L'Opera contro analfabetismo nel Veneto

L'Opera contro analfabetismo nel Veneto
dalla "Corrispondenza settimanale dell'Ufficio dell'Emigrazione" del 30 giugno 1924
 Italiano

Con Regio Decreto dell'agosto 1921, il Parlamento Italiano istituiva l'Opera contro l'analfabetismo, delegando questa azione a quattro importanti istituzioni affinché creassero scuole diurne, serali e festive, rivolte a combattere l'analfabetismo degli adulti e ad indirizzarli a pratiche di vita professionale, industriale e agricola. Tra le Associazioni delegate (Consorzio Nazionale di emigrazione e lavoro, Scuole per i contadini dell’Agro romano, Associazione per gli interessi del Mezzogiorno) veniva compresa anche la Società Umanitaria, riconosciuta per la sua autorevolezza e per l'azione educativa compiuta in varie regioni del Nord e del Sud, alla quale venivano affidate già nell'anno scolastico 1921-922 le provincie di Bari, Foggia e Lecce nelle Puglie. L'anno successivo l'Ente milanese veniva incaricato di curare anche l'organizzazione delle scuole diurne, serali e festive di tutto il Veneto (in totale 139 serali, 9 diurne, 6 festive, nelle province di Padova, Rovigo, Treviso, Udine e Verona) provvedendone alla direzione didattica e alla vigilanza tecnica generale. 
Ne diamo conto utilizzando alcune riflessioni sulle scuole serali redatte da Pietro Gusèo, a cui l'Umanitaria affidò la direzione generale di tutte le scuole in Veneto. (clac)

«Provveditori, Ispettori e Direttori accolsero con favore l'istituzione delle scuole serali in Veneto e s'interessarono subito della scelta dei luoghi e dei maestri. Importantissima, specialmente nella scuola per adulti, è la scelta del Maestro; l'adulto che entra nella scuola elementare, abbandonata in troppo tenera età, senza aver appreso neanche il leggere e lo scrivere, deve trovare nel maestro il saggio consigliere, suscitatore di coscienze, la persona socievolmente operosa, capace di risvegliare sentimenti, di raddrizzare storture del pensiero, che abitui a vedere le cose obbiettivamente, ad innalzare lo sguardo da terra per gustare la bellezza.
Le lezioni cominciarono tosto e nei primi giorni i maestri ebbero il loro daffare per classificare gli alunni e per sfollare la scuola, quando il numero degli inscritti era superiore alla capacità dell'aula od alla possibilità di ritrarre un discreto profitto. Diversi furono i criteri adottati per la selezione; all'insegnante ho creduto opportuno lasciare libertà di giudizio, pur suggerendo di non trattenere più di quaranta alunni, onde poterli istruire direttamente, preferendo quelli di terza a quelli di prima, i più vecchi ai più giovani, gli ex-combattenti, gli emigranti che nell'alto Veneto specialmente, sulla fine dell'inverno, lasciano numerosi i loro paesi. Quando si pensi che in qualche località si presentarono più di cento individui d'età variante fra i dodici e i cinquant'anni, con preparazione, capacità e volontà diverse, si immagini quanta abilità e quanto tatto dovettero usare i maestri per misurare le forze di ognuno, per scoprirne il buon volere, per allontanare i superflui.
Un vecchio Ispettore mi scrisse che nella sua circoscrizione la scuola serale fu dovunque accolta come una benedizione, come una insperata fortuna. Era commovente entrare in quelle scuole affollate di giovani e di uomini maturi, quasi tutti umili lavoratori dei campi, i quali, dopo aver faticato tutta la giornata, si adattavano volonterosamente e con gioia ad un altro lavoro di due ore e mezza per migliorare sè stessi. E parecchi di quei contadini dovevano percorrere lunghi tratti di strada difficile e faticosa, spesso flagellati dalle bufere di pioggia, di vento e di neve. Gli allievi di Vestenavecchia, in provincia di Verona, ad esempio, dovevano camminare per cinque ore, fra andata e ritorno, lungo sentieri oscuri, dirupati, spesso coperti di neve. La frequenza fu in generale buona. Le operazioni d'esame procedettero con rapidità, pur essendo improntate alla necessaria serietà: su 139 scuole, 126 si chiusero con esame , su 5.743 inscritti, 3.899 si presentarono agli esami e di questi 2.979 furono promossi».

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The program against illiteracy in the Veneto region
from the "Weekly Correspondence of the Migration Office", June 30, 1924
english

In August 1921, the Italian Parliament established the Program against Illiteracy and mandated its development to four associations. One of these was the Società Umanitaria, recognized for its influence and educational action deployed in various regions both in northern and southern Italy. As a result, it began to operate in the districts of Bari, Foggia and Lecce in the Apulia region during the 1921-1922 school year. The following year, the Milan-based institution received a further mandate for daytime, evening and weekend schools in the entire Veneto region (139 evening schools, 9 daytime schools, and 6 weekend schools in the districts of Padua, Rovigo, Treviso, Udine and Verona), which called for educational management and technical supervision in general. Pietro Gusèo, appointed by the Umanitaria to serve as director general of the evening schools in the Veneto region, made the following considerations

 «An old Inspector wrote to me about how the evening school was received everywhere in his district like a blessing, an unhoped-for piece of luck. It was touching to see those schools crowded with young people and grown men, almost of all them farmers who, after toiling the entire day, willingly and joyfully accepted to work two and a half more hours in order to improve themselves. Most students had to cover long stretches of hard and difficult roads, often battered by rain, wind and snow. The students in Vestenavecchia, in the Verona district, for example, had to walk five hours, round trip, along dark, steep paths, often covered in snow. Attendance was usually good. The exams were conducted swiftly, although with the required seriousness. 126 schools out of a total of 139 completed their courses with exams; 3,899 students out of a total of 5,743 showed up for the exams and 2,979 of these passed».