A cura di Giuliana Nuvoli e Claudio A. Colombo
RaccoltoEditore/Umanitaria, Milano 2015,
pag. 320, euro 15,00
Pubblicazione in occasione del centenario della scomparsa di Alessandrina Ravizza
Dopo il suo passaggio, dopo le sue lotte, Milano non fu più la stessa. Si chiamava Alessandrina Massini, passata alla storia col cognome del marito, Ravizza, e fu un esempio di azione rapida e concreta, che non si lasciò ingabbiare da leggi miopi e dalla burocrazia, per il bene di diseredati, reiette e ladruncoli, quel “quarto stato”, i miserabili, raggiunti, sino a quel momento, solo da una tradizionale beneficenza elemosiniera.
Lei era diversa. Con quegli occhi penetranti che incutevano rispetto, non aveva paura di nulla, nemmeno di scontrarsi con la disperazione più nera, di accovacciarsi tra prostitute e ammalate di sifilide e di prendere sotto la sua protezione i piccoli manigoldi che preferivano il coltello al gioco della palla. Bastava poco. Uno sguardo, un sorriso luminoso e una stretta di mano, “ch’era di pietà, fiducia e promessa insieme”. Perché le promesse, Lei, le manteneva, a costo di mettere in gioco la propria salute, in nome dei diritti naturali universali, propri di ogni essere umano.
A cento anni dalla scomparsa riscopriamo Alessandrina Ravizza attraverso un percorso fatto di testimonianze, aneddoti, lettere e scritti di una donna che “sapeva avvincere le anime”, e costruire dal nulla istituti ed organismi di cura, di assistenza e di (ri)educazione: dalla Cucina per malati poveri alla Scuola-Laboratorio dell’Ospedale sifiliatrico, dall’Università Popolare alla Casa di lavoro per disoccupati.
Insomma, una figura antesignana della moderna concezione della politica sociale.
Saggi di:
Paola Signorino, tutor di Storia delle politiche culturali – Università Bicocca (Milano)
Giuliana Nuvoli, docente di Letteratura italiana – Università degli Studi (Milano)
Francesco Oppi, presidente Cooperativa Raccolto
Claudio A. Colombo, responsabile Archivio Storico Umanitaria