Vivre la vie

Per celebrare la Giornata Internazionale della Donna, la Società Umanitaria di Alghero propone Vivre la vie, un nuovo ciclo di proiezioni dedicato alla prostituzione femminile. Una sorta di maratona, ospitata dalla Mediateca di via Marconi, che in soli 4 giorni e 11 film tenta di dar conto, di quanto e come il cinema, sia stato da sempre attratto e affascinato dal “mestiere più antico del mondo”. Forse perché, come sosteneva qualcuno, “Il corpo dell’attore e dell’attrice, al di là dell’immediata considerazione legata al vendere la sua professione, si trova in una posizione riflessa quando incarna uomini e donne che si offrono per denaro”. Con lo sguardo laico e libero da pregiudizi, abbiamo ordinato la selezione dei film secondo un principio storico-cronologico che, senza rinunciare alla qualità estetica e autoriale, fosse in grado di restituire la complessità e l’evoluzione di questo fenomeno sociale.

SABATO 9 MARZO
Ore 16.30  Nanà di Jean Renoir (Francia 1926, 75’)
Ore 18.30 Casco d’oro di Jacques Becker (Francia 1952, 96′)
Ore 20.30 Vivre sa vie di Jean-Luc Godard (Francia 1962, 85’)

DOMENICA 10 MARZO
Ore 16.00 Bella di giorno di Luis Buñuel (Francia 1967, 100’)
Ore 18.00 Inaugurazione della mostra di pittura Rinascita del corpo di Emanuele Fenu.
Ore 20.00 Film d’amore e d’anarchia, ovvero stamattina alle 10 in Via dei Fiori nella nota casa di tolleranza di Lina Wertmüller (Italia 1973, 109’)

LUNEDÌ 11 MARZO
Ore 16.00 Pretty Baby di Louis Malle (USA 1978, 109’) VM 18
Ore 18.30 Femme publique di Andrzej Zulawski (Francia 1984, 113’) VM 18
Ore 20.30 Whore di Ken Russell (USA 1991, 85’)

MARTEDÌ 12 MARZO
Ore 16.00 Niente baci sulla bocca di Andrè Techinè (Francia/Italia 1992, 115’)
Ore 18.30 La sconosciuta  di Giuseppe Tornatore (Italia 2006, 118’)
Ore 20.30 Irina Palm – Il talento di una donna inglese di Sam Garbarski (Belgio, Lussemburgo, Gran Bretagna, Germania, Francia 2007, 103’)

A chiudere la rassegna, mercoledì 13 marzo alle 18.00 al Cinema Miramare il film Elles, secondo lungometraggio della regista polacca Malgoska Szumowska. Un film tutto al femminile, discusso e controverso, che provoca lo spettatore obbligandolo a fare i conti con le regole sociali e i propri pregiudizi. «Non c’è messaggio nel mio film – ha dichiarato Malgoska Szumowska – voglio piuttosto porre domande scomode, al pubblico e a me stessa, sulla società, sulla solitudine e sulla sessualità».

Visto il tema trattato e la tipologia dei titoli proposti, a prescindere dai divieti, consigliamo la visione ad un pubblico adulto.