Giovanni Broglio

Giovanni Broglio, un architetto per la “casa del povero”
Ornella Selvafolta
 Italiano

Forse nessun altro architetto come Giovanni Broglio ha legato il suo nome, la sua esperienza e la sua riflessione al tema dell’abitazione per le classi meno abbienti. Al suo attivo stanno migliaia di locali di abitazione e più di 40 quartieri che hanno scritto la storia dell’edilizia popolare, segnando il volto di intere parti di Milano e determinando i modi di vivere di molte generazioni di cittadini. Nato nel 1874, a soli quindici anni Broglio si trasferisce in città da Trarego (Verbania) luogo originario della famiglia, per lavorare come manovale e frequentare contemporaneamente una scuola edile. A questo periodo della giovinezza, passato in notevoli ristrettezze economiche, egli fa risalire il senso più profondo del suo interesse per il tema dell’alloggio popolare.
Attraverso il lavoro, lo studio e il sacrificio, egli riesce quindi a migliorare se stesso e a superare la miseria, seguendo un “percorso in ascesa”, scandito da una serie di tappe formative che passano dai corsi serali di “Disegno elementare” dell’Accademia di Belle Arti di Brera alla “Scuola dei capomastri costruttori edili” dell’Istituto Carlo Cattaneo, dalla “Scuola elementare e superiore di Architettura” (sempre a Brera), al conseguimento, nel 1900, del diploma di “Professore di disegno architettonico”. Divenuto vice-direttore della Cooperativa Lavoranti Muratori di Milano, Broglio acquista dimestichezza sia con le varie pratiche di cantiere e i diversi procedimenti costruttivi, costruendosi una solida base di esperienza e di concretezza professionale che sarà successivamente messa a frutto.
Nei primi anni del Novecento entra in contatto con la Società Umanitaria, che sta prospettando un intervento nel campo dell’edilizia per abitazioni operaie. Nel 1904 il Consiglio Direttivo dell’ente decide di affidargli il progetto del primo quartiere operaio in zona Macello, fuori di Porta Genova. La scelta è motivata non solo dalla sua professionalità, ma anche da una storia personale che incarna gli ideali stessi dell’Umanitaria e la sua fiducia in chi sa “rilevarsi da sé medesimo”.
Nei programmi dell’Umanitaria la cultura dell’abitare non deve esaurirsi nell’orizzonte privato, ma deve avvalorarsi nell’orizzonte collettivo della convivenza sociale e deve favorire esperienze qualificate di vita e lavoro: un principio che trova in Broglio un convinto aderente e un giusto interprete. La sua visione è infatti altrettanto lungimirante, tanto da contribuire attraverso le sue realizzazioni a rendere i due quartieri dell’Umanitaria (Solaro e Rottole) un modello apprezzato in ambito internazionale, per ampiezza di vedute, attualità di concezione e generosità di attrezzature.
Dopo una vita costantemente dedicata alla casa (dal 1913 al 1934 sarà a capo dell’ufficio tecnico dell’Istituto Autonomo per le Case Popolari di Milano), Giovanni Broglio muore nel 1956 a Milano, e nello stesso anno la città di Milano gli conferisce la “Medaglia d’oro del Comune”.


Giovanni Broglio, an Architect for Housing of the Poor
Ornella Selvafolta
english

Perhaps no architect more than Giovanni Broglio has linked his name, his experience and his thinking to the concept of housing for the underprivileged classes. To his credit are thousands of homes and more than 40 neighbourhoods that have written the history of social housing, leaving their mark on entire areas of Milan.
Broglio was born in 1874; at the age of fifteen he moved from Trarego (Verbania) to the city to work as a manual labourer and at the same time to attend a school for builders. It was during this period of his youth, a time of serious economic hardship (“I took lodgings in a boarding house which accommodated ten people in two rooms”, he wrote), that he developed a deep interest in the question of social housing or, more precisely “housing for the poor”, where the most common problems – overcrowding, promiscuity, drabness, dirt – not only led to physical but also serious social discomfort.
Through work, study and sacrifice he succeeded in raising his position and overcoming poverty, following an “upward path”, marked by a series of formative stages that went from evening courses at the Brera Academy to the school for master builders at the Istituto Carlo Cattaneo, eventually obtaining the diploma of “Teacher of architectural design” in 1900. In the early 1900s he came into contact with the Società Umanitaria, which was developing a building project for workers’ homes. In 1904 the Società Umanitaria’s Board decided to engage Broglio for the project of the first working class neighbourhood in the slaughterhouse area near Porta Genova. The choice was motivated not only by his professional credentialsbut also by his personal story, which embodied the same ideals as those of the Società Umanitaria and his confidence in people who can “raise their status”. Broglio’s vision was innovative and through his projects the districts developed by the Società Umanitaria became a model, internationally recognised for breadth of vision, modernity and wealth of facilities.
Having devoted his life to the question of housing (from 1913 to 1934 he was head of the technical office for social housing in Milan) Giovanni Broglio died in Milan in 1956. In the same year he was awarded the gold medal of the City of Milan.