A cura di Debora Migliucci

Camera del Lavoro e Società Umanitaria vedono la luce in un biennio – 1891-1893 – fondamentale per le sorti della condizione operaia, lo stesso in cui si costituisce il Partito socialista. Intrecciate in un rapporto costante e complementare, originano dal medesimo contesto culturale e politico: il socialismo riformista milanese, laico massone e progressista, aperto anche a elementi di diversa provenienza, radicali, repubblicani e democratici, uniti dal comune l’obbiettivo dell’emancipazione operaia.
Osvaldo Gnocchi Viani, al tempo stesso fondatore delle Camere del Lavoro e poi segretario dell’Umanitaria (1897), è il simbolo e il perno di questo connubio. Gioca poi un ruolo fondamentale la condizione territoriale, la Milano moderna e solidale dell’epoca. In entrambi i casi risulta decisivo l’apporto dell’amministrazione comunale nel concedere la sede e un sussidio alla Camera del Lavoro e nell’accettare l’eredità di Prospero Moisè Loria da destinarsi alla costituenda Società Umanitaria.
La collaborazione tra le due istituzioni (nei rapporti con Rinaldo Rigola e Giovan Battista Alessi prima, e con Lodovico D’Aragona e Luigi Della Torre dopo) si misura nel raggiungimento dell’elevazione economica, morale e culturale dei “diseredati”.
La Camera del Lavoro, nata con funzioni di collocamento della manodopera per mettere al riparo i lavoratori dallo sfruttamento e dal taglieggiamento dei mediatori, negli anni diventa un punto di riferimento per l’intera vita operaia. Non ci si rivolge solo per questioni legate alla ricerca del lavoro, alle vertenze o agli scioperi ma diviene luogo di ritrovo e di svago, di formazione politica e culturale, si frequentano la biblioteca e le scuole serali.
L’ambito culturale e formativo è uno dei primi punti di collaborazione tra i due enti: la Società Umanitaria persegue con un’azione sistematica, permanente e spesso in collaborazione con la Camera del Lavoro l’innalzamento culturale dei lavoratori e assolve alla loro formazione professionale.
Altri fondamentali ambiti di collaborazione furono il collocamento e sostegno ai disoccupati, la costruzione di case operaie, la fondazione del Consorzio milanese per le Biblioteche popolari (presieduto da Filippo Turati), la creazione del Teatro del Popolo di via Manfredo Fanti.
Anche nel 1906 in occasione dell’Esposizione internazionale Umanitaria e Camera del Lavoro collaborano per accogliere i numerosi visitatori operai e per “rendere utile la visita alla grande Milano ed a rinsaldare più quei vincoli di fraterna solidarietà che devono unire tutti i lavoratori”.
I rapporti tra le due realtà conoscono anche dei momenti critici, ma più spesso il sodalizio si rivelò stretto e proficuo, tanto che per quindici anni, dal 1910 al 1925 con lo scioglimento decretato dal regime fascista, la Camera del Lavoro trova sede proprio in via Manfredo Fanti, nei locali messi a disposizione dalla Società Umanitaria nella Casa del Popolo.

