A cura di Giovanni Romano

I lavori di ricostruzione
Dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale
“Fra le ricostruzioni del nostro dopoguerra, quella della Società Umanitaria – ridotta ad un mucchio di macerie – ha un suo particolare interesse che vale la pena di sottolineare. Essa ha visto rinascere un’istituzione sociale fra le più tipiche e progressive, cui è legata la storia stessa del movimento moderno in Italia; la faticata vicenda è un esempio del travaglio con cui la ricostruzione è avvenuta nel nostro paese, con scarsi mezzi e molta tenacia, contro una burocrazia troppo spesso rallentatrice e incomprensiva. Da parte mia è stata una singolare esperienza l’essermi trovato responsabile di un’opera, di cui il contenuto sociale mi appariva ogni giorno più preminente rispetto al suo aspetto formale.
L’Umanitaria tracciò un programma e verso la fine del 1946 bandì un concorso. Ad esso partecipai con un progetto ed una relazione in cui esponevo un punto di vista che andavo meditando da tempo, non solo per la ricostruzione dei fabbricati, ma anche per il riordinamento delle sue scuole, che io vedevo come un organismo moderno per la preparazione professionale dei giovani e specie dell’artigianato, un centro che assommasse l’esperienza dell’Umanitaria all’eredità dell’Istituto Superiore della Villa Reale di Monza, arricchita dalle più recenti esperienze europee.
Il progetto di ricostruzione, che doveva adeguarsi ai finanziamenti dello Stato, era costretto a seguirne le vicende. Partito con 1085 milioni disponibili si era contratto a 900 a 700, 500, sopprimendo interi fabbricati, modificandone altri, riducendoli, impoverendo la qualità dei finimenti. Di conseguenza i fabbricati delle Scuole (113.000 metri cubi) sono così articolati:
- A — Fabbricato Aule: comprende le aule degli insegnamenti culturali, scientifici, tecnologici e per il disegno;
- B — Fabbricato Laboratori Leggeri;
- C — Fabbricato Laboratori Pesanti;
- D — Scuola del Libro e laboratori grafici;
- E — Direzione delle scuole. Nel cantinato dei laboratori leggeri è il refettorio, capace di distribuire fino a 2.400 refezioni rapide in tre turni. Il complesso delle scuole sarà così completato;
- F — Convitto, con cento camere a due letti;
- G — Complesso storico monumentale che accoglie gli uffici amministrativi dell’Umanitaria, la biblioteca, le scuole a carattere sociale, il centro di cultura operaia.
Da qui è nata, attraverso altre elaborazioni, altri progetti, altri decreti, l’Umanitaria che si sta ultimando. Sono occorsi a tutt’oggi una decina di Decreti Ministeriali e altrettanti voti del Consiglio Superiore dei LL.PP. stabiliti in virtù di quattro successive leggi speciali per la ricostruzione: altrettante volte il progetto è stato rifatto e rielaborato in tutto o in parte.
Da parte mia, preso dentro queste vicende, mi è parso che il problema formale dell’architettura venisse a perdere ogni preminenza e venisse largamente riassorbito in quel maggiore interesse per il contenuto dell’opera, ciò che è stato il risultato ultimo di questa singolare esperienza”.
(Giovanni Romano – Estratto dal n. 214 di Casabella del febbraio-marzo 1957)

Riccardo Bauer con l’Architetto Giovanni Romano
1947





