La sinergia con la Rai: un rapporto consolidato nel tempo

La sinergia con la Rai: un rapporto consolidato nel tempo
Maria Maddalena Novati
 Italiano

Il 12 marzo del 1958, nel Salone degli Affreschi, il pubblico dell’Umanitaria ebbe modo di assistere ad un insolito concerto costituito unicamente da musiche elettroniche: si trattava delle composizioni elaborate presso lo Studio di Fonologia Musicale di Milano della Rai.
sinergia RAI 2La musica elettronica muoveva i suoi primi passi in Italia in quegli anni e lo Studio di Fonologia, nato nel giugno del 1955 ad opera di Luciano Berio e Bruno Maderna, stava producendo le sue prime opere elettroniche. Gino Negri, grande collaboratore artistico dell’Umanitaria (ma anche assiduo collaboratore della Rai e dello Studio di Fonologia, a cui collaborò in più occasioni, componendo numerosi lavori sia per la radio che per la televisione), chiese a Berio di organizzare un concerto unicamente dedicato alle nuove musiche.
Ai brani milanesi di Berio (Mutazioni del 1955 e Perspectives del 1957) e di Maderna (Syntaxis del 1957 e Continuo del 1958) vennero affiancati quelli tedeschi di Eimert (due pezzi da Fünf Stücke del 1957) e di Stockhausen (Gesang der Jünglinge del 55/56) e infine la recente composizione del belga Henri Pousseur Scambi del 1957: una serie di sezioni elettroniche elaborate proprio in Fonologia, che risulterà il primo progetto di opera aperta ossia, secondo quanto si legge nel programma di sala, “ un campo di possibilità, un invito a scegliere”. La versione eseguita sarà quella realizzata dallo stesso Berio.
La Rai era stata a fianco del Teatro del Popolo fin dai primi anni della sua programmazione: già troviamo nel palinsesto Rai (al tempo si chiamava URI) del 5 febbraio 1927 la messa in onda dal Salone degli Affreschi della “Commemorazione beethoveniana" degli allievi delle scuole dell’Umanitaria e via via nel tempo fino al ciclo di sei concerti commemorativi di Bach sulla Rete Azzurra del 1950. L’anno successivo il cartellone del Teatro del Popolo si arricchì di un’altra importante collaborazione: una serie di concerti presso il Piccolo Teatro, in cui si esibirono i Complessi strumentali da camera dell’Orchestra della Radio di Milano con musiche comprendenti un repertorio vastissimo: Haydn, Britten, Roussel, Mozart, Khachaturian, Schostakovich, Bach, Bettinelli, Beethoven.
Ma forse è ancora più significativo lo sterminato elenco di radioaudizioni effettuate dalla Rai nel Salone degli Affreschi, ed offerte agli abbonati del Teatro del Popolo, che vedevano impegnate la compagnia artistica radiofonica dell’Orchestra Rai sotto la bacchetta di direttori quali Gavazzeni, Sanzogno, Giulini: basta scorrere i titoli delle opere liriche programmate ad esempio nel 1952 per inchinarsi al coraggio e alla curiosità artistica di scelte insolite quali Le Rossignol di Strawinski, La morte di Danton di Goffredo Einem, Resurrezione di Alfano, La dannazione di Faust di Berlioz, La fiera di Sorocinski.
È interessante notare come il repertorio del Teatro del Popolo coprisse un panorama vastissimo di iniziative e di repertori, cercando di investigare in tutte le branche del sapere e dell’arte, affiancando gli autori classici ai contemporanei, i repertori antichi ai moderni, le tradizioni europee alle extraeuropee, i costumi etnici ai tradizionali, la danza e la musica strumentale e il repertorio lirico, le arti plastiche alla musica elettronica: in poche parole uno sguardo libero da pregiudizi e settarismi.
Se come diceva Oscar Wilde “la memoria è il diario che ognuno porta sempre con se” è bello testimoniare che Rai e Umanitaria hanno scritto tante pagine insieme di quel diario.

sinergia rai 1


The partnership with RAI: a time-honored association
Maria Maddalena Novati
english

On March 12, 1958, the Salone degli Affreschi hosted an unusual concert exclusively based on electronic music composed at the RAI Studio of Musical Phonology in Milan. At the time, electronic music was just starting to develop in Italy and the Studio of Phonology, established in June 1955 by Luciano Berio and Bruno Maderna, was producing its first electronic compositions. Gino Negri, a major artistic partner of the Umanitaria and a close collaborator of RAI and the Studio of Phonology, asked Berio to organize a concert exclusively comprising the new compositions. Besides Berio and Maderna, the other featured musicians included the German composers Eimert and Stockhausen as well as a recent composition by the Belgian musician Pousseur.
RAI’s collaboration with the People’s Theatre started at the dawn of its broadcasting activity. On February 5, 1927 (when it was still called URI), it broadcast a concert dedicated to Beethoven performed by the Umanitaria students at the Salone degli Affreschi. Over time, there would be many other concerts culminating with the cycle dedicated to Bach and broadcast by the Blue Channel in 1950. Even more important, though, was the endless series of radio shows broadcast by RAI from the Salone degli Affreschi with the RAI Orchestra’s radio art company performing under high-level conductors such as Gavazzeni, Sanzogno, Giulini.
It is interesting to note that the People’s Theatre proposed a wide range of repertoire. An unbiased and utterly free critical approach offered classic as well as contemporary composers, European and non-European traditions, dance and instrumental music, opera, plastic arts and electronic music.
If, as Oscar Wilde said, “memory is the diary we all carry about with us”, RAI and Umanitaria wrote many pages of that diary together.