Ha dedicato gran parte della sua vita alla Società Umanitaria, animato da un profondo senso civico e da una discrezione che ne hanno contraddistinto l’operato. Lontano da ogni forma di protagonismo, Nicola Cordaro ha rappresentato per l’Ente una presenza costante, discreta, ma solida e affidabile: una figura che ha contribuito in modo determinante alla sua crescita e al suo rinnovamento, sempre con misura, rigore e dedizione.
Dopo una lunga carriera da dirigente, fu eletto nel Consiglio Direttivo della Società Umanitaria nel giugno 1986, nella stessa seduta in cui fu nominato Presidente Massimo della Campa.
La carica di Direttore Generale gli era stata affidata trent’anni fa, il 1° febbraio 1995, ma aveva passato il testimone quattro anni dopo, quando era stato scelto dal Consiglio come Vice Presidente, incarico che mantenne fino all’estate del 2017, quando fu nominato Vice Presidente emerito. In questa veste si è dedicato in particolar modo al coordinamento tra la sede milanese e le attività dell’Ente in Sardegna, garantendo continuità di indirizzo, coerenza nelle scelte e unità d’intenti nell’azione.
Tifoso accanito (maglia nerazzurra), poche volte gli abbiamo visto sfogliare la Gazzetta dello Sport; al contrario, era un lettore onnivoro e scrupoloso della Gazzetta Ufficiale, di cui non perdeva un numero, sempre desideroso di restare aggiornato sulle normative e sui provvedimenti che potessero avere riflessi sull’attività dell’Umanitaria.
Socievole ma mai invadente, possedeva una naturale eleganza nei modi e nella parola, e quella calma capacità di osservazione che gli consentiva di intervenire solo quando davvero necessario, con senso pratico e lungimiranza.
Con la sua scomparsa, la Società Umanitaria perde non solo un Vice Presidente emerito e un consigliere di lunga data, ma soprattutto un testimone autentico dei valori che da sempre ispirano l’Ente: la dedizione al bene comune e il servizio verso la comunità.