Bergamo

La sezione di Bergamo
Jacopo Perazzoli
 Italiano

Ai primi del Novecento, il Bergamasco si trovava al quarto posto nella speciale classifica delle province dell’Italia settentrionale per quanto riguardava l’intensità del flusso migratorio verso i paesi europei. Per poter assistere questi emigranti, nei primi mesi del 1908, grazie bergamo 2all’opera dell’Associazione generale di Mutuo soccorso, l’Umanitaria istituiva a Bergamo un apposito ufficio di emigrazione incaricato di prestare la propria opera agli operai che decidevano di recarsi all’estero in cerca di lavoro. Due anni dopo, l’ufficio si trasformava in Sezione di Bergamo dell’Umanitaria che, coadiuvata dalla sottosezione di Romano Lombardo e dagli uffici corrispondenti di Gandino, Lovere e Piazza Brembana, presto trovò sede presso la casa Paleni, praticamente di fronte alla stazione ferroviaria.
Affidata alla conduzione di Alessandro Valli (Nembro, 16 gennaio 1861 – Bergamo, 4 ottobre 1940), oltre ad operare nel sostegno agli emigranti, l’Umanitaria di Bergamo operò in diversi settori: oltre al collocamento dei lavoratori, altrettanto significativa fu l’opera a livello di previdenza sociale, visto che vennero organizzate in città diverse attività di propaganda su questi temi (nel 1914, ad esempio, fu portata a termine una inchiesta sulla tisi dei minatori del Transvaal e dell'Australia, presentata al Ministero degli Affari Esteri per ottenere indennità alla famiglie dei lavoratori colpiti dalla malattia); non meno importante fu la consulenza medico legale offerta ai lavoratori; in ultimo, ma non meno significativa, la sezione bergamasca dell’Umanitaria si spese per istruire i suoi affiliati, anche attraverso la costituzione di varie biblioteche popolari (dopo il primo conflitto bellico la rete di biblioteche scolastiche e biblioteche popolari in provincia era molto estesa, da Sarnico a San Gallo, da Tagliuno a Grumello, da Villongo a S. Alessandro, ecc), di patronati scolastici, così come di cinematografi educativi.
Al pari di altri enti filantropici, la Grande Guerra rappresentò una prova importantissima, che la sezione bergamasca dell’Umanitaria superò a pieni voti. Fu infatti immensa l’opera svolta dall’apposita Sezione per l’assistenza profughi (dopo la rotta di Caporetto vennero ospitati nella città orobica quasi cinquemila rifugiati) e rimpatriati (in città si assisterono quasi 25.000 operai provenienti dalle zone di guerra), ma non solo: durante il conflitto, l’ente filantropico si attivò per il recupero dei salari degli operai rimpatriati (1.350 le denuncie preparate per Germania, Francia, Svizzera), e in città fu in grado di contrastare l’inflazione, curando l’apertura, presso alcune società di mutuo soccorso, di spacci di generi alimentari di prima necessità, arrivando ad organizzare una cooperativa di pescatori del lago di Iseo incaricata di fornire il pesce al Comune di Bergamo.
bergamo 1Ma la guerra ebbe anche delle conseguenze negative, che alla lunga avrebbero innegabilmente influenzato l’esistenza stessa dell’Umanitaria bergamasca. Dato l’aumento del costo della vita, la sezione orobica avrebbe dovuto avere a disposizione una capacità di spesa sempre maggiore per poter continuare la sua azione di assistenza e di collocamento (nel 1921 furono una trentina le ditte francesi per conto delle quali venne operato l'arruolamento di decine di squadre di boscaiuoli e carbonai, a cui si aggiunse una metodica azione di propaganda contro gli arruolatori senza scrupoli che favorivano l'emigrazione clandestina): tale programma fu purtroppo ridimensionato per il disinteresse da parte delle istituzioni pubbliche locali di aiutare e sostenere in maniera duratura l'azione diversificata della sezione.
Nel novembre del 1924, due anni dopo l’insediamento di Mussolini alla guida del paese, si concluse l’esperienza originale dell’Umanitaria di Bergamo, strangolata dai debiti, oltre che assai poco sopportata dal fascismo stesso.


The Bergamo Office
Jacopo Perazzoli
english

In the early twentieth century, Bergamo was the fourth province in Northern Italy for number of migrants towards the European countries. In order to provide these migrants with the necessary assistance, the Umanitaria opened a migration office in Bergamo in 1908, which became its local branch in 1910 soon followed by a network of additional branches in Romano Lombardo, Gandino, Lovere and Piazza Brembana.
Under the leadership of Alessandro Valli, the Umanitaria office in Bergamo developed additional programs alongside its support to migrants. Besides helping workers find a job, it provided a remarkable social welfare program, health and legal counsel for workers, and created a number of people’s libraries (the network of people’s libraries established after World War I went from Sarnico to San Gallo, from Tagliuno to Grumello, Villongo, etc.).
The Great War represented a daunting challenge that the office passed with flying colors. Its remarkable activity included assistance to refugees and repatriated people (almost 25,000 workers fleeing the war zones) and the recovery of their salaries (1,350 cases mounted in Germany, France and Switzerland).
Obviously, the war also had negative repercussions. With the rising of cost of living, the Bergamo office would have required an increased spending power. Instead, the lack of interest by the local public authorities that should have provided a lasting support unfortunately forced it to downsize its programs.
However, in November 1924, the Fascist regime closed the Bergamo office as well as all the other Umanitaria local branches.