Riccardo Bauer

Riccardo Bauer

Il coraggio di cambiare

Milano, 06/01/1896 – Milano, 15/10/1982

A cura di Alberto Martinelli

La vita di Riccardo Bauer è una vita esemplare, di risoluto difensore della libertà e della democrazia, paladino della giustizia sociale, grande educatore civile, appassionato costruttore di pace.
Coraggio civile, intelligenza critica, coerenza tra pensiero e azione, pudore, disinteresse, sono i tratti fondamentali della sua personalità.

La sua vita è divisa in due dallo spartiacque della Seconda guerra mondiale. I primi cinquant’anni, dalla partecipazione come volontario nella Grande guerra al ruolo di primo piano svolto nella Resistenza Antifascista, sono illuminati dalla coraggiosa e intransigente opposizione alla dittatura. Collabora con Rivoluzione liberale di Piero Gobetti, è cofondatore di Il caffè, contribuisce a organizzare la fuga di Filippo Turati in Francia, fonda con Carlo Rosselli il movimento di Giustizia e Libertà, e paga la sua intransigente opposizione al regime fascista con lunghi anni di carcere e di confino.
Liberato nel 1943, Bauer diviene uno dei principali esponenti del partito d’Azione e dirige la giunta militare del CLN.

Riccardo Bauer
Storico, giornalista, politico e antifascista italiano

La seconda parte della vita di Bauer è dedicata alla Società Umanitaria e alla Lega internazionale dei diritti dell’Uomo, oltre che a una costante, rigorosa analisi critica della politica e della società dell’Italia repubblicana.

Dopo la conclusione vittoriosa della Resistenza, le sue non comuni doti di intelligenza, cultura politica, talento organizzativo, avrebbero potuto aprirgli la strada all’attività parlamentare, come uno dei leader più prestigiosi dell’Italia repubblicana.

Sceglie invece per spirito di indipendenza, e per la sua concezione etica della politica che attribuisce una funzione fondamentale alla educazione del cittadino a difesa della democrazia, di dedicare tutte le sue energie alla rinascita della Società Umanitaria, dove aveva già lavorato e dove ritorna per realizzare un grande progetto educativo, in base al quale ai giovani meno abbienti viene garantita non solo una formazione professionale, ma anche una educazione al vivere democratico, alla cittadinanza.

Bauer era acutamente consapevole che non bastava sostituire gli organi dell’autoritarismo fascista con le istituzioni della democrazia parlamentare, bisognava anche sostituire all’ignoranza, alla indifferenza, all’opportunismo conformista che non era scomparso con la caduta del regime, lo spirito critico, il libero confronto delle idee, la partecipazione, la persuasione razionale nella democrazia deliberativa. Ma tutto ciò richiedeva (e richiede) un profondo e costante lavoro di educazione e di autoeducazione.

Accanto alla educazione alla democrazia l’altra fondamentale area di impegno civile di Bauer è stata l’educazione alla pace con la Lega internazionale dei diritti dell’Uomo.

Come ha rilevato Norberto Bobbio, Riccardo Bauer è uno dei grandi rappresentanti di quell’Italia civile che ha saputo opporsi all’altra Italia, quella dell’arroganza, dell’illegalità e della corruzione dei potenti, cui corrispondono il servilismo, la viltà e l’infingardaggine degli umili.
Il suo esempio, vivo e vitale, ci incoraggia, nonostante tutto, a sperare e operare per un paese migliore, di autentiche virtù repubblicane, di cittadini liberi e consapevoli dei loro diritti e doveri.