Osvaldo Gnocchi Viani

In difesa dei lavoratori

Ostiglia, 26/08/1837 – Milano, 8/01/1917

A cura di Jacopo Perazzoli

Nato a Ostiglia, in provincia di Mantova, il 26 agosto 1837, laureatosi in legge nel 1861 dopo una carriera universitaria svolta tra Padova e Pavia, Gnocchi Viani fu inizialmente vicino al pensiero di Mazzini, come testimoniato dagli incarichi nei giornali mazziniani “L’Unità italiana” e a “Il Dovere”. Negli anni Settanta se ne distaccò a causa di una differente visione dello stato, che per Gnocchi Viani era l’espressione di una società divisa in classi.

Osvaldo Gnocchi Viani
Ritratto

Si avvicinò ben presto al movimento operaio e socialista, soprattutto grazie all’esperienza della “Plebe”, giornale di cui ricoprì la carica di condirettore dal 1876 al 1883 (quando cessarono le pubblicazioni). Entrare nella redazione di questo foglio significava trasferirsi a Milano, dove, data la presenza di numerose industrie siderurgiche, tessili, chimiche e meccaniche, stava arrivando in gran numero la manodopera non qualificata di varie regioni del Nord Italia. Una volta inserito nel contesto sociale milanese, Gnocchi Viani proseguì nella duplice attività di giornalista e organizzatore politico (già avviata nelle precedenti peregrinazioni tra Genova e Roma).

Oltre ad impegnarsi nella fondazione del Partito operaio milanese, che vide la luce nel 1882, a partire dal 1885 venne assunto ne “Il Sole”. Fu proprio grazie ad un’inchiesta condotta per conto del giornale vicino alla Camera di Commercio, ossia lo studio delle Bourse de Travail sparse sul territorio francese, che Gnocchi Viani mise a punto il progetto da cui poi nel 1891 sarebbe sorta la Camera del Lavoro di Milano.

Dopo essere stato eletto consigliere comunale nel 1890, si batté per realizzare un vecchio proposito filantropico di Prospero Moisè Loria, ossia garantire “vitto, alloggio e lavoro alle classi bisognose” attraverso la previdenza laica e non la beneficienza religiosa.

Nel gennaio del 1893, grazie anche al supporto della Giunta, venne così varata la Società Umanitaria che prevedeva inizialmente di un Ufficio di collocamento, di Scuole di arti e mestieri, così come di Cooperative di produzione e di lavoro. Grazie alla simbolica quota di adesione di una sola lira, una precisa scelta del neo-segretario Gnocchi Viani, si iscrissero più di diecimila cittadini bisognosi.

Le cannonate di Bava Beccaris del maggio 1898 e l’ondata repressiva che ne seguì ebbero delle conseguenze anche sull’Umanitaria: il consiglio direttivo venne sciolto e l’istituto posto sotto la conduzione della Congregazione di Carità, che alzò a sei lire la quota di adesione per ciascun membro.

Ma con la svolta liberale di inizio Novecento la situazione tornò nuovamente rosea.
Nel 1901, l’Ente venne ricostituito e Gnocchi Viani venne rinominato segretario, venendo affiancato, già dal 1902, da Augusto Osimo, che ne fu il degno successore.
Neanche la pensione corrispose ad un distacco: come ricorda un appunto rinvenuto nel suo archivio privato, nel gennaio del 1909 venne proclamato “Segretario emerito dell’Umanitaria”.

L’8 gennaio 1917, nel pieno della Prima guerra mondiale, si spense a Milano.