A cura di Paola Signorino
Il ruolo fondamentale dell’istruzione professionale nel garantire ai ceti meno abbienti gli strumenti per una vita operosa e dignitosa fu alla base delle esperienze dell’Umanitaria sin dagli esordi, agli inizi del ‘900. La riproposizione di tale consapevolezza permise la riorganizzazione dell’istruzione come primo compito del sodalizio al termine della seconda guerra mondiale. L’attenzione si rivolse anche ai bisogni delle campagne, ed esemplare in questo senso fu la nascita, nel 1948, della Scuola di Arti e Mestieri di Ostiglia, proprio nella città natale di Osvaldo Gnocchi Viani, il primo Segretario Generale dell’Ente.
Si trattava di creare una scuola professionale che raccogliesse studenti dall’intero territorio gravitante su Ostiglia, con corsi professionali diurni suddivisi in tre “specialità”, secondo gli effettivi bisogni del territorio: agraria, legno, fabbri-meccanici. Alle attività specifiche di ogni sezione, si aggiungevano corsi di cultura generale, disegno professionale, tecnologia, matematica. La scuola, diretta con grande fermezza e competenza da Ermete Mondadori (fratello di Arnoldo), riscosse da subito un buon successo, tanto che si rese indispensabile la costruzione di un edifico apposito che la potesse ospitare: aule luminose, laboratori attrezzati, la possibilità di futuri ampliamenti.


Nell’arco di un paio di anni la scuola fu frequentata da circa 2.000 allievi tra corsi diurni e serali. Terminata la costruzione del nuovo edifico (affidato alla direzione di Giovanni Romano, l’architetto che stava seguendo la ricostruzione dell’Umanitaria), esso potè ospitare corsi diurni per meccanici, falegnami, elettromeccanici, saldatori, conduttori di caldaie a vapore e corsi per disoccupati (muratori, elettricisti, meccanici). Nel 1954 la scuola poteva contare su 190 iscritti provenienti da 17 località limitrofe: 106 allievi frequentavano il corso per meccanici, 6 il corso falegnami, 26 il corso caldaie, 22 il corso per motoaratura e infine 30 allievi erano iscritti al corso per muratori; tra lezioni teoriche e di laboratorio, il monte ore raggiungeva le 5000 (2.250 teoriche, 2.750 laboratorio).
Il successo della scuola, che nel 1955 – anno di visita del Ministro del Lavoro e della Previdenza sociale Ezio Vigorelli – era divenuta Scuola d’Arte e Mestieri ed agricola di Ostiglia, dimostrò quanto fosse sentita nel territorio ostigliese la necessità di forme di istruzione professionale, interesse dimostrato anche dal numero cospicuo di istituzioni che ne finanziarono il funzionamento: oltre al ruolo fondamentale dell’Umanitaria, vi fu l’impegno di istituzioni pubbliche (Comune, Provincia, Prefettura, ecc.) e private, insieme alla lungimiranza e alla determinazione di uomini impegnati in un progresso socio-economico del loro territorio, prospettando un lavoro sempre più rigorosamente qualificato. Come scrisse Riccardo Bauer, Presidente dell’Umanitaria, in occasione del decennale della Scuola, “loro seppero inquadrare il problema in termini concreti, aderenti alle condizioni democratiche ed economiche locali; loro seppero prepararne e graduarne le soluzioni; loro seppero muovere forze e consensi avviando una iniziativa vitale nella rinascita della loro piccola patria”.
Stante i documenti d’archivio, i rapporti con la Scuola proseguirono fino alla metà degli anni ’70.