La Casa Gioiosa di Cormano, per educare al lavoro e alla solidarietà

A cura di Claudio A. Colombo

All’origine del progetto della “Casa Gioiosa” sta una figura eminente di educatore ed organizzatore, Augusto Osimo, Segretario Generale dell’Umanitaria dal 1904. A corollario di altri istituti (dalle Case dei Bambini alla colonia estiva di Cocquio Sant’Andrea), di fronte alla necessità di accudire ed educare “i figli del popolo”, nel bel mezzo della Grande Guerra, Osimo ideò e fece attuare dalla Federazione Milanese delle Cooperative di Lavoro, di cui era presidente, il progetto del “Primo Ricreatorio popolare in campagna”.

Nel 1918, la Federazione Milanese delle Cooperative, strettamente legata all’Umanitaria, acquistò a Cormano una bellissima villa con ampio parco, “La Malcacciata”, subito ribattezzata “La Gioiosa”, destinandola a luogo di “riposo e svago” per i figli dei cooperatori e degli operai, ma anche a residenza stabile per gli orfani di guerra delle “Terre liberate”, che già frequentavano le scuole professionali dell’Ente milanese. Inizialmente “La Gioiosa” doveva rimanere aperta solo la domenica, ed essere un ritrovo benefico per adolescenti dai 7 ai 18 anni, invitandoli a passare i giorni festivi a contatto con la natura, con la possibilità di svolgere molteplici attività di laboratorio e di studio, con adeguate attrezzature e insegnanti di sostegno.

Ben presto, però, Osimo si rese conto che le sole domeniche non bastavano e optò per ampliare il periodo di permanenza nella villa, facendola funzionare anche durante i mesi più caldi, ospitando ogni anno migliaia di ragazzi e ragazze (circa 12.000 nel 1921-22, oltre 11.000 nel 1922-23, anno della chiusura), educandoli a coltivare una ginnastica intellettuale e lo spirito della solidarietà.

Situata a circa 8 chilometri da Milano, e raggiungibile con appositi treni (trasporto e vitto erano sostenuti per la maggior parte dalla Federazione, mentre la gestione era affidata al corpo docenti dell’Umanitaria), la villa era circondata da un parco di circa 30.000 metri quadrati, con estesi boschetti e viali di conifere, uno spazioso campo da giuoco ed un vasto orto per le esercitazioni di giardinaggio e orticoltura.

Insieme ai momenti di svago, infatti, “La Gioiosa” riproduceva il modello di educazione popolare praticato ormai da anni dall’Umanitaria; le sale dei numerosi locali dei fabbricati annessi furono trasformate in officine o aule di lezione e provviste degli arredi e dei servizi necessari per i diversi corsi d’istruzione: disegno, lavori in legno, lavori in ferro, sartoria, ricamo e lavori in biancheria, canto, economia domestica, orticoltura.

Da segnalare un corso in particolare, quello di pompieristica, durante il quale i giovanetti – alla presenza di alcuni capi-pompieri – apprendevano come comportarsi in caso di incendio fino al punto da saper apprestare soccorsi di urgenza. Le foto degli opuscoli informativi della Gioiosa ne danno una simpatica e “impressionante” testimonianza.

Peccato che nel 1923, dopo la morte di Osimo, la Casa venne venduta e in pochi mesi cessò di funzionare.