Quel corso per orafi greci (1961)
Orciano di Pesaro (PU), 17/11/1930 – Milano, 21/12/2002
A cura di Claudio A. Colombo
“Ecco il programma riassuntivo da svolgersi durante le ore di laboratorio: esercitazioni di tiratura a martelli, esecuzioni di lavori in metallo sbalzato e cesellato; esecuzione di piccoli oggetti di oreficeria; esercitazioni di sbalzo su oggetti veri, ideati dall’allievo; esecuzione di pannelli decorativi in uno o più metalli in alto e basso rilievo; esecuzione di gioielli in argento e oro (anelli, spine, bracciali, orecchini). Sarà comunque mia cura formare più dettagliatamente, d’accordo con il professore d’estetica e i due di disegno, le varie parti del programma, giacché sarà nostra cura il prendere prima coscienza delle reali possibilità degli alunni, perché sarà nostra cura soprattutto educare il gusto molto liberamente”.

Giò Pomodoro
Fotografato da Paolo Monti
L’autore di queste linee-guida è uno dei più importanti scultori astratti del panorama internazionale del XX secolo, Giorgio Pomodoro, in arte Giò Pomodoro, che nel 1961 venne chiamato a partecipare al primo corso di aggiornamento e perfezionamento che l’Ente Ellenico dell’Artigianato aveva chiesto espressamente alla Società Umanitaria di organizzare per un gruppo di circa trenta orafi greci.
Tale corso si inseriva nel solco della lunga tradizione di formazione professionale dell’Umanitaria, che nel 1902, all’interno delle Scuole-Laboratorio d’Arti Applicate all’Industria, aveva creato una sezione per orafi, che comprendeva argentieri, incisori, cesellatori e orefici (tra i docenti Edoardo Saronni); analoga sezione era stata realizzata anche all’interno dell’Università di Arti Decorative di Monza (docente Alfredo Ravasco), dove si raggiunse una vera supremazia estetica, testimoniata nei cataloghi di tutte le prime Triennali.
La partecipazione di Giò Pomodoro (che in quegli anni aveva già perfezionato la sua ricerca scultorea, esponendo in Francia, Germania e alla Galleria Blu di Milano) fu determinante per il successo del Corso; come emerge dalle linee-guida, la sua duttilità creativa si modulò incastrandosi con le esigenze didattiche degli altri insegnanti, altrettanto pieni di passione e di grande abilità: Sergio Coradeschi (storia dell’oreficeria e disegno libero), Carlo Ramous (estetica), Renato Scandola (disegno geometrico).
Alla fine del corso, il Presidente dell’Ente Ellenico dell’Artigianato esprimeva piena soddisfazione perché il corso aveva permesso “di immettere nei laboratori greci una cospicua messe di nuove idee e energie, che saranno determinanti per lo sviluppo dell’artigianato”.
Da segnalare che nel 1962, in collaborazione con l’Associazione orafa lombarda, l’Umanitaria decise di istituire una apposita Scuola serale per orafi, gioiellieri e argentieri, che durò fino alla fine degli anni ’70.