Cesare Saldini e l'elevazione della classe lavoratrice Stefano Morosini |
Nato a Milano il 12 ottobre 1848, figlio del tipografo ed editore Bartolomeo (che fondò e stampò il Giornale dell’ingegnere architetto, fusosi nel 1869 con Il Politecnico di Francesco Brioschi), Saldini compì a Milano gli studi presso l’Istituto Tecnico di Santa Marta, frequentò il biennio fisico-matematico all’Università di Pavia e quindi il triennio della Scuola di applicazione per ingegneri del Politecnico di Milano. Qui tenne per quasi cinquant’anni l’insegnamento di Tecnologie meccaniche, divenendone rettore nel biennio 1921/1922. Profondamente convinto del ruolo fondamentale del disegno all’interno della formazione tecnica, fu docente della materia anche presso la Società d’Incoraggiamento d’Arti e Mestieri.
Il 2 luglio 1901 entrò a far parte della Società Umanitaria, lavorando fianco a fianco, tra gli altri, con Giovanni Montemartini, Luigi Majno, Angelo Omodeo, Umberto Pizzorno. Una delle sue iniziative, nel giugno del 1902, fu la creazione della Scuola Laboratorio di Elettrotecnica per Operai, caratterizzata da un programma triennale di studio e da docenti e dirigenti di prestigio (fra gli altri spiccano i nomi di Ettore Conti, Giacinto Motta, Giovanni Battista Pirelli, Giulio Vigoni). I laboratori erano utilizzati di giorno dagli allievi del Politecnico e la sera dagli operai, in modo da fornire “quel corredo di cognizioni tecniche e di coltura speciale che le progredite condizioni dell’industria rende, più che utile, quasi necessario nell’interesse dei lavoratori e dell’industria stessa”.
Il lungo impegno di Saldini all’Umanitaria in qualità di membro del comitato direttivo è espressione di un liberalismo democratico che nella collaborazione con le forze politiche di ispirazione socialista si proponeva di “fare opera utile ed efficace, a vantaggio non solo del lavoratore, ma dell’industria e della coltura tecnica italiana” (lo dimostra anche l’impegno a trasformare l’antica Scuola Tipografica in un moderno istituto di arti grafiche, la Scuola del Libro).
Oltre a svolgere importanti incarichi didattici e istituzionali, Saldini dimostrò notevoli abilità manageriali: fu presidente del Cotonifico Cantoni, della Compagnia Generale di Elettricità, della cartiera Pietro Miliani di Fabriano, della Società molini e pastificio Pantanella, con sedi a Roma e a Napoli, e vice-presidente della Società lombarda per la distribuzione dell’energia elettrica. Consigliere del Comune di Milano dal 1885, fu assessore ai Lavori pubblici (1892-1894 e 1905-1908). Fu inoltre vice-presidente della Banca commerciale (1916-1922), consigliere della Camera di commercio di Milano (1914-1921) e nel 1919 venne nominato senatore. Alla morte, avvenuta a Milano il 19 aprile 1922, Saldini fu commemorato tra gli altri da Filippo Turati, che lo definì “scienziato e insegnante infaticabile, tutore dei conculcati nelle lotte sociali e compositore prudente dei conflitti civili”.
Cesare Saldini, The Raising of the Working Class Stefano Morosini |
Born in Milan on 12 October 1848, Cesare Saldini was the son of the printer and publisher Bartolomeo. He completed his secondary education at the Istituto Tecnico Santa Marta and attended the two-year course in physics and mathematics at the University of Pavia and the three-year degree course in applied engineering at the Milan Polytechnic. After graduating in 1870, for the next fifty years he taught Mechanical Technologies at the Milan Polytechnic, where he was Dean from 1921 to 1922. He also taught design for the Società di Incoraggiamento d’Arti e Mestieri.
On 2 July 1901 he joined the Società Umanitaria as a member of the Board, appointed by the Milan City Council, becoming president of Section III and working alongside Giovanni Montemartini, Luigi Majno, Angelo Omodeo and Umberto Pizzorno. One of Saldini’s first initiatives, in June 1902, was to create the School-workshop for electricians, with a three-year course of study under eminent teachers and directors such as Ettore Conti, Giorgio Finzi, Giacinto Motta, Giovanni Battista Pirelli and Giulio Vigoni.
Saldini’s long service as a member of the Board of the Società Umanitaria is the affirmation of that democratic liberalism which, with the collaboration of socialist political forces, aimed “to work usefully and efficiently in the interests not only of the worker but also of industry and the technical culture of Italy”. An example of this was his decision to transform the old Scuola Tipografica into a modern institute for the teaching of graphic arts, the Scuola del Libro.§
He was a member of the Milan City Council from 1885, where he was twice placed in charge of Public Works. He was a member of the Superior Council of Labour and President of the Permanent Committee of Labour. He was also Vice-president of the Banca Commerciale (1916-1922), he was on the Board of Directors of the Milan Chamber of Commerce (1914-1921) and in 1919 he was appointed Senator.
He died on 19 April 1922, and was commemorated by, among others, Filippo Turati, who described him as “a scientist and dedicated teacher, the defender of the those engaged in social struggles and a moderate participant in civil conflicts”.