Gli uffici in Svizzera Paola Signorino |
Non appena decise di occuparsi d’emigrazione (1903), la Società Umanitaria si rese conto che per fornire un'assistenza accurata ai nostri connazionali bisognava mettere in piedi un gruppo di uffici nelle principali nazioni che erano le destinazioni degli emigranti. Nel giro di pochi anni, grazie alla collaborazione con i Segretariati laici di assistenza (istituiti fra il 1901 e il 1902), con le organizzazioni professionali sul territorio e con i sindacati di categoria, veniva perciò realizzata una vastissima rete di uffici decentrati uniformati ai principi della sede centrale milanese: tutti i centri erano in contatto tra loro e si trasmettevano - quasi in tempo reale - informazioni e statistiche utili al compito da svolgere.
Già nel 1909 veniva iniziato l’esperimento per un Ufficio di assistenza in Francia (prima a Marsiglia, poi a Modane nel 1912, e infine a Nancy nel 1918), mentre in Svizzera, Germania e Austria esistevano già undici centri sussidiati dall’Umanitaria a Lugano, Zurigo, San Gallo, Winterthur, Basilea, Strasburgo, Metz, Amburgo, Monaco di Baviera, Innsbruck e Villach.
Grazie a esperti come Dino Rondani, Giovanni Walar, Nino Turati, l’opera degli uffici decentrati in Svizzera si estrinsecava in una moltitudine di attività, il cui punto di forza era la reperibilità di tutte le informazioni utili a scongiurare la pratica del krumiraggio, a tutelare i diritti degli emigranti (leggi e regolamenti), ad assicurare assistenza nei casi di infortunio sul lavoro all’estero e nei casi di invalidità.
I rapporti con le istituzioni locali erano assidue. A Lugano e Basilea, ad esempio, il sostegno dell'Umanitaria alla Camera e Segretariato del Lavoro del Canton Ticino e al Comitato Pro Emigranti Italiani era riconosciuto come un servizio nella sorveglianza per l'applicazione delle leggi sul lavoro, spesso disattese dalle aziende locali. A Berna erano cicliche le visite effettuate dal dirigente dell'ufficio d'assistenza agli emigranti alle colonie italiane in Svizzera. Molto utile era anche il sodalizio con i giornali in lingua italiana delle organizzazioni sindacali straniere coinvolte – ad esempio l’organo dell'Unione Svizzera delle Federazioni Sindacati, “L’operaio”, stampato a Berna, oppure "L'Avvenire del lavoratore", monitore del Partito Socialista Italiano in Isvizzera e dei Sindacati Italiani Federati al Gewerkschatbund di Lugano –, attraverso i quali si potevano lanciare appelli e dare informazioni certe sulle località dove si cercava manodopera.
Ma l’Umanitaria non pensava solo alle condizioni del lavoro e all'assistenza materiale (come per il progetto di un ricovero per emigranti di passaggio d'intesa con la Compagnia ferroviaria Berna - Loetschberg). Vi erano forme di intervento riguardanti gli aspetti dell’educazione degli emigranti (con larga attenzione verso gli aspetti dell’igiene e della pulizia), da portare avanti attraverso l’organizzazione di conferenze, la propaganda dei principi della previdenza (di concerto con il Comitato federale della Federazione delle cooperative italiane a Winterthur o con il Segretariato italiano della Svizzera orientale a San Gallo), l'elevazione culturale degli emigranti, come la Scuola di cultura popolare di Basilea o favorendo le attività dell'Università Popolare Italiana a Zurigo. Perché, come sosteneva con forza il deputato socialista Angiolo Cabrini, a capo dell’Ufficio emigrazione, “occorre illuminare, pulire, abituare a riflettere – non solo ad urlare e bestemmiare”.
Da segnalare, nel secondo dopoguerra, le numerose inchieste del “Bollettino quindicinale dell’emigrazione” sulle condizioni degli emigranti in Svizzera, ed il corso per animatori e dirigenti delle Colonie Libere Italiane in Svizzera (Meina, 16-22 luglio 1972).
The Switzerland offices Paola Signorino |
As soon as it decided to address the issue of migration (1903), the Società Umanitaria realized that a network of offices in the main destinations selected by migrants would be necessary to provide them with a satisfying assistance. The local branches based in Switzerland relied on experts like Dino Rondani, Giovanni Walar, Nino Turati to develop a wide range of activities, their main strength being the provision of the information required to prevent the practice of scabbing, protect the migrants’ rights, and provide assistance in case of accidents in the workplace.
The offices operated in close cooperation with the local authorities. In Lugano and Basel, for example, the Umanitaria’s support to the Canton of Ticino’s Secretariat of Labor and the Committee for Italian Migrants was recognized as a service that improved the enforcement of labor laws often disregarded by local businesses. In Bern, the manager of the local office for migrant assistance made regular visits to Italian migrants in Switzerland.
Labor conditions and material assistance were not the only goals of the Umanitaria’s action. With its programs, it also aimed at improving the migrants’ education by organizing lectures (in partnership with the Federal Committee of the Federation of Italian Cooperatives based in Winterthur or with the Italian Secretariat of Eastern Switzerland based in St. Gallen) and by supporting the School of Popular Culture or the Italian Popular University’s activities in Zurich.
After World War II, other noteworthy initiatives included the surveys conducted by the “Fortnightly Bulletin of Migration” about the conditions of migrants in Switzerland, and the course for entertainers and managers of the Free Italian Colonies in Switzerland (Meina, July 16-22, 1972).