L’Umanitaria e le scuole rurali in Puglia Luca Montecchi |
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Nel 1921 l’Umanitaria veniva scelta dallo Stato come una delle quattro associazioni culturali – tutte già esistenti e operanti nel campo dell’istruzione popolare tramite la gestione di asili infantili, corsi per emigranti e scuole rurali – coinvolte in un progetto volto alla lotta contro l’analfabetismo in quelle zone del Paese dove più diffusa era questa piaga sociale. A coordinare le quattro associazione era sorto un apposito ente, denominato “Opera contro l’analfabetismo”, la cui azione si doveva rivolgere in tre direzioni: creazione di scuole diurne per figli di contadini, pastori e pescatori con orario di cinque ore giornaliere; creazione di scuole serali per lavoratori di età superiore ai 12 anni con orario di almeno due ore giornaliere; creazione di scuole festive da istituirsi nei piccoli centri con corso elementare.
La regione in cui l’Umanitaria fu chiamata a svolgere la sua azione fu la Puglia: nell’anno scolastico 1921-22 le scuole gestite furono 250 nel primo anno, divenute 378 nell'anno scolastico successivo. Nel 1923, a seguito della trasformazione dell’Opera contro l’analfabetismo nel Comitato contro l’analfabetismo, furono introdotte alcune modifiche. Per quanto riguardava l’Umanitaria, essa vedeva ridimensionata la sua presenza in Puglia, continuando a svolgere la sua azione solo nelle province di Bari e Lecce; Foggia, invece, passò sotto la gestione di un altro ente, il Consorzio Nazionale di Emigrazione e Lavoro, che era competente anche per la Campania e il Molise. In compenso l’associazione milanese ricevette la delega in Veneto.
Con il passare del tempo, ed il consolidarsi al potere del fascismo, l’attività dell’Umanitaria – da sempre legata all’area del socialismo riformista che aveva il suo riferimento in Filippo Turati – cominciò ad essere ostacolata. Agli inizi del 1924, ad esempio, il professor Cesare Bachi, esponente della Società Umanitaria e persona di sentimenti democratici, decise di dimettersi dalla carica di membro del consiglio del Comitato contro l’analfabetismo e di dirigente dell’Ufficio dell’Umanitaria distaccato di Roma, approfittando del delinearsi di altre prospettive di lavoro.
I maggiori problemi sorsero nel 1926 quando, dietro pressioni di ambienti fascisti pugliesi, all’Umanitaria venne tolta da parte dello Stato la delega relativa alla gestione di numerose scuole rurali, oltreché serali e festive della Puglia. Questo compito passò ad un altro ente, sorto pochi anni prima e di sicura matrice fascista, denominato “Ente Pugliese di Cultura”.
Alla prestigiosa istituzione milanese rimase la gestione delle scuole rurali del Veneto a cui si aggiunsero per qualche anno quelle della Venezia Giulia, finché dall’anno scolastico 1936-37 tutte queste passarono alle dipendenze dell’Opera Balilla nell’ottica della sempre più forte fascistizzazione delle scuole di campagna.
The Umanitaria and the rural schools in the Apulia region Luca Montecchi |
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In 1921, the Italian government selected four cultural associations – all of them already established and operating in the realm of popular education through the management of kindergartens, courses for migrants and rural schools – to develop a program against illiteracy in the areas of the country where this scourge was particularly acute. As one of the selected associations, the Umanitaria received a mandate for the Apulia region where it established dozens of schools (250 schools during the 1921-22 school year, 378 schools the following year) – daytime schools for the children of farmers, shepherds and fishermen, evening schools for workers older than 12 years of age, weekend elementary schools in small towns.
In 1923, the Umanitaria reduced its activity in Apulia where it continued to operate in the districts of Bari and Lecce, while the National Council for Migration and Labor took responsibility for the district of Foggia. At the same time, the Milan-based institution acquired the mandate for educational programs in the Veneto and Venezia Giulia regions.
Things took a further turn for the worse in 1926 when, under pressure from Fascist supporters in Apulia, the Umanitaria lost its mandate for the entire management of schools. The influential Milan-based institution continued to operate the rural schools based in the Veneto and Venezia Giulia regions until the 1936-37 school year when the Opera Balilla replaced it in a process that reflected the increasing influence of Fascism over rural schools.