La scuola del Libro 1

La Scuola del Libro, una Bauhaus italiana (prima parte, 1904-1944)
Claudio A. Colombo e Mara Campana
 Italiano

"Piuttosto che fondare istituzioni nuove e dissociate, in ogni ramo, meglio portare l’esame su quelle esistenti, cercare di superare le loro deficienze e coordinarne le attività, acciocché il risultato avesse la massima efficacia a pro delle classi lavoratrici”, dichiara nel 1902 il Presidente dell'Umanitaria Giovan Battista Alessi. Due anni dopo, nel marzo 1904, si avvia la Scuola del Libro, nata dall’accordo tra la Società Umanitaria e l’Associazione Tipografica Milanese, che già dal 1886 aveva dato vita alla Scuola Professionale Tipografica.
Una indagine condotta sulle attività produttive preminenti a Milano induce infatti ad attivare anzitutto i corsi della Scuola del Libro, poiché fin dal 1870 le industrie tipografiche si stanno affermando tra le attività a più forte crescita: 88 nel 1893, saranno 358 nel 1911 e 834 nel 1927. L'Umanitaria prospetta una innovativa metodologia didattica – una scuola/laboratorio pilota, mutuata dall’esperienza delle "Arts and Crafts" inglesi, con l’intento di trasformare quello che fin lì era stato semplice addestramento in un vero e proprio organismo di insegnamento professionale per tutti gli addetti alle differenti arti tipolitografiche.
SLM 1 logoL’Umanitaria, a partire dalla Scuola del Libro, intende perseguire l’obiettivo di formare cittadini consapevoli e autosufficienti, scardinando lo schema dell’assistenzialismo caritatevole; ciò può avvenire a partire dall’integrazione tra la formazione in officina e le nozioni teoriche e tecniche, che perfezionano e nobilitano il lavoro. I corsi diventano così luogo di sperimentazione, con l’intento di anticipare le necessità di continuo rinnovamento di tecniche e strumenti. Gli obiettivi sono chiari: grazie all'ausilio di validissimi docenti (uno su tutti, Leopoldo Metlicovitz), qui si punta a trasformare il mestiere in arte, ad armonizzare il "pensiero che immagina" con la mano che agisce.
Dopo i primi anni, industrie tipografiche, enti e associazioni di categoria si costituiscono in Consorzio per sostenere l’attività formativa della Scuola del Libro che sempre più rappresenta un modello di educazione al lavoro di portata sovranazionale, tanto da rappresentare l’Italia nel 1914 all’Esposizione Internazionale di Lipsia.
La natura di laboratorio sperimentale si conferma sotto la direzione di Raffaello Bertieri, dal 1918 al 1925, maestro indiscusso di arti grafiche, fondatore e direttore della rivista "Risorgimento Grafico", a cui si deve il recupero della tradizione bodoniana; suoi allievi i componenti del gruppo che realizza la rivista "Campo Grafico" (1933/1939), diretta da Attilio Rossi, certamente l’unica esperienza editoriale in Italia di livello europeo nel primo dopoguerra – stampata talvolta proprio nei laboratori della Scuola del Libro.

Anche in questi anni di regime, la Scuola del Libro consolida il suo ruolo formativo con la sezione diurna per ragazzi licenziati dalla scuola elementare (iniziata nel 1917) e con decine di corsi serali, e domenicali, di complemento e di perfezionamento per operai.

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The Book School, an Italian Bauhaus (part I, 1904-1944)
Claudio A. Colombo e Mara Campana
english

Giovan Battista Alessi, Chairman of the Umanitaria, made the following statement in 1902: "Rather than creating new and separated institutions in each field, we should focus on the existing ones and try to overcome their deficiencies and coordinate their activities in order to produce the maximum benefit for the working classes”. The Book School was established two years later, in March 1904, from an agreement between the Società Umanitaria and the Milan Printers’ Association (which had created its own Professional Printing School in 1886).
The Umanitaria proposed a new educational method – a pilot workshop/school modeled on the "Arts and Crafts" developed in England, with the goal of transforming a basic technical training into a full-blown vocational school for all the workers specialized in the various processes of the printing arts. Its courses became a hub for experimentation aimed at anticipating the requirements for constant renewal of techniques and tools. The goals were clear: relying on the support of highly qualified teachers (namely, Leopoldo Metlicovitz) to transform a trade into an art and find an alignment between the “imagining thought” and the practical process. As testified by the presence of the Book School at the International Exhibition of the Book Industry in Leipzig as the representative for Italy, this innovative model of professional training soon obtained international recognition.
An undisputed master of graphic arts like Raffaello Bertieri, also founder and editor of the magazine "Risorgimento Grafico”, was the school’s director from 1918 to 1925 and confirmed its experimental approach. In spite of the political climate in the country, the Book School consolidated its educational role by adding a post elementary school day section (established in 1917) and a number of evening and Sunday refresher training classes for workers.