
Il Programma Mentore, attivo dal 1998, è un progetto di aiuto sociale rivolto a studenti e studentesse delle scuole primarie e secondarie di primo grado, pensato per contrastare in via preventiva l’abbandono scolastico.
Il Programma nasce dall’applicazione di un modello elaborato da un gruppo di psicologi americani, conosciuto nei paesi di lingua anglosassone come Mentoring, che in ambito psicopedagogico si fonda su una relazione personale e duratura tra un bambino, bambina o un adolescente in difficoltà (Telemaco) e un adulto volontario (Mentore).
Nel 2024, in Italia la percentuale di giovani (18-24 anni) che hanno abbandonato gli studi è stata del 9,8%.
Questo fenomeno trova origini lontane, nel primo giorno della scuola primaria: i bambini e le bambine sono obbligati a un rapido e inatteso cambiamento del modo di vivere e, una volta entrati a scuola, si trovano in un mondo sconosciuto in cui persone estranee dettano regole su quello che devono fare e quello che non possono fare.
La maggior parte di essi si abitua in poche settimane al cambiamento, ma una parte non si libera più dalla paura di quel primo giorno e per loro la scuola si tramuta in una minaccia.
Messi di fronte agli obblighi dello studio, gli studenti e le studentesse non sanno valutare le loro vere capacità e non si ritengono all’altezza del compito, perciò provano un forte senso di disagio e la loro autostima diminuisce.
Se non si interviene subito, molti giovani saranno sempre più esposti al rischio di abbandonare gli studi nel primo biennio delle scuole superiori, vale a dire tra i 15 e i 16 anni. Questo problema sociale è gravissimo.
Le conseguenze dell’abbandono scolastico si trascinano per tutta la vita di una persona e riducono le sue possibilità di un’attiva partecipazione alla vita sociale, culturale ed economica del Paese.
L’abbandono degli studi crea un forte svantaggio personale che è destinato ad acuirsi nel corso della vita, perché senza un valido titolo di studio si rimarrà sempre esposti al rischio di disoccupazione. Anche chi troverà lavoro avrà spesso retribuzioni inferiori e impieghi precari. Ciò limiterà il reddito, il benessere e la salute, sua e della sua famiglia.
Con il Programma Mentore si può intervenire in modo preventivo e aiutare, durante il percorso scolastico, bambini, bambine e adolescenti ad acquisire maggiore fiducia in sé e a sviluppare le proprie capacità.
Il Programma
Telemaco incontra il suo Mentore all’interno della scuola, una volta alla settimana per un’ora, in uno spazio a loro dedicato. Gli incontri non hanno una specifica finalità terapeutica o educativa, piuttosto mirano a creare uno spazio protetto in cui Telemaco può esprimersi liberamente, condividere le proprie emozioni, sviluppare competenze trasversali e imparare a superare le sue difficoltà.
Mentore e Telemaco non sanno nulla l’uno dell’altro prima di incontrarsi e vengono “abbinati” sulla base di affinità e interessi comuni. Grazie a questo rapporto “uno ad uno”, Telemaco scopre e valorizza le proprie risorse e potenzialità, rafforza l’autostima e la fiducia in sé, impara a rispettare le regole, migliora la capacità di ascolto e di espressione emotiva, sviluppa relazioni positive con adulti e coetanei.
La Fondazione Humaniter, promotrice del progetto, mette a disposizione un’équipe competente e qualificata di psicologi e formatori che, insieme alla segreteria organizzativa e agli assistenti del Programma, supervisiona lo svolgimento del Programma e affianca i Mentori, gli Insegnanti e le Istituzioni Scolastiche in modo costante in tutte le fasi del percorso.
Due volte l’anno vengono organizzati nella scuola incontri di verifica e confronto tra i docenti, gli assistenti e i Mentori.
Negli anni il Programma Mentore ha dimostrato l’impatto positivo del rapporto transgenerazionale tra l’adulto volontario, che mette a disposizione il suo tempo ed esperienza, e il Telemaco in difficoltà, nonché la sua significativa efficacia nel contrastare la dispersione scolastica, come evidenziato anche da un’indagine condotta dall’Università Cattolica.

I protagonisti
Telemaco
È un alunno o un’alunna che manifesta difficoltà durante il suo percorso scolastico e di crescita personale: ha difficoltà relazionali o sociali, vive in ambienti familiari svantaggiati o mostra comportamenti che rischiano di compromettere il suo percorso educativo. Senza un intervento tempestivo e adeguato, queste fragilità possono pregiudicare il rendimento scolastico.
Il Mentore
Non è un insegnante e non aiuta a fare i compiti, ma è una figura affidabile che, opportunamente formata e supportata da esperti, dedica il suo tempo per costruire con il suo Telemaco un’amicizia basata su ascolto e fiducia reciproca. Il loro è un rapporto paritario, libero da pregiudizi e condizionamenti esterni (i genitori, gli insegnanti, i compagni di scuola).
Unisciti a noi diventando un Volontario Mentore, insieme possiamo fare la differenza!
I prossimi corsi
11 novembre | 15:00 – 17:30
12 novembre | 14:30 – 18:00
Per maggiori informazioni
- Telefono: 02 5796831
- E-mail: mentore.milano@umanitaria.it
La Newsletter del Programma Mentore
Testimonianze
Ho iniziato tre anni fa presso la Scuola Rinnovata Pizzigoni. La prima volta che ho incontrato il bambino che seguo, lui faceva la seconda elementare, ed abbiamo passato insieme un’ora nel panico più totale; lui non ha detto una parola, se ne stava con le mani sulla testa e ad ogni domanda che gli facevo lui rispondeva : “boh” e alzava le spalle. Devo ammettere, ho aspettato con ansia che l’ora finisse; ero completamente terrorizzata.
La seconda volta abbiamo scoperto il disegno, che era un modo di comunicare e di lavorare insieme. Anche quella volta un’ora sempre in assoluto silenzio, e lui non ha detto mai una sola parola. Quando gli ho detto: “Allora ci vediamo la prossima settimana, ti va bene?” lui ha risposto “boh decidi tu!”, quindi il terrore continuava.
La terza volta è andata un po’ meglio anche se lui continuava a guardare l’orologio; anche quella volta io ero nel panico e mi dicevo: “Anche lui non vede l’ora che questo tormento finisca, perché non ne può più e non mi sopporta”.
Poi ho scoperto che in realtà lui guardava l’ora perché sperava che non finisse, e quella che sembrava una chiusura, come fare spallucce o dire “boh”, in realtà era solo timidezza. Ma questo me lo ha detto quasi alla fine dell’anno, chiedendomi se era possibile stare insieme due ore, o se era possibile vedersi due volte alla settimana. Ma la soddisfazione massima per me è stata, quando lui mi ha detto: “Tu sei la mia migliore amica e io cosa sono per te?”, quindi a quel punto l’obiettivo era stato raggiunto perché era nato il rapporto. E anche se ci sono sempre delle piccole difficoltà, il rapporto è diventato molto forte.
Adesso Telemaco mi bacia ogni volta che mi vede, e a me sembra di poter toccare il cielo con un dito.
Annalisa
Volontaria
Renato è arrivato a 6 anni da un paese dell’America Latina. In Italia si è ricongiunto alla madre che nel frattempo aveva avuto un altro bambino dal marito che non era, però, il padre naturale. I primi giorni di scuola sono molto difficili per il bambino: non sorride mai, sente l’ambiente estraneo, non comprende la lingua italiana, pensa che tutti lo prendano in giro. I genitori sono molto preoccupati, tanto che la mamma decide di licenziarsi dal lavoro per seguirlo di più. Renato, però, percepisce la sua situazione e questo contribuisce a diminuire la sua autostima, aggrava il suo senso di inferiorità e favorisce la consapevolezza di non essere a livello dei compagni. Poi, viene inserito nel Programma Mentore.
All’inizio, Renato riceve la notizia quasi rassegnato, ma il rapporto con il volontario, al di là di ogni previsione, si mostra buono e il bambino aspetta con ansia ogni settimana l’arrivo del suo “amico”. Un po’ alla volta inizia a modificare il suo comportamento, ottiene alcuni progressi nell’apprendimento, mostra di stare meglio con sé stesso, ottiene persino la stima dei compagni che lo integrano nel gruppo. Insomma, si è verificata una vera metamorfosi: da “bulletto” prepotente a bambino sensibile, capace di consolare un amico che è triste e aiutarlo se in difficoltà. Anche dal punto di vista scolastico, nonostante le numerose lacune, riesce a concentrarsi e a seguire la lezione. Lo dimostra il compito di fine anno quando Renato, con grande stupore e incredulità dell’insegnante, risulta l’unico bambino ad aver assolto il suo compito, da solo e correttamente. Il Programma Monitore ha senz’altro centrato l’obiettivo di potenziare la capacità della scuola di essere ambiente educativo, dove il bambino sta bene con sé stesso e con gli altri per apprendere meglio, offrendo ai bambini uno spazio “tranquillizzante” in cui poter vivere esperienze alternative e positive. Anche una piccola goccia può diventare un mare, e un sostegno empatico può aiutare a risolvere situazioni disperate.
Annamaria
Insegnate di una scuola in cui è attivo il Programma
Ho seguito Emanuele a partire dalla seconda media. Ripetente, manifestava in classe segni di insofferenza, di abulia e di disinteresse totale nei confronti sia dei propri compagni di classe che dei professori tutti. Il Consiglio di Classe, notando che nonostante i continui stimoli da parte di tutti non si erano avuti risultati, ritenne opportuno inserirlo nel Programma Mentore. All’inizio i risultati si sono evidenziati molto lentamente, in seguito c’è stata un’evoluzione, una maturità e una presa di coscienza che via via si è andata sempre più consolidando sia nel rapporto interpersonale che nello studio. Difatti l’aggressività che il ragazzo manifestava in classe, ma anche in famiglia, è andata sempre più scemando. In questi due anni con Emanuele sono passata attraverso varie fasi: all’inizio incerta su come entrare nel suo mondo chiuso ed indifferente, poi notando i suoi pure incerti miglioramenti, sono riuscita a mitigare la sua aggressività nel rispetto prima di sé e poi degli altri. Alla fine del nostro rapporto, infatti, Emanuele ha manifestato una maggiore tranquillità e serenità, che traspariva evidente dalla sua espressione sorridente e dalla sua disponibilità verso gli altri. Perfettamente consapevole delle sue scelte, poi si è iscritto all’Istituto Alberghiero.
Adriana
Volontaria del Programma