Riccardo Bauer, il coraggio di cambiare Alberto Martinelli |
La vita di Riccardo Bauer (1896-1982) è una vita esemplare, di risoluto difensore della libertà e della democrazia, paladino della giustizia sociale, grande educatore civile, appassionato costruttore di pace. Coraggio civile, intelligenza critica, coerenza tra pensiero e azione, pudore, disinteresse, sono i tratti fondamentali della sua personalità. La sua vita è divisa in due dallo spartiacque della Seconda guerra mondiale. I primi cinquant’anni, dalla partecipazione come volontario nella Grande guerra al ruolo di primo piano svolto nella Resistenza antifascista, sono illuminati dalla coraggiosa e intransigente opposizione alla dittatura. Collabora con Rivoluzione liberale di Piero Gobetti, è cofondatore di Il caffè, contribuisce a organizzare la fuga di Filippo Turati in Francia, fonda con Carlo Rosselli il movimento di Giustizia e Libertà, e paga la sua intransigente opposizione al regime fascista con lunghi anni di carcere e di confino. Liberato nel 1943, Bauer diviene uno dei principali esponenti del partito d’Azione e dirige la giunta militare del CLN.
La seconda parte della vita di Bauer è dedicata alla Società Umanitaria e alla Lega internazionale dei diritti dell’Uomo, oltre che a una costante, rigorosa analisi critica della politica e della società dell’Italia repubblicana. Dopo la conclusione vittoriosa della Resistenza, le sue non comuni doti di intelligenza, cultura politica, talento organizzativo, avrebbero potuto aprirgli la strada all’attività parlamentare, come uno dei leader più prestigiosi dell’Italia repubblicana. Sceglie invece per spirito di indipendenza, e per la sua concezione etica della politica che attribuisce una funzione fondamentale alla educazione del cittadino a difesa della democrazia, di dedicare tutte le sue energie alla rinascita della Società Umanitaria, dove aveva già lavorato e dove ritorna per realizzare un grande progetto educativo, in base al quale ai giovani meno abbienti viene garantita non solo una formazione professionale, ma anche una educazione al vivere democratico, alla cittadinanza.
Bauer era acutamente consapevole che non bastava sostituire gli organi dell’autoritarismo fascista con le istituzioni della democrazia parlamentare, bisognava anche sostituire all’ignoranza, alla indifferenza, all’opportunismo conformista che non era scomparso con la caduta del regime, lo spirito critico, il libero confronto delle idee, la partecipazione, la persuasione razionale nella democrazia deliberativa. Ma tutto ciò richiedeva (e richiede) un profondo e costante lavoro di educazione e di autoeducazione. Accanto alla educazione alla democrazia l’altra fondamentale area di impegno civile di Bauer è stata l’educazione alla pace con la Lega internazionale dei diritti dell’Uomo.
Come ha rilevato Norberto Bobbio, Riccardo Bauer è uno dei grandi rappresentanti di quell’Italia civile che ha saputo opporsi all’altra Italia, quella dell’arroganza, dell’illegalità e della corruzione dei potenti, cui corrispondono il servilismo, la viltà e l’infingardaggine degli umili. Il suo esempio, vivo e vitale, ci incoraggia, nonostante tutto, a sperare e operare per un paese migliore, di autentiche virtù repubblicane, di cittadini liberi e consapevoli dei loro diritti e doveri.
Riccardo Bauer, the Courage to Change Alberto Martinelli |
The life of Riccardo Bauer (1896-1982) is an exemplary life, the life of a resolute defender of liberty and democracy, a courageous leader in the struggle against fascism, a champion of social justice, a civic educator, a peace builder. Critical mind, honesty, moral courage, coherence between thought and action, modesty, unselfishness were the fundamental traits of his personality. His life is divided in two periods by the great divide of the second world war: his first fifty years are the period of an uncompromising struggle against fascism. He was a founder of the anti-authoritarian review Il Caffè and of the liberal-socialist movement “Giustizia e Libertà”; together with Carlo Rosselli helped the socialist leader Turati to escape fascist repression, and spent long years in prison and in internement. Set free in 1943, at the fall of Mussolini, he became one of the leaders of Partito d’Azione and the military commander of CLN, Italy’s National Liberation Committee.
The second part of his life is dedicated to the Società Umanitaria of Milan. At the end of the war, he decided to dedicate all his energies to the rebirth of the Società Umanitaria, the prestigious institution that aims at the emancipation and social inclusion of the poor. He made this choice out of his strong feeling of personal freedom, hostile to any kind of compromise and of his moral conception of politics, which sees the education of the citizen as a bullwark of democracy.
As president of Umanitaria Bauer developes his educational project aiming at providing the socially deprived youngsters not only with professional skills, but also with a democratic culture. I am proud of having cooperated with Bauer’s Umanitaria in my university years in the adult education project. Bauer is well aware that the defeat of Fascism does not imply the complete dismissal of the attitudes of ignorance, indifference and opportunist conformity and he is therefore committed to foster the critical mind, the free confrontation of ideas and democratic participation through a continuous and thorough educational work. In the last years of his life Bauer’s civic engagement focused on the education to peace, through his action in LIDU, the International League for Human Rights.
As Bobbio remarkes, Bauer is one of the great representatives of that Italia civile, which was capable to oppose the other Italy of violent arrogance, disregard of the law and corruption of the powerful, and cowardice, and slackery of the powerless. He inspired the resistence to Fascism and is still a major source of hope for those who commit themselves to a better society, made of free citizens conscious of their democratic rights and duties.