Albe Steiner alla guida della Scuola del Libro (1955-1974) Mara Campana |
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La Scuola del Libro è stata un organismo complesso e articolato volto alla qualificazione professionale; fin dagli esordi, nel 1904, ha introdotto un percorso formativo unico nel suo genere grazie alla capacità di raccogliere esperienze didattiche e stimoli culturali tra i più avanzati in Europa, grazie all’apertura alla contemporaneità e al continuo adeguamento delle metodologie educative. Con la ripresa delle attività nel secondo dopoguerra, per comprendere che cosa sia stata e cosa abbia rappresentato per l'Italia questa istituzione “di assoluto valore”, se non addirittura “il meglio che si potesse offrire in Europa”, bisogna conoscere il ruolo svolto da Albe Steiner, protagonista della grafica del ‘900 e impegnato nella formazione, primo in Italia ad essere consapevole che quello del Grafico potesse essere un Mestiere.
Albe Steiner arriva alla Scuola del Libro negli anni cinquanta e ne sarà Direttore fino al ’74, anno della morte. L’impegno politico si concretizza in impegno culturale e sociale. Aperto il primo studio nel ’39 con la moglie Lica, contemporaneamente si avvicina al PCI; attivo con Vittorini nella stampa clandestina, nel ’45 realizzano, assieme, Il Politecnico; è a fianco del PCI in ogni tipo di propaganda e, nell’Italia della ricostruzione, riprende l’attività di progettista collaborando sia con aziende (Bemberg, Pirelli, Olivetti, Rai, ecc.), che con case editrici (Einaudi, Feltrinelli e altre).
Dopo significative esperienze in Messico tra il ’46 e il ’48, dove lavora al Taller de grafica popular, e l’insegnamento alla Scuola Convitto ‘Rinascita’, creata per l’assistenza postbellica e il reinserimento dei partigiani e dei reduci, Steiner attiva alla Scuola del Libro i primi veri e propri corsi di Grafica, a completamento del percorso formativo iniziato con la Tipografia nel 1904 e integrato nel ’54 con i primi corsi di Fotografia in Italia, grazie all’impegno di Michele Provinciali.
In questi anni la Scuola del Libro è un vero e proprio luogo di sperimentazione e a fissarne gli orientamenti didattici è Steiner, consapevole che sia possibile trasmettere saperi e metodologia tali da consentire a grafici, fotografi e tipografi di dialogare alla costruzione di obiettivi comuni; con lui un corpo docente senza precedenti, impegnato in una esperienza interdisciplinare del tutto nuova in Italia. I migliori professionisti e teorici – giovani e meno giovani - vengono chiamati a condurre un progetto didattico condiviso. I corsi si rivolgono a ragazzi di tutte le età: nei corsi tecnico-artistici diurni si avvicendano all’insegnamento Renato Barboro, Bob Noorda, Max Huber, Massimo Vignelli, Giovanni Peviani, Pino Tovaglia, Ilio Negri, Giancarlo Iliprandi, Michele Provinciali, Enzo Mari, Paolo Monti, Antonio Arcari, a cui vanno aggiunti i corsi serali di addestramento e i corsi festivi integrativi di qualificazione, con gli stessi docenti insieme ad altri, tra cui Bruno Munari, Erberto Carboni, Luigi Veronesi, Alberto Matarelli, Carlo Dradi, Piero Trevisani.
Enzo Mari, ricordando quell’esperienza dirà: “in quel momento arte, cultura, impegno civile pervadevano Milano e la Scuola del Libro dominava il cambiamento", e così Bob Noorda: "Steiner più di tutti noi aveva ben chiaro in mente il programma attuativo di che cosa dovesse essere la scuola: una nostra simbolica Bauhaus, con Steiner che rappresentava il nostro Gropius".
Albe Steiner, director of the Book School (1955-1974) Mara Campana |
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The Book School was a complex and articulated institution for professional training. The training program it introduced since its creation in 1904 (LINK testo 1) was one of a kind and resulted from an ability to gather educational experiences and cultural inspiration from the best examples across Europe, and to constantly improve its educational methods.
In order to understand the relevance of this “exceptionally valuable” institution for Italy when life returned to normal after World War II, one must consider the role played by Albe Steiner, a major figure in twentieth century graphic design. Steiner entered the Book School during the Fifties and would act as its director until 1974, the year of his death.
He translated his political passion into cultural and social commitment. After spending some time in Mexico (1946-1948), working with Elio Vittorini for Il Politecnico magazine and teaching at the Scuola Convitto Rinascita, Steiner finally began his work at the Book School by organizing the first Graphic Design courses within an educational program that already offered the first photography classes in Italy taught by Michele Provinciali (1954).
During this time, the Book School became an actual experimentation hub. Its educational goals, as defined by Steiner, pursued the transmission of knowledge and skills to graphic designers, photographers and typesetters so that they would be able to cooperate and achieve common goals. Steiner could count on a uniquely qualified faculty that shared his plan to create an original cross-disciplinary experience for Italy. The best professionals and experts, young and old – from Bruno Munari to Erberto Carboni, from Bob Noorda to Max Huber, from Pino Tovaglia to Paolo Monti, from Antonio Arcari to Giancarlo Iliprandi – were invited to contribute to a shared educational project. Enzo Mari said about that experience: “Back then, Milan was imbued with art, culture, and civic commitment and the Book School rode that wave of change".