Gli asili antimalarici nella Venezia Giulia

Gli asili antimalarici nella Venezia Giulia
Claudio A. Colombo
 Italiano

Un particolare rilievo merita l'opera compiuta a partire dal maggio 1919 dalla Società Umanitaria nelle Terre Liberate dopo l'armistizio, nelle provincie di Venezia, Treviso, Belluno, Udine, azione che si riallaccia a quella svolta durante la guerra in favore delle popolazioni esuli dalle Umanitaria Ass II 1.1 Bambini accolti negli asili antimalarici 1919 1920regioni invase dal nemico. Il Ministero delle Terre Liberate e la Direzione Generale della Sanità Pubblica, preoccupati dai caratteri di eccezionale gravità coi quali si presentavano quelle regioni, le cui popolazioni erano falcidiate dalla malaria e dalla pellagra e private d'ogni cura profilattica specifica, decisero di provvedere con un'intensa campagna di risanamento di quei territori, insieme ad una azione di "bonifica umana". Bisognava allestire e far funzionare ambulatori e cucine economiche nelle località in cui le epidemie imperversavano (compito presto affidato all'Opera Bonomelli), ma bisognava sopratutto allontanare dai centri di infezione coloro sui quali essa poteva avere più facile presa e più terribili conseguenze per l'avvenire: i bambini. L'Umanitaria si dichiarò pronta a spiegare la sua attività in due diversi campi: quello del ricovero e della cura ai bambini malarici e quello dell'assistenza sociale in genere e dell'istruzione professionale.
Sorsero così i tre Asili antimalarici di Casella d'Asolo, Volpago (poi trasferito a Biadene) e Maniago per le provincie di Trieste, Venezia e Udine. I primi due funzionarono a partire dal luglio del 1919 e il terzo dalla metà dell'agosto seguente. I bambini accolti nel primo quadrimestre furono 400 e l'esperimento di cura diede risultati molto soddisfacenti. I ricoverati, al momento della loro dimissione, presentavano miglioramenti insperati: aumento di peso, colorito, gaiezza. ecc. Tali risultati, confermati dai parenti, che riebbero i loro piccoli completamente risanati, determinarono il Ministero delle Terre Liberate, non solo ad autorizzare il proseguimento dell'assistenza, ma ad intensificarla, portando il numero dei ricoverati a 500. L'esperimento si protrasse così fino al novembre 1922 con un totale di assistiti, dal luglio 1919, di 5.000 bambini, che, oltre le cure specifiche, ebbero assistenza di vario genere: dall'Asilo infantile, per i più piccoli, con sistema Montessori alla istituzione dei primi tre corsi elementari e di apposite Scuole Professionali, per le adolescenti, specialmente di cucito.
L'esercizio dei tre asili cessò nel marzo 1922, ma l'opera dell'Umanitaria si protrasse ancora per qualche anno a Carraria, nel comune di Cividale del Friuli, dove nel 1921 era stata acquistata una villa da destinare ad asilo antimalarico. Qui vennero assistiti bambini malarici e figli di tubercolotici, inviati dalla Sezione Udinese della Croce Rossa; oltre alle cure mediche e ricostituenti, si continuò a provvedere i piccoli ospiti sia dell'istruzione elementare e professionale, sia di una Casa dei bambini (per i minori dei 6 anni), retta secondo il sistema Montessori. Nel 1924, dopo alcuni anni di gestione diretta, la villa venne concessa in uso al Consorzio antitubercolare del Friuli, che lo acquistò nel 1927.

Biadene asilo antilamalarico

Asili-antimalarici-veneto-3
Asili-antimalarici-veneto-2
Asili-antimalarici-veneto-1


The shelters for malaria patients in the Venezia Giulia region
Claudio A. Colombo
english

After the Armistice, starting in May 1919, the Società Umanitaria developed a particularly noteworthy action in the Liberated Territories (the districts of Venice, Treviso, Belluno, and Udine). Out of concern for the exceptionally dramatic situation of those regions and their populations ravaged by malaria and lacking any specific disease prevention, the Ministry for the Liberated Territories and the Directorate-General for Health decided to respond with an intense campaign for the rehabilitation of those territories also by removing the children from the centers of infection. The Umanitaria was ready to deploy its activity in two different fields – it sheltered and treated the little malaria patients and provided social assistance in general and professional training.
Three Shelters for Malaria Patients were created in Casella d'Asolo, Volpago (later relocated to Biadene) and Maniago in the districts of Trieste, Venice and Udine. From July 1919 to November 1922, the program assisted 5,000 children. Besides specific treatment, the shelters performed various kinds of assistance: they included a Montessori kindergarten for small children, three elementary school courses and specific Vocational Schools (sewing classes in particular) for teenage girls.
Although the three shelters ceased their activity in March 1922, the Umanitaria continued to develop its action for a few more years in Carraria, in the town of Cividale del Friuli where the Udine Section of the Red Cross sent little malaria patients and the children of tubercolosis patients for treatment. Besides medical care and restoratives, the shelters offered elementary education and professional training as well as a Montessori kindergarten (for children less than 6 years of age). In 1924, after a few years of direct management, the Umanitaria rented the villa out to the Friuli Turbercolosis Center that purchased it in 1927.