La Società Umanitaria - Cineteca Sarda di Cagliari collabora alla manifestazione "Ilos de seda e de oro", una mostra con percorso interattivo dedicata al costume di Oliena, alla sua storia e al prezioso lavoro di ricamo. La Cineteca Sarda partecipa mettendo a disposizione un montaggio di spezzoni audiovisivi tratti da documentari storici in cui il costume del paese barbaricino è al centro dell'attenzione. Il montaggio sarà proiettato in diversi appuntamenti nel corso della manifestazione.

La mostra, organizzata dal Comune di Oliena e dal Presidio Turistico Galaveras, si svolge all'ex Collegio dei Gesuiti, via Canonico Bisi, dall'11 settembre al 3 novembre 2024

La rassegna ‘Incanti’ prosegue sabato 7 settembre con la presentazione di due libri e, a seguire, con la proiezione di un film muto in collaborazione con il CSC della Società Umanitaria - Cinteca Sarda di Cagliari:

programma:

• ore 19.15 - Nuraghe Diana
presentazione dei libri "Nonostante tutto" e "Il primo giorno di scuola"
di Daniele Altieri
dialoga con l'autore Veronica Cadelano (pedagogista)
letture di Monica Zuncheddu

 ore 20.30 - Nuraghe Diana
proiezione del film "Cainà - L'isola e il continente" di Gennaro Righelli (1922)
musiche dal vivo con Rocco De Rosa (pianoforte)
introduce Antonello Zanda.

L'ingresso è libero e gratuito.

Rocco De Rosa commenta al pianoforte Cainà - l’Isola e il continente, film muto girato in Sardegna nel 1922 dal regista Gennaro Righelli.
Cainà: l’isola e il continente (1922) | Cainà: The Island and the Continent (1922)
Il rapporto tra musica e cinema o in genere, tra musica e immagini ha da sempre caratterizzato la ricerca musicale di Rocco De Rosa non solo per la grande passione che lega il musicista all’arte cinematografica ma anche per una naturale forza “visiva” delle sue composizioni. I riferimenti stilistici alla musica d’epoca o alla colonna sonora originale sono solo lontanamente evocati e quello che si ascolta è uno stile moderno ma nello stesso tempo classico, nel senso che viene restituita una melodicità e un’espressività avvertita come “familiare”, naturale, attraverso una sensibilità moderna.
Chi è Cainà? “Degenerata”, la definisce la sua stessa madre. “Strega”, la apostrofano i vegliardi del villaggio. È una che “se l’è andata a cercare”? O è l’ennesimo spirito libero destinato a ritrovarsi triturato dagli atavici ingranaggi di una società che si alimenta del proprio immobilismo?
Per spezzare l’immobilismo possiamo immaginare due strategie: ribellarsi in casa, oppure darsi alla fuga. Cainà sceglie la seconda. O forse, più che una scelta, è un impulso. “Il suo desiderio appartiene solo al mare e a terre sconosciute”, ci spiega una didascalia. L’isola la asfissia. Le riempiono invece testa e polmoni i racconti dei marinai accampati attorno al fuoco, che lei ascolta di nascosto. Cainà, più che una figlia di Iorio di dannunzianza memoria, forse anche più che un’eroina alla maniera di Grazia Deledda, sembra una Bovary analfabeta. Si infila clandestinamente nel veliero, per andare. La distanza non è tanta, ma anche in un breve tratto di mare le onde possono diventare cattive. E Righelli è un regista marittimo spettacolare. Cosa cerca Cainà con questa fuga? Uno spiraglio di felicità? Non ci è chiaro, e forse neanche a lei.
Tra i tanti meriti di quest’opera densa, tesa, compatta, disperata, talvolta incomprensibile, c’è la Sardegna. Nelle ricerche pluriennali che abbiamo dedicato al paesaggio italiano nei primi anni del Novecento, spicca l’assenza di immagini cinematografiche dedicate al territorio sardo. Cainà è il film che più si avvicina a quei ‘dal vero’ perduti. Nei panorami fantasticamente aspri della Gallura, nei villaggi che sembrano tutt’uno con la pietra, nei nuraghi ineffabili, nel folklore delle feste di paese, nei lamenti funebri… Gianni Olla, tra i maggiori conoscitori del cinema sardo, capace di individuare con precisione chirurgica le location del film (“tra Aggius e Bortigiadas”, prevalentemente), arriva a dire che pure gli interni sono arredati “con scrupolo quasi etnografico”.
“…Maria Jacobini diede il fuoco della sua viva interpretazione alla figura proterva, maliosa e sognatrice di Cainà, esprimendo col gioco mirabile della maschera incisiva e prodigiosa, l’eterno fatale tormento della camminante senza pace”.
Andrea Meneghelli


All'interno di ‘Incanti’, la rassegna che da luglio si svolge nei siti storico-archeologici del litorale quartese, tra il Nuraghe Diana di Is Mortorius e la Villa Romana di Sant’Andrea, venerdì 6 e sabato 7 settembre si terranno due proiezioni in collaborazione con il CSC della Società Umanitaria - Cinteca Sarda di Cagliari.

• venerdì 6 settembre ore 20.30, Nuraghe Diana
proiezione del film "Il monello" di Charlie Chaplin
musiche dal vivo con Rocco De Rosa (pianoforte)
introduce Antonello Zanda.

L'ingresso è libero e gratuito.

La rassegna è organizzata dalla DD-Events  e si avvale della direzione artistica e scientifica dell’archeologa Patrizia Zuncheddu. È promossa e finanziata dal Comune di Quartu Sant’Elena e dalla Fondazione di Sardegna, con il patrocinio della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna.

'Il monello': un film con un sorriso e, forse, una lacrima.
Tra le tante transizioni e trasformazioni che segnarono la carriera di Charlie Chaplin, nessuna fu importante quanto quella che coincise con la realizzazione del Monello. Nel 1914, durante il periodo trascorso ai Keystone Studios di Mack Sennett, Chaplin aveva già cominciato a dirigere se stesso. In pochi anni la durata dei suoi film passò da trenta minuti scarsi a un'ora abbondante. Il monello, uscito nel 1921, era il suo film più lungo. Vita da cani Charlot soldato, entrambi del 1918, avevano già superato la forma breve dei cortometraggi precedenti, ma Il monello fu il primo vero lungometraggio di Chaplin, in sei rulli (originariamente più di un'ora) e con una struttura drammatica innovativa. Il monello inserisce il personaggio di Charlot nella vicenda drammatica della Donna (interpretata da Edna Purviance), che abbandona il figlio illegittimo condannandosi a una vita di rimorsi e sensi di colpa.
All'ampliarsi del respiro drammatico dei film di Chaplin corrispondeva un nuovo stato d'animo. Anche se il lato malinconico e sentimentale era già emerso agli inizi della sua carriera cinematografica (possiamo probabilmente farne risalire la prima apparizione al finale di Il Vagabondo, del 1915), fu con Il monello che Chaplin adottò un approccio decisamente emotivo. "Un film con un sorriso - e, forse, una lacrima", recita la prima Charlot e il monello in uno degli abbracci più celebri della storia del cinema didascalia. Ed è qui che affonda le sue radici questa commistione, questo sguardo aggraziato in bilico tra risata e dolore, che caratterizzerà tutta la produzione successiva di Chaplin. Secondo alcuni critici, questa nuova intensità emotiva affranca l'arte di Chaplin dalle sue radici slapstick. Secondo altri, essa finisce per corrompere quella fonte inesauribile di comicità disordinata trasformando il genio anarchico del cinema in un clown sentimentale. La verità è che Il monello mostra fino a che punto lo slapstick irriverente di Chaplin s'intrecci al sentimento. E più che rendere Charlot accettabile ai gusti borghesi dell'epoca, la nuova estensione emotiva di Chaplin pone le basi del suo fascino senza tempo. [...]

[Tom Gunning, Il cinema ritrovato]

La rassegna Si muove la città, organizzata dal Comune di Cagliari in collaborazione con varie realtà cittadine che si occupano di teatro, musica, cinema e animazione, si chiude il 9 settembre con un appuntamento a cura della Società Umanitaria - Cineteca Sarda di Cagliari:


• 9 settembre ore 20.30, piazza Paese di Seui, proiezione del film
L'uomo che comprò la luna, di Paolo Zucca
saranno presenti il regista Paolo Zucca e Jacopo Cullin, protagonista del film

L'ingresso è libero e gratuito.

Trama: Una coppia di agenti segreti italiani riceve una telefonata concitata dagli Stati Uniti: pare che qualcuno, in Sardegna, sia diventato proprietario della luna. Il che, dal punto di vista degli americani, è inaccettabile, visto che i primi a metterci piede, e a piantarci la bandiera nazionale, sono stati loro. I due agenti reclutano dunque un soldato che, dietro lo pseudonimo di Kevin Pinelli e un marcato accento milanese, nasconde un'identità sarda: si chiama infatti Gavino Zoccheddu e la Sardegna ce l'ha dentro. Per portarla in superficie i due agenti ingaggiano un formatore culturale sui generis che, da emigrato nostalgico, trasforma Gavino in un archetipo del vero maschio sardo. [...] 

[mymovies.it]

Un nuovo appuntamento cinematografico organizzato dalla Società Umanitaria - Cineteca Sarda di Cagliari all'interno della rassegna Si muove la città:

• il 4 settembre alle 20.30, nel cortile Sant'Eulalia, proiezione del film
Deu ci seu di Michele Badas e Michele Demurtas (2023, 81')

L'ingresso è libero e gratuito.

Trama: Nel giugno 1997, circa 20.000 persone si mettono in viaggio dalla Sardegna verso Napoli per assistere a una partita di calcio dove è ammesso solo un risultato: la vittoria. Il Cagliari Calcio, la squadra dell’isola, deve giocare uno spareggio per poter rimanere in Serie A. Deu Ci Seu racconta la storia di questo viaggio unico e irripetibile. L’esodo più imponente nella storia della Sardegna: un intero popolo si mobilita per sostenere, tra mille ostacoli, uno dei simboli della propria identità.



Dal primo agosto al 9 settembre a Cagliari va in scena “Si muove la città”, un'iniziativa culturale organizzata dall'amministrazione comunale per arricchire il programma estivo cittadino con una serie di spettacoli ed eventi in 9 piazze e luoghi simbolo di Cagliari. La rassegna prevede un calendario di appuntamenti con artisti locali e non solo, del calibro di Giorgio Porrà, Massimiliano Medda, Flavio Soriga, Riccardo Milani, Fabio Marceddu, Salvatore Mereu, Jacopo Cullin e Paolo Zucca, i maestri della Scuola civica di Musica di Cagliari e altri, che incontreranno il pubblico nei Giardini sotto le mura, all'ExMa, al Parco della Musica, al Bastione di Saint Remy, a Giorgino, in piazzetta Aquilino Cannas, all'ex Vetreria di Pirri, nel Cortile Sant'Eulalia e in piazza Paese di Seui. Tutti gli eventi sono a ingresso libero e gratuito.

All'interno del ricco programma sono presenti anche 3 appuntamenti cinematografici organizzati dalla Società Umanitaria - Cineteca Sarda di Cagliari:

• mercoledì 28 agosto, ore 20.30 > piazza Aquilino Cannas:
Bellas mariposas di Salvatore Mereu (2012, 100')

• mercoledì 4 settembre, ore 20.30 > cortile Sant'Eulalia 
Deu ci seu di Michele Badas e Michele De Murtas (2023, 81')

• lunedì 9 settembre, ore 20.30 > piazza paese di Seui
L'uomo che comprò la luna di Paolo Zucca (2018, 105')
alla presenza del regista Paolo Zucca e del protagonista Jacopo Cullin.

BELLAS MARIPOSAS

Trama: Cate e Luna sono due 'farfalle', o meglio, due ragazze nel pieno di un'adolescenza rigogliosa, ricca di sogni e paure. Le due amiche, pur vivendo nella squallida periferia di Cagliari, stanno muovendo i loro primi passi verso la vita, fantasticando grandi progetti di riscossa. Soprattutto Cate, vorrebbe diventare una rockstar e scappare subito da quella casa in cui vive con i suoi numerosi, problematici fratelli e con un padre tiranno che le impedisce persino di cantare. E poi c'è Gigi, innamorato di Cate, ma troppo timido e innamorato per mancarle di rispetto. In un lungo giorno di agosto, le due ragazze si troveranno a dover proteggere Gigi da Tonio, il fratello di Cate, che lo vuole uccidere. Quando tutto sembra perduto, l'intervento di una bellissima donna - la coga Aleni, una strega che legge la sorte degli abitanti del quartiere - farà prendere alle cose una nuova piega...

Critica: "Ispirandosi a un bellissimo racconto/monologo di Sergio Atzeni, scrittore sardo prematuramente scomparso, racconta una torrida giornata d'agosto in quel di Santa Lamenera, immaginario quartiere della periferia di Cagliari. (...) È una trama che potrebbe essere un episodio di 'Gomorra', ma Mereu - appoggiandosi molto sulla scrittura di Atzeni - fa un'operazione diversissima: è la stessa Cate a raccontarci la propria giornata, guardando in macchina e rivolgendosi a noi spettatori, in un effetto-straniamento che fa molto Nouvelle Vague piuttosto che neo-neorealismo alla 'Mery per sempre'. Il risultato è un film originalissimo, crudo ma qua e là fragorosamente divertente, in cui il brulicante mondo di Santa Lamenera sembra qualcosa a metà fra la Little Italy di Scorsese e lo slum di un musical di Bollywood. Mereu ha talento da vendere, e la piccola Sara Podda (non professionista, come quasi tutto il cast) è una rivelazione assoluta. Uno dei migliori film italiani della stagione." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 9 maggio 2013)

La rassegna "Dalle stelle alle stalle" si chiude con un appuntamento dedicato a Glauber Rocha:

• giovedì 8 agosto, ore 21 circa
al Parco di Monte Claro, nello spiazzo antistante la cappella S. M. Chiara
"Il dio nero e il diavolo biondo" (Glauber Rocha, Brasile, 1964, 120')

L'ingresso è libero e gratuito.

Il dio nero e il diavolo biondo

Manuel, un povero "vaquero", deve darsi alla macchia con la moglie Rosa perchè, per liberarsi dell'iniquità di cui è stato vittima, ha ucciso il padrone e le sue guardie. Nel loro peregrinare incontrano Sebastiao, santone negro, e preda di mistiche suggestioni e lo seguono, nel suo predicare una visione paradisiaca del mondo. Ma quando questi viene ucciso e i suoi seguaci trucidati, Manuel e Rosa, scampati, raggiungono un gruppo di "cangaceiros" guidati da Corisco, detto "Diavolo Biondo". Qui Manuel viene educato ad una scuola di brutalità e di ferocia, finchè il capo ribelle viene ucciso da un sicario delle autorità governative. Il vaquero comprende pero' che Dio e Diavolo convivono nel Dio Nero e nel Diavolo Biondo e che a nessuno dei due appartiene la terra. La lotta piuttosto deve essere combattuta indistintamente da tutti gli uomini perchè la terra è la loro casa.

[ilcinematografo.it]

Per il quarto appuntamento la rassegna "Dalle stelle alle stalle" propone un film che è una sorta di omaggio del cinema western alle donne, tradizionalmente marginali in questo genere cinematografico:

• giovedì 11 luglio alle ore 21 circa (al primo buio)
al Parco di Monte Claro, nello spiazzo antistante la cappella S. M. Chiara
proiezione del film "Donne verso l'ignoto" (William A. Wellman, USA, 1951, 118’)

L'ingresso è libero e gratuito.

Donne verso l'ignoto
Se si pensa al ruolo centrale conquistato dalle donne nei western degli anni Cinquanta (Joan Crawford in Johnny Guitar, Barbara Stanwyck in Quaranta pistole), è strano che tra i migliori film di quel glorioso decennio sia citato così raramente Westward the Women di Wellman, splendido ritratto di un gruppo femminile. Nonostante The Ox-Bow Incident e Yellow Sky possano vantare una fama più solida, questo western è uno dei migliori del regista. Una carovana di donne guidata da Robert Taylor ripropone più o meno le vicende di Fiume rosso. Il film è meno profondo del capolavoro di Hawks e in un certo senso più duro e realistico quando si tratta di descrivere le difficoltà e le sconfitte della vita. Un altro grande film di quegli anni, La carovana dei mormoni di Ford, appare quasi romantico al confronto. Wellman è un duro che sa unire tenerezza e crudeltà in modo sorprendente. In Wild Boys on the Road un ragazzo perde una gamba in un incidente e in Westward the Women un bambino di dieci anni viene ucciso per sbaglio dalla madre che si esercita a sparare. Questa totale imprevedibilità è un elemento centrale del fascino di Wellman. Westward the Women conferma che l’elemento più congeniale a Wellman è la pioggia, qui mescolata alla polvere, ai tuoni, a immagini di cavalli intrappolati nella sabbia e più generalmente a una disperata lotta per la sopravvivenza. In questo film tutto sembra remare contro, producendo una visione di sangue, sudore e lacrime che minaccia di trasformare la terra promessa in un’allucinazione. Ma il sogno non svanisce, e con la nascita di una nuova vita il regista sa sapientemente creare un evento collettivo. Film corale e poco divistico, e forse proprio per questo meno noto di quanto meriterebbe, Westward the Women pone al centro della scena tante donne sconosciute che nel loro viaggio verso l’ignoto “perdono la vita, e conquistano l’immortalità”. 

[Peter von Bagh, ilcinemaritrovato]

La rassegna di cinema all'aperto "Dalle stelle alle stalle" prosegue con un nuovo appuntamento dedicato alla fantascienza.

• giovedì 4 luglio alle ore 21 circa (al primo buio)
al Parco di Monte Claro, nello spiazzo antistante la cappella S. M. Chiara
proiezione del film "Ultimatum alla Terra" (Robert Wise, USA, 1950, 88’)

L'ingresso è libero e gratuito.

Ultimatum alla Terra
Atterra un giorno a Washington un gigantesco disco volante, dal quale esce uno strano essere, dall'aspetto umano. Il gesto intempestivo d'un soldato, che spara addosso allo sconosciuto, provoca l'intervento di un automa metallico uscito, a sua volta, dal disco. Un raggio misterioso, proveniente dall'automa, provoca la disintegrazione delle armi dei soldati. Lo sconosciuto, che risponde al nome di Klaatu, ferito, viene portato all'ospedale. Egli vorrebbe conferire con i capi di tutti gli Stati, ma poiché non gli riesce, sfugge alla sorveglianza e si presenta, sotto falso nome, ad una pensione familiare. Qui fa amicizia con una giovane vedova di guerra, Helen, e con suo figlio Bobby. Con l'aiuto di Bobby, Klaatu riesce ad avvicinare il celebre prof. Bernhard, al quale dichiara d'essere latore d'un messaggio per gli abitanti della terra. Egli vorrebbe convincere i capi di tutti gli Stati a non tentare temerarie avventure atomiche, che metterebbero in pericolo l'equilibrio dell'universo. Mentre Bernhard convoca d'urgenza un congresso scientifico internazionale, Klaatu viene aggredito e ferito mortalmente dalle truppe. Con l'aiuto di Helen, Klaatu riesce ad impedire l'intervento dell'automa: recuperate momentaneamente le forze vitali, egli rivolge all'umanità il suo messaggio e riparte.


[fonte cinematografo.it]

La rassegna di cinema all'aperto "Dalle stelle alle stalle", per il secondo appuntamento, propone un grande classico del cinema western:

• martedì 2 luglio alle ore 21 circa (al primo buio)
al Parco di Monte Claro, nello spiazzo antistante la cappella S. M. Chiara
proiezione del film "Ombre rosse" (John Ford, USA, 1939, 96')

L'ingresso è libero e gratuito.

Ombre rosse
Nuovo Messico 1880: una diligenza lascia una città per raggiungere un forte. I passeggeri sono una prostituta (Trevor), un commerciante di liquori, un banchiere, una donna incinta, un giocatore di professione (Carradine), un medico alcolizzato (Mitchell), uno sceriffo (Bancroft), ai quali si aggiunge Ringo (Wayne), evaso (ma è innocente) dal carcere per vendicarsi di Luca, assassino di suo padre. La diligenza fa sosta in alcune stazioni e alla fine del viaggio viene assalita dagli indiani. Nel frattempo i rapporti umani si sono intrecciati e ognuno ha rivelato se stesso. Il banchiere era semplicemente un ladro, la donna ha partorito, il giocatore muore, il medico si riscatta, il commerciante avrà qualcosa da raccontare, Ringo compie la sua missione. Lo sceriffo lo arresta, ma poi lo lascia fuggire con la prostituta. Non c'è dubbio che si tratti di uno dei più grandi film mai realizzati, riconosciuto universalmente anche dai recensori più severi e aristocratici. [...]

[fonte MyMovies]

Primo appuntamento della rassegna "Dalle stelle alle stalle", XIV edizione di Pagine di cinema in bianco e nero, organizzata dal CSC Cagliari della Società Umanitaria - Cineteca Sarda in collaborazione con la Città Metropolitana di Cagliari, il Sistema Bibliotecario Monte Claro e la Pro Service S.p.a.

giovedì 20 giugno alle ore 21 circa (al primo buio)
al Parco di Monte Claro, nello spiazzo antistante la cappella S. M. Chiara
proiezione del film "Aelita" (Jakov Aleksandrovič Protazanov, URSS, 1924)

L'ingresso è libero e gratuito.

Aelita
(URSS 1924, bianco e nero, 116m a 22 fps); regia: Jakov A. Protazanov; produzione: Mežrabpom-Rus′; soggetto: dall'omonimo romanzo di Aleksej N. Tolstoj; sceneggiatura: Aleksej Fajko, Fëdor Ocep, Aleksej N. Tolstoj; fotografia: Jurij Željabužskij, Emil Schünemann; scenografia: Sergej Kozlovskij (su bozzetti di Victor A. Simonov, Isaak Rabinovič); costumi: Aleksandra Ekster.

Per sfuggire ai problemi della vita terrestre nella Russia degli anni del 'comunismo di guerra', l'ingegnere Los′ decide di costruire una nave spaziale per recarsi su Marte. Un giorno, in preda a una crisi di gelosia provocata da un vicino che corteggia sua moglie, Los′ spara alla donna e abbandona la propria abitazione, pensando che sia arrivato il momento di partire assumendo i panni del collega Spiridonov. Nel suo viaggio interplanetario viene inseguito da Gusev, un soldato dell'Armata Rossa che sogna di organizzare una rivoluzione su Marte, e da Kravcov, un detective che gli sta alle costole con l'intenzione di arrestarlo per l'omicidio della moglie. Arrivato su Marte, Los′ si innamora di Aelita, la sovrana del pianeta, ammaliato dalla sua straordinaria bellezza. Ma in seguito a un complotto del primo ministro del pianeta i viaggiatori vengono catturati e rinchiusi nei sotterranei in cui vivono gli schiavi. Gusev, aiutato dalla domestica di Aelita, scatena una sommossa tra gli schiavi di Marte. La vittoria degli insorti è quasi certa, ma all'ultimo momento la situazione si capovolge a causa del tradimento di Aelita. In preda alla collera, Los′ si risveglia alla stazione di Mosca, dove era riuscito a sfuggire al detective. Tutte le sue avventure su Marte, così come il viaggio, non erano che un sogno. Egli scopre poi che la moglie, che in realtà non ha ucciso, non l'aveva mai tradito. Los′ decide di distruggere il proprio progetto della nave spaziale, fermamente intenzionato a rimanere per sempre sulla Terra.

[fonte: Treccani]

Il 21 giugno alle ore 18 a Monserrato nella sede dell'Associazione Sirio Sardegna Teatro in via XXXI marzo 1943 n. 28 si terrà un incontro dedicato alla figura di Giacomo Matteotti, in occasione del centenario del suo brutale assassinio per mano fascista. L'iniziativa è organizzata dall'ANPI sezione Monserrato, dal CSC Cagliari della Società Umanitaria - Cineteca Sarda, dalla Fondazione Enrico Berlinguer e dalla Fondazione di Sardegna.

Introduce e coordina:
Gian Piero Liori
Fondazione Enrico Berlinguer

Interventi di:
Valeria Deplano
Università di Cagliari, Issasco

Antonello Zanda
Cineteca Sarda di Cagliari
presenta il documentario "Il delitto Matteotti" di Nelo Risi (1956)
a seguire proiezione del documentario

Interviene:
Michela Padolini
ANPI sezione Monserrato "Corona - Tinti"

L'ingresso è libero e gratuito.

Giovedì 20 giugno al Parco di Monte Claro parte la nuova rassegna di cinema all'aperto dal titolo DALLE STELLE ALLE STALLE ~ Pagine di cinema in bianco nero XIV, organizzata dal CSC Cagliari della Società Umanitaria - Cineteca Sarda in collaborazione con la Città Metropolitana di Cagliari, il Sistema Bibliotecario Monte Claro e la Pro Service S.p.a.

Il programma:

• giovedì 20 giugno, ore 21 circa (al primo buio)
Aelita (Jakov Aleksandrovič Protazanov, URSS, 1924)

• giovedì 27 giugno, ore 21 circa
Ombre rosse (John Ford, USA, 1939, 96')

• giovedì 4 luglio, ore 21 circa
Ultimatum alla Terra (Robert Wise, USA, 1950, 88’)

• giovedì 11 luglio, ore 21 circa
Donne verso l'ignoto (William A. Wellman, USA, 1951, 118’)

• giovedì 18 luglio, ore 21 circa
L'invasione degli ultracorpi (Don Siegel, USA, 1956, 80’)

• giovedì 25 luglio, ore 21 circa
Furia selvaggia - Billy Kid (Arthur Penn, USA, 1958, 102')

• giovedì 1 agosto, ore 21 circa
Il villaggio dei dannati (Wolf Rilla, USA, 1960, 80’)

• giovedì 8 agosto, ore 21 circa
Il dio nero e il diavolo biondo (Glauber Rocha, Brasile, 1964, 120')

Ingresso libero e gratuito.

In occasione del centenario dell'ultimo discorso di Giacomo Mattotti in Parlamento, giovedì 30 maggio al Cinema Greenwich di Cagliari alle ore 18.00 sarà proiettato il film:
"Il delitto Matteotti" di Florestano Vancini (Italia, 1973).

Organizza la Società Umanitaria - Cineteca Sarda di Cagliari in collaborazione con la Fondazione Berlinguer e l'Associazione culturale Gramsci di Cagliari.
L'ingresso è libero e gratuito.

IL DELITTO MATTEOTTI
Italia 1924. Giacomo Matteotti, segretario del Partito Socialista, chiede alla Camera che vengano annullate le elezioni del 6 aprile a causa delle illegalità e delle violenze che hanno dato al fascismo la maggioranza dei voti. Il 10 giugno alcuni fascisti rapiscono e percuotono a morte il deputato. L'opinione pubblica ne è sconvolta, l'opposizione politica si coagula e decide di boicottare i lavori del Parlamento astenendosene, (il cosiddetto Aventino). Mussolini, preoccupato, dispone che la polizia, obbediente al suo partito, arresti alcuni responsabili, sottraendoli alla magistratura. Mentre il Re rifiuta di togliere la fiducia al Capo del Governo e gli esponenti fascisti esigono da Mussolini la maniera dura, questi rimonta pian piano la crisi dell'isolamento fino a che il 3 gennaio 1925 dichiara alla Camera di assumersi tutte le responsabilità politiche, morali e storiche del delitto, e che spazzerà le opposizioni. E' l'inizio vero e proprio della dittatura. [cinematografo.it]


Ogni mese per due mattine lo spazio della mediateca di via XX settembre n. 20 a Cagliari è a disposizione di un gruppo di persone adulte con disabilità, per la visione di un film scelto autonomamente all'interno del vasto archivio della Cineteca. 

Il CSC Cagliari della Società Umanitaria - Cineteca Sarda ha avviato una collaborazione con L'ANFFAS Onlus Cagliari, un’associazione creata dai genitori, familiari e amici di persone con disabilità intellettiva e relazionale, aderente alla rete associativa nazionale Anffas, che opera al fine di garantire benessere e qualità di vita alle persone con disabilità e ai loro familiari, promuovendo la loro piena partecipazione e inclusione. La convenzione prevede che la mediateca di via XX settembre sia a disposizione dei gruppi di ragazzə dell'Anffas per due mattine al mese, per la proiezione di un film che viene scelto con il supporto e la consulenza delle operatrici della Cineteca Sarda.

Il Centro Servizi Culturali della Società Umanitaria - Cineteca Sarda di Cagliari, grazie ai contributi della Regione Autonoma della Sardegna, al sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission, alla collaborazione di Sardegna Ricerche e Sa Manifattura, al partenariato di A.S.C. - Associazione italiana Scenografi, Costumisti e arredatori, e grazie alla disponibilità di Cinecittà, EDI - Effetti Digitali Italiani e Imaginari Factory, organizza una grande manifestazione interamente dedicata al tema della scenografia cinematografica: attraverso un percorso articolato in cinque proiezioni, quattro incontri, tre masterclass e una tavola rotonda, e impreziosito dalla presenza di tanti ospiti e numerose collaborazioni, scopriremo l'arte e la tecnica di creare e allestire, attraverso opportune soluzioni pittoriche, architettoniche e prospettiche, anche digitali, le scene per una rappresentazione cinematografica.

Tutti gli appuntamenti si terranno presso l'Auditorium di Sa Manifattura, ingresso vico I XX Settembre, Cagliari, con ingresso libero e gratuito (fino a esaurimento dei posti disponibili).
Per tutta la durata della manifestazione, sarà visitabile una esposizione di disegni, bozzetti e foto di scena dei film dei registi Giovanni Columbu ed Enrico Pau.


PROGRAMMA:

• lunedì 13 maggio 2024
Inaugurazione
- ore 19: incontro, dedicato allo scenografo Dante Ferretti, con David Miliozzi, biografo di Ferretti e autore, con lui, del libro "Immaginare prima. Le mie due nascite, il cinema, gli Oscar"(Jimenez, 2022) e il regista e critico cinematografico Sergio Naitza
- ore 20: proiezione di "Gangs of New York" di Martin Scorsese (USA, 2002, 167’ - scenografie di Dante Ferretti, Francesca Lo Schiavo e Stefano Maria Ortolani)


• martedì 14 maggio 2024
La Sardegna, scenografia naturale
- ore 18.30: incontro con Ilaria Sadun, Pietro Rais e Fondazione Sardegna Film Commission
- ore 20.30: proiezione di "Figlia mia" di Laura Bispuri (Italia, 2018, 100’ - scenografie di Ilaria Sadun)


• mercoledì 15 maggio 2024
Cinecittà eterna
- ore 18.30: incontro con Simona Balducci, responsabile del reparto costruzioni scenografiche di Cinecittà e Myriam Mereu, assegnista di ricerca nell’ambito del PRIN ATLas - Atlante delle Televisioni Locali in Italia
- ore 20.30: proiezione di "Amarcord" di Federico Fellini (Italia, 1973, 123’ - scenografie di Danilo Donati) in occasione del 50° anniversario della presentazione internazionale al Festival di Cannes 1974


• giovedì 16 maggio 2024
Meraviglie in scena: effetti speciali e visivi, creature e animatronics
- ore 18.30: incontro con Leonardo Cruciano, fondatore di Imaginari Factory
- ore 20.30: proiezione de "Il racconto dei racconti – Tale of Tales" di Matteo Garrone (Italia, 2015, 133’ – scenografie di Dimitri Capuani e Alessia Anfuso, effetti speciali di Leonardo Cruciano)


• venerdì 17 maggio 2024
La scena svelata
- ore 18.30: tavola rotonda con lǝ scenografǝ Lorenzo Baraldi e Paola Comencini, e Renato Lori, professore presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli
- ore 20.30: proiezione de "Il marchese del Grillo" di Mario Monicelli (Italia, 1981, 135’ – scenografie di Lorenzo Baraldi)


FORMAZIONE:
• venerdì 17 maggio 2024, ore 10.30: masterclass riservata alle scuole superiori > “Set Extension e Virtual Production: un viaggio nelle scenografie digitali” a cura di Susanna Calabrese di EDI - Effetti Digitali Italiani
• sabato 18 maggio 2024, ore 10.30: masterclass aperta al pubblico > “Il progetto scenografico” con Lorenzo Baraldi
• sabato 18 maggio 2024, ore 16.30: masterclass aperta al pubblico > “La scenografia in miniatura” con Ilaria Nomato

La partecipazione alle masterclass di sabato 18 avviene previa iscrizione: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Giovedì 18 aprile 2024, alle ore 18, presso l'Università di Cagliari, Facoltà di Studi Umanistici, aula Motzo (via Is Mirrionis, 1, Campus Sa Duchessa), si terrà un incontro per ricordare Gianni Olla a un anno dalla scomparsa, avvenuta il 20 aprile del 2023. Promuovono l’iniziativa gli amici e i colleghi che hanno condiviso con lui l’impegno e la passione per il cinema, per la letteratura e la cultura come valori fondanti della nostra società.

Gianni Olla è stato un intellettuale molto attento al mondo della cinematografia internazionale, nazionale e sarda e un grande operatore e animatore culturale. È oggi fondamentale e imprescindibile il lavoro che ha fatto per dare ordine storico e critico alla produzione audiovisiva (cinema e tv) isolana e sulla Sardegna. È stato collaboratore de La Nuova Sardegna, della sede regionale Rai e di diverse riviste nazionali di cinema e ha insegnato storia del cinema nelle Università di Cagliari e Sassari. Ha scritto numerosi saggi, volumi e articoli sul cinema in Sardegna, su Giuseppe Dessì e sulla cinematografia cinese e giapponese, su Grazia Deledda e sul cinema del '68, su Fiorenzo Serra e sull'Olocausto raccontato per immagini, su Franco Solinas, Orson Welles, Akira Kurosawa, Kenji Mizoguchi, Pedro Almodovar, François Truffaut e Marcel Proust.

L'incontro è organizzato dalla Società Umanitaria - Cineteca Sarda, l'Università degli Studi di Cagliari, il CELCAM e il Cinema Odissea.

Ingresso libero.

"LÀ DOVE SI COMBATTE OGNI GIORNO"
Istantanee cinematografiche inedite di vita partigiana a Romagnese

Sabato 27 aprile, alle ore 17, presso la Sala Ex Cinema di Romagnese, in provincia di Pavia, sarà proiettato un filmato inedito di partigiani, girato a Romagnese tra il ‘44 e il ’45, in cui compare il partigiano sardo Fausto Cossu, che fu comandante della 1ª divisione Piacenza delle Brigate Giustizia e Libertà e liberò Piacenza il 28 aprile 1945.

Questo filmato, custodito dall’Archivio Superottimisti di Torino, è stato condiviso con la Cineteca Sarda della Società Umanitaria di Cagliari all’interno di un progetto di valorizzazione delle pellicole amatoriali in formato ridotto, ed è stato oggetto di ricerca storica da parte della Cineteca Sarda al fine di ricostruire i luoghi in cui fu girato, le persone che vi compaiono e il contesto storico locale in cui avvennero i fatti ripresi.

A distanza di un anno dall’inizio della ricerca il filmato torna finalmente a casa, nel luogo che è stato riconosciuto come quello in cui avvennero le riprese: Romagnese, un paese in provincia di Pavia, che diede un grande contributo alla lotta di Liberazione dal nazifascismo. Tra i partigiani ripresi, oltre a Fausto Cossu, è stato individuato Giovanni Antoninetti, comandante della 6ª Brigata Giustizia e Libertà di stanza a Romagnese, e don Giuseppe Pollarolo, sacerdote e cineamatore, autore – verosimilmente – delle riprese.
Il filmato sarà proiettato in occasione di un evento pubblico alla presenza di rappresentanti dei tre archivi cinematografici coinvolti nella ricerca, di storici dell’età contemporanea e di rappresentanti dell’Anpi di Piacenza. La presenza degli abitanti di Romagnese tra il pubblico sarà particolarmente preziosa per il riconoscimento di parenti o conoscenti che si unirono ai partigiani nel 1944 e furono immortalati dalla cinepresa 9.5mm del sacerdote.

Insieme a questo filmato saranno proposte alcune sequenze del film “Momenti e vita di lotta partigiana” di don Giuseppe Pollarolo, custodito presso l’Archivio nazionale cinematografico della Resistenza di Torino.

La proiezione sarà accompagnata al pianoforte dalla musicista Roberta Mori.

Interventi e approfondimenti:
  • saluti istituzionali da parte del sindaco di Romagnese Manuel Achille
  • “Il fondo Bianco e il ritrovamento della pellicola” a cura di Giulia Carbonero e Giulio Pedretti (Archivio Superottimisti)
  • “La ricerca storica sul filmato” a cura di Giulia Mazzarelli (Cineteca Sarda – Società Umanitaria di Cagliari)
  • “Don Pollarolo, sacerdote e regista tra i partigiani” a cura di Paola Olivetti e Micaela Veronesi (Archivio nazionale cinematografico della Resistenza di Torino)
  • “La Resistenza nell’Oltrepò Pavese” a cura di Pierangelo Lombardi - Direttore dell’Istituto Pavese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea
  • “La lotta partigiana tra piacentino e Romagnese” a cura di Paolo Brega - vicepresidente provinciale e presidente della sezione Anpi di C. S. Giovanni

L’evento è organizzato dal Comune di Romagnese, dalla Società Umanitaria – Cineteca Sarda di Cagliari, dall’Archivio Superottimisti - Archivio regionale di Film di Famiglia, dall’ Archivio nazionale cinematografico della Resistenza, con la collaborazione dell’Istituto Pavese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea e dell’Anpi Piacenza.

L’ingresso è libero e gratuito.

Il ritrovamento
La pellicola fa parte di un fondo filmico conferito nel 2018 dalla famiglia Bianco all’Archivio Superottimisti di Torino, nell’ambito del progetto di recupero e salvaguardia della memoria privata attraverso la raccolta di home movies, pellicole amatoriali in formato ridotto 8mm, 9,5mm, super8 e 16mm. Il filmato è risultato subito un unicum tra le pellicole della famiglia Bianco, in quanto contenente immagini di partigiani e non immagini familiari. La figlia del cineamatore Bianco - ormai deceduto - non sapeva spiegarsi la presenza di un filmato così dissimile dagli altri, di cui non era in grado di dare alcuna informazione. 

Nonostante, per ora, non si abbiano informazioni chiare che colleghino il cineamatore torinese alle vicende raccontate dalle immagini della bobina, è solo grazie alla sua lungimiranza e attenzione nel volerla conservare per così tanti anni che la pellicola è arrivata all’Archivio Superottimisti e ha permesso la condivisione di questo emozionante frammento di memoria storica.

Il riconoscimento di Fausto Cossu
La collaborazione tra l’Archivio Superottimisti e la Cineteca Sarda intorno alla salvaguardia e alla valorizzazione del cinema di famiglia ha portato alla condivisione della pellicola, che è stata oggetto di ricerca storica da parte della Cineteca Sarda con l’obiettivo di individuare i luoghi in cui è stata girata e le persone che vi compaiono. Nel giro di alcune settimane è stato possibile riconoscere il paese in cui si svolsero le azioni riprese - Romagnese - e alcune figure di spicco della lotta partigiana tra piacentino e Oltrepò Pavese: Fausto Cossu, comandante della “Divisione Piacenza” e Giovanni Antoninetti, comandante della 6ª Brigata Giustizia e Libertà di stanza a Romagnese.

Ufficiale dei Carabinieri nato a Tempio Pausania nel 1915, Fausto Cossu prese parte alle operazioni dell'Esercito italiano in Jugoslavia nel 1942. Dopo l'armistizio il tenente Cossu, caduto in mano ai tedeschi, fu deportato a Zagabria e poi a Kaisersteinbruck. Riuscito a fuggire, raggiunse le montagne piacentine dove, nel gennaio del 1944, organizzò una formazione autonoma della Resistenza che chiamò "Compagnia carabinieri patrioti". Cossu divenne poi comandante della Divisione "Giustizia e Libertà", successivamente ribattezzata "Divisione Piacenza", che fu la formazione numericamente più forte del Piacentino. Fu proprio Cossu, alla testa dei suoi uomini, a liberare Piacenza il 28 aprile 1945, tanto che gli Americani lo decorarono della "Bronze Star". A Fausto Cossu - che è stato il primo questore della città dopo la Liberazione, che si è congedato dall'Arma col grado di maggiore e che a Piacenza ha svolto poi la sua professione di avvocato - il Comune ha assegnato nel 1999 una Medaglia d'oro di benemerenza.

Il diario di don Picchi
La ricerca storica sul filmato ha portato ad approfondire lo studio sulla lotta partigiana nel territorio di Romagnese, e a venire a conoscenza di un diario - tenuto dal parroco del paese tra il 1944 e il 1945 - che è stato custodito e pubblicato dal sig. Pietro Matti, nato e cresciuto a Romagnese, figlio di un partigiano.

La lettura del diario di don Picchi - cha ha trascritto con frequenza quasi quotidiana gli avvenimenti della lotta partigiana in paese - ha consentito di datare con precisione alcune sequenze del filmato, grazie alla corrispondenza degli appunti del parroco con le poche didascalie presenti tra le immagini: il 20 ottobre 1944, giorno in cui fece ritorno a Romagnese il camion con i partigiani che avevano partecipato all’assalto alla caserma di Sant’Angelo Lodigiano, e il 22 aprile 1945, in cui si incontrarono Fausto Cossu, Giovanni Antoninetti e alcuni paracadutisti inglesi. Le foto pubblicate nel diario dal sig. Matti hanno reso inoltre possibile dare un nome ad altri partigiani ripresi nel filmato: tra questi Pietro Crevani, che fu poi sindaco di Romagnese nel dopoguerra.

Don Pollarolo
L’approfondimento della storia partigiana di Romagnese ha condotto subito alla figura del sacerdote torinese don Giuseppe Pollarolo, appassionato cineamatore, che si unì alla Resistenza nel 1944. Di qui la ricerca dei filmati di don Pollarolo, custoditi dall’Archivio cinematografico della Resistenza di Torino. Dal confronto con “Momenti di vita e di lotta partigiana” di Pollarolo è emerso che una sequenza del filmato del fondo Bianco è identica – benché speculare – a una del film del sacerdote. Un’altra sequenza riprende la medesima scena ripresa dall’altro filmato – la messa celebrata dal sacerdote – ma da un altro punto di vista. Ne consegue che il filmato del fondo Bianco potrebbe essere stato girato dallo stesso Pollarolo.



Le ipotesi
Resta da chiarire in via definitiva la paternità del filmato Bianco, ovvero se sia stato girato da don Pollarolo e poi acquisito in qualche modo dal cineamatore Bianco, oppure se il cineamatore conoscesse il sacerdote e si fosse unito in qualche occasione ai partigiani di Romagnese effettuando riprese che poi ha in parte condiviso con Pollarolo.

L’evento
Dopo un primo sopralluogo a Romagnese e i primi contatti tra Comune e Cineteca Sarda, è subito scaturita l’idea di realizzare un evento pubblico di presentazione di questi materiali inediti alla comunità, una sorta di viaggio di ritorno a casa della bobina, che dopo 80 anni rivede la luce grazie alla digitalizzazione e viene proiettata per la prima volta nei luoghi in cui le immagini sono ambientate, “Là dove si combatte ogni giorno…” come recita uno dei cartelli del filmato. L’evento sarà quindi l’occasione per un confronto tra realtà archivistiche e storiche per riflettere sul cinema come fonte storica, sul lavoro degli archivi e sull’importanza di preservare e diffondere questo materiale, perché la memoria di quelle giornate non venga persa, soprattutto rispetto alle nuove generazioni. L’evento sarà inoltre un ulteriore elemento del percorso di ricerca, un’occasione per poter raccogliere informazioni e, si spera, dare nomi a volti, situazioni, luoghi e completare gli ultimi tasselli di un mosaico il cui contenuto è visibile quasi completamente, ma ancora non comprensibile nella sua interezza.

Manuel Achille, sindaco di Romagnese: “Per la nostra comunità di Romagnese rappresenta un grande piacere e un grande onore poter ospitare questo evento, in un luogo come il nostro comune che è stato molto importante per la lotta di liberazione nel territorio pavese e piacentino con la presenza della 6ª Brigata Giustizia e Libertà.
Rivedere molti dei nostri compaesani nel filmato che verrà mostrato durante l’evento sarà sicuramente un momento emozionante per tutta la nostra popolazione, dal momento che la libertà di cui stiamo godendo oggi è grande merito di quelle persone che in quegli anni diedero la propria vita per garantire un futuro di pace per tutto il nostro Paese.   
Ringrazio veramente di cuore tutte le persone, le istituzioni e le associazioni che hanno permesso il ritrovamento di questo preziosissimo video e con le quali abbiamo collaborato per la programmazione di questo evento.”

Per ulteriori informazioni: 
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Martedì 9 aprile al Cinema Odissea, in viale Trieste n. 84 a Cagliari, si terrà un incontro dedicato a Evelina Nazzari e a suo padre Amedeo.

• ore 19: presentazione del libro Memorie a brandelli di Evelina Nazzari.
Coordinerà l'incontro il regista e critico cinematografico Sergio Naitza.

• ore 20.30: proiezione del film Processo alla città di Luigi Zampa, interpretato da Amedeo Nazzari.
Introdurrà il film il direttore del CSC di Cagliari della Società Umanitaria Antonello Zanda.

L'ingresso è libero e gratuito.


IL LIBRO
Memorie a brandelli

di Maria Evelina Buffa Nazzari 
Edizioni Sabinae, 2024

Evelina Nazzari si racconta, e racconta le sue origini, traendo spunto da un momento reale della sua esistenza, nella forma di un vagabondaggio tra invenzione, autobiografia e memoria. In una dolorosa fase di transizione della sua vita, impegnata nel difficile compito di ricostruirsi dopo un grave lutto e una separazione, l’autrice, alle prese con la necessità di eliminare vecchie carte, ritrova un suo diario di scuola degli anni Settanta. È lo spunto dal quale si dipanano, nell’arco di due secoli, con frequenti ritorni al presente e lungo un percorso apparentemente erratico, ricordi personali e frammenti di storia di una famiglia cosmopolita che abbraccia l’Italia, la Francia, la Grecia e la Turchia. Il tutto condito da episodi della vita e della carriera del padre Amedeo e della madre Irene (anche lei attrice) e da riflessioni sull’adolescenza, la condizione umana, la prospettiva del declino.

IL FILM 
Processo alla città
(Italia/1952) di Luigi Zampa (106')
“L’idea è del giovane Francesco Rosi: vorrebbe fare un film sul processo Cuocolo, che nel 1911 portò alla prima condanna in massa di un gruppo di camorristi napoletani, e scrive il soggetto con Ettore Giannini. Ma il film, che anticipa vent’anni di cinema civile, è puro Zampa, efficace tanto nella drammaturgia che nella descrizione d’ambiente. E la ricostruzione della camorra belle époque, si intuisce, è un pretesto per parlare in modo trasparente di una società che non cambia. Amedeo Nazzari, il giudice ispettore Spicacci, è l’unico appiglio di ordine e morale in una società che appare corrotta dagli strati più bassi a quelli più alti” (Alberto Pezzotta).[cinetecadibologna]

La Cineteca Sarda della Società Umanitaria di Cagliari ha avviato una collaborazione con L'ANFFAS Onlus Cagliari, un’associazione creata dai genitori, familiari e amici di persone con disabilità intellettiva e relazionale, aderente alla rete associativa nazionale Anffas, che opera al fine di garantire benessere e qualità di vita alle persone con disabilità e ai loro familiari, promuovendo la loro piena partecipazione e inclusione.

La mattina di martedì 20 febbraio 2024 lo spazio della mediateca di via XX settembre n. 20 a Cagliari sarà a disposizione di un gruppo di persone adulte con disabilità che assisteranno alla proiezione di un film scelto autonomamente all'interno del vasto archivio della Cineteca.

Continuano le attività con le scuole all'interno della mediateca di via XX settembre:
il 15 e il 22 febbraio a partire dalle ore 9.00 due classi della scuola secondaria di primo grado dell'Istituto Comprensivo Monsignor Saba di Elmas assisteranno alla proiezione di un film di animazione sul tema delle discriminazioni di genere, che sarà discusso con l'aiuto delle operatrici culturali della Cineteca Sarda.
Al termine della discussione le classi visiteranno i locali della nuova sede della Cineteca a Sa Manifattura, per conoscere le varie attività che vi si svolgono, relative alla conservazione e digitalizzazione di pellicole, fotografie e nastri magnetici.

La rassegna "Essere donne" è giunta all'ultimo appuntamento:

• venerdì 29 dicembre sarà proiettato il film Hidden Letters di Violet Du Feng, Qing Zhao, 2022.

Introduzione a cura di Antonello Zanda.

Tra passato e presente, Hidden Letters segue due donne millenial cinesi, legate dal fascino del Nushu, il linguaggio segreto della sorellanza. Influenzate dall’eredità di solidarietà femminile trasmessa dal Nushu, le due donne cercano di proteggerlo mentre affermano la loro indipendenza in una moderna Cina patriarcale.


La rassegna "Essere donne" è organizzata dal Greenwich d'essai Cinema in collaborazione con Società Umanitaria – Cineteca Sarda di Cagliari, Festival Anderas, Fondazione Faustino Onnis, Coordinamento Donne di Sardegna.

"Essere donne" non è solo cinema!

Giovedì 28 dicembre al Greenwich d'essai andrà in scena: "La scienza è donna, la pace è bambina. Intervista impossibile e reale a Maria Montessori", di e con Teresa Porcella.

Spettacolo tratto dal libro di T. Porcella, “Aiutiamoli a fare da soli”, Editoriale Scienza.

L’autrice Teresa Porcella, nelle vesti di Maria Montessori, presenta un’“intervista impossibile” alla grande scienziata di Chiaravalle.
Emergerà un profilo di donna e di medico assai attuale, capace di integrare l'amore per il teatro, con la curiosità scientifica, la medicina sociale romana con il femminismo internazionale, la riflessione sulla liberazione della donna, con quella sulla liberazione dei bambini, per arrivare alla consapevolezza che, soprattutto a questi ultimi, si deve e si dovrà la possibilità di creare una realtà dove la pace sappia abitare l'uomo e l'uomo il mondo.

L'ingresso è libero e gratuito.

La rassegna "Essere donne" presegue con un nuovo appuntamento:

• giovedì 21 dicembre alle ore 18 
Proiezione del film "Houria - La voce della libertà" di Mounia Meddour, 2022.

Presentazione a cura di Patrizia Manduchi.

Martha Graham, colei che nella prima metà del Novecento rivoluzionò la danza facendola evolvere a manifestazione artistica contemporanea, disse: “la danza è un canto del corpo, sia esso di gioia o di pena. E’ il linguaggio nascosto dell’anima”. Riflessioni passate che assumono uno straordinario valore attuale di sentenza e che nel film Houria di Mounia Meddour (distribuito in Italia da I Wonder Pictures) si fanno idealmente ispirazione.
Houria (Lyna Khoudri) è una giovane e promettente ballerina di Algeri che, dopo un grave episodio di violenza fisica, è costretta a rinunciare alla danza a causa di invalidanti lesioni, tra le quali, l’impossibilità di ballare e vocalizzare. Dopo la dolorosa accettazione e l’aver visto il proprio sogno sgretolarsi, la ragazza riesce a percepire il bisogno di accettare il nuovo corpo, uguale nella forma, ma non nella sostanza. Grazie all’aiuto reciproco con una comunità di donne nella medesima condizione, Houria riuscirà ad avvalersi del ballo per ricomporre, insieme alle altre, sé stessa, la sua fisicità e spiritualità martoriate [...] 

[cinematografo.it]

Lunedì 18 dicembre alle 18 al Greenwich d'essai la rassegna "Essere donne" prosegue con un doppio appuntamento dedicato alla regista Agnes Varda:

Cléo dalle 5 alle 7 (1962)
Reponse de femme (1975)

Presentazione a cura di Daniela Stara.

Cléo dalle 5 alle 7: Una giovane cantante aspetta un referto medico, sicura di essere molto malata. D'un tratto, nella sua vita di ragazza egoista e viziata, s'insinua una nuova emozione che le apre gli occhi: la paura della morte. Il film è un ritratto di Clèo colta nell'ansia dell'attesa. Clèo cammina per le strade del suo quartiere, Montparnasse, e si fà notare. Ma quel giorno nota anche lei parecchie cose, alle quali non aveva badato prima. Si ferma un momento al caffè del Dôme, poi va a trovare, in uno studio di pittura, la sua amica Dorotea, una modella, e insieme fanno delle commissioni. Per caso assistono alla fine di un film e per disgrazia ad un incidente stradale. Le due ragazze si separano; Clèo, di nuovo sola, attraversa il parco di Montsouris. Per la prima volta si lascia avvicinare da un ragazzo: un soldato in licenza. Insieme vanno fino all'ospedale per conoscere l'esito dell'esame radiologico. Clèo vivrà. [cinematografo.it]

Reponse de femme: Per la rivista “F. comme Femmes”, Sylvie Genevoix e Michel Honorin chiesero a me e ad altre registe di girare sette minuti su Qu’est-ce qu’être femme?, cosa significa essere donna? Ridussi il soggetto a Notre corps, notre sexe, il nostro corpo, il nostro sesso. In sette minuti bisognava fare presto e non andare per il sottile. Feci un ciné-tract. Scrissi un testo per dieci-undici donne diverse tra loro. Girammo in un monolocale molto illuminato e all’esterno, in un cantiere del quartiere, con un gruppo di uomini, passanti, muratori, impiegati, un sarto e Guy Cavagnac. Quando il film andò in onda, Antenne 2 ricevette lettere di protesta. Come si osava mostrare all’ora di cena, o poco dopo, una donna nuda, in piedi, vista di fronte, incinta, che si sbellica dalle risate? Era la moglie dell’operatore capo, Jacques Reiss, incintissima e radiosa, nuda e danzante. “Non è uno spettacolo adatto ai bambini”, scrivevano. Proposi allora di rispondere con una lettera tipo: “Signora o Signore, Alla Sua lettera del...,la nostra risposta è: al contrario! Distinti saluti". [Agnès Varda, Varda par Agnès, 1994]

Un nuovo appuntamento cinematografico con la rassegna "Essere donne":

• giovedì 14 dicembre alle 18 al Greenwich d'essai sarà proiettato il film "Leila e i suoi fratelli" di Saeed Rousta

Presentazione a cura di Valeria Patanè.
L'ingresso è libero e gratuito.

A 40 anni Leila ha passato tutta la vita a prendersi cura dei suoi genitori e dei suoi quattro fratelli. La famiglia litiga continuamente ed è schiacciata dai debiti, in un Paese in preda alle sanzioni economiche internazionali. Mentre i suoi fratelli cercano di sbarcare il lunario, Leila formula un piano: avviare un'impresa di famiglia che li salverebbe dalla povertà. Mentre hanno un disperato bisogno di sostegno finanziario, Leila scopre che il loro padre Esmail ha nascosto segretamente un cimelio di famiglia. L'aveva conservata come offerta per diventare il nuovo Patriarca del clan, il più alto onore nella tradizione persiana. Questa scoperta porterà il caos nelle già fragili dinamiche familiari. Man mano che la salute del padre peggiora, le azioni di ogni membro della famiglia porteranno gradualmente la famiglia un passo più vicino all'implosione. [cinematografo.it]

Mercoledì 13 dicembre alle ore 18 al Greenwich d'essai di via Sassari 67 si terrà la presentazione del libro
"Maestre dell'università sconosciuta" (Soter, 2023) di Bastiana Madau.

Dialoga con l'autrice Gonaria Floris.
In collaborazione con il Festival Anderas e la Fondazione Faustino Onnis.

L'ingresso è libero e gratuito.

"La Sardegna è uno di quei rari luoghi dove ancora pulsano una cultura, un sapere e una rete di storie che passano non dalle narrazioni pubblicate su carta stampata o dai luoghi d’insegnamento istituzionali, ma da tutto il resto. L’Autrice rende vividissimo questo patrimonio raccontandolo attraverso il filtro della sua memoria personale, arricchendolo con le riflessioni sulla letteratura per l’infanzia e su come la narrazione orale sostenga la formazione della voglia di leggere. Un libro prezioso, concreto e filosofico, sempre umanista e molto politico, nel senso ampio di quel che riguarda la comunità, il bene comune. L’idea delle maestre nascoste dentro le cose, fuori dai circuiti ufficiali, è profondamente vera, come vera è l’idea della necessità che la scrittura, per farsi poesia, debba entrare in contatto con la luce concreta del mondo”.

Bastiana Madau, nata a Orani (Nuoro), laureata in Filosofia a “La Sapienza” di Roma, è stata per diversi anni direttrice delle biblioteche comunali di Orani e di Orgosolo, lavorando poi come editor, critica letteraria, conduttrice di laboratori di educazione alla lettura e alla scrittura. È ideatrice e curatrice della rassegna culturale “Quando tutte le donne del mondo”, nota come “QuFestival”, giunta alla quinta edizione. Tra le sue pubblicazioni, il romanzo Nascar (Poliedro, 2003) e Simone, le Castor. La costruzione di una morale (Cuec, 2016, 2a ed. 2017, Premio “Osilo” per la saggistica).

Lunedì 11 dicembre ore 18 > Greenwich d'essai, via Sassari 67- Cagliari

Proiezione del film "Angi Vera" di Pál Gábor (1978).

Presentazione a cura di Massimo Tria.

Ingresso libero e gratuito.

Trama: Vera Angi, infermiera diciottenne, durante un'assemblea denuncia gli abusi commessi dal primario del suo ospedale. Per questo gesto i dirigenti comunisti la ritengono adatta a diventare propagandista, per cui la inviano nell'apposito istituto. La ragazza non tradisce la fiducia che il partito ha riposto in lei: si lascia mansuetamente indottrinare, firma con una collega una denuncia contro un presunto nemico del popolo. Commette un errore, però: quello d'innamorarsi del suo insegnante, che è sposato, e col quale trascorre una notte. E' un atto contrario alla moralità che il partito pretende dai suoi membri: durante una seduta collettiva dedicata all'autocritica Vera denuncia il suo sbaglio e rinnega il suo amore. Poi tenta il suicidio, ma viene salvata. Licenziato l'insegnante, il partito premia Vera avviandola alla carriera giornalistica. [cinematografo.it]

Giovedì 7 dicembre ore 18 al Greenwich d'essai
"La traversée" di Florence Miailhe (Francia, Germania, Repubblica Ceca, 2021, 84').

Il film sarà introdotto da Bepi Vigna.
L'ingresso è libero e gratuito.

REGIA: Florence Miailhe. SCENEGGIATURA: Florence Miailhe, Marie Desplechin. FOTOGRAFIA: Cyril Maddalena, Guillaume Hoenig. MONTAGGIO: Julie Dupré e Nassim Gordji Tehrani. MUSICA: Philipp Kümpel e Andreas Moisa. CAST (VOCI): Emilie Lan-Dürr, Maxime Gémin, Arthur Pereira, Serge Avédikian, Axel Auriant, Aline Afanoukoé, Mehdi Guerbas. PRODUZIONE: Les Films de l'Arlequin, XBO Films. COPRODUZIONE: Balance Film, Maur Film

Un piccolo villaggio saccheggiato nella notte, una famiglia costretta a fuggire. I due figli più grandi, Kyona e Adriel, vengono separati dai propri genitori e affrontano soli la strada dell’esilio. Iniziano quindi un viaggio eroico che segna per loro il passaggio dall’infanzia all’adolescenza, alla ricerca di ospitalità e tranquillità, nella speranza di trovare un rifugio e la loro famiglia. Attraversando un continente diviso da guerre e persecuzioni dei migranti, i due coraggiosi fratelli sopravvivono a sfide incredibili, prima di raggiungere un nuovo mondo, finalmente liberi. «Il titolo può essere chiaramente inteso in due modi. Da una parte, si riferisce all’attraversamento di un continente, con tutte le avventure e i pericoli che il viaggio comporta. Dall’altra, parla del passaggio dall’infanzia all’età adulta, dell’affrontare le scoperte e i dolori che la vita ci pone dinanzi: la distanza dalla famiglia, la perdita degli amici, la scoperta dell’amore, la creazione di legami fraterni, anche la capacità di rendersi autonomi. In questo senso, La traversée è un classico film di formazione». [TFF]

La rassegna "Essere donne" è organizzata dal Greenwich D'essai in collaborazione con Cineteca Sarda - Società Umanitaria, Anderas - Festival del Libro, Fondazione Faustino Onnis e Coordinamento Donne di Sardegna.


Lunedì 4 dicembre alle ore 18 la rassegna "Essere donne", organizzata dal Greenwich d'essai in collaborazione con Cineteca Sarda - Società UmanitariaAnderas - Festival del LibroFondazione Faustino Onnis e Coordinamento Donne di Sardegna, propone un imperdibile capolavoro del cinema italiano:

"Deserto rosso" di Michelangelo Antonioni " (1964)

Presentazione a cura di Antioco Floris.

Ingresso libero e gratuito.

Trama: Un incidente d'auto provoca in Giuliana uno choc che, aggravato dall'ambiente particolare in cui la professione del marito, ingegnere elettronico, la costringe a vivere, si tramuta in uno stato di nevrosi depressiva. Corrado, un amico del marito, si sente attratto verso la donna e tenta di aiutarla ad uscire dalla sua solitudine piena di incubi, intrecciando con lei una fuggevole ed amara relazione. Tale esperienza non fa che aggravare lo stato depressivo della donna che si vede inconsapevolmente ingannata anche dal suo figlioletto, il quale finge d'essere colpito da una grave malattia. Fallito il tentativo di porre fine violentemente alla propria esistenza senza scopo, Giuliana continuerà la sua vita in precario equilibrio tra rassegnazione e pazzia.
"La storia è nata a colori, ecco perché dico che la decisione di fare il film a colori non l'ho mai presa, non era necessario prenderla. E poi, mi sembra che, riflettendoci adesso, cioè a posteriori, abbiano giocato anche altri motivi. Per esempio, il più importante dei quali è che nella vita moderna mi pare che il colore abbia preso un posto molto importante. Siamo circondati sempre più da oggetti colorati, la plastica che è un elemento molto moderno è a colori, (...) e che la gente si stia accorgendo che la realtà è a colori. Nel film ho cercato di usare il colore in funzione espressiva, nel senso che avendo questo mezzo nuovo in mano, ho fatto ogni sforzo perché questo mezzo mi aiutasse a dare allo spettatore quella suggestione che la scena richiedeva." Dichiarazioni di Michelangelo Antonioni durante la conferenza stampa tenuta al Palazzo del Cinema di Venezia, dopo la proiezione del film. [cinematografo.it]

La rassegna "Essere donne" prosegue giovedì 30 novembre alle ore 18 con un film di Ida Lupino:

"La belva dell'autostrada" (1953)

Presentazione a cura di Cristina Secci.

Ingresso libero e gratuito.

Senza mai diventare una star, Ida Lupino è uno dei temperamenti d’attrice-autrice più inquieti e originali della stagione del noir, la sola in grado di tener testa alle formule stereotipate degli Studios. Nata a Londra il 4 febbraio 1918 da un’antica famiglia di attori di origine italiana – scomparirà il 3 agosto 1995 a Los Angeles, California – studia alla Royal Academy of Dramatic Art per esordire giovanissima in teatro. Scoperta da Allan Dwan, si trasferisce presto a Hollywood dove appare in una ventina di titoli prima di imporsi accanto a Humphrey Bogart in Una pallottola per Roy (1941) di Raoul Walsh col personaggio della donna del bandito, bocca dura ma cuore tenero, che le assicura la notorietà. Sin dalla gelida governante di Tenebre (1941) di Charles Vidor, la galleria delle sue eroine coriacee ma fragili mette a fuoco la figura della donna volitiva con una propria morale, decisa a andare fino in fondo.
Dalla disillusa pianista che nel bar di I quattro rivali (1948) di Jean Negulesco canta con voce inconfondibile la struggente “Again”, mentre Richard Widmark e Cornel Wilde si battono per lei, all’ambigua Lilli Marlowe di Dollari che scottano (1954) di Don Siegel, pronta a fuggire in Messico con il poliziotto corrotto Steve Cochran, senza dimenticare il malloppo. Ma la sua performance migliore resta quella di Neve rossa (1951) di Nicholas Ray, il noir tra urbano e rurale dove la sorella cieca dell’omicida insegna a vedere al violento Robert Ryan. Nel frattempo con il secondo marito Collier Young fonda The Filmmakers, diventando produttrice, sceneggiatrice, regista. Nei suoi film a basso costo, non esita a affrontare temi scomodi come ragazze madri, stupro, polio, bigamia, senza indulgere alle convenzioni del mélo e allo schematismo della tesi.
La preda della belva (1950) esorcizza con partecipe tenerezza il trauma della protagonista stuprata alla vigilia del matrimonio. La belva dell’autostrada (1953) ricostruisce con toni dimessi l’inquietante disavventura di due piccoli borghesi che danno un passaggio a un serial killer scambiandolo per un innocuo autostoppista. La grande nebbia (1953) è il più fenomenologico nel raccontare con sobria asciuttezza la vicenda del commesso viaggiatore che ha una moglie a San Francisco e un’altra a Los Angeles, illuminando con la sensibilità di uno sguardo altro l’assoluto anonimato del bigamo e la femminilità ferita delle due donne.
Se, popolare come attrice, in vita è sottovalutata come regista, le sue quotazioni sono oggi in rialzo anche grazie a estimatori d’eccezione come Martin Scorsese che la considera una delle voci più significative del cinema classico americano: “C’è una sensazione di dolore, di panico e di crudeltà che colora ogni inquadratura di questi film, ma vi si trova anche la mescolanza di precisione e compassione dell’attrice. Le sue eroine hanno sempre una grande dignità, così come la sua opera cinematografica. Contrassegnata dallo spirito di resistenza, con una straordinaria empatia per gli esseri fragili e per i cuori spezzati”. [cinematografo.it]

Lunedì 27 novembre un appuntamento dedicato al cinema delle pioniere, all'interno della rassegna "Essere donne", organizzata dal Greenwich D'essai in collaborazione con Cineteca Sarda - Società Umanitaria, Anderas - Festival del LibroFondazione Faustino Onnis, Coordinamento Donne di Sardegna.

A partire dalle ore 18 saranno proiettati i film:

• Falling Leaves di Alice Guy, 1912
• Umanità di Elvira Giallanella,1919
• Meshes of afternoon di Maya Deren, 1943
• At Land di Maya Deren, 1944
presentazione a cura di Elisabetta Randaccio.
Ingresso libero e gratuito.
 
Falling Leaves. Struggente melodramma familiare, Falling Leaves è una delle opere più intense della francese Alice Guy-Blaché, prima importante regista-donna della storia del cinema. Più che per la struttura abbastanza semplice, il film viene ricordato per una sequenza poetica e commovente: la piccola Trixie cerca di attaccare sui rami dell'albero le foglie cadute, così da prolungare l'esistenza sulla Terra di suo fratello maggiore. [longtake]

Umanità. Nel 1920, un articolo apparso su “La Rivista del Cinematografo” ci informa che “la signorina Elvira Giallanella, che diede prova di intelligenza e di gusto artistico e di sani criteri commerciali” alla Vera Film, ha fondato a Roma la Liana Film «con un vasto programma di lavoro, che comprende grandi films di intreccio o di ricostruzione storica e films per bambini, le quali saranno interpretate da bambini». Ma di questo “vasto programma, l’unico titolo a vedere la luce sembra essere Umanità, una singolare allegoria di ispirazione pacifista i cui protagonisti sono appunto due fratellini, Tranquillino e Serenetta». [fondazionecsc]

Meshes of afternoon. Uno dei film d’avanguardia più influenti di sempre, Meshes of the Afternoon, realizzato da Alexander Hammid e Maya Deren, vede la stessa Deren intrappolata in un incubo labirintico in cui compaiono il suo doppio e una misteriosa figura incappucciata con uno specchio al posto del viso.  [mubi]

At Land. At Land è una narrazione onirica in cui un personaggio femminile - interpretato dalla regista - si ritrova improvvisamente su una spiaggia per compiere un viaggio, un détour alla ricerca della propria identità, incontrando altre persone e diverse versioni di sé. [mymovies]

Giovedì 23 novembre alle ore 18 la rassegna "Essere donne" propone un bellissimo film di Margarethe von Trotta:

"Hannah Arendt" (Germania, 2012)

Presentazione a cura di Laura Stochino.

𝐈𝐧𝐠𝐫𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐥𝐢𝐛𝐞𝐫𝐨 𝐞 𝐠𝐫𝐚𝐭𝐮𝐢𝐭𝐨.

Nel 1940, la filosofa ebreo-tedesca Hannah Arendt fugge con il marito e la madre dagli orrori della Germania nazista e, grazie all'aiuto del giornalista americano Varian Fry, si trasferisce negli Stati Uniti. Divenuta tutor universitario e attivista della comunità ebraica di New York, Hannah inizia a collaborare con alcune testate giornalistiche, tra cui il New Yorker che la invia in Israele per seguire da vicino il processo contro il funzionario nazista Adolf Eichmann. Da qui Hannah prenderà spunto per scrivere il libro "La banalità del male", un testo che susciterà molte controversie...

"Hannah Arendt non è dedicato alla filosofa e teologa tedesca, nata ad Hannover nel 1906, imprigionata per un breve periodo dalla Gestapo nel 1933, sposatasi in seconde nozze con Heinrich Blucher nel 1933 e emigrata con marito e madre nel 1941 negli Stati Uniti. Queste note biografiche emergono semmai in vari momenti del racconto principale: che coglie Hannah in età ormai matura quando a New York arriva la notizia dell'arresto di Adolf Eichmann e la decisione di Israele di processarlo in Patria. Ottenuto dal New Yorker l'incarico di inviata speciale, Hannah segue per tre anni il dibattimento. Quando torna a casa, scrive cinque articoli sul giornale e, subito dopo, pubblica il libro La banalità del male, che esce nel 1963 e scatena subito una marea di reazioni tra il sorpreso e l'indignato soprattutto nelle varie comunità ebraiche. [...]"
Massimo Giraldi, cinematografo.it

La rassegna è organizzata dal Greenwich D'essai in collaborazione con Cineteca Sarda - Società Umanitaria, Anderas - Festival del Libro, Fondazione Faustino Onnis, Coordinamento Donne di Sardegna.

Per la rassegna "Essere donne" lunedì 20 novembre alle ore 18 sarà proiettato il film

"La sposa nel vento" (Italia, 2022) di Giovanni Coda.

Il regista sarà presente in sala.
Ingresso libero e gratuito.

"La storia produttiva dell’ultimo film di Giovanni Coda, La sposa nel vento, è stata lunga e complicata, esemplare delle difficoltà di un autore cinematografico ad affrontare sullo schermo temi complessi, poco attraenti persino nel cinema indipendente. Dunque, è certamente un risultato positivo accogliere l’uscita in sala della terza parte del progetto (dopo Rosa nudo del 2013 e Bullied to death del 2015) sulla violenza di genere, pensato e realizzato da Giovanni Coda nell’arco di un decennio. Semmai i tre film – e gli altri lavori coevi da Xavier (2017) a Mark’s diary (2018) a Histoire d’un larme (2021) – mostrano l’evoluzione, la riflessione estetica del regista, sempre desideroso di sperimentare e di non abbandonare la sua modalità espressiva, ma anche attento a un rapporto comunicativo più ampio e meno criptico con gli spettatori. In questo senso, La sposa nel vento si fa più audace: le performance metaforiche, messe in scena con la consueta tensione poetica, sono al servizio di episodi, che il pubblico può subito riconoscere (come la tragedia di Antonia Mesina), mentre si affiancano drammatiche interviste a donne che hanno subito la violenza fisica e psicologica, ma hanno anche avuto il coraggio di denunciare e di ricomporsi una vita, pur tra incredibili difficoltà. L’arte e la realtà si incrociano senza scontrarsi, il dolore transita dagli attori, dai danzatori, dai performer alle donne del nostro tempo con la stessa intensità e con lo stesso messaggio. Medesimo effetto nelle scenografie; così, passiamo dalle rovine urbanistiche, dai muri sbrecciati alla stanza di Antonia ad Orgosolo o allo sfondo scuro per le interviste-racconti senza confusioni, seppure il montaggio sia caratterizzato da stacchi, forse, un po’ troppo rigidi e non da una morbidezza di raccordo che avrebbe aiutato meglio la complessità estetica. [...]"


Elisabetta Randaccio, in Teorema

La rassegna "Essere donne" prosegue con un nuovo appuntamento:

• giovedì 16 novembre alle ore 18 proiezione del film

"Maria Frau. La donna che spense la sua stella" di Sergio Naitza (Italia, 2022)

Sarà presente il regista.
Ingresso libero e gratuito.

Maria Frau ebbe una carriera fulminante dal 1950 al 1957: 17 film, copertine di riviste nazionali e internazionali, fotoromanzi, i primi sceneggiati della Rai, trasmissioni radiofoniche. Un volto diventato subito popolare nell'Italia che faticosamente usciva dalla guerra. Carnagione mediterranea, lunghi capelli neri, occhi incantatori, corpo sinuoso. All'improvviso, il ritiro dalle scene, a soli 26 anni, senza spiegarne la ragione. Né una conferenza stampa, né un'intervista. Scomparsa, da un giorno all'altro. Via dall'Italia e il silenzio. Perché? Dopo 66 anni, "Frau talks", rompe l'isolamento e il silenzio e si racconta nel documentario Maria Frau, l'attrice che spense la sua stella, scritto e diretto da Sergio Naitza e prodotto da Karel con il sostegno di Fondazione Sardegna Film Commission, Società Umanitaria-Cineteca Sarda e Comune di Nulvi.

Lunedì 13 novembre al Greenwich D'essai per la rassegna "Essere donne" saranno proiettati due film imperdibili:

• ore 18 > "Essere donne" di Cecilia Mangini (1965, 29')

• a seguire > "Vogliamo anche le rose" di Alina Marazzi (2007, 85')

Presentazione a cura di Martina Mulas.

Ingresso libero e gratuito.

"Essere donne": il documentario è tra le prime indagini cinematografiche sulla condizione femminile in Italia, analizzata nei suoi diversi aspetti: economici, sociali, psicologici, di costume. Ingiustamente boicottato dagli stessi produttori e registi che facevano parte della Commissione ministeriale che decideva delle sorti dei medio e cortometraggi che accompagnavano la programmazione dei film nelle sale, il documentario della Mangini non venne di fatto distribuito.

"Vogliamo anche le rose": Un documentario che racconta il profondo cambiamento avvenuto nel costume in Italia tra gli anni Sessanta e Settanta grazie alla liberazione sessuale e al movimento femminista. Le storie di Anita, Teresa e Valentina, riportate in diari privati, sono in un'ideale continuità, testimonianza di lotte famigliari e politiche, personali e collettive, per affermare autonomia, identità e diritti in un Paese patriarcale.

La rassegna è organizzata dal Greenwich D'essai in collaborazione con Cineteca Sarda - Società Umanitaria, Anderas - Festival del Libro, Fondazione Faustino Onnis, Coordinamento Donne di Sardegna.

Un nuovo appuntamento con la rassegna "Essere donne"!

• giovedì 9 novembre | ore 18 | Greenwich d'essai Cinema
proiezione del film "I cannibali" (Italia, 1969, 88') di Liliana Cavani 
Presentazione a cura di David Bruni.

Ingresso libero e gratuito.

Trama: Sulle strade di una città si trovano cadaveri che nessuno seppellisce e tra i quali la gente passa con indifferenza. Per decisione delle autorità, infatti, i corpi dei ribelli – giustiziati perché contrari all’ordine costituito – devono restare insepolti, allo scopo di creare un deterrente ad ulteriori ribellioni. Antigone, una ragazza il cui fratello è morto in una sommossa, vuole dare sepoltura al congiunto, e I’unico che I’aiuta in questa triste incombenza è Tiresia, uno straniero la cui lingua è sconosciuta. Insieme, i due iniziano a seppellire i cadaveri, finché non vengono scoperti e giustiziati a loro volta. Ma il loro sacrificio non è vano, perché altre persone, sfidando I’autorità, si dedicano a raccogliere i corpi dei ribelli e a dare loro sepoltura.

[fonte: lilianacavani.it]

Terzo appuntamento con la rassegna "Essere donne": al Greenwich d'essai di Cagliari lunedì 6 novembre alle ore 18 sarà presentato il libro

Le donne nel cinema di animazione (Tunuè, 2010) di Matilde Tortora.

Dialogo con l’autrice a cura di Bepi Vigna.
A seguire proiezione di corti di animazione di autrici sarde.
Ingresso libero e gratuito.

Le donne nel cinema di animazione. Un’antologia di saggi di grande livello curata dalla studiosa del cinema Matilde Tortora, che attesta quanto il cinema d’animazione ha vissuto e vive anche grazie al talentuoso contributo e alla grande creatività di uno stuolo di artiste, poetesse e artigiane del disegno, della macchina da presa e della narrativa audiovisiva.
Disegnatrici, animatrici, pittrici, intercalatrici, scrittrici, registe: tutti i mestieri dell’animazione vengono declinati al femminile,  in una prestigiosa antologia di contributi incentrati sulle maggiori artiste e professioniste del cinema d’animazione internazionale del passato e del presente; a partire dalle pioniere e con alcuni excursus storici demandati a autorevoli  studiosi di varie nazioni, delle varie epoche e delle varie cinematografie, fino ad arrivare alle maggiori artiste e professioniste del cinema d’animazione internazionale  di oggi.
Un libro che raccoglie interventi di grande rilievo, come l’intervista di Oriana Fallaci a Walt Disney, corredato di foto e documenti provenienti da importanti archivi (tra cui quelli di due grandi padri fondatori dell’animazione italiana, Gibba e Paolo Di Girolamo e molti altri dall’archivio del National Film Board of Canada) e delle opere originali disegnate da tre grandi autrici dell’animazione mondiale: Regina Pessoa (Portogallo), Ursula Ferrara (Italia) e Signe Baumane (Lettonia/USA). [fonte: tunue.com]

Prosegue al Greenwich d'essai Cinema di Cagliari la rassegna ESSERE DONNE, in collaborazione con Società Umanitaria – Cineteca Sarda di Cagliari, Festival Anderas, Fondazione Faustino Onnis, Coordinamento Donne di Sardegna.

Giovedì 2 novembre 2023
Wild Nights with Emily di Madeleine Olnek, 2018
presentazione di Antonello Zanda.

Ingresso libero e gratuito.

Cast: Molly Shannon - Emily Dickinson, Amy Seimetz - Mabel Todd, Susan Ziegler - Susan Dickinson, Brett Gelman - Col. Thomas Wentworth Higginson, Jackie Monahan - Lavina Dickinson, Kevin Seal - Austin Dickinson, Dana Melanie - Emily giovane

Trama: Emily Dickinson è stata un'autrice prolifica, innamorata e ricambiata dalla cognata Susan, ma comunemente descritta come sentimentalmente fredda e reclusa in casa. Il film è basato sulle sue lettere private è una descrizione audace e irriverente della vita della poetessa in lotta con un mondo letterario dominato dagli uomini e dal patriarcato...

"Ci voleva una donna nonché regista indipendente come Madeleine Olnek (qui al suo terzo lungometraggio che ha ottenuto una nomination agli Independent Spirit Awards 2020) per trovare il coraggio di proporre al grande pubblico un'icona della letteratura sotto una luce del tutto inattesa dai più. A procurarle la materia prima è stata un'indagine condotta nel 1998 dal New York Times che ha documentato come si fosse fatto uso di software per fare riemergere il nome di Susan in lettere scritte da Emily da cui poi lo stesso era stato cancellato. Queste rivelavano un rapporto che andava ben al di là dello stato di parentela acquisita [...]" mymovies.it

Si è chiusa sabato 7 ottobre con la cerimonia di proclamazione e consegna dei tredici premi l’ottava edizione del Babel Film Festival, il concorso cinematografico internazionale dedicato alle produzioni audiovisive parlate nelle lingue minoritarie di tutto il mondo.
La serata finale, al teatro Doglio di Cagliari, è stata presentata da Tore Cubeddu, organizzatore e direttore artistico del festival insieme ad Antonello Zanda e Paolo Carboni.

La giuria ufficiale, presieduta dal regista Paolo Benvenuti, e composta da Serena Schiffini, (giornalista e regista RAI Sardegna), Marina Marzotto (produttrice cinematografica), Emanuele Galloni (produttore e distributore cinematografico e televisivo), Paulo Filgueiras Fachal, (associazione galiziana "A Mesa" pola Normalización Lingüística) ha assegnato i premi principali. Ecco nel dettaglio i premi assegnati dalle 11 giurie:

Premio Maestrale Miglior Lungometraggio | € 5.000,00
Assegnato dalla Giuria Ufficiale.
NEIGHBOURS, di Mano Khalil, Siria, 2021, m.l.: kurdí, 84'

Menzione speciale a:
Y SŴN, di Lee Haven Jones, Galles, 2023, m.l.: welsh, 89', doc

Premio Maestrale Miglior Documentario | € 2.500,00
Assegnato dalla Giuria Ufficiale:
ULDERICA, FRUTA DI MONT, di Stefano Giacomuzzi, Italia, 2023, m.l.: furlan, 29', doc

Premio Maestrale Miglior Cortometraggio | € 2.500,00
Assegnato dalla Giuria Ufficiale:
TAKANAKUY, di Gustavo Vokos, Brasile, 2022, m.l.: quechua, 18'

Menzione speciale a:
THINGS UNHEARD OF, di Ramazan Kilic, Turchia, 2023, m.l.: kurdí, 16’

Premio "Unica" | € 1.500,00
Assegnato da studentǝ dell'Università degli Studi di Cagliari: Marta Luise, Andrea Moi, Chiara Zaru, Claudia, Davide Deidda, Eleonora Pilloni, Elisa Chow, Marta Serpi, Martina Corgiolu, Niccolò Prunas, Silvia Rossini, Silvia Zanda, Stefania Zedda, Valentina Matzuzi, Valentina Pau.
MALAFEDE, di Chiara Borsini | Marialuisa Greco | Paolo Corazza, Italia, 2022, m.l.: dialetto campano, 24', doc

Premio "One Wor(l)d" | € 1.000,00
Assegnato da una delegazione di migranti presenti in Sardegna: | Abass Rabiou (Niger), Faisal Mohammad Mohammadi (Afghanistan), Ezmary Sarwari (Afghanistan), Whaeed Akhter (Pakistan), Ehtisham Nawaz (Pakistan), Serge Ella Kouassi (Costa d'Avorio), Wizz Melvi (Sierra Leone), Mohammed Mekdad (Palestina), Samuel Renzo Luna Huari (Perù), Sergio Andres Cabana Pardo (Colombia), Yoel Castillo Gaspar (Cuba), Rostyslav Skvyrskyi (Ucraina), Misbahou Haroun Yari (Benin), Rafael Antonio Botero Fernandez (Colombia). Referente: Valentina Coni
MAMODY, THE LAST BAOBAB DIGGER, di Cyrille Cornu, Francia, 2022, m.l.: mahafaly, 50', doc

Menzione speciale a:
LA BANYERA [The Bathtub], di Sergi Marti Maltas, Spain, 2021, m.l.: català, 19'15

Premio "Diritto di Parola" | € 1.000,00
Assegnato da studentǝ delle scuole superiori di Cagliari: studenti delle classi V del Liceo Classico Statale G.M. Dettori (Via Cugia 2, Cagliari), referente prof.ssa Elvira Cocco; studenti delle classi V del Convitto nazionale Vittorio Emanuele II (Via Pintus Loc. Terramaini Cagliari Pirri), referente prof.ssa Laura Stochino; studenti delle classi V dell’Istituto di Istruzione Superiore "Michele Giua" (Via Montecassino, 41, Cagliari), referente prof. Fabrizio Usai.
FAULAS, di Michela Anedda, Italia, 2023, m.l.: sardu, 5’, animaz.

Premio ITALYMBAS, Minoranze Linguistiche | € 1.000,00
Minoranze linguistiche che hanno preso parte alle proiezioni in questa sezione: Catania; Ostana (CN), Dolianova (CA), Martignano (LE) e Udine.
CARA A SU 'ENTU, di Andrea Deidda, Italia, 2023, m.l.: sardu, 59', doc

Premio "Umanitaria" | € 1.000,00

Assegnato dalle sedi della Società Umanitaria in Italia: Milano, Roma, Napoli, Cagliari, Alghero, Carbonia.
AMEI TE VER, di Ricardo Garcia, Brasile, 2023, m.l.: libras - lingua dei segni portoghese, 15'

Premio FICC | € 1.000,00
Giuria costituita dal pubblico dei circoli del cinema della FiccFederazione Italiana Circoli del Cinema - Centro Regionale Sardegna: Circola nel cinema Alice Guy (Cagliari); Circolo Antonio Gramsci (Cagliari); Circolo ARCinema (Cagliari); Circolo Area3 (Cagliari); Circolo Entulas (Quartu Sant’Elena); Circolo Fabio Masala (Quartu Sant’Elena); Circolo Fratelli Lumière (Soleminis); Circolo Laboratorio 28 (Cagliari); Circolo Nuovo Pubblico (Monserrato); Circolo RED (Serrenti); Circolo S’Andala (Meana Sardo)
Sar [The Cold], di Adar Baran Deger, Turchia, 2021, m.l.: kurdí, 15’

Premio Ostana per il miglior autore sardo
Assegnato dal Premio Ostana - Scritture in lingua madre:
L’ULTIMA HABANERA, di Carlo Costantino Licheri, Italia, 2020, m.l.: sardu, 18’07

Premio Aamod, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico | Materiale d'archivio, 3 minuti
Giuria costituita dal pubblico dell'Aamod:
33’66°, di Matteo Leonardo Sanders, Austria, 2022, m.l.: tirolese, 16’, doc

Premio Cineclub FEDIC Cagliari
Giuria costituita dalle persone iscritte al Cineclub Fedic di Cagliari:
TRE VOLTE ALLA SETTIMANA, di Emanuele Vicorito, Italia, 2022, m.l.: napoletano, 13'

Premio "Diari di Cineclub"
Giuria costituita dalla redazione di “Diari di Cineclub”
FOR JUSTICE, di Elif Yiğit, Turchia, 2022, m.l.: kurdí, 45', doc


BABEL FILM FESTIVAL
www.babelfilmfestival.com
c/o Società Umanitaria – Cineteca Sarda, 
sede operativa: Viale Regina Margherita, 33
sede fiscale: Viale Trieste 118 - 09123 Cagliari
web site: www.lacinetecasarda.it
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 
https://www.babelfilmfestival.com










BABEL FILM FESTIVAL è il concorso cinematografico che dà voce alle minoranze, alle loro storie, alla loro cultura, nella loro lingua. Il concorso è destinato a opere cinematografiche realizzate in una lingua minoritaria, dialetto, slang o linguaggio dei segni. Babel Film Festival è la festa del cinema delle minoranze linguistiche a Cagliari, dal 2 al 7 ottobre 2023.

81 film: 5 lungometraggi, 32 documentari, 44 cortometraggi fiction
incontri con gli autori, musica ed eventi speciali.

Prefestival a Roma, Milano, Napoli, Cagliari, Carbonia, Alghero, Sassari, Olbia, Ostana (CN), Martignano (LE), Udine e Catania

PROGRAMMA

ANTEPRIMA BABEL FILM FESTIVAL

Domenica 1 ottobre
Teatro Massimo Cagliari, Sala M2, via De Magistris, 12
• h. 18 proiezioni | KENTZEBOGHES
Nosu e is atrus – Kentzeboghes VI
Intervengono:
Paolo Carboni e Tore Cubeddu

Il pupazzo scomparso, realizzato dagli studenti della sez. D, Scuola dell'infanzia, Istituto Comprensivo di Decimo 
11 Istòrias originales, realizzato dagli studenti della sez. D, Scuola dell'infanzia, Istituto Comprensivo di Decimo 
Malloreddus Western, realizzato dagli studenti della Scuola Secondaria di Villamassargia 

Presentazione dei cortometraggi vincitori della V edizione del premio Kentzeboghes 2022
GIÙ CUN GIUALI, di Michela Anedda, Italia, 2023, sardu
SONALLUS, di Tomaso Mannoni, Italia, 2023, sardu

Teatro Massimo Cagliari, Sala M2, via De Magistris, 12
• h. 20 Concerto | MATTEO LEONE • RAIXE •
In collaborazione con Jazz in Sardegna e S’ardmusic

INAUGURAZIONE DEL BABEL

Lunedì 2 ottobre
Teatro Massimo Cagliari, sala M2, via De Magistris, 12
• h. 20.30
Intervengono:
Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari
Andrea Biancareddu, assessore regionale alla cultura
Nevina Satta, Fondazione Sardegna Film Commission
Antonello Zanda, Società Umanitaria - Cineteca Sarda di Cagliari
Tore Cubeddu, Terra de Punt
Paolo Carboni, Associazione Babel

• h. 21.00 | proiezioni
Y SŴN, di Lee Haven Jones, Galles, 2023, m.l.: welsh, 89', subt.: ita.

Martedì 3 ottobre 
Convitto
• h. 10 | Premio Diritto di Parola Assegnato dagli studenti delle scuole superiori

Teatro Massimo Cagliari, sala M2, via De Magistris, 12
• h. 15.30 | proiezioni
LIFE WITHOUT SPRING, di Shokir Kuziboy ugli Kholikov, Uzbekistan, 2022, m.l.: khorezm, 22'00, doc
U FIGGHIU, di Saverio Tavano, Italia, 2021, m.l.: calabrese, 14'13
AGONY, di Borhan Ahmadi & Leila Baghpira, Iran, 2022, kurdí, 23'02
WORLD OF HUMANS, di Maria Medinilla & Roger Grau, Spain, m.l.: català, 15'00
ZEREFT OUVLIA, di Morteza Rabi'ee, Iran, 2023, m.l.: khorasani, 29'15
UILÍOCH [Universal], di Seosamh Mac Seoin, Ireland, m.l.: irish, 6'57
THINGS UNHEARD OF, di Ramazan Kilic, Turkey, 2023, m.l.: kurdí, 15'36
KARIM, di Gonzalo Ballester, Spain, 2022, m.l.: morrocan dialect, 23'50
HER ŞEY YOLUNDA [Everything is fine], di Muhammet Beyazdağ, Turkey, 2022, m.l.: kurdí, 20', doc

Teatro Massimo Cagliari, sala M2, via De Magistris, 12
• h. 21 | proiezioni
MARIA DI ISILI, di Enrico Pau, Italia, 2022, m.l.: sardu, 46'37
CATALUNYA NORD, LA LENGUA ENYORADA [Northern Catalonia, the longed for language], di Eugeni Casanova & David Valls, Spain, 2020, m.l.: català, 71', doc

Mercoledì 4 ottobre 
Passeggiata Coperta del Bastione, Piazza Costituzione, Cagliari
h. 9 / 19 | conferenza
Sa richesa de Sardigna. Sardu, català de l’Alguer, gadduresu, sassaresu, tabarchin
Conferenza regionale pubblica sulla lingua sarda 
in collaborazione con la Regione Autonoma della Sardegna

Teatro Massimo Cagliari, sala M2, via De Magistris, 12
• h. 15 | proiezioni
PUPUS, di Miriam Cossu Sparagano Ferraye, Italia, 2021, m.l.: siciliano, 32'00, doc
MAMODY, THE LAST BAOBAB DIGGER, di Cyrille Cornu, France, 2022, m.l.: mahafaly, 50'00, doc
NENA, di Xosé A. Touriñán y Jairo Iglesias, Spain, 2023, m.l.: galego, 19'09
BUDDHA'S SHAME, di Morteza Atashzamzam, Iran, 2019, m.l.: rohingya, 30', doc
ALI AND HIS MIRACLE SHEEP, di Maythem Ridha, Iraq, m.l.: dialetto dell’Iraq meridionale, 2021, 25'
LA FORNACE, di Daniele Ciprì, Italia, 2022, m.l.: siciliano, 19'00
IL TOPO E LA MONTAGNA, di CPIA1 Cagliari, Italia, 2023, m.l.: LIS - lingua dei segni italiana, 4'50
L'ALBERO DEL RICCIO, di Chiara Sulis & Juan Carlos Concha, Italia, 2023, m.l.: sardu, 8', animaz.

Bastione, Piazza Costituzione, Cagliari
• h. 20 | concerto
Tra sardo e profano. Oltre il mare e la Sardegna
con Ballade Ballade Boys, Folk & Roll, Elisa Marongiu, Diego Mikeli e Davide Campisi
ingresso libero

Cinema Greenwich, via Sassari 67, Cagliari
• h. 21 | proiezioni
CAST IN BRONZE, di Mario Giua Marassi, Italia, 2023, m.l.: sardu, 28'25
SIETE FILOS - XIICA CMOTOMANOJ, di Antonio Coello, Mexico, m.l.: seri, 75'

Teatro Massimo Cagliari, Sala M1, via De Magistris, 12
• h. 21| concerto
SILENT
Esperimento elettroacustico, ideato e composto da Gabriele Marangoni, con una struttura sonora frequenziale al di sotto della soglia di udibilità dell’uomo e che lavora sulla percezione fisica e cerebrale del suono.
Ingresso a pagamento 

Giovedì 5 ottobre
Cinema Greenwich, via Sassari 67, Cagliari
• h. 15 | proiezioni
COEXIST, di Komeil Soheili, Iran, 2020, m.l.: dialetto dell’isola di Hormuz, 12'00, doc
LA BANYERA [The Bathtub], di Sergi Marti Maltas, Spain, 2021, m.l.: català, 19'15
LAST WORD, di Diek Grobler, South Africa, 2023, m.l.: setswana, 10'00, animaz.
PLAYING ON THE EDGE, di Cuán Roche, Angus Gannagé & Julian Roberts, United Kingdom, 2023, m.l.: kalaallisut (greenlandic), 17'50, doc
AQUÍ SEGUIMOS [Still Here], di Álvaro Hernández Blanco, Spain, 2022, m.l.: ku'ahl, 16'00, doc
PIAGA [Plague], di Gaetano Crivaro, Italia, 2022, m.l.: calabrese, pashto, 20', doc
EVSEYEV: RECOGNITION AT THE COST OF LIFE, di Andrew Ogorodnikov, Russia, m.l.: mari language, 25'00, doc
MALAFEDE, di Chiara Borsini, Marialuisa Greco & Paolo Corazza, Italia, 2022, m.l.: dialetto campano, 24'00, doc
Y SI NO, ESTAMOS PERDIDOS [Otherwise we are lost], di Giulio Franz, Mexico, 2023, m.l.: LSM - lingua dei segni messicana, 16'19

Teatro Massimo Cagliari, sala M2, via De Magistris, 12
• h. 15 / 18.30 | conferenza
Rai e lingue minoritarie
Conferenza nazionale sulle lingue minoritarie nel servizio pubblico RAI 
in collaborazione con RAI Sardegna

Teatro Massimo Cagliari, sala M2, via De Magistris, 12
h. 19 | proiezioni
SU BATILEDHU, di Nicol Vizioli, Laura Delle Piane, France, 2023, m.l.: sardu, 30', doc
FAULAS, di Michela Anedda, Italia, 2023, m.l.: sardu, 4'28, animazione
FRADI MIU, di Simone Contu, Italia, 2022, m.l.: sardu, 19'58
CARA A SU 'ENTU, di Andrea Deidda, Italia, 2023, m.l.: sardu, 59', doc

Teatro Massimo Cagliari, Sala M2, via De Magistris, 12
h. 21 | concerto - ingresso libero
STEFANIA SECCI ROSA: •SOLA•
In collaborazione con Jazz in Sardegna e S’ardmusic

Venerdì 6 ottobre 
Cinema Greenwich, via Sassari 67, Cagliari
h. 15 | proiezioni

BUSINESS AS USUAL, di Chinedum Iregbu, Nigeria, 2022, m.l.: wolof, hassaniya, pulaar, ewe, 40', doc
TRACTION, di Natthasak Jaithita, Thailand, 2022, m.l.: hmong, 26'06
TAKANAKUY, di Gustavo Vokos, Brazil, 2022, m.l.: quechua, 18'25
ULDERICA, FRUTA DI MONT [Ulderica, the mountain child] di Stefano Giacomuzzi, Italia, m.l.: furlan, 28'35
FELINA, di Andreu Corberà, Spain, m.l.: català, 7'30

Rinascente Obicà
• h. 18 - ingresso con invito
ELEN European Language Equality Network - Welcome Party

Teatro Massimo Cagliari, Sala M1, via De Magistris, 12
• h. 20 | concerto - ingresso a pagamento
RITA MARCOTULLI TRIO

Teatro Massimo Cagliari, Sala M2, via De Magistris, 12
• h. 21 | concerto - ingresso libero
LEONARDO BARBIERATO •PATTERNS FOR TRANSCENDENCE•

Teatro Massimo Cagliari, Sala M1, via De Magistris, 12
• h. 22 | concerto - ingresso a pagamento
RYMDEN

Cinema Greenwich, via Sassari 67, Cagliari
• h. 21 | proiezioni
ROMPENTE [Seabreaker], di Eloy Domínguez Serén, Spain, 2022, m.l.: galego, 24'
NEIGHBOURS, di Mano Khalil, Switzerland, 2021, m.l.: kurdí, 84'14

Sabato 7 ottobre 
Teatro Doglio
• h. 19 | PREMIAZIONI 
Saluti delle Autorità
Intervengono:

Alberto Jannuzzelli, presidente della Società Umanitaria
Nevina Satta, Fondazione Sardegna Film Commission
Maria Dolores Picciau, assessore comunale alla cultura
Elisabetta Schirru, direttrice Servizio LIngua Sarda, Regione Sardegna

Giuria Ufficiale:
Paolo Benvenuti, regista e presidente di giuria
Marina Marzotto, produttrice cinematografica
Serena Schiffini, giornalista e regista RAI Regione Sardegna
Emanuele Galloni, produttore e distributore cinematografico e televisivo
Paulo Filgueiras Fachal, Associazione galiziana "A Mesa" pola Normalización Lingüística

Milena Fiore, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico
Fredo Valla, Ostana - Leo Rielli, Rassegna Evò ce Esù Visioni - Claudia Ferigo, SUNS Udine
Marco Asunis, FICC - Pio Bruno, Cineclub Fedic - Angelo Tantaro, Diari di Cineclub

I rappresentanti delle giurie One Wor(l)d, Diritto di parola e Unica

Saluti conclusivi:
Antonello Zanda, Tore Cubeddu, Paolo Carboni, direzione artistica del Festival

I PREMI:
Premio “Maestrale” | Miglior lungometraggio
Premio “Maestrale” | Miglior documentario
Premio “Maestrale” | Miglior cortometraggio
Premio “Unica” | Premio “Unica” Città di Cagliari
Premio “Umanitaria” 
Premio “Diritto di parola”
Premio “One Wor(l)d” 
Premio “Italymbas” 

Premio Ostana - Scrittura in lingua madre
Premio AAMOD.
Premio del pubblico FICC
Premio Cineclub Fedic Cagliari
Premio “Diari di Cineclub”

Teatro Massimo Cagliari, Sala M1,via De Magistris, 12
• h. 19.30 | concerto - ingresso a pagamento
ANOUAR BRAHEM QUARTET

Teatro Massimo Cagliari, Sala M2, via De Magistris, 12
• h. 21 | concerto - ingresso libero
MATTEO MUNTONI • NUR-BISU •

Teatro Massimo Cagliari, Sala M1,via De Magistris, 12
• h. 22 | concerto - ingresso a pagamento
CAMILLA GEORGE

www.babelfilmfestival.com

All'interno di "AutOutAut", festival letterario sulle diversità e l’abitare indipendente, domenica 24 alle ore 19.15 si terrà un incontro sul grande pedagogo, scrittore e regista che ha ispirato i temi del festival AutOutAut: "Fernand Deligny e La zattera sui monti", con Roberta Fadda, Dominique Garnier, Alessandro Muroni e Antonello Zanda.

Seguirà la proiezione del film "Le Moindre Geste" (IL MINIMO GESTO, 1967) di Jean Pierre Daniel, Josee Manenti e Fernand Deligny, per la prima volta sottotitolato in italiano (trad. Dominique Garnier, Niccolò Prunas, sottotitolatore), a cura dell’associazione Diversamente Odv e il Centro Servizi Culturali di Cagliari della Società Umanitaria - Cineteca Sarda.

Ingresso libero e gratuito.

   

Venerdì 22 settembre alle ore 20 si terrà presso il Museo Dart - Casa Falconieri di Dolianova una serata dedicata a Pablo Volta.

Saranno proiettati i film:

"35mm - Storia del fotogiornalismo in Italia" (2008 . 49') di Maurizio Carta 
"Mamutones" (1982 - 15') di Pablo Volta.

Dialogheranno sulla figura del grande fotografo Marco Cruciani, Antonello Zanda, Dario Piludu e Gabriella Locci.

Ingresso libero e gratuito.

PABLO VOLTA

Pablo Volta nasce a Buenos Aires nel 1926. Al termine della seconda guerra mondiale, che lo aveva visto partigiano a fianco degli Americani, raggiunge per qualche mese il padre giornalista a Berlino. Qui acquista una macchina fotografica ed esegue i suoi primi scatti, immortalando la città completamente devastata dai bombardamenti.
Rientrato in Italia, si occupa di cronaca nera per giornali quali "Milano Sera".
Nel 1950 parte per Roma: a Cinecittà collabora ad alcuni cortometraggi e partecipa alla realizzazione de "Lo sceicco bianco" di Fellini.
Dopo questa parentesi, con l'amico Franco Pinna e con Plinio De Martiis, Caio Garrubba e Nicola Sansone fonda la "Fotografi Associati", la prima cooperativa di fotografi in Italia, esperienza che termina dopo circa un anno per carenza di mezzi economici.
Nel dicembre del 1954, incuriosito dalla celebre "Inchiesta su Orgosolo" dell'antropologo siciliano Franco Cagnetta e dalle tematiche legate al banditismo arriva in Sardegna, a Orgosolo; qui scopre un mondo nuovo, cruento ma intatto nei valori e nelle tradizioni, dal quale resta profondamente affascinato.
Nel 1957 è a Mamoiada, dove realizza le prime fotografie del carnevale. Queste, insieme a quelle di Orgosolo, costituiranno l'apparato iconografico del volume "Bandits d'Orgosolo", prima edizione dell'inchiesta di Cagnetta, pubblicata in Francia nel 1963.
Le sue immagini della Sardegna, con quelle della Lucania di Franco Pinna, apriranno in Italia la strada all'etnofotografia, genere fino ad allora poco considerato ma che negli anni successivi avrà una grande diffusione.
Trasferitosi a Parigi, continuerà a lavorare nella cronaca per giornali, soprattutto per "Il Mondo" di Pannunzio. Particolarmente interessanti i ritratti delle celebrità del mondo artistico e cinematografico realizzati in questo periodo. Dopo una lunga esperienza alla sede RAI di Parigi come operatore, l'amore per la Sardegna e il muralismo sardo lo porteranno a stabilirsi definitivamente a San Sperate.

[FONTE: sardegnacultura.it]

La rassegna DIVE al Parco di Monte Claro si conclude in bellezza con la superba Catherine Deneuve!

• giovedì 3 agosto alle ore 21.15 circa proiezione del film
REPULSION di Roman Polanski (Gran Bretagna, 1965, 105')

L'ingresso è libero e gratuito.

Trama: A Londra, una giovane donna, Caroline Ledoux, che lavora in un istituto di bellezza, vive con la sorella Hélène. I suoi frequenti momenti d'astrazione sembrano dovuti a sogni d'amore ma in effetti ella soffre per la presenza in casa di Michel, l'amante della sorella; e lo stato ansioso si sviluppa in schizofrenia sempre più intensa, tanto da allontanarla da Colin, il suo innamorato. Questa repulsione diviene ossessione quando, di notte, mentre echeggiano nell'aria i rintocchi della campana del convento vicino, ascolta i sospiri amorosi di Hélène e di Michel. Nonostante le sue suppliche, i due amanti l'abbandonano per trascorrere un periodo di vacanza in Italia. Rimasta sola, Caroline si chiude in se stessa e soffre di allucinazioni che culminano con la visione di uomini in atto di violentarla. Tornata al lavoro, deliberatamente ferisce una cliente e la visione del sangue la sconvolge del tutto. Di ritorno a casa, e completamente al di fuori della realtà, quando Colin, insospettito dal suo atteggiamento irrompe violentemente nell'appartamento, lo uccide. Altrettanto fa con il padrone di casa, venuto per riscuotere l'affitto. Diversi giorni dopo, quando la sorella e l'amante tornano, la trovano morente per inedia nell'appartamento sconvolto e popolato di cadaveri. [cinematografo.it]


Quinto appuntamento con la rassegna DIVE al Parco di Monte Claro!

• giovedì 13 luglio alle ore 21.15 circa proiezione del film
LE INFEDELI di Monicelli e Steno (Italia, 1953, 99'), con la splendida Gina Lollobrigida.

L'ingresso è libero e gratuito.

Trama: L'industriale Azzali, invaghito di una indossatrice, fa sorvegliare sua moglie Luisa da un'agenzia di investigazioni nella speranza di trovare un buon pretesto per chiedere il divorzio. Della sorveglianza viene incaricato Osvaldo, giovane avventuriero di pochi scrupoli. Proprio in quei giorni Osvaldo ha incontrato la sua antica fidanzata, Liliana, che ha sposato un ricco industriale inglese il sig. Rogers. Appreso che Luisa Azzali ha per amante il proprio autista, Osvaldo la ricatta, estorcendole una forte somma. Nel frattempo egli è divenuto l'amante di Liliana, alla quale riesce a sottrarre una preziosa collana di brillanti. Del furto è accusata Cesarina, giovane cameriera, legata a Liliana da reciproco affetto. Con l'appoggio di Liliana, Cesarina trova un altro servizio ma anche qui viene commesso un furto. Liliana apprende che il secondo furto è stato commesso da una sua amica, indotta dai ricatti di Osvaldo. Decisa a vendicare la memoria di Cesarina, Liliana presenta una denuncia contro Osvaldo, ma la paura dello scandalo e l'omertà proteggono il filibustiere. [cinematografo.it]

L'appuntamento di questa settimana al Parco di Monte Claro è con il cinema giapponese del grande Yasujirô Ozu e con la diva Setsuko Hara!

• giovedì 6 luglio alle ore 21.15 circa proiezione del film
TARDA PRIMAVERA di Yasujirô Ozu (Giappone, 1949, 108')

L'ingresso è libero e gratuito.

Trama: Shukichi, professore vedovo, e la figlia Noriko trascorrono felicemente le loro giornate insieme, ma la zia Masa insiste perché Noriko si sposi. Shukichi comincia a vagliare dei possibili pretendenti, ma intuisce ben presto che la figlia non ha nessuna intenzione di abbandonarlo. Di fronte alle pressioni di Masa e convinto di operare nel giusto, Shukichi inventa quindi uno stratagemma che possa persuadere Noriko: fingerà di volersi risposare con una donna più giovane. [Mymovies]

Terzo film postbellico di Ozu che già negli anni Trenta si era affermato come regista di primo piano nel cinema giapponese. Opera mirabile nella sua spoglia semplicità con una parte finale di struggente commozione nel suo pudore. Come sempre in Ozu gli interpreti sono perfetti e di grande finezza. (il Morandini)

La rassegna di cinema all'aperto al Parco di Monte Claro prosegue con un film interpretato dalla magnifica Rita Hayworth!

• giovedì 29 giugno 2023 
GILDA di Charles Vidor (USA, 1946, 110')

L'ingresso é libero e gratuito.

Trama: Gilda è una procace ballerina che, abbandonata dall'amante, giura di vendicarsi e per questo si fa sposare dal ricco proprietario di una elegante bisca di Buenos Aires. Però il suo ex amante diviene l'ispettore della bisca e ben presto uomo di fiducia e amico del proprietario. Intanto Gilda fa inutilmente ogni sforzo per risvegliare nell'ex amante l'antica passione e farlo mancare ai suoi doveri. Venuto a conflitto per ragioni di interesse con due tedeschi, il proprietario della bisca ne uccide uno e per sottrarsi alle conseguenze inizia una precipitosa fuga, durante la quale scompare. Lo si crede morto e i due superstiti, benché separati da rancori insuperabili, si sposano per motivi di interesse. Ma il proprietario della bisca riappare improvvisamente ed è sul punto di ucciderli, quando un inserviente, fedele a Gilda, li salva, uccidendo lui. I due hanno compreso finalmente di fronte al pericolo comune, che la passione che li unisce è più forte di ogni altro sentimento. [fonte: cinematografo.it]

Secondo appuntamento con la rassegna di cinema all'aperto dedicata alle grandi dive!

• Giovedì 22 giugno alle ore 21 circa (al primo buio)
proiezione del film NINOTCHKA di Ernst Lubitsch (USA, 1939, 110')

Ingresso libero e gratuito.

TRAMA: Alcuni anni prima della guerra mondiale, Mosca invia a Parigi tre agenti per vendere i gioielli della granduchessa Swana, che il regime sovietico ha confiscato. La granduchessa decide di opporsi con tutti i mezzi alla vendita, e dà al proprio amante, il conte Leon, l'incarico di agire. Il conte avvicina i tre agenti portandoli ogni sera in un locale diverso e facendo assaporare loro la libertà di Parigi. Il contegno scandaloso dei tre agenti provoca l'arrivo a Parigi di un ispettore sovietico, Ninotchka, giovane comunista bella ed austera. Il conte Leon se ne innamora e riesce a conquistarla. Per riavere il suo amante, la granduchessa è disposta a restituire i gioielli al governo moscovita. Così Ninotchka e i tre agenti devono far ritorno a casa, portando con sé il ricordo di Parigi e rinunciando ai loro sogni. Ma forse, non tutto è perduto.

CRITICA: "Si tratta di una satira finissima e piena di spirito del regime sovietico e della propaganda politica dei bolscevichi. La regia, che rivela la mano di un maestro e lo spirito di un artista, si vale dell'interpretazione non comune di Greta Garbo, che ha saputo vivificare e rendere profondamente umano il difficile personaggio di Ninotchka". ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 23, 1948)

fonte: cinematografo.it

Torna a Cagliari la rassegna estiva di cinema in bianco e nero all'aperto!

Giovedì 15 giugno 2023, alle ore 21.15 circa (al primo buio), nello spiazzo antistante la Cappella di S. M. Chiara nel Parco di Monte Claro (Cagliari), prende il via la tredicesima edizione della rassegna cinematografica “Pagine di cinema in bianco e nero”.

Quest’anno il C.S.C. di Cagliari della Società Umanitaria – Cineteca Sarda, propone un percorso interamente dedicato alle grandi dive del cinema internazionale, protagoniste di alcuni dei film più celebri della storia del grande schermo… tutti rigorosamente in bianco e nero!

La rassegna, dal titolo DIVE, è organizzata dalla Società Umanitaria - CinetecaSarda di Cagliari con il Patrocinio della Città Metropolitana di Cagliari, insieme al Sistema Bibliotecario Monte Claro "Emilio Lussu”, e sarà inaugurata con la proiezione de L'angelo azzurro di Josef von Sternberg (Germania, 1930), che trasformò in un'icona immortale la divina Marlene Dietrich.

L’ingresso sarà, come sempre, totalmente libero e gratuito.

Programma della rassegna:

• giovedì 15 giugno 2023 :: Marlene Dietrich in
L'ANGELO AZZURRO di Josef von Sternberg (Germania, 1930, 108')

• giovedì 22 giugno 2023 :: Greta Garbo in
NINOTCHKA di Ernst Lubitsch (USA, 1939, 110')

• giovedì 29 giugno 2023 :: Rita Hayworth in
GILDA di Charles Vidor (USA, 1946, 110')

• giovedì 6 luglio 2023 :: Setsuko Hara in
TARDA PRIMAVERA di Yasujirô Ozu (Giappone, 1949, 108')

• giovedì 13 luglio 2023 :: Gina Lollobrigida in
LE INFEDELI di Monicelli e Steno (Italia, 1953, 99')

• giovedì 20 luglio 2023 :: Marilyn Monroe in
GLI SPOSTATI di John Huston (USA, 1961, 120')

•  giovedì 27 luglio 2023 :: Silvia Pinal in
L'ANGELO STERMINATORE di Luis Buñuel (Messico, 1962, 95')

• giovedì 3 agosto 2023 :: Catherine Deneuve in
REPULSION di Roman Polanski (Gran Bretagna, 1965, 105')


Per informazioni:
🌐 lacinetecasarda.it
👥 facebook.com/cineteca.umanitaria
🐦 twitter.com/cinetecasarda
📸 instagram.com/cinetecasarda

La nuova sede della Mediateca per Monumenti Aperti!

Il CSC della Società Umanitaria - Cineteca Sarda di Cagliari apre per la prima volta la nuova sede della sua mediateca pubblica in via XX settembre n. 20 a Cagliari in occasione della nuova edizione di Monumenti Aperti: sabato 27 e domenica 28 maggio 2023, dalle ore 10 alle ore 20 sarà possibile visitare la sala consultazioni e il patrimonio bibliotecario e audiovisivo della mediateca. Contestualmente sarà allestita una piccola esposizione di riviste e strumenti cinematografici d’epoca, saranno mostrati brevi filmati d’archivio sulla città di Cagliari e un’anteprima virtuale degli spazi in via di ristrutturazione presso Sa Manifattura, in cui troveranno sede definitiva i laboratori, l’archivio storico di pellicole e gli uffici della Cineteca.

La Mediateca della Società Umanitaria - Cineteca Sarda di Cagliari riapre in una nuova sede!

A partire da lunedì 29 maggio sarà nuovamente operativo il servizio di prestito e consultazione di libri di cinema e film, presso la nuova sede della mediateca in via XX Settembre n. 20.


Orari di apertura al pubblico:

• lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 13
• martedì e giovedì dalle 14 alle 18.

Tutti i servizi della Cineteca sono gratuiti e rivolti a tutta la cittadinanza.

Il servizio di mediateca e biblioteca ha un ruolo importante nella diffusione della cultura cinematografica all'interno della comunità locale, fornendo accesso a risorse, servizi e opportunità per tutte le persone che amano il cinema o lavorano nel settore. L'archivio è composto da oltre 20.000 titoli, tra libri, film e riviste, disponibili per il prestito gratuito a tutta la cittadinanza. Il patrimonio cinematografico comprende un catalogo di film italiani e internazionali dalle origini del cinema a oggi, un settore dedicato al cinema sardo, l'intera collezione di opere che hanno partecipato alle varie edizioni del Babel Film Festival e agli altri concorsi organizzati dal CSC di Cagliari, e una ricca sezione dedicata all'infanzia.

I SERVIZI DELLA MEDIATECA:

• prestito di film in DVD e Blu-ray Disc
• prestito di libri su cinema e comunicazione di massa
• prestito digitale di film ed e-book sulla piattaforma MLOL (Media Library Online)
• consultazione di riviste
• postazioni di lettura
• visione in sede
• consulenze per associazioni, circoli, insegnanti, etc.
• laboratori didattici rivolti a scuole di ogni ordine e grado
• visioni plurisoggettive


Vi aspettiamo!

“Gira che ti riGira Contest” e "Balòss Film Festival"

Due cortometraggi realizzati per il concorso Gira che ti riGira – bandito nel 2020 dai 3 centri sardi della Società Umanitaria durante i mesi del lockdown per offrire a bambine/i e ragazze/i un’occasione di “evasione” attraverso il cinema - sono stati selezionati al Balòss Film Festival di Milano!

Il festival è organizzato dall’Associazione Culturale Circonvalla Film, che da 20 anni si occupa di promozione della cultura cinematografica, ed è dedicato a Ermanno Olmi, importante regista italiano che ha vissuto parte della sua infanzia nel quartiere Degano-Bovisa di Milano, sede dell’associazione. L’evento sarà il momento conclusivo di un progetto didattico che ha portato l’educazione al linguaggio audiovisivo all’interno di alcune scuole milanesi, ed è stato finanziato dal Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola promosso da Ministero della Cultura e Ministero dell’Istruzione e del Merito.

In questa nuova edizione del festival, dopo quella tenuta nel 2021, si aprono le porte alla partecipazione di altre progettualità svolte nel territorio nazionale operanti nell’educazione cinematografica, con l’obiettivo di promuovere il “fare cinema” con i ragazzi. Inoltre il festival accoglierà anche opere europee, che abbiano gli stessi obiettivi e favoriscano la diffusione dell’educazione all’immagine.

I corti “Fuga dal coronavirus” di Greta Zedda (Italia, 2020, 4’ 59’’) e “Storia di una principessa” di Anna Ledda (Italia, 2020, 3’32’’), che avevano ottenuto il secondo premio ex aequo al Gira che ti riGira Contest, verranno proiettati a Milano durante le giornate di venerdì 12 e sabato 13 maggio presso la Cineteca di Milano - MIC (Via Fulvio Testi) e domenica 14 maggio presso il Teatro del Buratto (Via Bovio, 5, Milano). Durante l'ultima giornata i cortometraggi in concorso verranno riproiettati e, a fine giornata, saranno annunciati i vincitori.

Il concorso nazionale di cortometraggi assegnerà i seguenti premi: miglior cortometraggio, miglior attore, miglior attrice, miglior sceneggiatura, premio del pubblico e premio della giuria.

Si conclude la rassegna di cinema e incontri dedicati alla figura del grande pensatore sardo Antonio Gramsci.

Giovedì 27 aprile alle ore 19, presso la Sala Renzo Laconi, in via Emilia 39 a Cagliari
saranno proiettati i film:

"L'albero del riccio" di Chiara Sulis e Juan Carlos Concha (2023, 8’)
 "Terra Gramsci" di Robert Cahen (2009, 7’)
 "Maremuro. Maria Lai in dialogo con Antonio Gramsci" di Massimiliano Bomba e Gianluca Scarpellino (2014, 16’)
• "L'albero del riccio" di Marì Marten Bias, Svezia 1987

Presenteranno l'incontro Giorgio e Alessandra Marchi.
Saranno presenti Chiara Sulis, Juan Carlos Concha e Gainluca Scarpellino.

La rassegna cinematografica è organizzata dalla Società Umanitaria – Cineteca Sarda di Cagliari e dall’Istituto Gramsci, con la collaborazione di GramsciLab dell’Università di Cagliari e dell’Associazione Antonio Gramsci di Cagliari.

Ingresso libero e gratuito.

L’albero del riccio di Chiara Sulis, Claudio Stassi, Juan Carlos Concha, produzione Animar Studios, è stato realizzato con il contributo della Regione Sardegna e l’appoggio della Sardegna Film Commission e New Animation Sardegna. Il cortometraggio si basa su un racconto contenuto nella famosa lettera di Gramsci al figlio Delio, del 22 febbraio 1932. 

Terra Gramsci di Robert Cahen. 18 aprile 1927: Gramsci scrive a sua moglie dal Carcere di San Vittore "Il mio stato d'animo può paragonarsi a quello dei marinai di Nansen durante questo viaggio fantastico". Il viaggio di Nansen, che avendo studiato le correnti marine e aeree dell'oceano Artico pensò di raggiungere il polo facendo trasportare la sua nave dai ghiacci, avvicina, nell'immaginario di Gramsci, il piccolo mondo del carcere al mondo esterno grande e terribile. Un viaggio metafora che Gramsci vive come una modalità di resistenza, giorno dopo giorno. Un movimento lentissimo che lo spinge a indagare alle radici del presente generando così un'osmosi impercettibile e tenace in viaggio verso il futuro.

Maremuro. Maria Lai in dialogo con Antonio Gramsci di Massimiliano Bomba e Gianluca Scarpellino. Giorgio Baratta dà voce ad Antonio Gramsci, riprendendo brevi schegge dagli scritti gramsciani e ripresentandoli come spunti/domande/inviti lanciati al pensiero di Maria Lai, che risponde e rilancia, consentendo al pensiero gramsciano di rifarsi presente attraverso la bocca di Baratta. Far vivere Gramsci come una pietra lanciata nello stagno è l'idea intorno a cui ha lavorato con pazienza l'ideatore e fondatore di Terra Gramsci, sottolineando la sua capacità di parlare agli uomini di oggi e ai giovani di domani.

L'albero del riccio di Marì Marten Bias. Un garbato film a disegni animati, realizzato dalla regista svedese per illustrare la celebre lettera che Antonio Gramsci scrisse dal carcere al figlio Delio, in occasione del suo settimo compleanno. Un classico della letteratura dell'infanzia rivisitato con un linguaggio nuovo.

Ultimo appuntamento con la rassegna cinematografica che accompagna la mostra "Cinemanifesti"!

• mercoledì 22 febbraio alle ore 19

proiezione del film "Padre padrone" di Paolo e Vittorio Taviani (1977)

Trama: A sei anni Gavino deve abbandonare la scuola, che frequenta da pochi giorni, perchè il padre, Efisio, ha bisogno di lui: deve guardargli le pecore e contribuire così al sostentamento della famiglia. A vent'anni, egli sa tutto della vita sui pascoli e tra i monti, di boschi e di bestiame, ma è un analfabeta e sa parlare solo in dialetto. La vista di due ragazzi forniti di fisarmonica lo scuote dal suo torpore: per procurarsene una, uccide un paio di agnelli. E' il primo atto di ribellione contro il padre, che però continua a dettar legge. Quando, infatti, dopo che una gelata ha distrutto il loro uliveto, Gavino decide di emigrare in Germania, Efisio gli nega il suo consenso. Il giovane parte per il servizio militare: è la sua grande occasione di riscatto e non se la lascia sfuggire. Con l'affettuoso aiuto dei compagni impara a leggere a scrivere, poi rinnova la ferma finché, ottenuta la licenza liceale, torna a casa. Non smette di studiare, però, e poiché Efisio vorrebbe, invece, rimandarlo sui campi, Gavino ha con lui un drammatico scontro addirittura fisico. Lo vince, ma deve comunque andar via di casa: non per obbedienza, ma per se stesso. Si laureerà con una tesi sui dialetti sardi, scriverà libri, diventerà "contrattista" all'Università di Sassari. [cinematografo.it]

«Palma d’oro al Festival di Cannes del 1977, il film dei fratelli Taviani nacque nella sezione sperimentale della Rai – che allora produceva i film dei maggiori autori italiani – come film per la televisione, a basso costo (fu girato in 16mm e successivamente “gonfiato” per essere proiettato negli schermi) e senza prevedere l’uscita nelle sale. Furono appunto i Taviani a proporre il romanzo autobiografico di Gavino Ledda, fresco vincitore del premio Viareggio e divenuto, in breve tempo, un “best seller” e un possibile soggetto cinematografico, tanto che altri registi (tra cui Angelo Dorigo, già autore di un western sardo, La grande vallata, che dichiarò di avere opzionato Anthony Quinn per la parte del padre e Giancarlo Giannini per Gavino) si erano interessati alla trasposizione cinematografica. Le riprese furono effettuate in gran parte a Sassari, nel vecchio convento-scuola del Canopoleno – oggi divenuto un museo – adattando le aule sia per la casa della famiglia Ledda sia per la scuola, sia per gli altri interni: il tribunale, la casa di Sebastiano, la caserma di Pisa. Per gli esterni, oltre che presso la parte monumentale di Pisa, furono scelte le vicine campagne di Muros e Carceghe, e il paese – filmato in totale e poi nella via principale – è appunto Carceghe. Molte le professionalità sarde, tra cui l’aiuto regista Giampiero Cubeddu, già impegnato nel teatro sassarese e autore di numerosi lavori per la Rai regionale e diverse comparse reclutate appunto nei ranghi del teatro sardo. Fu visto, quasi casualmente, dai selezionatori del festival francese, che lo invitarono in concorso. Rossellini, presidente della giuria, si riconobbe in una sorta di poverismo tecnico (però di alto valore espressivo) che contrastava il dominio del cinema-spettacolo imponendo il cinema-discorso e il cinema-arte. Così, dopo la premiazione di Cannes, la pellicola fu approntata per gli schermi e ottenne un travolgente successo non solo in Italia, ma nella maggior parte dei paesi europei e persino negli Stati Uniti. Sul piano critico contende appunto a Banditi a Orgosolo il primato del film d’ambiente e tematiche sarde accolto meglio, ma a differenza della pellicola di De Seta, che rimase un fenomeno d’essai e fu visto da un pubblico minoritario, Padre padrone risulta a tutt’oggi il film più visto, assieme a Una questione d’onore e Il figlio di Bakunin [...]» [Gianni Olla, Dai Lumièere a Sonetàula, Cagliari, Cuec Editrice, 2008, p. 171]

CINEMANIFESTI | SALA CONFERENZE EXMA > via San Lucifero, 71 > Cagliari

8 febbraio | h. 19

proiezione del film "Dove volano i corvi d'argento" di Piero Livi (1976)

Trama: Un giorno, mentre si trova a pascolare il gregge, il giovane Giacinto Fronteddu assiste casualmente al sequestro di una persona e viene ucciso da uno dei sicari che ne ha notata la presenza e teme la denuncia. Da Milano, ove lavora come metalmeccanico, torna nel villaggio sardo Istèvene, fratello della vittima, per il funerale. Il padre e la madre, già contrari all'espatrio del figlio, ora vorrebbero che secondo le tradizioni ataviche Istèvene compisse la vendetta; e altrettanto attende tutto il paese. Il perplesso giovanotto viene pressato anche da Giovannangela, già sua fidanzata, nonchè dal fratello della stessa, Maineddu, che si è arricchito fungendo da tramite con la mafia imperante a Sassari. Maineddu giunge sino a far prigioniero l'assassino di Giacinto e a porgerlo a Istèvene. Questi, pero', è deciso a rompere con la sanguinosa tradizione è consegna il prigioniero al maresciallo dei carabinieri. Un giorno Maineddu stesso viene ucciso sotto gli occhi di Istèvene che non recede e finalmente trova consenzienti Giovannangela, e altri come loro decisi a rompere la spirale delle vendette.

[fonte: cinematografo.it]

PROGRAMMA RASSEGNA

• 16 dicembre h. 19: "Banditi a Orgosolo" di Vittorio De Seta (1961)
• 11 gennaio h. 19: "Una questione d’onore", di Luigi Zampa (1965)
• 18 gennaio h. 19: "I protagonisti", di Marcello Fondato (1967)
• 25 gennaio h. 19: "Sequestro di persona", di Gianfranco Mingozzi (1967)
• 1° febbraio h. 19: "Uomini contro" di Francesco Rosi (1970)
• 8 febbraio h. 19: "Barbagia (La società del malessere)", di Carlo Lizzani (1969)
• 15 febbraio h. 19: "Dove volano i corvi d’argento" di Piero Livi (1976)
• 22 febbraio h. 19: "Padre Padrone", dei fratelli Taviani (1977)

CINEMANIFESTI

mercoledì 1° febbraio h. 19 > Sala Conferenze EXMA > via San Lucifero 71

proiezione del film "Uomini contro" di Francesco Rosi (1970)

Trama: Nel corso della prima guerra mondiale, i soldati del generale Leone, dopo aver conquistato, lasciando sul terreno tremila caduti, una cima considerata strategicamente indispensabile, ricevono l'ordine di abbandonarla. Poi l'ordine cambia: occorre che la cima venga di nuovo tolta al nemico. Gli austriaci, però, vi si sono saldamente insediati e la difendono accanitamente con due mitragliatrici. Gli inutili assalti, nemmeno protetti dall'artiglieria, si susseguono provocando ogni volta una strage tra gli attaccanti. Stanchi di essere mandati al massacro da un generale tanto incompetente, quanto stupidamente esaltato, una parte dei soldati inscena una protesta: il generale Leone ordina, come risposta, di punirli con la decimazione. Costretti ad uccidere o ad essere uccisi da uomini come loro, vittime dello stesso mostruoso ingranaggio, i soldati italiani, in gran parte ex contadini, rivolgono la loro fiducia a quei pochi ufficiali - come i tenenti Ottolenghi e Sassu - che giudicano quella e tutte le guerre come inutili stragi. Ma il primo muore, nel tentativo di impedire il massacro dei suoi uomini, mentre Sassu viene condannato alla fucilazione per essersi opposto a un ordine iniquo di un suo superiore.

Critica: "Applicatosi a un racconto di natura rapsodica, nel quale i vari episodi sono intercalati da scene di battaglia che ripetono spesso i canoni del buon cinema di guerra, Rosi ha momenti severi e asciutti ma non sempre fonde le due anime del film con una fantasia figurativa pari alla crudezza della sua polemica (...). In questi limiti, e avanzata qualche riserva su alcune suggestioni oratorie cui Rosi, aiutato dalla musica di Piccioni, non vuol sottrarsi, il film ripiega con la prestanza spettacolare, soprattutto con la concitazione di molte scene di massa, una certa inerzia lirica." (Giovanni Grazzini, 'Corriere della Sera', 1° settembre 1970)
"Veemente dramma antimilitarista tratto da 'Un anno sull'altipiano' di Emilio Lussu, in cui il compagno Francesco Rosi, che l'ha sceneggiato con Tonino Guerra e Raffaele La Capria, sputtana il mito della grande guerra. Al massacro, sibila, furono spediti i poveracci, mentre la borghesia se ne stava beatamente in poltrona. Ovvero, benvenuti nel regno della demagogia". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 8 aprile 2003)

[fonte: cinematografo.it]

CINEMANIFESTI

mercoledì 8 febbraio alle ore 19 > Sala Conferenze dell'EXMA > via San Lucifero, 71

"Barbagia - La società del malessere" di Carlo Lizzani (1969)

Trama: Graziano Cassitta giovane pastore barbaricino, educato, secondo il costume della sua gente, a considerare l'onore più importante della vita, ha vendicato la morte di uno dei suoi fratelli uccidendone l'assassino. Arrestato, riesce a evadere per ben tre volte: l'ultima, dal carcere di Sassari in compagnia di uno spagnolo, Miguel Tienza, col quale si rifugia sul Supramonte, l'aspra e boscosa catena di montagne nel cuore stesso della Barbagia. Spalleggiato da Spina, un disonesto avvocato, Graziano e la sua banda cominciano a dedicarsi a una fruttuosa attività: il sequestro di persone da liberare in cambio di cospicui riscatti. Mentre la polizia e i reparti speciali dei carabinieri gli danno inutilmente la caccia, Graziano - che giustifica le proprie gesta col fine di riparare, togliendo soldi ai ricchi, le secolari ingiustizie subite dai pastori - sogna, diventato estremamente popolare, di porsi addirittura alla testa di un movimento separatista. Spaventati dalla sua megalomania, Spina e gli altri decidono di liberarsi di lui inducendolo a commettere un errore: il sequestro di Nino Bedetto, un onesto uomo tutt'altro che ricco. Il gesto suscita indignazione in tutta l'isola; la stessa popolazione si unisce ai carabinieri per cercare di stanarlo mentre il malcontento serpeggia tra gli stessi uomini della sua banda, non più disposti a ubbidirgli ciecamente. Durante un attacco dei carabinieri, Miguel, l'unico che gli sia rimasto amico, muore. Graziano riesce ancora una volta a sottrarsi alla cattura, ma non per molto.

Critica: "Un pamplet avvincente e utile: un saggio di buon giornalismo ricostruito." (Tullio Kezich)

"L'asciutto ritratto del bandito si carica sulle spalle frustrazioni e sogni, sconfitte e passioni di altri come lui diseredati e tagliati fuori da un vivere civile [...]. Il Mesina 'cinematografico' è perciò il mediatore tra una realtà attentamente inquisita e sufficientemente documentata nei suoi dati fondamentali ed il personaggio di cui ha largamente parlato la cronaca. [...] I dati anagrafici della Barbagia sono offerti a chi voglia leggere la storia di una regione italiana lontana le mille miglia da una vantata condizione industriale del nostro paese". (C. Bertieri, 'Film Mese', 33, ottobre 1969).

[fonte: cinematografo.it]

Mercoledì 25 gennaio 2023 all'EXMA quarto appuntamento con la rassegna Cinemanifesti:

• h. 19 proiezione del film SEQUESTRO DI PERSONA di Gianfranco Mingozzi (1967)

TRAMA: In Sardegna il giovane Francesco viene sequestrato dai banditi. Una sua amica, Cristina, assiste impotente al sequestro e corre ad avvertire i familiari. Gavino, amico dei due, le raccomanda di non parlare alla polizia, ma la ragazza denuncia il fatto e questa si mette alla ricerca del giovane rapito. In uno scontro a fuoco, tra banditi e polizia, Francesco viene ucciso, ma i banditi ne nascondono il corpo. Il padre di Francesco allora offre ad Osilo, ricco possidente, le sue terre, per avere il denaro per pagare il riscatto del figlio. Gavino intanto riuscito a farsi sequestrare dai banditi, cerca di convincere costoro che il loro capo li tradisce e li sfrutta; essi allora glielo consegnano: è Osilo. Questi riesce a fuggire ma viene raggiunto dai genitori di Francesco e Gavino. Per Osilo non c'è scampo: i due uomini insieme a Gavino si faranno giustizia da soli. [cinematografo.it]

CRITICA: «II film propone un referto a spirale: dall’antica vendetta del singolo, origine del banditismo pastorale, al racket organizzato intorno a nuove fonti di ricchezza come le terre a mare, e di nuovo alla vendetta del singolo. Un giro vizioso nel quale sono impigliati tutti i personaggi, un mostruoso condizionamento che Mingozzi denuncia con fermezza. Per rompere la situazione non c’è che il rifiuto globale dei tabù criminali dell’isola. “Voglio scendere” grida la ragazza nel finale: è, in fondo, la scelta di quella famiglia di Ozieri che, in questi giorni, con una lettera da mettere nelle antologie scolastiche, ha rifiutato di pagare il riscatto per un sequestrato». (Tullio Kezich, Panorama, 1968, ristampato in Il Mille Film – dieci anni al cinema, Il Formichiere,1978, ora anche Oscar Mondadori, 1984).

Ingresso libero e gratuito.

La rassegna cinematografica che accompagna la mostra Cinemanifesti prosegue mercoledì 18 gennaio h. 19 presso la Sala delle Conferenze all'EXMA con il film 

I PROTAGONISTI di Marcello Fondato (1967)

TRAMA: Per cinquecentomila lire il fuorilegge sardo Taddeu è disposto ad incontrarsi con turisti in cerca di emozioni. A Roberto, che ha accettato l'invito di Taddeu, si associano due donne e due uomini. Sotto lo sguardo di un commissario di polizia, che non può far nulla per impedire la spedizione, i cinque turisti vanno all'appuntamento col bandito. Mentre sono intenti a fotografarlo e ad intervistarlo, i "baschi blu" - le forze speciali impegnate nella lotta contro il banditismo -, dopo aver sorvolato la zona con un elicottero, cominciano a salire verso il rifugio del bandito. Per qualche minuto, i cinque si fanno suggestionare dalla situazione e uno di loro, quasi si sentisse nei panni di un fuorilegge, spara persino qualche colpo nella direzione dei militari. Quando questi si fanno più sotto però, abbandonano il posto fuggendo dietro a Taddeu e ai due uomini che vivono con lui. Quando i banditi li lasciano per addentrarsi in un bosco, i cinque, ansiosi di rinnegare il comportamento poco prima tenuto, segnalano ai "baschi blu" la direzione presa da Taddeu. Il bandito viene individuato e ha luogo una furiosa sparatoria, nella quale perdono la vita due "baschi blu" e un fuorilegge, mentre Taddeu, sebbene ferito, riesce a fuggire. Dando la notizia di quanto è accaduto, la radio, parlando dei cinque turisti li definisce "protagonisti" di una coraggiosa avventura. [cinematografo.it]

CRITICA: «[…] L’intento è di mettere a confronto il mondo dorato del turismo con la spinosa realtà del banditismo isolano: un po’ come soprapporre La dolce vita e Salvatore Giuliano. Sono fenomeni che coesistono a breve distanza, nel contradditorio panorama sociologico italiano, e dal confronto poteva nascere qualche osservazione interessante. Ma la rappresentazione non riesce a diventare plausibile nelle sequenze de I protagonisti. I ricchi sono prefelliniani nella ricerca di pretesti psicologici per la definizione di un’amoralità di gruppo: gli stessi moventi dei personaggi non reggono neppure sul piano della plausibilità […]».
(Tullio Kezich, Il Millefilm, Il formichiere, Milano, 1983)

Ingresso libero e gratuito.

All'interno del programma di CINEMANIFESTI sono previsti laboratori con le scuole primarie e secondarie di primo grado. Le bambine e i bambini saranno impegnati nella costruzione di alcuni strumenti di illusione ottica - il taumatropio e il fenachistoscopio - che, insieme ad altri esperimenti e intrattenimenti legati alla proiezione di immagini e al movimento illusorio, contribuirono all'invenzione del primo cinematografo.

taumatròpio s. m. [comp. del gr. ϑαμα -ατος «prodigio» e tema di τρέπω «volgere»] Strumento della preistoria del cinema, inventato nel 1825, basato sul principio della persistenza delle immagini sulla retina dell’occhio: consiste in una specie di disco fornito di un cordoncino alle due estremità del diametro; sulle due facce sono rispettivamente disegnati due oggetti le cui immagini, ruotando rapidamente il disco attorno al proprio diametro, si fondono sovrapponendosi. 

fenachistoscopio s. m. (dal gr. φενακιστής «ingannatore») Apparecchio con il quale J.-A.-F. Plateau realizzò per la prima volta la sintesi dei movimenti (1828-32). Consisteva in un disco, libero di ruotare intorno a un asse, sul quale erano disegnate fasi diverse di una figura in movimento. Il disco era posto in rapida rotazione e le figure, osservate attraverso una serie di fessure realizzate su un altro disco coassiale e solidale al primo, davano all’occhio dell’osservatore, per la persistenza delle immagini sulla retina, l’impressione del movimento.

[fonte: Treccani]



CINEMANIFESTI – Mostra di manifesti e locandine del cinema sardo degli anni ’60 e ‘70

mercoledì 11 gennaio 2023 - h. 19 [Sala Conferenza EXMA, via San Lucifero 71, Cagliari]

UNA QUESTIONE D’ONORE di Luigi Zampa (1965, 113')                                                                                                                                                                           

In un paese della Sardegna le famiglie Sanna e Porcu si stanno man mano reciprocamente sterminando a causa di vecchi screzi. Ma don Leandro Sanna, unico superstite della sua famiglia vivente in paese, per evitare di essere aggredito da Egidio Porcu, induce Efisio, un uomo onesto, ad uccidere questi in cambio d'un suo appoggio per lo scagionamento di un delitto non commesso. Efisio, entrato in paese in occasione d'una festa, anziché uccidere la vittima designata, passa la notte con la propria moglie. L'uccisione di Egidio Porcu, compiuta da uno sconosciuto, mette Efisio in una posizione equivoca di fronte ai paesani i quali, ignorando la sua presenza in paese all'epoca dell'assassinio, attribuiscono la maternità di Domenicangela ad un intruso e pretendono una vendetta d'onore da parte del marito. Efisio, non potendo rivelare la verità senza contemporaneamente vedersi attribuito l'assassinio di Egidio, tenta invano di castigare la moglie della presunta infedeltà per mezzo di violenti alterchi e di feroci insulti: disprezzato da tutti e persino dalla vecchia madre, nonché dai fratelli della moglie, incapace di rimediare in un qualsiasi modo all'ingiusto disonore, pazzo di dolore, dopo aver gridato agli impassibili compaesani la loro barbarie, colpisce a morte la moglie innocente. [cinematografo.it]

L'ingresso è gratuito e libero sino a esaurimento dei posti in sala.

La Cineteca Sarda – Società Umanitaria in collaborazione con il Consorzio Camù - Centri d'Arte e Musei il 16 dicembre inaugura:

CINEMANIFESTI – Mostra di manifesti e locandine del cinema sardo degli anni ’60 e ‘70rassegna cinematografica e laboratori per le scuole.
A cura della Cineteca Sarda-Società Umanitaria in collaborazione con il Consorzio Camù - Centri d'Arte e Musei.

La mostra sarà visitabile dal 16 dicembre 2022 al 26 febbraio 2023 dal martedì alla domenica (9 - 13; 15 - 19), presso la Sala delle Volte all'EXMA (biglietti: intero € 5,00 - ridotto € 3,00).
La rassegna cinematografica inizierà il 16 dicembre e proseguirà per 8 appuntamenti sino al 22 febbraio 2023, presso la Sala Conferenze dell'EXMA (1° piano). L'ingresso alla rassegna è gratuito e libero sino a esaurimento dei posti disponibili.
Sono previsti laboratori gratuiti per le scuole primarie e secondarie di primo grado, che si terranno a partire dal 12 gennaio 2023 ogni giovedì mattina presso gli spazi dell'EXMA. Per prenotazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.


PROGRAMMA RASSEGNA

• venerdì 16 dicembre 
h. 18 apertura della mostra dei manifesti originali dei film sardi girati tra gli anni '60 e i '70
h. 19 "Banditi a Orgosolo" di Vittorio De Seta (1961)
• mercoledì 11 gennaio h. 19: "Una questione d’onore", di Luigi Zampa (1965)
• mercoledì 18 gennaio h. 19: "I protagonisti", di Marcello Fondato (1967)
• mercoledì 25 gennaio h. 19: "Sequestro di persona", di Gianfranco Mingozzi (1967)
• mercoledì 1° febbraio h. 19: "Barbagia" (La società del malessere), di Carlo Lizzani (1969)
• mercoledì 8 febbraio h. 19: "Uomini contro" di Francesco Rosi (1970)
• mercoledì 15 febbraio h. 19: "Dove volano i corvi d’argento" di Piero Livi (1976)
• mercoledì 22 febbraio h. 19: "Padre Padrone", dei fratelli Taviani (1977)

L'ingresso alla rassegna è libero e gratuito sino a esaurimento dei posti in sala.

L'esposizione, allestita da Salvatore Campus, è realizzata con il contributo della Fondazione di Sardegna e la media partnership di RADIO X.
Si ringraziano: Giovanni Sanna, Sergio Naitza, Tore Cubeddu, Arkivi Qendror Shtetëror i Filmit (Cineteca di Tirana, Eriona Vyshka), Cineteca Lucana (Gaetano Martino), Amedeo Costantino (Grafema), Alberta Raccis, Gianni Olla, Antioco Floris e Gianni Livi.

I tre Centri Servizi Culturali sardi della Società Umanitaria, in collaborazione con l’Associazione Amici della Miniera e le amministrazioni comunali di Sassari, Alghero e Cagliari, organizzano un mini tour promozionale del film Ignazio, storia di lotta, d’amore e di lavoro. Il biopic diretto da Marco Antonio Pani che, a distanza di undici anni dalla sua scomparsa, racconta la straordinaria vita di Ignazio Delogu, poeta, traduttore, critico d’arte e cinematografico, giornalista e corrispondente dall’estero, scrittore, regista e sceneggiatore. Una vita vissuta intensamente, scandita dalla militanza politica, dall’impegno culturale e da eccezionali incontri, come quelli con Salvador Allende, Gabriel Garcia Marquez e Mario Vargas Llosa.

Dopo l’anteprima regionale al Supercinema di Carbonia, approda a Sassari, Alghero e Cagliari l’omaggio a uno degli intellettuali sardi più poliedrici del Novecento. Prima tappa del tour lunedì 12 dicembre al Cineteatro Astra di Sassari, dove il film sarà introdotto da Paolo Serra, Direttore della Società Umanitaria di Carbonia. Mercoledì 14 dicembre, grazie alla collaborazione della Generalitat de Catalunya Delegaciò del Govern a Italia Ofici de l’Alguer e dell’Òmnium Cultural de l’Alguer, il film sarà proiettato nella sala conferenze de Lo Quarter ad Alghero, introdotto da Alessandra Sento, Direttrice della Società Umanitaria di Alghero. Il tour si conclude giovedì 15 dicembre al Cinema Spazio Odissea di Cagliari, dove sarà introdotto da Antonello Zanda, Direttore della Società Umanitaria di Cagliari. In sala sarà presente il regista Marco Antonio Pani.


Il film, nato da un’idea dell’Associazione Amici della Miniera, è stato finanziato dalla Fondazione di Sardegna e dalla Società Umanitaria Sardegna - Cineteca Sarda in collaborazione con la Fondazione Enrico Berlinguer.

Lunedì 12 dicembre ore 17.30
Cineteatro Astra SASSARI
[Corso Francesco Cossiga, 5]
Ingresso libero


Mercoledì 14 dicembre ore 18.00
Sala Conferenze Lo Quarter ALGHERO
[Largo San Francesco]
Ingresso riservato agli invitati


Mercoledì 14 dicembre ore 20.30
Sala Conferenze Lo Quarter ALGHERO
[Largo San Francesco]
Ingresso libero


Giovedì 15 dicembre ore 21.00
Cinema Spazio Odissea CAGLIARI
[Viale Trieste, 84]
Ingresso libero su invito o prenotazione sino a esaurimento dei posti in sala (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)

La Società Umanitaria - Cineteca Sarda di Cagliari, con il patrocinio della Città Metropolitana di Cagliari e la collaborazione del Sistema Bibliotecario "Emilio Lussu", a un anno esatto dalla sua scomparsa dedica una serata a Pino Boi, storica figura della distribuzione e dell'ambiente cinematografico sardo.

A partire dalle ore 21 sarà proiettato il film a lui dedicato, "L'ultimo pizzaiolo" di Sergio Naitza, insieme ad alcuni spezzoni inediti tratti da altri film a Boi cui prese parte.

Appuntamento nello spiazzo antistante la Cappella di Santa Maria Chiara nel Parco di Monte Claro a Cagliari.

Ingresso libero e gratuito.

Sinossi: Viaggio nelle sale cinematografiche della Sardegna chiuse, abbandonate e decadenti per raccontare un pezzo di memoria collettiva dei sogni di celluloide e immortalare questi luoghi prima che vengano cancellati dal profilo urbano di città e paesi. Con i ricordi e gli aneddoti di tre anziani proiezionisti, mestiere soppresso dalla tecnologia, e dello storico distributore di “pizze”, le bobine dei film in pellicola: appunto “l’ultimo pizzaiolo”.

Note di regia: Quando è nato il progetto “L’ultimo pizzaiolo” – ovvero la ricerca delle ultime sale cinematografiche della Sardegna ormai chiuse, abbandonate e fatiscenti, e la raccolta delle testimonianze degli anziani proiezionisti della pellicola – non c’era dietro il sentimento della nostalgia, il rimpianto dei vecchi gloriosi anni d’oro del cinema. C’era invece il desiderio di capire come era mutato il panorama urbanistico delle città e dei paesi sardi senza più sale, quale valore sociale e culturale rappresentava l’andare al cinema, che fine aveva fatto quella piccola imprenditoria familiare che, di padre in figlio,tramandava il mestiere dell’esercente e del proiezionista: tutti elementi di un mondo repentinamente sostituito – la data del declino è l’inizio degli anni Ottanta – dall’avvento della tecnologia e del digitale. E della multisala. E prima ancora delle videocassette, oggi dello streaming. Un viaggio dunque sulle tracce di una memoria storica collettiva che si sta cancellando, perché la sala cinematografica che era un luogo simbolo di ogni città e paese dell’Isola, punto di riferimento toponomastico (chi non diceva, per esempio: “Vediamoci davanti al cinema Ariston” anche solo per darsi un appuntamento) oggi non esiste più: è stata demolita dall’ingordigia del mattone e trasformata in altro, un edificio, un garage, una banca, un supermarket, macerie, niente. E con i cinema sono sparite anche le insegne, che facevano parte della segnaletica urbana, luminosi punti cardinali per il passante nonché esche fosforescenti che titillavano il desiderio. Quelle rimaste si contano sulle dita di una mano: ossidate, sbilenche o sbiadite come certe scritte del ventennio nero; avevano nomi esotici, regali, altisonanti: Olympia, Capitol, Astoria, Splendor, Impero, Garibaldi, Corallo, Smeraldo, Due Palme, Astoria, Vittoria, Astra, Astor, Iris, Eden, appunto come una promessa di due ore in paradiso in cambio di un paio di monetine. [...] Sergio Naitza lultimopizzaiolo.com

Un appuntamento imperdibile con la rassegna di cinema in bianco e nero!

martedì 12 luglio sarà proiettato il capolavoro di Orson Welles “Quarto potere” (USA, 1941, 119’).

Si narra la vicenda di Charles Foster Kane, magnate dell'editoria. Il film inizia con un flash-back. Kane è morto, si cerca di interpretare la sua incredibile personalità, le sue speranze e le sue azioni. L'uomo è morto pronunciando la parola "Rosebud". Un giornalista si assume l'incarico di venire a capo del mistero andando a parlare con le persone che furono più vicine al magnate. Comincia dal suo più grande amico, Leland (Cotten), che sostenne Kane fin dall'inizio, quando il grand'uomo sembrava animato da irresistibile spinta di onestà e fu da questi licenziato quando non si schierò dalla sua parte in una vicenda di scarsa importanza. Appare un assistente di Kane, che conosce alcuni fatti, appare la seconda moglie, una cantante con le virgolette, come venne definita per il suo poco talento. Kane tentò anche la via politica, ma venne fermato con un ricatto. Conobbe tutti i grandi uomini del suo tempo. Raccolse in un incredibile castello milioni di cimeli e di cianfrusaglie. Ed ecco la soluzione del mistero: "Rosebud" era il nome della piccola slitta con cui Charles giocava da bambino. Come a dire che a fronte di una vita così articolata, importante, decisiva per molti, rimane un pezzo di legno che brucia in una caldaia.
Titolo santificato dal cinema. Da molti ritenuto degno leader di una classifica ideale di film. Fu girato nella seconda parte del 1940 quando Welles aveva appena venticinque anni. Welles fece un film allarmante, incredibilmente pensato, nei contenuti e nella tecnica. Era il trionfo del cinema per il cinema, dove niente è reale e naturale, dove le luci arrivano da fonti impossibili (celebre la sequenza delle ballerine alla festa, che vengono illuminate dal pavimento). Il regista usò obiettivi particolari per dare significati espressivi a seconda di ciò che voleva comunicare: il soffitto a opprimere appena sopra la testa, il grandangolo che isola, piccolissimo, il soggetto. I giochi di ombre che indicano precarietà e una fine che non sarà certamente lieta.
Welles, che aveva già stupito gli americani coi suoi geniali interventi radiofonici (famoso quello dell'invasione della terra da parte dei marziani, tanto realistico da sconvolgere il paese), li stupì con un film che rappresentava l'esatto opposto del sogno americano raccontando la vicenda di un eroe che finisce male. Welles si ispirò alla vera storia dell'editore William Hearst e introdusse per primo nel cinema la pratica, seppur popolare, freudiana, alla quale avrebbe presto attinto un grande maestro come Hitchcock. Il film esce dal quadro del suo tempo, rimane un manifesto ancora valido. [MyMovies]

La rassegna MONOCROMO 2 prosegue giovedì 7 luglio alle ore 21 con il film “Ed Wood” di Tim Burton (USA, 1994, 125’).

Lo stralunato Ed Wood sa bene cosa significa preoccuparsi di quel che pensa la gente. Appassionato di abiti femminili, li indossa sin da bambino, affrontando sguardi perplessi, cercando di capirne il disturbo e di coglierne il senso, diverso tempo prima che la travolgente passione per il cinema colpisse il suo estro frettoloso. Per questo il giovane regista, attore e produttore della vivace Hollywood degli anni '50, talmente abituato ad essere guardato e giudicato, non ha paura di sottoporsi all'ennesimo esame del grande schermo. Per il suo esordio al cinema, Wood riesuma dalla bara del dimenticatoio Bela Lugosi, vecchia icona del cinema horror, acerrimo nemico del più amato Boris Karloff. Ha così inizio un travagliato iter produttivo caratterizzato da ispirazioni assurde, stima malriposta e tante delusioni, incapaci però di spegnere un entusiasmo solitario e testardo.

Biopic grottesco e sopra le righe, Ed Wood mette in scena l'affannosa ricerca d'affermazione di quello che è stato definito "il peggior regista della storia del cinema", titolo postumo che ha agevolato la ridefinizione di una filmografia grossolana, ma attraversata dal coraggio di una creatività spudorata. Tim Burton continua a scrivere omaggi di personaggi emarginati dalle vie della normalità e del socialmente accettabile, ambientando questo racconto di avanguardia e goffe ambizioni all'ombra delle colline di Los Angeles, regno allergico alle mezze misure, dove tutto è bianco e nero, bello o brutto, disperso nel passato o utile a future speculazioni.
Alla rassicurante fabbrica dei sogni, Ed Wood contrappone un'improvvisata industria del terrore da cui nascono storie strampalate e dialoghi assurdi, riassunti nel cult Plan 9 From Outer Space. I mostri non sono solo vampiri e mummie, ma anche tutti quei fantocci e quelle marionette appartenenti al mondo dello spettacolo, personaggi che proprio non riescono ad essere persone. Così star della tv, wrestler e presunti divi, vanno a comporre un collage distorto, mosso dalle mani di un burattinaio eclettico, col dono della spavalderia e il merito del rischio.
In questo elogio della bruttezza, Tim Burton si mimetizza col suo protagonista (lontano anni luce da Orson Welles) e come lui rievoca con nostalgia un cinema passato, identificandosi in quest'uomo incompreso attraverso un esperimento metatestuale sulla repulsione delle definizioni. Ed Wood gioca con i generi, sessuali e cinematografici, e riscopre con stile compiaciuto la necessità di andare oltre i canoni, per abbattere gli argini dell'abitudine e del pregiudizio, per dedicarsi a quel diletto istintivo che, anche senza talenti sconfinati, è possibile definire "arte". [MyMovies]

Ingresso libero e gratuito.

Terzo appuntamento con la rassegna dedicata ai film in bianco e nero al Parco di Monte Claro!

martedì 5 luglio | “Il dottor Miracolo”, di Robert Florey (USA, 1932, 75’)

Nel 1845, a Parigi, durante i festeggiamenti del carnevale, il dottor Mirakle (Bela Lugosi) sbalordisce il pubblico esibendo in un circo delle meraviglie il possente Erik, un gorilla ammaestrato che egli dice di aver catturato nel cuore dell'Africa Nera. In realtà, lo spettacolo costituisce l'alibi per poter, nottetempo, rapire giovani ragazze e realizzare un esperimento che confermerebbe la validità della teoria sull'evoluzione dell'uomo dalla scimmia: individuare un gruppo sanguigno compatibile con quello di Erik per affiancargli una compagna. Poiché le prigioniere non sopravvivono alle trasfusioni, Mirakle con l'aiuto del fedele assistente Janos si sbarazza dei loro corpi gettandoli nella Senna, ma il giovane Pierre Dupin, analizzando i cadaveri, si insospettisce e va a curiosare nel laboratorio di Mirakle appena in tempo per evitare la morte a Camille, sua fidanzata, che il folle scienziato ha appena fatto rapire da Erik.
Fallito il progetto di filmare la storia di Frankenstein con Bela Lugosi, Robert Florey rilegge il celebre racconto di E.A. Poe per ricavarne una pellicola a metà strada tra l'horror e la fantamedicina. Della pagina scritta, il film conserva il nome di Dupin, l'idea del rapimento ad opera del gorilla e la morte di una donna trascinata nel camino, ma, per il resto, racconta una storia originale che attinge ai temi (assai fortunati in quegli anni) dell'uomo-scimmia e dello scienziato pazzo e che trova in Lugosi, reduce da Dracula, l'interprete ideale. L'eccellente fotografia di Karl Freund e le scenografie distorte di Charles D. Hall (inevitabile il richiamo al Gabinetto del dottor Caligari, del quale si ripercorre anche l'intreccio) recuperano con proprietà le suggestioni espressionistiche del cinema tedesco. Gli effetti speciali, realizzati in parte con la stop-motion, e il trucco della scimmia (impersonata da Charles Gemora) sono superiori alla media del tempo. Il film è conosciuto in Spagna con i titoli Doble Asesinato en la Calle Morgue e Los Crímenes de la Calle Morgue. [Fantafilm]

RASSEGNA ESTIVA AL PARCO DI MONTE CLARO:
giovedì 30 giugno ore 21 circa: "The Elephant Man" di David Lynch (USA, 1980, 120').
Ingresso libero e gratuito.

Regia: David Lynch
Soggetto: Ashley Montagu - (libro), Sir Frederick Treves - (libro)
Sceneggiatura: David Lynch, Christopher De Vore, Eric Bergren
Fotografia: Freddie Francis
Musiche: John Morris
Montaggio: Anne V. Coates
Tratto da: libri "The Elephant Man: A Study in Human Dignity" di Ashley Montagu e "The Elephant Man and Other Reminisces" di Sir Frederick Treves
Produzione: BROOKSFILMS
Vietato ai minori di 14 anni.


Trama: Londra, seconda metà dell'Ottocento. A causa di una malattia molto rara, la neurofibromatosi, che gli ha dato sembianze mostruose, il giovane John Merrick viene esposto come "uomo elefante" nel baraccone di Bytes, un alcolizzato che campa sfruttando la sua mostruosità e lo tratta come una bestia. E' qui che Merrick viene scoperto dal dottor Frederick Treves, un chirurgo del London Hospital che convince Bytes a cederglielo per qualche tempo in modo da poterlo studiare e curare. Portato in ospedale e presentato a un congresso di scienziati, John si rivela ben presto agli occhi di Treves come un uomo di intelligenza superiore e di animo raffinato e sensibile. Mentre a lui si interessano sinceramente gli aristocratici londinesi, la principessa Alexandra e la famosa attrice di teatro Madge Kendal, il fuochista dell'ospedale tenta di sfruttare la sua presenza mostrandolo a pagamento a gente in cerca di emozioni. La notte stessa in cui John subisce un'incursione di avvinazzati e di donnine, condotti nella sua stanza dal fuochista, Bytes riesce a entrare non visto e a riprendersi "il suo tesoro", come egli chiama Merrick. Portato sul continente, il poveretto viene di nuovo esibito come una curiosità da baraccone, picchiato e rinchiuso nella gabbia delle scimmie finché, mossi a compassione, alcuni suoi compagni di "lavoro" lo liberano e John, con il volto coperto da un cappuccio, torna a Londra. Ma il destino ha ancora in serbo per lui gioie e dolori. [cinematografo.it]

Critica: "(...) Per nostra buona sorte, Lynch non è né un melenso predicatore né un moralista in vena di contestazione storica Alle prese con una materia molto ricca di spunti critici, sull'ipocrisia, la bestialità delle plebi, i pregiudizi, lo snobismo dei filantropi, la speculazione degli scienziati la santità dei reietti e via sociologizzando, egli si muove soprattutto come uomo di cinema, correggendo l'indignazione con un filo d'ironia e dando al racconto un'andatura spesso affascinante. Contrariamente a quanto si può sospettare, non c'e niente di crudele in questa storia, nel contempo tristissima e tenera. C'e un civilissimo calore, molto affetto per i martiri incolpevoli e un gusto dell'eccentrico che non sconfina mai nel terrorizzante. C'è più Dickens che l'eco di Freaks, il classico film sui mostri di Browning. E ci sono attori di buona stoffa inglese. Mentre John Hurt merita ogni plauso per l'umiltà con cui ha accettato un trucco che lo deturpa e la misura con cui si trasforma da fenomeno di luna-park in vanitoso uomo, di mondo, il dottor Treves ha trovato in Anthony Hopkins un medico depoca quasi perfetto. Anne Bancroft è l'attrice che si lascia baciare senza disgusto e il presidente dell'ospedale è John Gielgud. E c'è un antidoto contro il pericolo di commuoversi: ricordarsi che da dietro le quinte spunta, produttore, Mel Brooks". (Giovanni Grazzini 'Il Corriere della Sera')

Martedì 28 giugno 2022, intorno alle ore 21, nello spiazzo antistante la Cappella di Santa Maria Chiara nel Parco di Monte Claro (Cagliari), prende il via l’undicesima edizione della rassegna cinematografica all'aperto “Pagine di cinema in bianco e nero”.

Dopo aver proposto, negli ultimi anni, alcuni grandi classici della storia del cinema, seguendo le carriere di grandi interpreti internazionali (Anna Magnani e Bette Devis, Amedeo Nazzari e Cary Grant), mettendo a confronto i generi (il comico e l’horror, il melodramma e la commedia sentimentale) e alcune tra le coppie cinematografiche più amate, quest’anno il C.S.C. di Cagliari della Società Umanitaria – Cineteca Sarda propone la seconda edizione di Monocromo, con un nuovo percorso cinematografico che mette insieme quattro pietre miliari dell’epoca classica della celluloide con altrettante opere della cinematografia più recente, legate tra loro per elementi quali trama o genere … e tutte rigorosamente in bianco e nero!
La rassegna, dal titolo MONOCROMO 2 - Black&White Never Dies!, è organizzata dalla Società Umanitaria - Cineteca Sarda di Cagliari con il Patrocinio della Città Metropolitana di Cagliari, insieme al Sistema Bibliotecario "Emilio Lussu”, e sarà inaugurata martedì 28 giugno con la proiezione dell’immortale capolavoro del cinema horror Freaks di Tod Browing (USA, 1932).

Ingresso libero e gratuito.

Programma completo:

• 28/6/22 > Freaks di Tod Browning (USA, 1932, 64’)
• 30/6/22 > The Elephant Man di David Lynch (USA, 1980, 120’)

• 5/7/22 > Il dottor Miracolo di Robert Florey (USA, 1932, 75’)
• 7/7/22 > Ed Wood di Tim Burton (USA, 1994, 125’)

• 12/7/22 > Quarto potere di Orson Welles (USA, 1941, 119')
• 14/7/22 > Good Night, and Good Luck. di George Clooney (USA, 2005, 93')

• 19/7/22 > Io la conoscevo bene di Antonio Pietrangeli (Italia, 1965, 115')
• 21/7/22 > Frances Ha di Noah Baumbach (USA, 2012, 86')


Per informazioni:
lacinetecasarda.it
facebook.com/cineteca.umanitaria
twitter.com/cinetecasarda
instagram.com/cinetecasarda

18 maggio 2022 | ore 19 | Cineteca Sarda > viale Trieste, 126, Cagliari

La rassegna “LO SGUARDO E LA MEMORIA” si conclude mercoledì 18 maggio con una doppia proiezione:

“I MORTI DI ALOS” di Daniele Atzeni (2011, 31’) 

“INFERRU” di Daniele Atzeni (2019, 38’)

I MORTI DI ALOS

regia e montaggio: Daniele Atzeni
fotografia e riprese: Paolo Carboni
musica e sound design: Stefano Guzzetti
voce narrante (italiano): Alessandro Valentini
voce narrante (sardo): Giovanni Carroni
effetti visivi: Andrea Iannelli
testo: Daniele Atzeni
traduzione in sardo: Tore Cubeddu
con la collaborazione di Giovanni Carroni
traduzione in inglese: Jennifer Martin
con la collaborazione di Sara Maltoni
una produzione: Araj Film / Areavisuale
con la partecipazione della Società Umanitaria - Cineteca Sarda e dell’Associazione Culturale Babel

SINOSSI
Antonio Gairo è l’unico sopravvissuto a una terribile sciagura che nel 1964 colpì Alos, un paese del centro Sardegna ora divenuto un tetro villaggio fantasma. Ritrovata all’improvviso la memoria perduta da tempo, l’uomo racconta la vita del paese prima del fatidico avvenimento e ricostruisce con incredibile lucidità le circostanze che condussero alla tragedia.
Ibrido fra finzione e documentario, cinema e letteratura, il film narra, attraverso un ampio uso di filmati di repertorio, il fatale passo verso la "modernità" compiuto da una piccola comunità di pastori degli anni ‘50, mescolando la classica iconografia della Sardegna arcaica con le atmosfere e le suggestioni tipiche del genere gotico.

INFERRU

Regia: Daniele Atzeni
Anno di produzione: 2019
Durata: 38'
Tipologia: documentario
Generi: ambiente/sociale
Paese: Italia
Produzione: Araj Film
Distributore: n.d.
Data di uscita:
Formato di proiezione: DCP, colore e bianco/nero
Titolo originale: Inferru

SINOSSI

Inferru, ex zona mineraria del Sulcis-Iglesiente in Sardegna. Seconda metà del Novecento.
Un anziano minatore, stanco e malato, viene travolto da una frana mentre sta minando una galleria. Sospeso in un vuoto temporale tra la vita e la morte imminente, l’uomo racconta il mondo di Inferru attraverso un immaginifico monologo esistenziale, mescolando passato, presente e oscure premonizioni sul futuro. Per mezzo dell’utilizzo di materiali d’archivio, il film rappresenta un ipnotico viaggio tra gli ultimi disperati, folli e al contempo lucidissimi pensieri del protagonista, il quale cerca di chiudere definitivamente i conti con la società e con la propria coscienza.


L'ingresso è libero e gratuito. Sarà necessario indossare la mascherina FFP2 come previsto dalle norme sanitarie.

9 maggio 2022 | ore 20 | Cineteca Sarda > viale Trieste, 126, Cagliari

"M'ARREGORDU"

di Pio Bruno (75', 2021)
riprese: Tore Iantorno Asta
montaggio e post produzione: Pio Bruno
collaborazione tecnica: Lorenzo Sessa

Le interviste a tre testimoni della vita cagliaritana che, tra gli anni '30 e '40, erano bambini. Attraverso i loro ricordi, ricordi genuini di bimbi, scopriamo qualcosa della vita quotidiana di 80 anni fa nella nostra città, a scuola, durante il fascismo, la guerra, i bombardamenti e lo sfollamento, e poi il ritorno in una Cagliari affamata, e il rapporto con i soldati americani. Non un film a tesi, ma un documento storico, arricchito di suggestive immagini d'epoca.
Questo film, realizzato tra il 2018 e il 2021 a costo zero grazie all'impegno del Cineclub FEDIC Cagliari, ha partecipato a vari festival e in un anno ha conseguito diverse selezioni e alcune menzioni speciali, la quasi totalità in festival di cinema internazionale i quali hanno riconosciuto in questo documento video il valore delle modalità con le quali è stato concepito, girato e montato.
Il 9 maggio sono quindi invitati a partecipare a questo incontro in cineclub tutti coloro che, oltre al cinema indipendente, amano la storia, si pongono dubbi, quesiti e cercano delle risposte, in un confronto scevro da preconcetti e luoghi comuni.


INGRESSO LIBERO E PER SOCI

Apertura della sala alle 20 - inizio proiezioni alle 20.30

La sala proiezioni messa a disposizione dalla Cineteca Sarda sarà organizzata sulla base delle nuove norme anti Covid: NON sarà necessario esibire il greenpass MA in sala si dovrà indossare la mascherina FFP2

https://www.cineclub-fedic-cagliari.com/

Doppio appuntamento con la rassegna LO SGUARDO E LA MEMORIA!

MERCOLEDÌ 11 MAGGIO A PARTIRE DALLE ORE 19:

“Sulle arie, sulle acque, sui luoghi” di Vittoria Soddu (Italia, 2021, 24’) 

“Arbatax!!” di Helena Falabino (Italia, 2021, 20’)

Si tratta di due opere nate dal percorso di formazione e residenza Re-framing home movies, organizzato nel corso del 2020.

Il film di Vittoria Soddu si muove lungo un binario temporale fluido, delineando uno spazio narrativo ibrido tra storiografia e scienza. Si dirama a partire da un evento significativo nella storia della Sardegna: la campagna antimalarica promossa tra il 1946 e il 1951, per mano della Fondazione Rockefeller, conosciuta come “The Sardinian Project”. Di quell'episodio indaga le immagini di propaganda e le simbologie con cui il linguaggio tratta la malattia in chiave bellica, sulla scia dell’immediato dopoguerra. «Il mio interesse per l’argomento – sottolinea Vittoria Soddu – nasce da una mostra, organizzata a Nuoro dall’Isre due anni fa, che presentava le immagini del fotografo Wolfgang Suschitzky sulla campagna antimalarica. Scatti incredibili che mi hanno fatto capire la portata di quel progetto, anche in termini di occupazione del territorio. Ovviamente ha avuto risvolti positivi, è indubbio che la malaria si sia estinta, ma sono convinta che con la giusta distanza storica sia possibile guardare anche l’altra faccia della medaglia facendo un discorso sul rapporto tra uomo e ambiente. Il Sardinian Project andò infatti a inquinare ogni falda acquifera dell’isola e da qui parte la riflessione sulla responsabilità che abbiamo in termini di salvaguardia, la necessità di chiedersi come il territorio risponde alle nostre esigenze».

ARBATAX!! è una parola magica che affiora dal buio durante la visione dei film conservati in archivio. Evoca un luogo immaginario in cui le sequenze più impensabili dialogano in accostamenti sorprendenti, accompagnati da musiche ritrovate, dialoghi disturbati e silenzi. Ma come interagiscono i film in archivio mentre nessuno li guarda? Il film è un tentativo di rispondere a questa domanda. La corporeità è il principale veicolo espressivo di queste immagini, una corporeità che si muove all’interno dello spazio filmico, dando vita a una danza irregolare fatta di gesti, espressioni del viso e movimenti spontanei o calibrati, ma comunque rivelatori. ARBATAX!! è un moto imprevedibile che ha origine in una dimensione di infanzia e di mistero, e che evolve in una tensione al tempo stesso drammatica e rocambolesca. I toni più poetici vengono smorzati da sequenze ironiche e a tratti nonsense, le quali, a loro volta sprigionano la tenerezza contenuta nello sguardo del cineamatore per i suoi soggetti. L’intento espressivo di ARBATAX!! è quello di ricreare la sensazione di un sogno inspiegabile e sconvolgente.

L'ingresso è libero e gratuito. Sarà necessario indossare la mascherina FFP2 come previsto dalle norme sanitarie.

La rassegna LO SGUARDO E LA MEMORIA prosegue mercoledì 4 maggio con la proiezione del film “Dopo il futuro” di Antonio Sanna.

Regia: Antonio Sanna
Anno di produzione: 2022
Tipologia: documentario
Generi: ambiente/lavoro/sociale
Paese: Italia
Produzione: Arkaosfilm
"Dopo il Futuro" è stato sostenuto da:
Fondazione di Sardegna, Comune di Ottana, Comune di Bologna, buonacausa.org, Unione dei Comuni Barbagia, Cineteca Sarda, Universita' degli Studi di Cagliari

Sinossi: Nel 2017, dopo 40 anni di storia travagliata, ha chiuso il Polo Petrolchimico di Ottana. A distanza di 4 anni Ottana e il territorio cercano nuove strategie di sviluppo in grado di garantire un nuovo Futuro.

Note:
La storia del Polo Petrolchimico
Nel gennaio del 1968 alcuni giovani democristiani convocano a Nuoro l'Assessore Regionale all'Industria Pietrino Soddu per parlare dei ritardi di sviluppo di cui soffre il centro Sardegna. è la genesi di uno dei più controversi progetti di industrializzazione nell'Italia del dopoguerra. Su proposta di Soddu viene scelta la Media Valle del Tirso come sito baricentrico e quindi ideale per impiantare una fabbrica capace di dare soluzioni al grave problema di povertà, criminalità e disoccupazione che colpisce tantissimi paesi del Centro Sardegna. Conseguenza di questi problemi la continua emigrazione di centinaia di lavoratori verso la penisola e nei paesi europei come Belgio, Francia e Germania. Alle sollecitazioni che arrivano da Nuoro, il Governo risponde con la proposta di realizzare a Ottana, e senza alcuna discussione preliminare, un Polo Petrolchimico in un area a forte vocazione agricola e pastorale. Nonostante la corposa dotazione finanziaria iniziale, 320 miliardi di lire, circa 160 milioni di euro attuali, l'insediamento industriale garantisce solo dieci anni di continuità produttiva per poi vivere una serie continua di crisi. Il Polo in effetti nasce per dare risposte in termini sociali e non economici e dovrà avere avrà una vita programmata di massimo 20-25 anni. Il Polo Petrolchimico di Ottana ha chiuso nel 2016.

Ottana oggi
Dopo quasi cinquanta anni di presenza industriale, oggi Ottana e i paesi che si affacciano sulla Media Valle del Tirso, fanno i conti con il vuoto lasciato dalla chiusura del Polo Petrolchimico e dal fallimento delle altre iniziative industriali, nate nel frattempo per porre rimedio all'inesorabile declino dell'area, come il Polo Tessile di Ottana, Siniscola e Macomer, e il Contratto d'Area di Bolotana. Risollevarsi è un impegno non facile per le popolazioni per lunghi anni abituate a vivere con l'assistenza dello Stato e della Regione, colpevoli di non aver favorito lo sviluppo di un tessuto produttivo complementare e parallelo alla fabbrica. Iniziative non calate dall'alto ma finalmente legate alla vera vocazione del territorio: Agricoltura, Pastorizia, Ambiente, Archeologia ed Artigianato.

[fonte: cinemaitaliano.it]

L'ingresso è libero e gratuito. Sarà necessario esibire il greenpass rafforzato e indossare la mascherina FFP2 

Un nuovo appuntamento con la rassegna LO SGUARDO E LA MEMORIA, che propone al pubblico della Cineteca 7 film recentissimi - di autori in maggioranza sardi - realizzati a partire da immagini di archivio eterogenei (cinema di famiglia e cinema ritrovato), rielaborate in nuovi progetti audiovisivi.

• Mercoledì 27 aprile alle ore 19 sarà proiettato il film di Leandro Picarella “Divinazioni” (Italia, 2020, 86’).

Sceneggiatura / Screenplay: Leandro Picarella. Fotografia / Photography: Andrea José Di Pasquale. Montaggio / Editing: Fabrizio Paterniti Martello, Leandro Picarella. Musica / Music: Fratelli Mancuso, Ulisse Mazzagatti. Suono / Sound: Maurilio Romano, Tommaso Barbaro, Massimo Mariani, Gianluca Gasparrini. Scenografia / Art Director: Laura Inglese. Interpreti / Cast: Achille Sidoti, Moka Arbache. Voce narrante / Narrator: Mimmo Cuticchio. Produzione / Produced by: Qoomoon con / with Rai Cinema. Produttore creativo / Creative Producer: Luciano Barisone. Coproduzione / Co-produced by: Les Films D’Ici Méditerranée. Con il sostegno di / Supported by: Regione Siciliana – Assessorato al Turismo Sport Spettacolo, Sicilia Film Commission, Atelier Milano Film Network. Distribuzione internazionale / World Sales: Taskovski Films.

Le storie parallele di Moka, un giovane artigiano di origini marocchine e di Achille, un vecchio cartomante reso un tempo celebre dalle tv regionali. Moka, ispirato nel sogno dalle parole di Empedocle, scruta e sperimenta nel cuore di una fonderia i segreti della trasformazione dei metalli. Achille, invece, ritorna alla vita civile dopo un lungo periodo di detenzione, fortemente motivato a reinserirsi in società.
Divinazioni è stato presentato in anteprima all’IDFA di Amsterdam 2020 e al Festival dei Popoli di Firenze

“In origine cercavo una storia che mi permettesse di raccontare un nuovo punto di vista sul sacro e il magico nel sud dell’Italia di oggi. Ma per raccontarla avevo bisogno di partire dal passato, quasi a voler tracciare un cerchio che collegasse la Magna Grecia alla Sicilia di oggi. Volevo anche che il nucleo della storia si svolgesse in città, per scoprire in che modo i resti di un sapere ancestrale si fossero dispersi nel corso del tempo. E quale ‘ambiente’ migliore di quello delle tv locali e dei suoi maghi, cartomanti e numerologi per raccontare tale dispersione?” (L. Picarella)

[fonte: triestefilmfestival.it]

L'ingresso è libero e gratuito. Sarà necessario esibire il greenpass rafforzato e indossare la mascherina FFP2 come previsto dalle norme sanitarie.

La rassegna LO SGUARDO E LA MEMORIA prosegue mercoledì 20 aprile alle ore 19 con la proiezione dei film “Princesa” di Stefania Muresu (Italia, 2021, 49’) e “Umbras” (Italia, 2021, 16’) di Fabian Volti.

PRINCESA

Princesa è una giovane nigeriana arrivata in Sardegna, vittima della tratta di esseri umani. Nell'isola esiste il sincretismo tra le credenze di un animismo primitivo, i culti cristiani e quelli recenti della chiesa evangelica nigeriana.  Il volto di Princesa riflette un mondo interiore dominato dalla paura, il distacco dalla propria terra e il desiderio di riscattarsi. Un filmato realizzato durante un rito funebre nigeriano e la sequenza di un drama nollywoodiano, custodiscono le tracce biografiche della protagonista. Princesa ha fatto una scelta, ma non è ancora libera.

«Il desiderio del film nasce dall'incontro personale con Princesa e dalla volontà reciproca di lasciare una traccia, un segno della sua storia e della storia di molte altre donne nigeriane. L'ho conosciuta all'interno di una comunità di accoglienza per vittime di tratta a Cagliari, dopo essere fuggita dalla rete dei trafficanti che gestiscono in Italia il mercato della prostituzione e dello sfruttamento. Nei nostri incontri, Princesa appare fugace, imprendibile e assorta in una ricerca che ci vede entrambe coinvolte. La camera è un mezzo di dialogo, uno sguardo bidirezionale che raccoglie frammenti di vita tra la sua realtà e il mio immaginario». [Stefania Muresu]

Stefania Muresu (1979) è regista di documentari e sociologa visuale. Dopo gli studi all'Università di Urbino, si forma in fotografia ed etnografia visuale a Siviglia e frequenta la Scuola di Sociologia Filmica e Visuale dell'Università di Genova. I suoi film sono stati presentati in numerosi festival, istituzioni accademiche, organizzazioni culturali in Italia e all'estero. Nel 2014 dirige Luci a mare. Due anni dopo cura la direzione artistica di un progetto di cinema partecipativo che sperimenta i linguaggi del film-laboratorio, sostenuto dalla Regione Sardegna. Nel 2017 dirige Sulla stessa barca, lungometraggio presentato in concorso al Festival Visioni dal Mondo. Dopo tre anni di ricerca scrive, cura la fotografia e dirige Princesa.

[giornatedegliautori.com]

UMBRAS

Diretto da Fabian Volti, “Umbras” è un cortometraggio di 16 minuti che nasce da un incontro di materiali filmici di diverse epoche e da un desiderio di aprire importanti interrogativi sui cambiamenti della società pastorale in Sardegna. Il film, ancora in inedito, ha avuto la sua prima proiezione al 24° Festival Cinemambiente di Torino lunedì 4 ottobre al Cinema Massimo nella sezione fuori concorso Made in Italy, dedicata ai migliori film italiani su tematiche ambientali. Il successivo 12 ottobre la prima internazionale è a CorsicaDoc – Festival del Film Documentario che si svolge ad Ajaccio, in concorso ufficiale nella sezione Nouveaux Talents 2021, con una versione del film interamente in francese. Alle proiezioni sarà presente il regista. “Umbras” racconta di un padre e figlio che si prendono cura del loro gregge sul costone di una collina. Le immagini d’archivio irrompono nel quotidiano e si uniscono ai gesti e ai suoni ancestrali, in un paesaggio alternato nello spazio e nel tempo. I filmati dell’antropologo Felice Tiragallo e del cineamatore Salvatore Angius, custoditi presso la Cineteca Sarda di Cagliari, sono accompagnati dai versi originali in sardo/logudorese e dalla voce del poeta Luigi Angeli – che narra gli sguardi perduti di fronte alla fiamma del focolare e di mani che non hanno conosciuto svaghi. Tra i silenzi reciproci, due generazioni si interrogano sui luoghi della memoria e gli inganni del presente.



‘Questi raggi di soli novelli
sembrano inganni, lì ad osservare,
con stasi di autunni messe da parte
per tramare inverni, eterni.’ (Gigi Angeli,poeta lurese).


Prodotto da Roda Film con il contributo della Regione Sardegna, in collaborazione con l’associazione 4CaniperStrada e della Società Umanitaria – Cineteca Sarda per le ricerche in archivio, Umbras è un documentario diretto e fotografato da Fabian Volti, con il montaggio di Stefania Muresu, il missaggio e sound design di Federico Tummolo, la correzione colore di Roberto Achenza, le musiche originali tratte dall’album Seimé di Giancarlo Murranca, i testi poetici e la voce fuori campo del poeta Luigi Angeli. Il poster è di Daniele Cau. [tottusinpari.it]


L'ingresso è libero e gratuito. Sarà necessario esibire il greenpass rafforzato e indossare la mascherina FFP2 come previsto dalle norme sanitarie.
Ultimo incontro del ciclo “Ti dico di me. Luoghi d’autore”, a cura di Marco Alberto Desogus, in cui 17 artisti sardi, impegnati nel mondo della letteratura, della musica, del cinema e del teatro, raccontano il profondo legame che li tiene legati alle loro radici, agli spazi dell’infanzia, ai luoghi della prima formazione individuale e intellettuale, al mondo dell’esperienza che segna in modo forte il senso di appartenenza e d'identità.

La serata di venerdì 14 aprile sarà dedicata a Flavio SorigaGerardo FerraraEnrico PauPaolo Fresu. Ai racconti di questi autori si aggiungeranno dei brevi video-omaggi a Giulio Angioni e Giorgio Todde.


L'ingresso è libero e gratuito. Sarà necessario esibire il greenpass rafforzato e indossare la mascherina FFP2 come previsto dalle norme sanitarie.

Terzo appuntamento con la rassegna LO SGUARDO E LA MEMORIA, che propone al pubblico della Cineteca 7 film recentissimi - di autori in maggioranza sardi - realizzati a partire da immagini di rchivio eterogenei (cinema di famiglia e cinema ritrovato), rielaborate in nuovi progetti audiovisivi. 

mercoledì 13 aprile alle ore 19 sarà proiettato il film di Andrea Mura "Transumanze - Dalla Sardegna alla Valdorcia" (Italia, 2021, 52'). 

TRANSUMANZE

Il film racconta la grande migrazione dei pastori sardi in Toscana degli anni ‘60. Una storia italiana poco raccontata di lavoro, conflitti sociali ed emancipazione nel passaggio dalla mezzadria all’industrializzazione. Transumanze è un racconto corale che è scoperta del paesaggio, delle campagne, di un’attività ancora profondamente radicata nelle pratiche della pastorizia tramandate di generazione in generazione, ma anche racconto di uomini, di transumanze e di comunità che si ricostituiscono nonostante il mare. Il documentario è finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna, sostenuto dalla Sardegna Film Commission e dalla Cineteca Sarda, con il contributo di Circolo Peppino Mereu Siena.

Credits

Regia / Direction Andrea Mura Soggetto / Idea Nicola Contini, Andrea Mura Fotografia / Photography Chiara Andrich Montaggio / Editing Ambrogio Nieddu Suono / Sound Cladinè Curreli, Andrea Mura Musiche / Musics Massimo Congiu, Federico Neeva, Tenore Murales di Orgosolo Mix Audio Roberto Cois Sound design Roberto Cois, Cladinè Curreli Color correction Emanuele Malloci Progetto grafico / graphics Valerio Aprigliano Traduzioni / Translations Katrin Thekla Hupke Consulenza scientifica / scientific consultant Tommaso Sbriccoli Produzione esecutiva / Executive production Nicola Contini per Mommotty Produzione / Production Andrea Mura, Ginko Film Finanziato da / Funded by Regione Autonoma della Sardegna Con il contributo di / With the support of Società Umanitaria - Cineteca Sarda Fondazione Sardegna Film Commission Circolo Peppino Mereu Siena

[ginkofilm.it]

L'ingresso è libero e gratuito. Sarà necessario esibire il greenpass rafforzato e indossare la mascherina FFP2 come previsto dalle norme sanitarie.

È finalmente online il bando della nuova edizione del Premio Centottanta.

Invia il tuo film della durata massima di 180 secondi (titoli esclusi) entro il 30 giugno 2022: la partecipazione è gratuita e aperta a filmmakers esordienti della Sardegna, senza alcun limite d'età. Sono ammesse tutte le opere senza distinzione di genere, tema, formato e tecnica. Vuoi saperne di più? Fai un salto sul sito ufficiale, dove troverai a disposizione anche tutti i documenti per partecipare alla sesta edizione del Premio: www.premiocentottanta.com

Nell’anniversario della vittoria dello scudetto del Cagliari nel campionato 1969-70, presso la sala della Società Umanitaria – Cineteca Sarda verrà proiettato il film “ROSSOBLÙ. UNA SQUADRA UN’ISOLA” di Bepi Vigna, prodotto dal Centro Internazionale del Fumetto e RAITRE SARDEGNA, in collaborazione con la Cineteca Sarda.

Il film riunisce le due puntate del programma omonimo andato in onda su Rai Tre Sardegna nell’estate del 2021. L’attore Elio Arthemalle guida  gli spettatori in una passeggiata nei  luoghi di Cagliari che si legano alla storia della squadra di calcio. I cento anni della compagine rossoblù vengono rievocati con l’ausilio di immagini d’epoca e interviste a calciatori, giornalisti, e tifosi. Dai tempi pioneristici della prima partita disputata nello stallaggio Meloni, agli anni in cui si giocava nel campo di via Pola; dalla storica promozione in serie A, all’ascesa di Gigi Riva; dalla straordinaria vittoria dello scudetto nel 1970, alle suggestioni della Coppa dei Campioni e della Coppa UEFA, fino ad arrivare ai giorni nostri. Un secolo di ricordi emozionanti che hanno accompagnato la storia di una città e di un’isola.

L’accesso sarà consentito con Green Pass rafforzato e mascherina FFP2.

BEPI VIGNA

Laureato in giurisprudenza con una tesi sulla pubblicità commerciale, ha esercitato per oltre un lustro la professione di avvocato. Appassionato di cinema e fumetti, nel 1982 ha fondato a Cagliari il gruppo Bande Dessinée, del quale facevano parte anche Antonio Serra e Michele Medda. I tre hanno iniziato a scrivere insieme sceneggiature per Sergio Bonelli Editore e, nel 1989, hanno proposto una nuova serie: Nathan Never, pubblicata mensilmente a partire dal giugno del 1991. Qualche anno dopo hanno dato vita anche a Legs Weaver, una serie uscita in edicola fino al novembre 2005. Attualmente Nathan Never è uno dei fumetti più popolari in Italia, ed è pubblicato anche in molti paesi stranieri.
Nel 1990 L'Unione sarda ha pubblicato il libro Luoghi ed esseri fantastici della Sardegna, scritto a quattro mani con Giampiera Caprolu.
Nel 1993 Vigna ha fondato a Cagliari una Scuola di Fumetto, la prima in Sardegna, che opera nell'ambito del Centro Internazionale del Fumetto, da lui diretto. Oltre alle storie a fumetti ha pubblicato numerosi saggi sui comics, sul cinema e sulle tradizioni popolari, racconti e romanzi (L'estate dei dischi volanti, nel 1997, La pietra antica, nel 1999, Niccolai in Mondovisione, nel 2006, Si è fatto tardi, nel 2008). Sin da ragazzo sviluppa la passione per il giornalismo, collaborando come critico per numerose testate periodiche ed emittenti televisive sarde e in pubblicità. Inarrestabile nel lavoro e nella sperimentazione, nel 2006 è direttore della rivista Backgroiùund (rivista sarda del fumetto e dell'illustrazione) e della rivista di cinema Teorema. È stato un pioniere dell'editoria a fumetti nel web, ha realizzato co-fondando la casa editrice per fumetti online Hybris Comics. In campo cinematografico ha diretto diversi cortometraggi e documentari, alcuni premiati in vari festival. È sposato con l'avvocato Olivia Olla, alla quale è ispirato il personaggio dell'avvocato Olivia Olling, che appare nelle avventure di Nathan Never.

Quinta tappa del tour italiano del cineasta turco Veysi Altai, a Cagliari presso la sala della Cineteca Sarda sabato 9 aprile alle ore 19.

Nel corso dell’incontro con il regista sarà proiettato il suo film “NUJIN – LA VITA NUOVA”.

L’accesso sarà consentito con Green Pass rafforzato e mascherina FFP2.

Altai è considerato uno dei principali testimoni e attivisti della causa curda: ha lavorato per molti anni come fiduciario per Amnesty International e per l’Associazione per i Diritti Umani (İHD) ed è stato reporter della guerra in Rojava (Kurdistan occidentale) durante le battaglie contro l'ISIS a Serêkaniyê / Ras al-Ayn (2013) e Kobanê (2014). È proprio a lui che si devono le prime immagini arrivate in Occidente di quei drammatici scontri.

Per la sua attività di documentazione cinematografica Veysi Altai è perseguitato in Turchia: è stato già condannato a 2 anni e mezzo di prigione per “propaganda terroristica” proprio per il film “NUJIN”, che racconta la storia di tre donne soldato protagoniste della liberazione di Kobane dalle milizie islamiche dell’ISIS. Il divieto di andare all’estero per Altay è stato revocato solo un mese fa, ma il processo prosegue e intanto un’altra causa, intentata per il film “BÎR (Well)”, è ancora in corso. A Altay è stata inoltre inflitta una pena detentiva di 18 mesi e una multa di 1.000 euro per essere il direttore di un giornale curdo; anche in questo caso il processo è ancora in itinere. 

Veysi Altay è stato invitato in Italia dal Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli che, in sintonia con la Rete del Caffè Sospeso, ha organizzato il suo tour che toccherà, oltre al capoluogo campano, Salerno, Cagliari, Forlì, Faenza e Trieste e forse, il 15 aprile, Bologna. Altay, del resto, è già un “amico” del Festival e più volte protagonista e testimone con i suoi lavori, ha vinto il prestigioso Human Rights Doc nel 2018.  

“La presenza di Veysi tra di noi – spiega il coordinatore del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, Maurizio Del Bufalo - è il sintomo di una grande e attiva solidarietà italiana al fianco dei Curdi e delle loro lotte che proseguono da molti anni, spesso dimenticate nel frastuono delle guerre che insanguinano l’Oriente. Conosciamo molto bene l’orgoglio e la fierezza di questo popolo che continua a chiedere la libertà per il proprio leader Abdullah Ocalan che vive in carcere da 23 anni e continua a scrivere, ad inviare messaggi di fiducia e pace al suo popolo che, sparso in varie regioni del mondo, mantiene una forte identità e persegue un progetto di autonomia e di pace”. Poi ribadisce la volontà della rete italiana di farsi scorta mediatica per il cineasta: “Veysi Altay è un artista perseguitato che, come molti altri testimoni, rischia di scomparire nelle carceri turche o addirittura di essere eliminato nel silenzio, come è già accaduto a molti oppositori del regime di Erdogan. Pertanto è nostro desiderio creare, attraverso questo tour italiano, dei legami di amicizia e di umana solidarietà che possano tenerlo al riparo, al suo rientro in patria, da possibili azioni di repressione silente”.

Il tour italiano di Veysi Altay è reso possibile dall’impegno di 
UNIVERSITA' DI SALERNO, SODALIS, CIRCOLO ARCI MAREA SALERNO - LABORATORIO PRODUZIONE AUDIOVISIVE DELL' UNIVERSITA' L'ORIENTALE  DI NAPOLI - RETE KURDISTAN MERIDIONE - FEDERAZIONE ITALIANA CIRCOLI DEL CINEMA, BUON COMPLEANNO FABER CAGLIARI - RETE FORLIVESE PER I CURDI, FORLÌ CITTÀ APERTA, ASS. OVERALL - FAENZAMULTICULTURALE, CENTRO PACE, MEET THE DOCS! FILM FEST - ASSOCIAZIONE LINEA D’OMBRA DI TRIESTE, ICS, HANGAR TEATRI


TOUR DI ALTAY IN ITALIA:

• LUNEDI 4/4/22  ORE 10.30 FISCIANO (SA)
UNIVERSITÀ DI SALERNO (CAMPUS DI FISCIANO)
AULA 6 DIP. SCIENZE GIURIDICHE – EDIFICIO B 
Proiezione “THE WELL - IL POZZO”

• MARTEDI 5/4/22 ORE 18.00 SALERNO
SODALIS - CENTRO SOCIALE VOLONTARIATO (VIA FILIPPO PATELLA 2/6)
Proiezione “NUJIN – LA VITA NUOVA”

• MERCOLEDI 6/4/22 ORE 16.30 NAPOLI 
UNIVERSITA’ L’ORIENTALE (VIA  NUOVA MARINA 59, PALAZZO MEDITERRANEO)
Proiezione “NUJIN – LA VITA NUOVA”

• VENERDI 8/4/22 ORE 19.30. NAPOLI
EX ASILO FILANGIERI (VICO GIUSEPPE MAFFEI, 4)
Proiezione “THE WELL - IL POZZO”

• SABATO 9/4/22 ORE 19.00 CAGLIARI
CINETECA SARDA, VIALE TRIESTE, 118
Proiezione “NUJIN – LA VITA NUOVA”

• DOMENICA  10/4/22 ORE 19.00 CAGLIARI
CENTRO ASCE (SS387 KM8)  (SELARGIUS)
Proiezione “THE WELL - IL POZZO”

• LUNEDI 11/4/22  ORE 20.45 FORLI
SALA SAN LUIGI (VIA LUIGI NANNI, 14)
Proiezione “THE WELL -  IL POZZO”

• MARTEDI 12/4/22 ORE  20.45 FAENZA
CINEMA EUROPA (V. SANT'ANTONINO 4)
Proiezione “NUJIN – LA VITA NUOVA”

• MERCOLEDI 13/4/22 ORE 19.30 TRIESTE
HANGAR TEATRI (VIA PECENCO, 10)
Proiezione “NUJIN – LA VITA NUOVA”

Secondo appuntamento con la rassegna LO SGUARDO E LA MEMORIA, in cui si propongono 7 film recentissimi, di autori in maggioranza sardi, che recuperano immagini di archivio eterogenei (cinema di famiglia e cinema ritrovato) e le rielaborano in nuovi progetti audiovisivi.

Mercoledì 6 aprile alle ore 19 sarà proiettato il film di Gaetano Crivaro, Margherita Pisano e Felice D’Agostino “Rondò final” (Italia, 2021, 51’).

Ingresso gratuito con Green Pass e mascherina FFP2.

SINOSSI
Cent’anni di immagini cercate e ritrovate, frammenti di pellicola, nastri di famiglia, pixel; segni e simboli di un rito che si ripete fuori dal tempo e che porta con sé le maschere di dominazioni passate e presenti, di un’isola; la Sardegna.
Cosa sfugge? Cosa resta?
È domanda e risposta che fonda il montaggio: un incontro di sguardi in differita che rinnova e rifonda un tempo e uno spazio altro, sospeso tra sogno e ricordo.

NOTE
Rondò final è un film di ossessiva ricerca che potremmo definire “di montaggio”. Un film frutto di un lungo processo collettivo, fatto di successive ri-appropriazioni. Una riflessione poetica sullo sguardo, sulle immagini, attraverso un rito nel quale si inscrivono non di rado gerarchie e rapporti di forza per mezzo di messinscene estetiche. Un viaggio ipnotico che interroga la produzione stessa dell’immagine e lo spazio che essa occupa nel vivente, che assume la forma del rito che torna, ripetendo e rifondando ogni volta il tempo. Un rondò, allora, che lontano dall’affermare la circolarità della storia, si dipana a spirale, liberandosi ad ogni giro in molteplici derive, nell’esplosione degli sguardi che dalle immagini vanno e vengono.

OFFICIAL SELECTION
52 Visions du réel – Concorso internazionale medi e cortometraggi – World Premiere
62 Festival dei Popoli – Concorso internazionale – Anteprima Italiana
46 Laceno d’oro – Concorso Doc – Avellino
Unarchive festival – Roma

[lambulante.org]

Terzo appuntamento con il ciclo di incontri audiovisivi, “Ti dico di me. Luoghi d’autore”, a cura di Marco Alberto Desogus, in cui 17 artisti sardi, impegnati nel mondo della letteratura, della musica, del cinema e del teatro, raccontano il profondo legame che li tiene legati alle loro radici, agli spazi dell’infanzia, ai luoghi della prima formazione individuale e intellettuale, al mondo dell’esperienza che segna in modo forte il senso di appartenenza e di identità.

La serata di venerdì 1° aprile sarà dedicata a Gianfranco Cabiddu, Luciano Marrocu, Marcello Murru, Peter Marcias. Ai racconti di questi autori si aggiungeranno dei brevi video-omaggi a Giulio Angioni e Giorgio Todde.

L'ingresso è libero e gratuito. Sarà necessario esibire il greenpass rafforzato e indossare la mascherina FFP2 come previsto dalle norme sanitarie.


Programma della rassegna:

• Venerdi 4 Marzo 2022 ore 19.00

Todde e Angioni
Milena Agus
Salvatore Mereu
Lia Careddu
Rossella Faa
Antonello Ottonello (con breve intervento della critica d’arte Alessandra Menesini)

• Venerdì 18 Marzo 2022 ore 19.00

Todde e Angioni
Marcello Fois
Bernadette Manca Di Nissa
Alessandro De Roma
Fabio Marceddu
Paolo Zucca

• Venerdì 1 Aprile 2022 ore 19.00

Todde e Angioni
Gianfranco Cabiddu
Luciano Marrocu
Marcello Murru
Peter Marcias

• Giovedì 15 Aprile 2022 ore 19.00

Todde e Angioni
Flavio Soriga
Gerardo Ferrara
Enrico Pau
Paolo Fresu

Prende il via mercoledì 30 marzo 2022 in Cineteca (viale Trieste 126) una rassegna intitolata LO SGUARDO E LA MEMORIA in cui si propongono 7 film recentissimi, di autori in maggioranza sardi, che recuperano immagini di archivio eterogenei (cinema di famiglia e cinema ritrovato) e le rielaborano in nuovi progetti audiovisivi.

Si comincia con IL MIRACOLO DEI REI di Alessandra Usai. Tutti gli incontri consistono nella proiezione dei film e nell’incontro con i registi che racconteranno i loro percorsi artistici in relazione ai nodi tematici dello sguardo e della memoria con cui si misurano nei loro progetti autoriali. Sono coinvolti Alessandra Usai che rinnova il momento storico dell’immagine in un docufilm sulla colonia penale di Castiadas; Gaetano Crivaro, Margherita Pisano e Felice D’Agostino che indagano sul grado di permanenza e persistenza dell’immagine di Sant’Efisio ritualizzato ogni anno a Cagliari; lo sguardo di Andrea Mura punta sulla memoria dei pastori sardi emigrati in Toscana mentre Stefania Muresu e Fabian Volti (4canieperstrada) tramano sulla forza politica e riattualizzata dell’immagine d’archivio. Se nel film del siciliano Leandro Picarella (che utilizza cinema di famiglia della Cineteca sarda), l’immagine d’archivio incontra il mondo magico del sud e muta natura dentro il cinema di finzione, nel film di inchiesta di Antonio Sanna l’immagine si dà come testimonianza storica, si appella al suo contenuto di denuncia. L’appuntamento con i film di Vittoria Soddu e Helena Falabino, prodotti all’interno del progetto Re-Framing, dà conto di un grande lavoro di ripensamento tecnico e artistico che il found footage innesca come primo momento di una rielaborazione del film ritrovato. L’ultimo appuntamento è invece incentrato sul progetto di destrutturazione del filmato di archivio da parte di Daniele Atzeni, volto a riconfigurare semanticamente l’immagine di archivio reinventando il suo referente originario.

Mercoledì 30 marzo 2022 – ore 19.00

IL MIRACOLO DEI REI di Alessandra Usai, 2021

Regia: Alessandra Usai - Soggetto e Sceneggiatura: Alessandra Usai - Montaggio: Teresa Giulia Sala - Fotografia: Francesco Piras - Produttore: Nicola Mennuni, Alessandra Usai

Sinossi: Dopo l’unione d’Italia, la sovrintendenza delle carceri italiane di Roma si trovò ad affrontare il problema connesso ad un utilizzo dei carcerati che fosse socialmente utile ed economicamente sostenibile, optando per la riqualifica dei territori abbandonati. A seguito di questa decisione, prese forma il miracoloso intervento dei rei che furono condannati ai lavori forzati nella colonia penale agricola più estesa d’Italia, a Castiadas (costa sud-est della Sardegna), per bonificare un territorio di 6300 ettari disabitato da 350 anni, malsano, paludoso e malarico. L’ 11 agosto 1875 l’Ispettore Generale delle carceri d'Italia, Cavaliere Eugenio Cicognani, con una manciata di uomini e una dozzina di carcerati sbarcava sulla spiaggia di Cala Sinzias a Castiadas. Da quel giorno e per 80 anni i condannati hanno lavorato duramente per redimere i loro peccati riuscendo a bonificare l’intera area e trasformandola in uno dei luoghi più affascinanti della Sardegna, mentre la malaria li decimava inesorabilmente.

Una storia ancora sconosciuta che deve insegnarci ad apprezzare il sacrificio dei tanti uomini, come carcerati, guardie ed impiegati, che hanno lavorato e offerto la propria vita per consegnarci queste terre preziose così come le conosciamo oggi; un paradiso terrestre ricco di valori, bellezze, tradizioni e cultura.

La storia viene raccontata intercalando i paesaggi e le bellezze come sono oggi con le ricostruzioni storiche sviluppate dalla descrizione di tutti i documenti e reperti disponibili di quel periodo; dissolvenze che ci riportano indietro nel tempo, animazioni che fanno rivivere immagini del passato, una storia triste e di forte impatto raccontata in modo umano e poetico.


Alessandra Usai (Cagliari, 1981) ricercatrice, regista e produttrice. Nel 1999 lascia la Sardegna per trasferirsi a Milano, dove si laurea in Lettere e Filosofia con indirizzo specialistico in Storia del Cinema. Dopo il laboratorio di critica cinematografica tenuto dal critico Morando Morandini, nel 2007, insieme ai suoi compagni di corso presenta durante il festival di Milano Filmmaker il documentario “La piazza” vincitore del premio Fnac. Nelle sue più importanti produzioni indipendenti ha privilegiato contenuti di giustizia sociale e di uso sostenibile delle risorse; tra queste, assumono particolare rilievo il documentario “Vrindavan, Food for Life” interamente girato nella città santa indiana di Vrindavan e il documentario "Food-consumer". Dal 2011 al 2018 ha vissuto e lavorato a Dublino, dove nel 2013 ha diretto il cortometraggio storico “Lady Mary of Birr” per la sceneggiatura di Maken Mentxaka. Nel 2015 ha diretto il documentario scientifico “Ladies of Science”, coprodotto insieme alla irlandese Snugboro film, che riceve premi nei festival di Los Angeles, di Saint Tropez e di Milano. Nel 2018 torna a vivere a Cagliari dove apre la casa di produzione Nical Films. Tra il 2018 e il 2019 lavora alla produzione del docufilm  “Il Miracolo dei Rei”, come regista e produttrice in associazione con Istituto Luce Cinecittà. Ultimamente la regista si sta dedicando allo sviluppo del suo primo lungometraggio di finzione “Janasa”, ispirato all’omonimo libro scritto da Claudia Zedda.



IL PROGRAMMA COMPLETO

• Mercoledì 30 marzo 2022 – ore 19.00

IL MIRACOLO DEI REI di Alessandra Usai, 2021

• Mercoledì 6 aprile 2022 – ore 19.00

RONDÒ FINAL di Felice D’Agostino, Gaetano Crivaro e Margherita Pisano, 2021

• Mercoledì 13 aprile 2022 – ore 19.00

TRANSUMANZE - DALLA SARDEGNA ALLA VALDORCIA di Andrea Mura, 2021

• Mercoledì 20 aprile 2022 – ore 19.00

PRINCESA di Stefania Muresu, 2021
UMBRAS di Fabian Volti, 2021

• Mercoledì 27 aprile 2022 – ore 19.00

DIVINAZIONI di Leandro Picarella, 2020

• Mercoledì 4 maggio 2022 – ore 19.00

DOPO IL FUTURO di Antonio Sanna, 2022

Interviene Marco Zurru

• Mercoledì 11 maggio 2022 – ore 19.00

SULLE ARIE, SULLE ACQUE, SUI LUOGHI di Vittoria Soddu, 2021
ARBATAX!! di Helena Falabino, 2021

• Mercoledì 18 maggio 2022 – ore 19.00

I MORTI DI ALOS di Daniele Atzeni, 2011
INFERRU di Daniele Atzeni, 2019



LA RELAZIONE SGUARDO / MEMORIA

Il cinema sovrappone un’idea di realtà che si misura con la percezione del reale che ciascuno di noi ha: una percezione in cui si intrecciano lo sguardo e la memoria. Il senso di verità ha sempre a che fare con processi conoscitivi e lo sguardo, in questo gioco di relazione con la memoria, ha sempre questo desiderio di cogliere il vero nella realtà verso cui dirige la propria attenzione. Lo sguardo è comunque sempre ancorato al mondo soggettivo. La memoria, per quel tanto di realtà che l’immagine d’archivio può avere in sé sedimentata, è anch’essa una memoria soggettiva. Per esempio nel cinema di famiglia tutte le immagini sono girate in soggettiva: conta ed è sempre presente lo sguardo dell’operatore perché è lui il narratore, colui che sceglie l’inquadratura e il suo oggetto: egli è componente concreto della scena anche se non si vede, o, per dirla in altri termini, non può essere mai considerato astratto e assente. La sua intenzione rifugge dalla forma dogmatica dell’oggettività e sembra dirci: quando filmo voi guardate quello che sto vedendo io in questo preciso momento e quello che vedete sta accadendo nel momento preciso in cui io lo riprendo, ma non è tutto quello che vedo e sento. È un istante dilatato in cui lo spazio ha una sua temporalità e il tempo ha una sua spazialità. Ma il gradiente di finzione in questi può avvicinarsi facilmente al minimo indispensabile (o anche dispensabile, o anche pensabile). Il cinema che riusa quegli sguardi e quella memoria sono altro e alienano la verità di quella immagine, ma comunque ci ripropone uno sguardo e una memoria che si sovrappone a quelle sedimentate nelle immagini. Le sovrapposizioni possono essere anche molto diverse: può tentare e ottenere diversi gradi di trasparenza, cancellature, intrecci più o meno obliqui e/o parziali, financo deformazioni e illusioni ottiche. Comunque sia lo sguardo del regista rielabora, rimette in circolo il “già visto” e questo non significa necessariamente che il principale sacrificio lo subisca il senso di verità. La volontà estetica che tenta “il vero”, proprio perché “lo tenta” non lo afferra. Perché il senso di verità in questi film si fa altro e diventa discorso, narrazione, ed è in quel momento di cinema che il nostro sguardo di spettatore incrocia altri sguardi e altre memorie.

Penultimo appuntamento con la rassegna dedicata a Pier Paolo Pasolini.

• martedì 29 marzo alle ore 19 presso la sede del Circolo Gramsci, in via Baudi di Vesme n. 67 a Cagliari, sarà proiettato il film "Uccellacci e uccellini" (Italia, 1966, 85’).

Padre e figlio, in giro per il mondo, incontrano un corvo parlante (con la voce di Francesco Leonetti) che gli fa la morale, secondo la filosofia razionale di un intellettuale marxista. Quando si stancano delle sue chiacchiere, lo mangiano. Film-saggio di stimolante originalità, il 4° film lungo di P.P.P., operetta poetica nella lingua della prosa, propone in brevi favole e in poetici aneddoti una riflessione sui problemi degli anni '60: crisi del marxismo, destino del proletariato, ruolo dell'intellettuale, approssimarsi del Terzo Mondo. Con la sua divagazione evangelico-francescana, è anche un apologo umoristico che in alcuni momenti ha l'umiltà e la densità del capolavoro. Due Nastri d'argento a Pasolini (soggetto) e Totò (attore). Premiato a Cannes. [Morandini]

Ingresso gratuito con greenpass rafforzato e mascherina FFP2 come da disposizioni contro il Covid-19.

La rassegna dedicata a Pier Paolo Pasolini prosegue presso il Polo Bibliotecario in Falzarego35 a Cagliari, con la proiezione di uno dei film più controversi e discussi della filmografia di Pier Paolo Pasolini, "Porcile" (99', 1969) interpretato, tra gli altri, anche da Ugo Tognazzi, Marco Ferreri, Alberto Lionello e Ninetto Davoli.

«La società, ogni società, divora sia i figli obbedienti che i figli né disobbedienti né obbedienti»

Porcile è una sorta di terrificante favola allegorica, costruita su due storie parallele: una ambientata in un'epoca arcaica, l'altra ai giorni nostri. Nella prima seguiamo le peripezie di un giovane, che vive isolato alle falde di un vulcano, nutrendosi di insetti, rettili e bacche. Incontrato un soldato, lo uccide e ne divora il cadavere. Il cannibalismo diventa allora per lui una specie di folle ideologia… Della seconda storia è protagonista un altro giovane, che vive nella Germania occidentale, nella sontuosa villa del padre, facoltoso industriale. Un giorno egli rivela alla fidanzata, che vorrebbe indurlo a far l'amore, il suo atroce segreto, la sua particolare inclinazione sessuale per un branco di porci…

La proiezione è organizzata insieme al Circolo ARCinema Arc Cagliari - membro della FICC Federazione Italiana dei Circoli del Cinema | FICC-Sardegna

Ingresso gratuito con greenpass rafforzato e mascherina FFP2 come da disposizioni contro il Covid-19.


Secondo appuntamento con il ciclo di incontri audiovisivi, “Ti dico di me. Luoghi d’autore”, a cura di Marco Alberto Desogus, in cui 17 artisti sardi, impegnati nel mondo della letteratura, della musica, del cinema e del teatro, raccontano il profondo legame che li tiene legati alle loro radici, agli spazi dell’infanzia, ai luoghi della prima formazione individuale e intellettuale, al mondo dell’esperienza che segna in modo forte il senso di appartenenza e di identità.

La serata di venerdì 18 marzo alle ore 19 sarà dedicata a Marcello Fois, Bernadette Manca Di Nissa, Alessandro De Roma, Fabio Marceddu, Paolo Zucca. Ai racconti di questi autori si aggiungeranno dei brevi video-omaggi a Giulio Angioni e Giorgio Todde.

L'ingresso è libero e gratuito. Sarà necessario esibire il greenpass rafforzato e indossare la mascherina FFP2 come previsto dalle norme sanitarie.


Programma della rassegna:

• Venerdi 4 Marzo 2022 ore 19.00

Todde e Angioni
Milena Agus
Salvatore Mereu
Lia Careddu
Rossella Faa
Antonello Ottonello (con breve intervento della critica d’arte Alessandra Menesini)

• Venerdì 18 Marzo 2022 ore 19.00

Todde e Angioni
Marcello Fois
Bernadette Manca Di Nissa
Alessandro De Roma
Fabio Marceddu
Paolo Zucca

• Venerdì 1 Aprile 2022 ore 19.00

Todde e Angioni
Gianfranco Cabiddu
Luciano Marrocu
Marcello Murru
Peter Marcias

• Giovedì 15 Aprile 2022 ore 19.00

Todde e Angioni
Flavio Soriga
Gerardo Ferrara
Enrico Pau
Paolo Fresu

Terzo appuntamento della rassegna PPP100 ~ Il cinema corsaro di Pasolini!


Ecco il programma:

• h. 19: proiezione del documentario di montaggio "Pasolini, il corpo e la voce" di Paolo Marcellini, Maria Pia Ammirati e Arnaldo Colasanti (62’, 2015): la narrazione di un autoritratto inedito realizzato, in occasione del quarantennale dell'omicidio di Pasolini, con i materiali delle Teche Rai;

• h. 20.15: lettura di una selezione di testi tratti dalle opere più celebri di Pasolini, a cura dell'autore e attore teatrale Fausto Siddi;

• h. 21: proiezione del cortometraggio "La fidanzata di Pasolini" di Sergio Scavio (26’, 2020), alla presenza dell’autore: la storia di un uomo che, aggredito da un gruppo di mascalzoni, riesce a fuggire. Colpito da quel che gli è successo, decide di chiudersi nel silenzio più assoluto: una scelta integrale e rigorosa che viene messa in discussione dall’incontro con una donna…

Ingresso gratuito a partire dalle ore 18.30, con greenpass rafforzato e mascherina FFP2 come da disposizioni contro il Covid-19.

Tutte le informazioni e gli aggiornamenti sui nostri social e sul sito www.lacinetecasarda.it

Data la grande partecipazione di pubblico alla proiezione del film “Donbass” del 3 marzo - che solo in parte è stato possibile accogliere in sala - la Cineteca Sarda organizza una replica del film di Sergei Loznitsa giovedì 10 marzo alle ore 18.30.

È un film che racconta una frattura e una frammentazione continua in quell’area di tensioni mai sopite dopo il crollo dell’URSS, con un racconto organizzato in 13 quadri/episodi. Dice il regista: «Tutti gli episodi sono basati su eventi reali; li ho solo cambiati un po’. Ho trovato la maggior parte degli episodi su YouTube. Un episodio, su un giornalista tedesco e il suo compagno ucraino, un "fixer" e fotografo, l’ho girato con lo stesso "fixer" ucraino. Prima ha condiviso la sua esperienza con me, e ho scritto una scena basata sulla sua storia. Poi, durante la fase di casting, mi sono reso conto che avrebbe dovuto "recitare" sé stesso nel film». Lo sguardo del regista è grottesco e drammatico al tempo stesso, impietoso ed amaramente ironico, guarda alle radici del conflitto attuale (prima di avviare le truppe verso Kiev il presidente Putin ha riconosciuto il 21 febbraio 2022 le due repubbliche popolari separatiste di Lugansk e di Doneck come Stati indipendenti). Karl Kraus diceva che «l’aforisma non coincide mai con la verità: o è una mezza verità o una verità e mezzo». Per il film di Loznitsa si può dire altrettanto, aggiungendo che il grottesco crea una sorta di verità/realtà aumentata e il surplus si scarica in una visione universale dell’inferno della guerra, che deforma antropologicamente gli esseri umani, colpisce tutti e non risparmia nessuno.

DONBASS

Francia, Germania, Olanda, Romania, Ucraina, 2018
Scritto e diretto da Sergei Loznitsa
Fotografia: Oleg Mutu
Montaggio: Danielius Kokanauskis
Scenografie: Kirill Shuvalov
Costumi: Dorota Roqueplo
Sound Design: Vladimir Golovnitskiy
Cast principale: Valeriu Andriuta (Comandante), Zanna Lubgane (biondo colorato), Boris Kamorzin (Mikhalych), Svetlana Kolesova (Giurza), Sergei Kolesov (Bekha), Thorsten Merten (giornalista tedesco)
Produzione: Arthouse Traffic, Graniet Film BV, JBA Production, MA.JA.DE. Fiction, Wild at Art
Durata: 117’

Il regista
Sergei Loznitsa è nato nel 1964 in Bielorussia ma è cresciuto a Kiev, in Ucraina. Nel 1987 si laurea in matematica applicata all'Ecole polytechnique di Kiev. Ha poi lavorato come ricercatore presso l'Istituto di Cibernetica di Kiev, specializzato in intelligenza artificiale. Nel 1991 è entrato a far parte della VGIK, scuola cinematografica di Mosca e nel 1997 ha conseguito il diploma in regia. Nel 2001 si è trasferito con la famiglia in Germania dove vive attualmente. Ha diretto 18 documentari, vincendo premi in tutto il mondo, e 3 lungometraggi, tutti selezionati in concorso al Festival di Cannes: My Joy nel 2010 (con il quale ottiene a Cannes il Premio FIPRESCI), In the fog (Anime nella nebbia) nel 2012, A gentle creature nel 2017. Donbass è il suo quarto lungometraggio ed è stato il film di apertura di Un Certain Regard al Festival di Cannes 2018. Tra i suoi documentari segnaliamo Maidan (proiettato fuori concorso al Festival di Cannes 2014), Ponts de Sarajevo (collaborativo), Northern Light e Austerlitz (presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2016).
Presso la sala della Cineteca Sarda di Cagliari mercoledì 9 marzo alle ore 18 sarà proiettato il documentario “Fogu” di Ottavio Mura e Massimiliano Marraffa.

Oltre 20.000 ettari percorsi dal fuoco, in un susseguirsi di ore di indicibile dramma raccontato dai protagonisti nello scenario del grande incendio di luglio 2021 tra Montiferru e Planargia: boschi, uliveti, aziende agricole, allevamenti, tutta la flora e la fauna è coinvolta e devastata dall’evento, un’umanità lacerata dall’incredulità, dall’impotenza, dal dolore.

Il documentario FOGU di Ottavio Mura e Massimiliano Marraffa – prodotto da Helix Pictures in collaborazione con il fotografo del Montiferru – è il racconto di una inequivocabile storia d’amore, colto dai volti e dalle voci di chi è stato direttamente attraversato e stravolto nel quotidiano dal tragico incendio, e nei giorni immediatamente successivi all’evento drammatico. È un racconto in cui scorre la difficile e incredula constatazione della fine di un ciclo di vita che non può e non deve riguardare unicamente le popolazioni direttamente coinvolte nell’incendio, ma deve e può coinvolgere molti, quanti più possibili, soprattutto nel mantenimento di una memoria dei fatti e con il fine di una co-costruzione di una luce di speranza, una lezione grande, immensa, comunque unica, anche in termini di compartecipazione.

Attraverso la proiezione del documentario e il successivo dibattito - aperto alla partecipazione del pubblico - si ripercorreranno quelle tragiche ore che hanno segnato il destino di un territorio per i prossimi decenni: un appuntamento per ascoltare i racconti degli abitanti, degli allevatori, dei veterinari accorsi immediatamente a soccorrere le aziende, per comprendere e approfondire grazie alla presenza in sala degli esperti.
Interverranno al dibattito il prof. Sergio Vacca – Segretario ISSLA, Istituto Sardo di Scienze, Lettere e Arti, l’Associazione Montiferru, rappresentanti della Rete Montiferru e Planargia, della Rete Nazionale Basta Incendi e Marco Efisio Pisanu.

L'ingresso è libero e gratuito. Sarà necessario esibire il greenpass rafforzato e indossare la mascherina FFP2 come previsto dalle norme sanitarie.

All’interno delle attività che la Cineteca Sarda porta avanti con le scuole, la mattina di mercoledì 9 marzo sarà dedicata a due classi del Conservatorio di Cagliari.

Dopo una visita ai laboratori e all’archivio della Cineteca, gli studenti e le studentesse saranno coinvolti in attività di approfondimento sulla storia del cinema e sull’evoluzione delle tecniche di ripresa e di proiezione delle immagini in movimento, grazie anche a una mostra di strumenti cinematografici allestita per l’occasione. Seguirà la proiezione di un cortometraggio che sarà discusso e analizzato sia dal punto di vista delle tecniche cinematografiche utilizzate sia da quello del contenuto.

All’interno della rassegna dedicata a Pier Paolo Pasolini, martedì 8 marzo alle ore 19 sarà proiettato il film “Mamma Roma” (Italia, 1962).

Trama: Mamma Roma, una prostituta non più giovane, in seguito al matrimonio del suo protettore Carmine, con una contadina, decide di abbandonare il mestiere. Desiderosa di cominciare una nuova vita insieme a suo figlio Ettore, cresciuto in campagna, compra una casa alla periferia di Roma e si aggiudica un banco al mercato rionale. Per Ettore, però, lei non è altro che un'estranea e a nulla valgono i suoi sforzi per garantirgli un lavoro e un avvenire sicuro. Mentre Carmine la spinge di nuovo sul marciapiede, minacciandola di raccontare la verità a Ettore, questi, che è venuto a sapere da tempo del passato di sua madre, lascia il lavoro per dedicarsi a piccoli furti con conseguenze che si riveleranno fatali per tutta la famiglia.

Regia: Pier Paolo Pasolini
Attori: Anna Magnani - Mamma Roma, Ettore Garofalo - Ettore, figlio di Mamma Roma, Franco Citti - Carmine, Silvana Corsini - Bruna, Luisa Loiano - Biancofiore, Paolo Volponi - Il prete, Luciano Gonini - Zacaria, Piero Morgia - Piero, Vittorio La Paglia - Signor Pellisier, Franco Ceccarelli - Carletto, Marcello Sorrentino - Tonino, Sandro Meschino - Pasquale, Franco Tovo - Augusto, Pasquale Ferrarese - Lino, Leandro Santarelli - Begalo, il "Roscio", Emanuele Di Bari - Gennarino 'o trovatore, Antonio Spoletini - Un pompieretto, Nino Bonci - Un pittoretto, Roberto Venzi - Un aviaretto, Nino Venzi - Un cliente, Maria Pia Bernardini - La sposa, Santino Citti - Il padre della sposa, Lamberto Maggiorani - Un malato, Elena Cameron - Una prostituta, Loreto Ranalli - Un peripatetico, Mario Ferraguti - Un peripatetico, Renato Capogna - Uno dei tre papponi, Fulvio Orgitano - Uno dei tre papponi, Renato Troiani - Uno dei tre papponi, Mario Cipriani - Un coatto, Paolo Provenzale - Un coatto, Umberto Conti - Un malato, Sergio Profili - Un malato, Gigione Urbinati - Un malato, Enzo Fioravanti - Infermiere, Renato Montalbano - Infermiere, Luisa Orioli
Soggetto: Pier Paolo Pasolini
Sceneggiatura: Pier Paolo Pasolini, Sergio Citti - (coll. ai dialoghi)
Fotografia: Tonino Delli Colli, Franco Delli Colli - (operatore)
Musiche: Carlo Rustichelli - (coordinamento) - Brani di Antonio Vivaldi. La canzone "Violino tzigano" di Cherubini e Bixio è cantata da Joselito.
Montaggio: Nino Baragli
Scenografia: Flavio Mogherini
Arredamento: Massimo Tavazzi
Aiuto regia: Carlo Di Carlo
Durata: 105'
Colore: B/N
Produzione: ALFREDO BINI PER ARCO FILM
Distribuzione: CINERIZ - DOMOVIDEO, NUOVA ERI, MONDADORI VIDEO
Vietato 14


L'ingresso è libero e gratuito. Sarà necessario esibire il greenpass rafforzato e indossare la mascherina FFP2 come previsto dalle norme sanitarie.

L'8 marzo alle ore 16.30 in Cineteca si svolgerà il seminario “Le donne nel cinema tra fascismo e dopoguerra”:

• Carla Mereu-Keating (Dipartimento di cinema e televisione dell’Università di Bristol) 
“Le lavoratrici del cinema durante il fascismo”.
Le condizioni professionali delle lavoratrici dell'industria cinematografica italiana durante il fascismo attraverso l'esplorazione di due aree tra loro collegate: la specializzazione del settore e l'organizzazione spaziale degli stabilimenti cinematografici.

• Gianmarco Mancosu (Dipartimento di Storia Contemporanea dell’Università di Cagliari)
“Ci prenderemo cura di lei. La donna sarda nei cinegiornali del dopoguerra”.
L'immagine della donna sarda e, per traslato, la "femminizzazione" dell'immagine della Sardegna nel suo insieme, diffusa nelle popolari serie di cinegiornali italiani del dopoguerra (Incom, Astra Cinematografica, Istituto Nuova Luce), attraverso una prospettiva critica postcoloniale.

L'ingresso è libero e gratuito.Sarà necessario esibire il greenpass rafforzato e indossare la mascherina FFP2 come previsto dalle norme sanitarie.

𝐏𝐏𝐏𝟏𝟎𝟎 
Il cinema corsaro di Pasolini 

In occasione del centesimo anniversario della nascita di 𝐏𝐢𝐞𝐫 𝐏𝐚𝐨𝐥𝐨 𝐏𝐚𝐬𝐨𝐥𝐢𝐧𝐢, la Società Umanitaria - Cineteca Sarda organizza, insieme alla F.I.C.C. - Federazione Italiana dei Circoli del Cinema e all'Associazione Antonio Gramsci di Cagliari, e con la collaborazione del Circolo ARCinema e del Polo Bibliotecario Falzarego 35, un ciclo di appuntamenti dedicati a uno dei più grandi artisti e intellettuali del secolo scorso.

L'anteprima si svolgerà sabato 5 marzo nella sala della Cineteca Sarda con una doppia proiezione:

• alle 17 uno dei capolavori del regista, 𝐌𝐞𝐝𝐞𝐚 (1969, 110'), interpretato dalla divina Maria Callas

• alle 19, in compagnia dell'autore Sergio Naitza, 𝐋'𝐢𝐬𝐨𝐥𝐚 𝐝𝐢 𝐌𝐞𝐝𝐞𝐚 (2017, 86'), documentario che ricostruisce il primo incontro tra Pasolini e Callas proprio sul set della trasposizione dell'opera euripidea, attraverso ricordi e aneddoti di loro amici e collaboratori.

I prossimi appuntamenti saranno presto pubblicati sui nostri social e sul sito internet www.lacinetecasarda.it

Ingresso gratuito con greenpass rafforzato e mascherina FFP2 come da disposizioni contro il Covid-19.
La Società Umanitaria – Cineteca Sarda di Cagliari presenta "Ti dico di me. Luoghi d’autore" di Marco Alberto Desogus, con la collaborazione di Cri Cri Bocchetta, Marcella Saddi ed Enrico Madau, musiche Alberto Pibiri.

Prende il via in Cineteca Sarda (viale Trieste 126, Cagliari) un ciclo di “incontri audiovisivi” in cui 17 artisti sardi, impegnati nel mondo della letteratura, della musica, del cinema e del teatro, raccontano il profondo legame che li tiene legati alle loro radici, agli spazi dell’infanzia, ai luoghi della prima formazione individuale e intellettuale, al mondo dell’esperienza che segna in modo forte il senso di appartenenza e di identità. Autore del progetto e dei filmati è Marco Alberto Desogus, che dopo aver pubblicato sei libri fotografici con una particolare attenzione al mondo dell’arte sarda negli ultimi vent’anni, in questo suo primo lavoro in video riprende e raccoglie le voci degli artisti che con inediti racconti parlano dei luoghi della Sardegna a cui sono particolarmente legati. Gli autori sono Milena Agus, Salvatore Mereu, Lia Careddu, Rossella Faa, Marcello Fois, Bernadette Manca Di Nissa, Alessandro De Roma, Fabio Marceddu, Paolo Zucca, Gianfranco Cabiddu, Luciano Marrocu, Marcello Murru, Peter Marcias, Flavio Soriga, Gerardo Ferrara, Enrico Pau e Paolo Fresu. Ai racconti di questi autori si aggiungono anche dei brevi video-omaggi a Giulio Angioni, Giorgio Todde e Antonello Ottonello.
Gli incontri si svolgeranno tra marzo e aprile, a cadenza quindicinale, tutti alle ore 19.00. L’ingresso è gratuito fino ad esaurimento posti e regolato dalle vigenti norme anticovid (green pass rafforzato e mascherina in sala per tutto lo svolgimento degli appuntamenti).

Programma

• Venerdi 4 Marzo 2022 ore 19.00

Todde e Angioni
Milena Agus
Salvatore Mereu
Lia Careddu
Rossella Faa
Antonello Ottonello (con breve intervento della critica d’arte Alessandra Menesini)

• Venerdì 18 Marzo 2022 ore 19.00

Todde e Angioni
Marcello Fois
Bernadette Manca Di Nissa
Alessandro De Roma
Fabio Marceddu
Paolo Zucca

• Venerdì 1 Aprile 2022 ore 19.00

Todde e Angioni
Gianfranco Cabiddu
Luciano Marrocu
Marcello Murru
Peter Marcias

• Giovedì 15 Aprile 2022 ore 19.00

Todde e Angioni
Flavio Soriga
Gerardo Ferrara
Enrico Pau
Paolo Fresu
Nell’ambito del vasto dibattito apertosi in questi giorni dominati dal conflitto in Ucraina, con la criminale invasione perpetrata dall’esercito russo al comando di Vladimir Putin, la Cineteca Sarda propone giovedì 3 marzo, alle ore 18.30 (viale Trieste 126) un film di approfondimento realizzato nel 2018 dal regista ucraino Sergei Loznitsa, "Donbass".

È un film che racconta una frattura e una frammentazione continua in quell’area di tensioni mai sopite dopo il crollo dell’URSS, con un racconto organizzato in 13 quadri/episodi. Dice il regista: «Tutti gli episodi sono basati su eventi reali; li ho solo cambiati un po’. Ho trovato la maggior parte degli episodi su YouTube. Un episodio, su un giornalista tedesco e il suo compagno ucraino, un "fixer" e fotografo, l’ho girato con lo stesso "fixer" ucraino. Prima ha condiviso la sua esperienza con me, e ho scritto una scena basata sulla sua storia. Poi, durante la fase di casting, mi sono reso conto che avrebbe dovuto "recitare" sé stesso nel film». Lo sguardo del regista è grottesco e drammatico al tempo stesso, impietoso ed amaramente ironico, guarda alle radici del conflitto attuale (prima di avviare le truppe verso Kiev il presidente Putin ha riconosciuto il 21 febbraio 2022 le due repubbliche popolari separatiste di Lugansk e di Doneck come Stati indipendenti). Karl Kraus diceva che «l’aforisma non coincide mai con la verità: o è una mezza verità o una verità e mezzo». Per il film di Loznitsa si può dire altrettanto, aggiungendo che il grottesco crea una sorta di verità/realtà aumentata e il surplus si scarica in una visione universale dell’inferno della guerra, che deforma antropologicamente gli esseri umani, colpisce tutti e non risparmia nessuno.


DONBASS
Francia, Germania, Olanda, Romania, Ucraina, 2018


Scritto e diretto da Sergei Loznitsa
Fotografia: Oleg Mutu
Montaggio: Danielius Kokanauskis
Scenografie: Kirill Shuvalov
Costumi: Dorota Roqueplo
Sound Design: Vladimir Golovnitskiy
Cast principale: Valeriu Andriuta (Comandante), Zanna Lubgane (biondo colorato), Boris Kamorzin (Mikhalych), Svetlana Kolesova (Giurza), Sergei Kolesov (Bekha), Thorsten Merten (giornalista tedesco)
Produzione: Arthouse Traffic, Graniet Film BV, JBA Production, MA.JA.DE. Fiction, Wild at Art
Durata: 117’

Il regista
Sergei Loznitsa è nato nel 1964 in Bielorussia ma è cresciuto a Kiev, in Ucraina. Nel 1987 si laurea in matematica applicata all'Ecole polytechnique di Kiev. Ha poi lavorato come ricercatore presso l'Istituto di Cibernetica di Kiev, specializzato in intelligenza artificiale. Nel 1991 è entrato a far parte della VGIK, scuola cinematografica di Mosca e nel 1997 ha conseguito il diploma in regia. Nel 2001 si è trasferito con la famiglia in Germania dove vive attualmente. Ha diretto 18 documentari, vincendo premi in tutto il mondo, e 3 lungometraggi, tutti selezionati in concorso al Festival di Cannes: My Joy nel 2010 (con il quale ottiene a Cannes il Premio FIPRESCI), In the fog (Anime nella nebbia) nel 2012, A gentle creature nel 2017. Donbass è il suo quarto lungometraggio ed è stato il film di apertura di Un Certain Regard al Festival di Cannes 2018. Tra i suoi documentari segnaliamo Maidan (proiettato fuori concorso al Festival di Cannes 2014), Ponts de Sarajevo (collaborativo), Northern Light e Austerlitz (presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2016).

Terzo e ultimo appuntamento della rassegna cinematografica dedicata a Monica Vitti!

• giovedì 24 febbraio alle ore 19 proiezione del film a episodi "Noi donne siamo fatte così", di Dino Risi (Italia, 1971).

Trama: "Et dominus venit": Suor Katherine si esibisce in uno spettacolo di musica beat suscitando lo sgomento di un cardinale presente in sala.
"Una giornata lavorativa": Una suonatrice di piatti, che deve eseguire in un concerto solo tre battute, è convinta di aver lungamente lavorato.
"Romantica": Zoe, un'estetista romagnola delusa in amore, espone le sue pene ad un professore di liceo e finisce con il concederglisi.
"Mamma": Annunziata, madre di ventidue figli, ne partorisce un altro mentre viene intervistata a proposito del controllo delle nascite.
"Schiava d'amore": Teresa, una claudicante violinista, non riesce a staccarsi dal rozzo suonatore ambulante al quale ha legato la sua vita.
"Il mondo cammina": Alberta e Fernando, coniugi siciliani di idee evolute, dopo aver confessato pubblicamente le reciproche evasioni amorose finiscono con l'uccidersi a vicenda.
"Vietnam": Eliana, corrispondente di guerra ferita durante un bombardamento, insulta un importante uomo politico venuto a visitarla in ospedale.
"La motocicletta": Erika, motociclista acrobata, si presta, per centomila lire, a soddisfare gli strani desideri di un anziano ammiratore.
"Cuore di padrone": Palmira, una combattiva sindacalista, si lascia turlupinare dal padrone, il quale si rivela più sensibile alla morte del proprio cane che alla sorte delle sue dipendenti.
"Agata": In aereo, durante una tempesta, la sofisticata hostess Agata, dopo aver tranquillizzato i passeggeri stranieri invoca in dialetto barese la propria santa protettrice.
"Chiamate Roma 21-21": Fulvia si rivolge ad una rubrica radiofonica per denunciare un'inesistente violenza subìta ad opera di tre bruti, con la speranza di incitare costoro a violentarla veramente.
"L'allumeuse": Alcuni clienti di un ristorante si sentono eccitati dagli sguardi sognanti che sembra rivolgere loro Laura: in realtà ella è cieca.

L'ingresso è libero e gratuito. Sarà necessario esibire il greenpass rafforzato e indossare la mascherina FFP2 come previsto dalle norme sanitarie.

Secondo appuntamento della rassegna cinematografica dedicata alla grande Monica Vitti, recentemente scomparsa.

giovedì 17 febbraio presso la sala della Cineteca Sarda sarà proiettato il film “La ragazza con la pistola” di Mario Monicelli (1968, 112’).

Trama: Assunta, una giovane siciliana, viene rapita da Vincenzo Maccaluso per errore, ed essa, che è segretamente innamorata di lui, si lascia sedurre volentieri. Ma il giorno dopo egli parte per Londra per evitare le conseguenze del suo gesto. Assunta, costretta a difendere il suo onore da sola in mancanza di persone di sesso maschile nella sua famiglia, prende il treno per l'Inghilterra armata di una pistola. Essa trova l'indirizzo di Vincenzo ma questi riesce a sfuggire: un po' lavorando e un po' aiutata da occasionali compagni, essa segue i movimenti di Vincenzo che, a sua volta, cerca di far perdere le sue tracce. Un giorno essa riconosce il suo seduttore nelle vesti di un portabarelle di un ospedale e lo segue: ma qui, svenuta alla vista di una operazione, viene aiutata da un dottore. Questi prende a cuore il caso di Assunta e, a poco a poco, riesce a mutare la mentalità della ragazza, che si mette a studiare e a lavorare assumendo così quasi le vesti di una vera inglese. Colpito da questo cambiamento, ora è Vincenzo che vuole sposarla. Essa finge di accettare ma, dopo una notte con lui, lo abbandona per tornare dal dottore inglese.

[fonte: cinematografo.it]


L'ingresso è libero e gratuito. Sarà necessario esibire il greenpass rafforzato e indossare la mascherina FFP2 come previsto dalle norme sanitarie.

Il 21 gennaio 2022 alle ore 19.30 presso la sala della Cineteca Sarda le associazioni Antonio Gramsci Cagliari, Entulas Intercultura e Los Quinchos Italia organizzano una serata di presentazione e proiezione del film "Flotando" di Valentina Bifulco, che sarà presente in sala.

L'ingresso è gratuito (ma sarà possibile offrire un contributo libero che andrà interamente all’associazione Los Quinchos), con green pass rafforzato e mascherina FFP2.

FLOTANDO
di Valentina Bifulco

Documentario (Italia/Nicaragua, 2020)
Produzione Terra de Punt, in collaborazione con Associazione Entula Intercultura, Los Quinchos, Con il sostegno di Fondazione Sardegna Film Commission

SINOSSI
Flotando è un documentario, realizzato in Nicaragua tra il 2017 e il 2019, che cerca di esplorare il fenomeno dei bambini di strada, e le opportunità che questi hanno per ricostruirsi una vita.

Nel 2017 Valentina Bifulco è andata in Nicaragua per lavorare come volontaria in alcuni progetti che si occupano del recupero di bambini di strada. Da allora ogni anno torna per passare il suo tempo con i bambini e le bambine del Mercado Oriental.

Flotando è il risultato di tre anni di osservazione e ricerca sulle loro vite in strada e nel progetto Los Quinchos, che da 30 anni cerca di dare a questi ragazzi un futuro diverso dalla vita in strada.
“Cerchi di colpirlo ma un Bboy fiero quando è serio è troppo svelto, sul marmo vola e non lo puoi fermare, non lo puoi vedere” KAOS ONE – I FIERI BBOYZ – NEFFA E I MESSAGERI DELLA DOPA

“BBOY FIERO - LA PASSIONE E' LA MIA FORZA” è un documentario biografico su Luciano Galici, in arte “BBOY LUCIO”, breaker da più di vent’anni, membro dello storico gruppo sardo di breakdance ORMUS FORCE.

Attraverso la sua testimonianza, questo documentario, diretto dal regista Roberto Pili, racconta la battaglia che Bboy Lucio ha combattuto contro "il male oscuro", il carcinoma papillare, diagnosticato all'età di trentadue anni. Grazie alla sua passione, il breaking, è riuscito a trovare la forza per affrontare e sconfiggere la malattia. Un Bboy Fiero che ha affrontato la sua battle, non nel pavimento, ma sul letto di ospedale, e ha vinto. La lavorazione, completamente autoprodotta senza alcun finanziamento pubblico, ha richiesto oltre un anno di lavorazione. Le riprese sono iniziate ad agosto del 2020 in pieno periodo di Coronavirus e terminate a settembre del 2021.

All’interno del documentario troviamo diverse testimonianze dei più rappresentativi Bboy della Sardegna: Bboy Gypsy, Bboy Yaio, Bboy BoogieGun ecc oltre alla testimonianza diretta dei famigliari di Bboy Lucio.


Il documentario è stato premiato con la “Menzione d'Onore” al “Total Impegno 2021”
Selezionato al : “First-Time Filmmaker Sessions By Lift-Off Global Network”
Selezionato al : “Vesuvius International Film Fest”
Selezionato al: “HIIFF - Heart International Italian Film Festival”
Finalista al: “Rome Independent Prisma Awards”
Miglior documentario al: “Cooper Awards”
Il logo è stato realizzato da Claudio “Bboy Yaio” Cogoni.

Il documentario ha ospitato due brani musicali di notevole rilevanza artistica:
Adriana | Aspettando Il Sole - Neffa (Vocal Loop Cover)
Prhome Feat. Dope One “Anime Fragili”

- BBOY LUCIO: “Mi auguro che questo documentario possa dare, soprattutto in questo periodo, un segnale di speranza, un aiuto, un messaggio forte a tutte le persone che combattono contro questo male e lanciare il messaggio che si può vincere grazie anche ad una passione forte che ti tiene legato alla terra e che ti dà la possibilità di andare avanti e farti sentire vivo”.

- BREAKING (break dance): danza di strada individuale svolta all’interno di un cerchio di persone e composta principalmente da una serie di movimenti a stretto contatto con il pavimento, che sono il footwork, il powermove e il freeze. - BBOY o BGIRL (oppure Fly girl) sono i termini che vengono adoperati per indicare genericamente un individuo che appartiene al movimento hip hop. B-Boy è il diminutivo di Breaker boy, e in origine veniva utilizzato per indicare i ballerini delle prime Black Party, quando la break dance costituiva l’espressione artistica di punta sulla cui base si è costituita la subcultura hip hop.

La prima proiezione pubblica di "BBOY FIERO - LA PASSIONE E' LA MIA FORZA” avverrà il 17 Dicembre presso la Cineteca Sarda in Viale Trieste 126, a Cagliari, alle ore 20, aperta gratuitamente al pubblico.

Per chi volesse ospitare una proiezione può scrivere a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

BABEL ACADEMY: INCONTRI DI TECNICA E CULTURA CINEMATOGRAFICA

Il Babel Film Festival 2021 prevede 5 incontri formativi coordinati da Daniele Maggioni, in collaborazione con Ordet Associazione Culturale.

Martedì 07/12/2021 - h. 9:30-12:30
Masterclass sul cinema
IL CASTING CINEMATOGRAFICO E TELEVISIVO
a cura di Jorgelina Depetris, acting coach e casting director


Mercoledì 08/12/2021 - h. 9:30-12:30
Masterclass sul cinema
VISIONI ESPANSE DEL FILM “IL BUCO”
a cura di Michelangelo Frammartino, regista


Giovedì 09/12/2021 - h. 9:30-12:30
Masterclass sul cinema
LA CATENA DEI DIRITTI CINEMATOGRAFICI
a cura di Anna Brundu, esperta di diritti cinematografici


Venerdì 10/12/2021 - h. 14:30-18:00
Masterclass sul cinema
LE SCELTE VISIVE E DI FOTOGRAFIA NEL PROGETTO DI UN FILM
a cura di Luca Bigazzi, direttore della fotografia
(COMPLETO-SOLD OUT)


Sabato 11/12/2021 - h. 9:30-12:30
Masterclass sul cinema
IL PERCORSO DELLA SCRITTURA CINEMATOGRAFICA
a cura di Lara Fremder, sceneggiatrice

Per prenotazioni e info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.