Cremona

La sezione di Cremona
Claudio A. Colombo
 Italiano

Tra le migliaia di documenti conservati nell'Archivio dell'Umanitaria, c'è un resoconto stilato da Augusto Osimo dedicato anche all'andamento delle sedi distaccate dell'Ente. Quando si trova a parlare di Cremona, il tono del Segretario Generale diventa fin troppo tranchant: "la sede non hai mai svolto alcuna azione concreta, ha creato qualche bibliotechina, tentato qualche ufficio di collocamento". In realtà, anche solo scorrendo i resoconti annuali o semestrali che ogni sede era tenuta a inoltrare alla sede milanese, per poi esserne pubblicati sull'house-organ, la situazione risulta ben più articolata.
cremonaLa sede di Cremona fu la prima Sezione distaccata a sorgere, nel 1907, insieme a quella di Piacenza , seguite, nel 1908, dalle sezioni di Brescia, Verona, Padova, Biella, Udine e Bergamo. Rispetto ad altre sedi (come quella di Verona, che lamentò in più occasioni lo scarso appoggio, soprattutto finanziario, da parte di Enti e istituzioni locali), la Sezione di Cremona fu voluta espressamente dall'Amministrazione cittadina (nella persona dell'Assessore Alessandro Groppali, eletto tra i primi nove consiglieri) e in pochi mesi poteva contare su un corpo sociale di 500 soci. Presto tra i consiglieri si aggiunsero anche rappresentanti del mondo cooperativo, come Primo Taddei, segretario della Federazione Provinciale delle Leghe Contadini (1913) e il valore della Sezione venne riconosciuto dai sussidi ricevuti dai Comuni limitrofi, fra cui Gussola, Martignana, Pieve San Giacomo, Pescarolo, Torei dei Picenardi.
Ad un anno dall'avvio delle sue attività, stando a quanto riportato su "L'Umanitaria" del 31 dicembre 1908, "la Sezione ha istituito un Ufficio di assistenza legale che ha trattato 45 cause, un Ufficio di collocamento che ha ricevuto 87 offerte di mano d'opera e ne ha soddisfatte 32, ha creato 4 bibliotechine viaggianti nei paesi della Provincia, ed ha iniziato un Ufficio di emigrazione".
Ma forse una delle iniziative più interessanti della Sezione, rispetto al "pacchetto standard" a cui doveva attenersi ogni singola sede (emigrazione, collocamento, cooperazione, assistenza), fu la Scuola per infermieri istituita nel 1911, inizialmente denominata "Scuola per l'assistenza agli infermi"; nel primo anno fu frequentata con assiduità da 70 persone tra uomini e donne, di cui "ottennero la promozione 29 alunne e 21 alunni", senza contare "le 25 suore infermiere, che superarono felicemente gli esami di promozione". Due anni dopo, nel 1913, tutti gli iscritti superarono gli esami, con punteggi molto alti, spingendo la Commissione dei Primari a "rinnovare il voto che gli allievi non addetti agli ospedali debbano frequentare i corsi della Scuola laica per infermieri", per fare pratica per il maggior tempo possibile.
L'azione della Sezione non si limitò ovviamente solo a questo. Molto intensi e duraturi furono i rapporti con il mondo cooperativo, sia per quanto riguardava l'assistenza medico-legale, sia per trovare lavoro alle cooperative in città e nel circondario, dove l'opera dell'Umanitaria era garantita dalla sottosezione di Casalmaggiore (pratiche riguardanti liquidazioni di indennità, applicazione delle leggi sociali, collocamento di operai, ispezioni contabili). Altrettanto importante l'impegno per il collocamento di manodopera (297 persone collocate tra luglio e settembre del 1911, 424 collocamenti nel 1920, 1.464 domande di lavoro ricevute nel 1922, con 177 collocamenti effettuati), un po' meno significativa l'azione nel campo dell'emigrazione, nonostante una incessante lotta "per impedire che i nostri lavoratori diventassero istrumenti di speculazione per certe imprese losche, nulla curanti e poco riguardose dei trattati internazionali: abbiamo vigilato - scrivevano nel 1923 - e fatto in modo di impedire che detti arruolamenti si effettuassero".
Soppressa dal fascismo, la Sezione rappresentò un capisaldo dell'opera dell'Umanitaria in Lombardia.


The Cremona Office
Claudio A. Colombo
english

In 1907, the Umanitaria created its very first local branches in Piacenza and Cremona, followed in 1908 by additional offices in Brescia, Verona, Padua, Biella , Udine and Bergamo. Unlike other offices (such as the one in Verona) that often suffered from lack of support by local authorities and organizations, particularly in financial terms, in Cremona the City Administration (and Alessandro Groppali who would become one of its first nine councilors) actively supported the Umanitaria Office that reached a membership of 500 within a few months.
As reported by "L'Umanitaria" on December 31, 1908, one year only into its activity, "it has established a Legal Aid Office that processed 45 lawsuits, an Employment Office that received 87 job applications and placed 32 workers, four small libraries that serve the hamlets of the District, and a Migration Office".
The office had an intense and enduring relation with the cooperative world both for medical and legal assistance programs and to support the work of cooperatives within the city and in the surrounding territory where the Umanitaria was present with an additional branch in Casalmaggiore. The activity of its recruitment office was equally important (297 placements between July and September 1911, 424 placements in 1920, 1,464 job applications and 177 placements in 1922). Its action in the migration field was slightly less significant in spite of its incessant commitment "to protect our workers from the speculation of shady enterprises that fail to respect and comply with International treaties: thanks to our supervision – they wrote in 1923 – such recruitments did not happen".
Until its suppression by the Fascist regime, the Cremona Office was a stronghold of the Umanitaria’s action across the Lombardy region.