A cura di Claudio A. Colombo
Istituita nel 1914, quella di Bari fu la prima sede stabile al Sud direttamente controllata dalla sede centrale di Milano (uffici decentrati, in consorzio con organizzazioni di categoria, c’erano a Teramo, Castellammare Adriatico, Chieti, Sulmona e Avezzano), e venne istituita come “prima manifestazione di quelle forme di assistenza sociale ai lavoratori meridionali che erano nel programma del’Umanitaria”.
Il territorio pugliese si presentava come il campo d’azione più adatto allo svolgersi del suo programma riformista, volto all’assistenza, all’educazione ed al rinnovamento morale delle classi lavoratrici meridionali, a cui l’indifferenza della classe dirigente aveva costretto a precarie condizioni di vita e di lavoro, in città e nei campi.
Data la consistenza dei problemi, il programma dell’Umanitaria prevedeva una sede centrale, a Bari, insieme ad alcuni uffici decentrati in tutta la regione (come Molfetta, Altamura, Barletta, Bitonto, Trani, Acqaviva), ove operare attraverso specifici servizi: assistenza agli emigranti, ufficio di collocamento, ispettorato per le cooperative, patronato infortuni sul lavoro nell’industria e nell’agricoltura, diffusione della coltura popolare attraverso biblioteche popolari e corsi professionali per lavoratori (tra cui una scuola serale per artieri e un corso per cooperatori).

Coadiuvata in loco dalla Camera del Camera (di cui era Segretario Generale Cesare Bartolini), il ruolo della Sezione venne presto riconosciuto anche grazie al sodalizio e al sostegno della Camera di Commercio e delle rispettive amministrazioni comunali dei Comuni in cui si trovò subito ad intervenire. Nel primo dopoguerra – quando l’Umanitaria venne delegata nell’Opera contro l’analfabetismo – la sezione si dedicò in particolar modo all’istruzione, assumendo la gestione e la direzione delle scuole a tale scopo istituite.
Ripartiamo un estratto dedicato alla sede di Bari, tratto dal volume sulla storia dell’Umanitaria del 1922:
“La Sezione può affermare con soddisfazione che qualunque iniziativa sorta a Bari, e in provincia nel campo dell’assistenza sociale e per l’applicazione delle leggi sul lavoro, è partita da essa: ad esempio fu la Sezione a promuovere la costituzione e il funzionamento dei vari organismi paritetici ed arbitrali istituiti in base ai nuovi provvedimenti sociali ed è la Sezione a gestire l’Istituto barese di assistenza tecnico-medico-legale per gli infortuni sul lavoro, riconosciuto dal Ministero del Lavoro. La tutela degli emigranti fu validamente assunta: pratiche per ricupero di bagagli, ricerche d’emigranti all’estero, liquidazioni d’indennità, visti consolari, esame di contratti di lavoro, rilascio di passaporti, furono trattate ed esaurite per parecchie centinaia.
Veramente soddisfacenti furono i risultati nel campo dell’assistenza alle Cooperative. Alla fine del 1919, aderivano alla Federazione Provinciale delle Cooperative 12 cooperative, con un complesso di 3.996 soci; durante il 1920 furono costituite 32 nuove Cooperative, di cui 10 di lavoro, 10 agricole e 6 di consumo”.
Due anni dopo la sede veniva attaccata da un manipolo di fascisti e presto chiusa. Ma nel secondo dopoguerra, l’Umanitaria si trovò nuovamente ad operare in Puglia, gestendo per conto della Cassa del mezzogiorno alcuni Centri Servizi Culturali, riaprendo a Bari una propria sede.