
Felice Ferri
L’impegno per la collettività
Milano, 13/08/1869 – 11/08/1965
A cura di Claudio A. Colombo
Il legame tra Felice Ferri e la Società Umanitaria risale all’azione intrapresa da questa benemerita istituzione fin dai primi anni del ‘900 in tutto il territorio lombardo, attraverso una serie di iniziative a sostegno dei contadini e dei lavoratori, poste in essere da un organismo importantissimo dell’Ente milanese, l’Ufficio Agrario, la cui azione era rivolta all’elevazione morale e materiale delle popolazioni rurali.
Non a caso, è proprio sulla rivista che faceva capo a questo Ufficio, “L’Umanitaria per i lavoratori dei campi”, che nel 30 ottobre 1908 si parla di un “Comune modello, Vailate, dove esplica tanta benefica attività il nostro amico Felice Ferri; questo Comune si è posto su una lodevole via di rinnovamento, con una serie di utilissime iniziative d’ordine educativo, di previdenza, di cooperazione”. In piccolo, c’era tutto quello che ogni cittadinanza dovrebbe chiedere ai propri amministratori: la scuola elementare (all’inaugurazione, nel settembre dello stesso anno, era stato chiamato un altro personaggio dell’Umanitaria, l’avvocato Luigi Majno), le scuole serali, l’asilo infantile (l’asilo Zambelli-Ferri, istituito nel 1905), una Biblioteca Popolare, due società di mutuo soccorso, una cooperativa agricola, una di consumo ed una edificatrice per case di contadini. Insomma, concludeva il redattore Osvaldo Gnocchi-Viani (un’altra figura-simbolo delle battaglie a favore dei lavoratori), “è una guida vivente questo Comunello, per coloro che vogliono svecchiare la vita dei centri di campagna. Andatelo a vedere e a studiare”.
Attraverso l’Archivio personale del Ferri (conservato all’Umanitaria, dove fu consigliere in rappresentanza del Comune di Milano negli anni ’50) si trovano parecchi documenti che attestano una “collaborazione” del Ferri con l’Ufficio Agrario fin dal 1913, quando era Assessore alla Pubblica Istruzione a Vailate, in particolar modo per l’assistenza alle cooperative della zona, collaborazione intrattenuta per tutto l’arco della sua vita. Ce ne si rende conto bene ricostruendo il suo impegno come Primo Cittadino, dopo la Liberazione. Ormai anziano (era nato nel 1869), Ferri soggiornava spesso a Vailate per essere sempre vicino alla sua gente. Amministratore accorto, seguiva con particolare attenzione i settori che ne avevano sempre contraddistinto l’azione – la scuola, l’educazione, i giovani – senza mai tralasciare la salvaguardia della campagna e, soprattutto, la Colonia Elioterapica, un istituto che aveva il suo modello nelle colonie per i figli dei lavoratori, che anche l’Umanitaria aveva creato durante la Grande Guerra, a Cormano e a Cocquio Sant’Andrea.
La sua eredità morale oggi rivive nella Fondazione Agraria Felice Ferri, istituita a metà degli anni ‘60, sulla base del testamento olografo, redatto nel 1952: “lascio alla Società Umanitaria di Milano tutti i poderi costituenti il Tenimento di Vailate e comuni limitrofi e gli stabili di Vailate”. Un monito a continuare un’azione costante a sostegno delle popolazioni rurali (salvaguardando anche il territorio), perché senza la coscienza delle proprie radici si fa poca strada.