by Montessori and others, and reports on the spread of Montessori schools worldwide. Maria Montessori turned again to the Società Umanitaria when she was considering founding a school for adolescents in the 1920s, as a continuation of the Casa dei Bambini and the elementary school. In a letter to Osimo written in 1920, she speaks of developing “experimentally, not theoretically” a new kind of secondary school for the people and for the education of workers. She proposed a school that catered for the interior and social needs of the student in an atmosphere of freedom, for all those who value work; a school in which learning springs from concrete realities, which adolescents can experience directly, through learning progressively in collaboration with their peers.
It is significant that in launching this new project, Maria Montessori looked to the Società Umanitaria to bring it to fruition in a mutual vision of the social importance of work. Peace and education for adolescents, ideas that were fundamental to the educational aims of this pedagogist of the Thirties, were thus anticipated in the fertile soil of collaboration with the Società Umanitaria.