L’Ufficio di confine di Ventimiglia Claudio A. Colombo |
L’Ufficio di Ventimiglia venne costituito nel giugno del 1917, dopo che per anni le amministrazioni locali ed il Regio Commissariato d’Emigrazione avevano lungamente vagheggiato la nascita di un Segretariato dell’Emigrazione che, nella città sulla più importante linea di traffico viaggiatori tra l’Italia meridionale, la Toscana, la Liguria e la Francia, ponesse fine a soprusi e angherie a cui erano continuamente sottoposti i nostri emigranti, senza alcuna istituzione che potesse assicurarne una minima assistenza.
A rendere evidente la deficienza dei servizi di confine ci volle la guerra, che obbligò al rimpatrio migliaia di famiglie residenti in Francia e nel contempo sottopose all’attenzione degli Enti locali, prima incredibilmente indifferenti ai dolori di tanta gente, la drammatica odissea che i nostri connazionali stavano vivendo ogni giorno. Ma prima che la Società Umanitaria fosse incaricata di aprire un proprio ufficio a Ventimiglia, bisognò aspettare che riprendesse vigore il mercato francese e ci fosse bisogno che qualcuno si impegnasse in un’opera quotidiana di controllo, di vigilanza e di assistenza.
“L’esperienza ormai ci insegna che il concorso dei Comuni, della Provincia, delle Associazioni non precede ma segue l’azione di questi nostri istituti – si legge in un report dell’Umanitaria – è solo quando si è acquisita la certezza che il compito loro affidato assume un’importanza nazionale, come è il caso di Ventimiglia”, che la presenza e l’azione dell’Umanitaria diventava un fatto incontestabile.
Acquisito un stabile di proprietà limitrofo alla stazione (dove presto trovarono sede anche il Commissariato Generale dell’Emigrazione, e persino l’Opera Bonomelli), nel giro di pochi anni l’ufficio di confine si consolida e acquisisce rinascimenti sia dalle Autorità italiane che da quelle francesi, in particolare dal Sindacato Italiano Cooperativo per i Lavori all’estero. In continuo contatto sia con la sede centrale sia con altri uffici (come quello di Marsiglia), la posizione strategica a Ventimiglia permetteva di poter assicurare un servizio di assistenza agli emigranti – scongiurando la piaga dell’emigrazione clandestina – e un servizio di tutela degli operai collocati in Francia – contenendo la piaga del krumiraggio –, nonché di rappresentare un punto di raccolta e di indagine per ottenere informazioni preziose per le statistiche dei flussi migratori in Europa e oltreoceano. Nel 1923, ad esempio, gli emigranti in transito furono 52.536 (per la maggior parte lavoratori agricoli come carbonai e boscaioli), quasi tutti diretti a paesi continentali e specialmente in Francia e nel Principato di Monaco e solo in minima parte in Spagna, Belgio, colonie francesi e Inghilterra, mentre gli emigranti per paesi transoceanici erano diretti per la maggior parte nell’America Centrale.
Assidua l’opera di propaganda e di educazione, di assistenza per le assicurazioni sociali e per il rilascio di certificati, di collocamento di manodopera temporanea e stagionale, comprovata dall’aumento esponenziale, anno dopo anno, delle pratiche condotte a termine: 2.121 le pratiche del 1921, 2.704 quelle del 1922, 6.824 quelle del 1923.
The Border Office in Ventimiglia Claudio A. Colombo |
In June 1917, the Umanitaria opened an office in Ventimiglia, the city located on the main railway line used by migrants to travel from Southern Italy, Tuscany, and Liguria to France. There, the local authorities and the Royal Commissioner for Migration had been discussing for years the creation of a Secretariat for Migration in order to put an end to the constant harassment and humiliation inflicted on Italian migrants.
Within a few years, the border office located in a building close to the railway station became increasingly organized and obtained recognition from both Italian and French authorities, namely the Italian Cooperative Trade Union for Workers abroad. The border office was constantly in touch with both the headquarters and other offices (particularly the one in Marseille – LINK) and relied on its strategic location in Ventimiglia to provide a much-needed assistance to migrants – it averted the scourge of clandestine migration – as well as protection for workers already living in France – thereby curbing the scourge of scabbing. In addition, it gathered and assessed information about migration flows within Europe and overseas. In 1923, for example, 52,536 migrants (mostly rural workers such as coalmen and lumberjacks) transited through Ventimiglia, almost entirely headed to continental countries, namely France and the Principality of Monaco, and only to a minimal extent to Spain, Belgium, the French colonies and England, while the migrants headed overseas mostly chose Central America.
As testified by the exponential increase in completed dossiers – 2,121 in 1921, 2,704 in 1922, and 6,824 in 1923 – the office developed a continuing activity for propaganda and education, assistance for social insurance and issuance of certificates, placement of temporary and seasonal workforce.