Giovanna Marini

Il Canzoniere italiano al TdP

Roma, 19/01/1937 – 8/01/2024

A cura di Dante Bellamio

Le ultime due stagioni del Teatro del Popolo (1966 e 1967) furono organizzate in collaborazione con il Nuovo Canzoniere Italiano, una emanazione delle Edizioni Avanti!, che aveva dato vita a una organizzazione che allestiva concerti e spettacoli, molti dei quali, oltre ai  festival dell’Unità e dell’Avanti!, penetrarono nei circuiti teatrali ufficiali: “Pietà l’è morta” era andato in scena al Piccolo Teatro, “Bella ciao” era stato presentato al Festival di Spoleto suscitando molto clamore e proprio nel 1966 si stava allestendo, con la regia di Dario Fo, “Ci ragiono e canto”.

I cicli presentati nelle due stagioni del Teatro del Popolo erano quindi il frutto di una nuova attenzione al canto politico e sociale, i cui precursori erano stati negli anni ‘50 i fondatori del gruppo torinese dei “Cantacronache”.
Il Nuovo Canzoniere Italiano estese i suoi interessi a tutta la produzione di canti e musiche della cultura popolare, e, sotto la guida di Gianni Bosio e di Roberto Leydi, aggregò un numeroso gruppo di studiosi, ricercatori ed esecutori per diffondere una produzione culturale alternativa, di alto livello artistico oltre che storico e antropologico, di cui la cultura accademica e ufficiale stentava a riconoscere lo spessore. Da qui il titolo “L’altra Italia”.

Giovanna Marini
Interprete della canzone popolare italiana

Insieme a Ivan DellaMea, Michele Straniero, Susanna Mantovani, Vittorio Carpi, Paolo Ciarchi, Giovanna Marini fu una delle interpreti di quelle stagioni.
Entrata nel Canzoniere nel 1962, coinvolta da Leydi, la Marini aveva subito compreso l’importanza di un progetto palesemente controcorrente: riportare in vita la canzone popolare italiana, spesso caratterizzata da una vibrata protesta sociale e politica, che correva il rischio di estinzione in quegli anni di boom consumistico.

Dopo le contestazioni al Festival di Spoleto per lo spettacolo antimilitarista “O Gorizia, tu sei maledetta”, e la partecipazione nel maggio del 1964 ad uno dei montaggi musicali del Teatro del Popolo dedicati alle “Canzoni popolari italiane di autori anonimi” (insieme a lei anche le cantanti Sandra Mantovani, Caterina Bueno, Maria Teresa Bulciolu – ideatore lo stesso Leydi), in Giovanna Marini si rafforzò la duplice vocazione d’impegno musical-popolare e politico; il 9 maggio 1967 è sul palco dell’Umanitaria con “La linea rossa”, un’antologia di canzoni popolari dove la Marini è protagonista assoluta della ballata “Vi parlo dell’America”. Ma è con “Oh, padrone ti voglio arricchire” (6 giugno 1967), che spicca la sua personalità dominante e si consacra al pubblico, gridando forte contro l’intorpidimento delle coscienze.

Insomma, i due cicli presentati al Teatro del Popolo furono un’occasione preziosa per rivendicare valore e dignità della espressività popolare, oltre che per verificare alcune ipotesi emergenti dalla elaborazione culturale nel Nuovo Canzoniere Italiano sul rapporto tra cultura ufficiale e cultura del popolo.

E un contesto come il Teatro del Popolo, con la sua storia, la sua tradizione, il suo pubblico, si rivelò da questo punto di vista il luogo più adatto per rivalutare e diffondere la cultura del mondo popolare e proletario nelle proposte dei gruppi locali (come recitava il libretto di sala della rassegna).