Concorso Ambasciatori dei Diritti Umani

Il Concorso Ambasciatori dei Diritti Umani nasce a Milano nel 2008 per iniziativa della Società Umanitaria, in collaborazione con la SIOI – Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale – e la LIDU – Lega Internazionale per i Diritti dell’Uomo. Negli anni si è esteso anche a Roma e Napoli, coinvolgendo centinaia di studenti e studentesse.

Destinato alle classi quarte e quinte delle scuole secondarie di secondo grado, il progetto invita i giovani a confrontarsi con i valori universali sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, favorendo la consapevolezza che questi principi non appartengono soltanto alla storia o alle istituzioni, ma riguardano la vita quotidiana, le relazioni, le scelte personali e collettive.

Il percorso si articola in due momenti principali:

  • una conferenza introduttiva (in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti Umani, il 10 dicembre), dedicata ogni anno a un tema diverso legato ai Diritti Umani, che offre strumenti di riflessione attraverso le voci di esperti, docenti e testimoni;
  • una prova scritta (febbraio/marzo), in cui gli studenti elaborano un testo ispirato agli spunti emersi durante la conferenza e al patrimonio della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Ogni Istituto può selezionare fino a un massimo di dieci studenti meritevoli, i cui elaborati saranno valutati da una Commissione di esperti e docenti scelti dalla Società Umanitaria.

I nove vincitori – tre per ogni città – ricevono il titolo di Ambasciatori dei Diritti Umani, che non è soltanto un riconoscimento, ma un impegno simbolico a farsi portavoce di valori di giustizia, libertà e solidarietà. Il premio consiste in un viaggio-studio in una località di rilievo per la presenza di Istituzioni o Organizzazioni Internazionali e, per i primi classificati, la possibilità di frequentare un corso di formazione sui diritti umani organizzato dalla SIOI.

Ogni anno, nuovi giovani entrano a far parte di una comunità di ragazzi e ragazze che, attraverso il confronto e la partecipazione attiva, si riconoscono in un progetto comune: coltivare una cultura dei diritti umani, capace di incidere nel presente e di guardare al futuro.