Augusto Osimo, la cultura per il popolo Carlo Tognoli |
Augusto Osimo approdò nel 1902 all’Umanitaria, di cui divenne segretario generale (1904) e direttore generale (1919). In precedenza era stato segretario dell’Università popolare (1900), istituzione anch’essa frutto di un ambiente che coincideva con quello dell’Umanitaria.
La sua formazione culturale, dopo l’istituto tecnico frequentato a Piacenza (era nato a Monticelli d’Ongina, da famiglia ebraica nel 1875), fu rafforzata alla Scuola Superiore di Commercio di Ca’ Foscari a Venezia e consolidata dalla laurea in Diritto ed Economia a Torino.
Socialista, ebbe stretti rapporti culturali e personali con Turati, Treves e tutto il gruppo riformista milanese. Tuttavia la sua missione fu l’educazione dell’uomo, del proletario, del lavoratore. Era il più adatto a raccogliere il testimone di Moisé Loria che aspirava, dedicando il suo patrimonio alla fondazione dell’Umanitaria, a creare un luogo che desse lavoro ai diseredati attraverso il loro riscatto morale e civile.
Osimo credeva fortemente nella possibilità di plasmare gli uomini facendoli padroni del loro destino, nell’apprendere un lavoro, nel perfezionarlo, nel renderlo proprio. La cultura, intesa nel senso più largo, era la sua stella polare. Non la cultura astratta o solo filosofica, ma quella legata alle cose. L’operaio che poteva diventare artigiano, l’artigiano che diventava anche artista, senza tradire le origini della praticità e della socialità. Egli diede la sua intelligenza, la sua passione, la sua vita per assicurare il raggiungimento degli obbiettivi civili e morali dell’Ente che dirigeva.
Le iniziative che ebbero l’impronta di Osimo furono numerosissime: dagli uffici di collocamento (in accordo con il sindacato) alle scuole di arti e mestieri, dalle scuole professionali per le “piscinine” alla Scuola di legislazione sociale, alla rivista “La Coltura popolare”. La particolare attenzione dedicata al teatro, con la creazione del Teatro del Popolo, e al libro, con la Federazione delle Biblioteche popolari, fanno capire quanto fosse forte in lui la volontà di dare una educazione profonda ai lavoratori, facendoli partecipi anche della cultura estetica, fino ad allora riservata alle classi privilegiate. In questo campo, una delle operazioni più rilevanti e più avanzate di Osimo è l’Università delle Arti Decorative, nata a Monza nel 1922, a fianco delle Esposizioni Biennali internazionali d’arte decorativa. Proprio dall’esperienza delle Esposizioni biennali Milano-Monza-Umanitaria, nacque poi la Triennale, la prestigiosa manifestazione di arti decorative e di architettura che conosciamo.
Un protagonista della Milano riformista, ricco di idee e di capacità realizzative, un uomo che visse per la cultura da offrire al popolo, pianto da tutti quando morì, ancora giovane nel 1923, dimenticato, eccezion fatta per l’Umanitaria, dall’Italia democratica e repubblicana nei decenni successivi.
Augusto Osimo, Culture for the People Carlo Tognoli |
Augusto Osimo joined the Società Umanitaria in 1902, becoming General Secretary (1904) and then General Director (1919). Previously he had held the post of Secretary at the Università Popolare (1900), an institution based on the same principles as the Società Umanitaria.
He was a socialist, closely linked both culturally and personally to Turati, Treves and the whole Milanese reformist group. His mission, however, was the education of the man, the proletarian, the worker. He was the right person to carry on the work of Moisè Loria, whose ambition was to create a place which offered work to the underprivileged through their own social and civil improvement.
Osimo firmly believed that it was possible to mould people by making them masters of their own destiny, through training for a job, becoming skilled at that job and making it their own. Culture, in the broadest sense of the term, was his guiding light. Not an abstract or purely philosophical culture but one linked to material things: the worker could become a craftsman, the craftsman could become an artist, without neglecting practical and social considerations. He devoted his intelligence, his passion and his life to achieving the civil and moral goals of the organisation of which he was director.
Osimo left his mark on a wide range of initiatives: from employment offices (under an agreement with the trade unions) to the schools of arts and crafts, from the vocational schools to the Scuola di legislazione sociale, as well as his contributions to the journal “La Coltura popolare”. His interest in theatre, with the creation of the Teatro del Popolo, and in books, with the Federazione delle Biblioteche Popolari, bear witness to his strong desire to provide a proper education for workers, involving them in the culture of beauty, previously the prerogative of the privileged classes. In this field, one of Osimo’s most important and avant-garde contributions was the University of Decorative Arts, founded in Monza in 1922, along with the International Biennial Exhibitions of Decorative Arts. It was from this experience of the Milano-Monza-Umanitaria Biennial Exhibitions that the Triennale, the prestigious exhibition of decorative arts and architecture, later developed.
He was a major exponent of reformism in Milan, rich in ideas and with the ability to realise them, a man who devoted his life to offering culture to the people, mourned by all after his death in 1923. His memory was neglected by democratic and republican Italy, but always cherished by the Società Umanitaria.